LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

GOUNOD, Le tribut de Zamora

Opera in quattro atti, libretto di Adolphe d’Ennery e Jules Brésil

prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 1° aprile 1881

interpreti principali: Edgars Montvidos (Manoel), Judith von Wanroji (Xaima), Jennifer Hollaway (Hermosa), Tassis Chrystoiannis (Ben Said)

Orchestra Radio Monaco B. e coro Radio Bavarese, direttore Hervé Niqueted. Palazzetto Bru Zane BZ 0069 (2 cd); reg. 2018

durata 143.03

La maggior parte del pubblico associa il nome di Charles Gounod (foto) al Faust, al Roméo et Juliette, Mireille, mentre altri titoli sono entrati nel cono d’ombra come Polyecute o La reine de Saba sono ormai fuori repertorio. Il 2018, bicentenario della nascita di Gounod, è passato quasi del tutto sotto silenzio. Ora, la prima registrazione de Le tribut de Zamora del maestro francese, eseguita in forma di concerto  nel gennaio 2018, viene pubblicata dalle edizioni Palazzetto Bru Zane, con sede in uno storico palazzo di Venezia dal 2009, una fondazione che ha come missione la promozione e lo studio della musica francese del secolo XIX°. La presente relizzazione acquista un grande valore storico-musicale in quanto Le tribut de Zamora, pur non essendo un capolavoro, è certamente un titolo di grande interesse, nonostante sia stato composto su un libretto non proprio congeniale allo stesso Gounod. L’opera riscosse un discreto successo di pubblico e critica: Victorin de Joucières scrisse sul giornale “la Liberté” “La partirua è chiara, limpida, melodica di una grande qualità e di stile, contiene pagine affascinanti piene di grazia e di sentimento“.Protagonista della vicenda è Xaima, contesa dal bel soldato Manoel, con il quale si sta per sposare, e da Ben Said inviato del califfo nella città di Oviedo per  riscuotere il tributo di venti vergini previsto dal tributo di Zamora. Tra le vergini viene estratta Xamia che, condotta a Cordoba, è insidiata da Ben Said, ma è salvata da Manoel e da Hermosa, una folle che riscatta la vergine e si scopre di essere sua madre.Eccellente il livello dll’esecuzione a cominciare dalla concertazione di Hervé Niquet che trova tempi e sonorità giuste, senza mai soverchiare le voci , sottolineando le nuances della partitura ricca non solo di colori e di ispirate melodie, ma anche di brani sinfonici di valore come il balletto del terzo atto.La voce omogenea di Edgars Montvidos (Manoel) evidenzia le varie sfumature del suo personaggio impegnato soprattutto in pezzi d’insieme, trova accenti d’intenso lirismo; Judith von Wanroji (Xaima) ha voce di timbro chiaro; Jennifer Hollaway (Hermosa), voce di grande consistenza e convincente sul piano interpretativo; Tassis Chrystoiannis emerge nei momenti lirici, lasciando un pò in ombra la tirannide del personaggio. Ottima la prova del Coro della Radio Bavarese. I dischi sono all’internodi un sontuoso volume ricco di articoli di grande interesse, in particolare l’intervento di Pierre Sérié dedicato alleimmaginidella Spagna attraverso i pittori spagnoli del XIX° secolo.