ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

Torino- LA NOTTE UN TEMA MUSICALE

Il pianista Jan Lisiecik (foto), nato in Canada da genitori polacchi, a ventitrè anni,  già riconosciuto come uno dei grandi talenti del nostro tempo, possiede uno spessore musicale, una non comune tecnica. Vanta, nonostante la giovane, alcuni prestigiosi riconoscimenti quali: Echo Classik, Young Artists Award (il vincitore più giovane), Bernstein Award. Per la stagione dell’Unione Musicale propone il recital “Night Music”, il tema della notte. Si apre con i due Notturni op. 55 di Chopi: il primo in fa minore esordisce con una delicata melodia dal sapore slavo dove la malinconia si replica più volte, sempre sostenuta da un andamento di marcia in quattro tempi, il secondo in mi bemolle maggiore affida la melodia alla mano destra sostenuta dalla sinistra con uno scintillante tappeto di crome. Dui esempi di magistero polifonico. I tre poemi di Gaspard de la nuit (da Aloysius Bertrand) di Ravel, scritti nel 1908 sembrano rivestire un indizio enigmatico che si chiarisce se si legge il sottotiolo Fantaisies à la maniére de Rembrandt et Callot diaboliques visions. Il testo di Bertrand, considerato da Baudelaire un precursore della moderna poesia, è tratto dal libro Histoires vernonlues et poudreuses du Moyen Age (Storie tarlate e polverose del Medioevo). Lo stesso Ravel precisò che con Gaspard de la nuit voleva dare alla letteratura pianistica un brano dal trascendale virtuosismo. Ondine è il brano più descrittivo con le sue scale che fanno pensare al battere della pioggia; Le gibet (La forca) su cui si distende una serie di accordi lentissimi come un suono di campana a morto nel finale con la visione dello impiccato esposto alla luce del tramonto. In chiusura Scabro, una sorta di gnomo repellente, dove la scrittura di Ravel tocca il vertice delle più audaci e spericolate combinazioni sonore. I Nachstucke (Pezzi notturni) op. 3 sono tra le pagine più inquietanti di Schumann dove formule ritmiche vengono ripetute quasi in modo ossessivo, un’allucinazione che sembra trovare pace nella conclusiva cantabilità. I Morceau de  fantaisie  op.3 sono il frutto di un Rachmaninov dicianovenne . Nonostante siano un lavoro giovanile, si notano già le sue inconfondibili peculiarità pianistiche: sonorità morbide, scrittura complessa, registri timbrici molto diversi. Per ultimo lo Scherzo in si minore op. 20 di Chopin dove sono presenti spiriti biografici e citazioni folcloristiche, non disgiunte da raffinatezza armonica. Torino, Conservatorio,p. Bodoni mercoledì  20 febbraio, ore 21.00 Stagione Unione Musicale JAN LISIECKI, pianoforte Musiche di Chopin, Ravel Schumann, Rachmaninov

Torino- UN REQUIEM DAL TONO LIRICOMichele Mariotti  ritorna al Regio, teatro con cui ha un intenso rapporto, oltre modo positivo e di grande empatia reciproca. Il Requiem (1886-87) di Gabriel Fauré, scritto in memoria del padre deceduto nel 1885, si allontana  dalle altre composizioni romantiche del genere. Sono assenti ogni violenza e contrasto0dove domina un clima di rassegnazione e abbandono. Il lavoro inizia e termima con la parola requiem messa ogni volta in risalto che compare nel testo. L’atmosfera è decisamente lirica e sommessa, pervasa da semplice effusione melodica sostenuta da sobrietà di canto ed eleganza dell’esposizione, Una dolente visione che si alontana dalle passioni violente e ribellioni prepotenti. Un esempio ricco di fede e di forza. Perfetta accoppiata con Fauré è la Sinfonia n. 2 in do minore op.17di Cajkovskij dove sono presenti inflessioni carezzevoli, senso del folclore,  piacevolezza della strumentazione .

Torino Teatro Regio, p. Castello mercoledì 20 febbraio, ore 20,30

ORCHESTRA E CORO TEATRO REGIO diretti da MICHELE MARIOTTI

solisti: ALESSANDRA MARIANELLI (soprano), ROBERTO DE CANDIA (baritono), YOUNG UN KIN  (organo) ANDREA SECCHI (maestro del coro)