Il “Cineocchio” di Santo Stefano Belbo

Un’interessante programmazione per tutti gli appassionati di cinema presso la Biblioteca Civica di Santo Stefano Belbo in Piazza Confraternita, 1: un appuntamento fisso ogni sabato pomeriggio fino al 16 marzo, dove si rivive la magia del grande cinema con il meglio della più recente filmografia internazionale e del cinema d’autore. La rassegna cinematografica più amata e seguita, promossa dalla Biblioteca civica “Cesare Pavese” di Santo Stefano Belbo e ideata da Eugenio Carena e Franco Vaccaneo, propone nove storie firmate da grandi registi. Il programma comprende i migliori film: i premi Oscar, i nominati, i riconoscimenti più importanti dei festival internazionali e i titoli di nuovi registi e interpreti da scoprire. Sabato prossimo il cartellone prevederà la programmazione di “Due sotto il burqa”, girato  dall’iraniana naturalizzata francese Sou Abadi, e in grado di padroneggiare  battute e ritmi che s’iscrive nel classico filone comico del camuffamento amoroso. Una giovane coppia sta per andare a New York insieme, ma poco prima di partire accade qualcosa d’inaspettato. Leila e Armand, felicemente innamorati a Parigi, si ritrovano, infatti, alle prese col fratello della ragazza reduce dallo Yemen, dove i tagliagole gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Per continuare ad amoreggiare con la fidanzata, Armand si decide pertanto a presentarsi a casa sua indossando il burka, che lascia scoperti solo gli occhi delle donne. In Italia al botteghino Due sotto il burqa ha incassato 483 mila euro. La regista iraniana (naturalizzata francese) Sou Abadi ha voluto affrontare il tema dell’integralismo islamico in un paese occidentale con la leggerezza della satira sorridente e surreale. Questo film che, grazie ai toni della commedia, è riuscito a raggiungere una vasta platea in Francia e ne merita una altrettanto ampia in Italia, è un film del 2017 scritto e diretto da Sou Abadi. La regista compie il suo esordio nel cinema di finzione e sceglie la commedia per raccontare la Francia e le derive psicotiche di ogni tipo d’integralismo, religioso o politico che sia. Molte gag e battute derivano dalla sua esperienza personale, in particolar modo quelle legate alla comodità del burqa.  Il film è uscito in Francia il 28 giugno 2017, mentre in Italia è uscito il 7 dicembre. Il film di Sou Abadi, documentarista alla sua prima esperienza con la fiction, ha il pregio non solo di trattare lo spinoso tema dell’integralismo religioso con toni leggeri e un impianto perfettamente congegnato da commedia degli equivoci, ma di dare voce a un punto di vista meno scontato sull’argomento. La Abadi, infatti, è nata e vissuta in Iran, e solo dal 1998 è diventata cittadina francese.   Il meccanismo, qui perfettamente oliato, della classica commedia degli equivoci diviene un modo, ironicamente intelligente, per parlare d’integralismo ma anche d’integrazione, così come di tolleranza e di pregiudizio. Sou Abadi, che ha trascorso una lunga parte della sua vita sotto il regime islamico iraniano, ha utilizzato certi accadimenti personali per aggiungere realismo alla storia, riuscendo a farne un racconto autenticamente brioso che s’ispira alla tradizione della commedia del travestimento.Tenendosi sapientemente alla larga da ogni cliché, la regista riesce a maneggiare con cura la delicata materia del fondamentalismo religioso, ben calibrando la girandola degli eventi e dei buffi fraintendimenti anche grazie alle brillanti prove di un cast in perfetto equilibrio tra protagonisti e comprimari.

                  Alessandra Gallo