PIEMONTE ARTE: CHIERI, MOSSO, MC CURRY, CREA, GIORDANO, GIVONE, GAARMANN

 

CHIERI, UN LIBRO SUL SOFFITTO QUATTROCENTESCO DI CASA BERTONE

VENERDI’ 15 MARZO 2019 ORE 17.30

Chieri, Biblioteca Civica – Sala Conferenze via Vittorio Emanuele II 1

INVITO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO:

“Quando i cavalli avevano le mani.Il soffitto quattrocentesco di Giovanardo Bertone a Chieri”,

Chieri 2018

Interverranno gli autori: Simone Bocchio Vega, Giovanni Donato, Luisa Clotilde Gentile

È passata da poco la metà del Quattrocento, a Chieri, nella contrada dei Balbo, tra la via maestra e la collina di San Giorgio. Un personaggio della vecchia aristocrazia di casa Bertone, affiliata al consorzio dei Balbo, fa ristrutturare in maniera radicale per se e la propria famiglia una delle vecchie abitazioni di proprietà, dotandola di uno splendido soffitto dipinto. Ne nasce uno spaccato privilegiato della società chierese nell’autunno del medioevo: relazioni culturali, gusti del pubblico, alleanze politiche, storia dinastica e famigliare si intrecciano in una quantità di rimandi reciproci.

Nasce così l’occasione per lo studio e l’edizione integrale del soffitto nel suo contesto edilizio, utilizzando le competenze necessarie allo scopo. Stemmi di famiglia, mostri, insegnamenti morali e divertimento si fondono in un insieme spettacolare e fantasioso, un capolavoro autentico dell’arte quattrocentesca cittadina. In tutte le regioni europee interessate dalla civiltà dei soffitti lignei dipinti, lo studio e la divulgazione di questi manufatti è un’operazione al passo dei tempi e per questo, anche a Chieri, brilla di una luce particolare.

 

LE OPERE DEL PINESE LEONARDO MOSSO AL CENTRE POMPIDOU DI PARIGI

Chiusa la mostra dedicata al celebre architetto pinese che, in un anno, ha visto il passaggio di oltre 200 mila visitatori

Domenica 17 febbraio 2019 si è chiusa la mostra “Hommage à Leonardo Mosso” che il Centre Georges Pompidou, Museo nazionale di Arte moderna di Parigi, ha dedicato al grande architetto e artista fondatore dell’Istituto Alvar Aalto-Maaad (Museo di architettura arti applicate e design) con sede a Pino Torinese nella Villa Ruiz Antonelli.

Il giorno della chiusura si sono recati in visita, in rappresentanza del Comune di Pino, il Sindaco Alessandra Tosi, l’Assessore ai Lavori pubblici Marcello Concas e la Consigliera alla Cultura Beatrice Verri. La visita, istituzionale ma autofinanziata dai partecipanti, è stato un tributo alla riconosciuta e indiscussa grandezza del nostro concittadino nel campo della progettazione architettonica e dell’arte contemporanea.

La mostra, inaugurata il 5 marzo 2018 nella sala denominata “L’école de Madrid”, è rimasta allestita quasi un anno ed è stata visitata da circa 200.000 persone. Parte delle opere allestite sono state donate da Leonardo Mosso e Laura Castagno al Centre Pompidou, inalienabili e destinate ad essere pienamente valorizzate nel futuro.

“Non possiamo che essere orgogliosi di avere quali concittadini l’Architetto Leonardo Mosso e la moglie, anch’essa grande artista, Laura Castagno – afferma il Sindaco, Alessandra Tosi -: il fatto che alcune fra le sue principali opere siano state donate al Centre Pompidou, entrando così a far parte del fondo pubblico nazionale dell’Arte moderna francese, è davvero un grande onore. Resta un po’ di rammarico al pensiero che altri prodotti artistici di questo valore non siano divenuti parte del patrimonio italiano, con esposizione permanente anche sul nostro territorio piemontese, ma sappiamo che il Centre Pompidou non ha eguali, a livello europeo e internazionale per esposizione d’opere d’arte e architettura moderna. Come patria di Mosso, continueremo a lavorare affinchè l’Istituto Alvar Aalto-Maad che ha sede qui a Pino Torinese continui ad avere la giusta visibilità e valorizzazione”.

In mostra erano presenti molte opere fra cui spiccavano le tipiche installazioni a giunti, come la rossa “Ascension pour Laura” esposta nella parete all’ingresso, i modelli per la cappella d’artista e per la città programmata, documenti grafici e fotografie, nonché il bozzetto per il concorso di progettazione dello stesso Centre Pompidou, poi vinto da Renzo Piano e Richard Rogers, cui partecipò anche Leonardo Mosso nel 1971 e intitolato “La comune della cultura”. La sensibilità nei confronti della comunità, una comunità libera, aperta e indipendente, è un elemento sempre molto presente nell’opera di Leonardo Mosso, anche in quegli incredibili avamposti di modernità che furono le progettazioni al computer del “Progetto di città-territorio programmata ed autogestibile” condotti insieme a Laura Castagno, sua amata sposa, collaboratrice e artista a sua volta.

“Leonardo Mosso e le sue opere possono essere considerate una vera e propria ‘perla’ del patrimonio artistico e architettonico nazionale e internazionale – aggiunge l’Assessore ai Lavori pubblici, Marcello Concas -. E’ quanto mai importante lavorare affinchè il lavoro di tutta una vita non vada perso, ma anzi venga sempre più valorizzato così che le nuove generazioni possano conoscere il genio e lo spirito avanguardistico di questo nostro concittadino. Ecco perchè lavoreremo concretamente e con costanza per consolidare l’identità territoriale dell’Istituto Alvar Aalto, vanto culturale del territorio, centro di una rete già ricca di poli nevralgici, anche naturalistici e paesaggistici”.

I rappresentanti dell’Amministrazione comunale sono stati accolti da Olivier Cinqualbre, Conservateur pour l’Architecture del Centre Pompidou, che li ha accompagnati nella visita guidata, raccontando le varie fasi dell’allestimento della mostra che, avendo numerose opere da esporre, nel corso dell’anno ha variato più volte l’allestimento. La mostra è stata curata da Madame Concetta Collura e ad essa è stata dedicato un numero apposito di “Lettera”, la rivista dell’Istituto Alvar Aalto, disponibile in consultazione nella nostra biblioteca civica.

“Visitare la mostra di Leonardo Mosso al Centre Pompidou è stata una profonda emozione- afferma la Consigliera Comunale, Beatrice Verri -: vedere un patrimonio tanto prezioso valorizzato con così grande maestria nella più prestigiosa cornice dedicata all’arte contemporanea in Europa è stato commovente. I Mosso si meritano i migliori tributi e faremo tutto il possibile per aiutare l’Istituto a proseguire la propria attività di valorizzazione nel prossimo futuro”.

La mostra “L’arte del Novecento e il libro” di Leonardo Mosso era stata allestita, a cura di Gianfranco Cavaglià, nella Biblioteca civica “Angelo Caselle” di Pino Torinese a partire da maggio, inaugurata nell’ambito del Salone del Libro, fino a dicembre 2017. Nel 2019 è in previsione l’allestimento di una mostra dedicata alle opere di Laura Castagno, sempre in Biblioteca.

“LEGAL CONTEST”, MOSTRA DEL CHIERESE PIER TANCREDI DE-COLL’

TORINO, MOSTRA “ACQUA E TERRA. LA DONNA IN ARTE”

TORINO, PALAZZO MADAMA: “STEVE MC CURRY. LEGGERE”

 

BIBLIOTECA NAZIONALE, MOSTRA “DONNE, PROTAGONISTE NELL’ORDITO DEL TEMPO”

Mostra di acquarelli di Angela Sepe Novara e contributi

bibliografici a cura della Biblioteca Nazionale Universitaria di

Torino sulle Grandi Donne

8 marzo – 6 aprile

Lunedì-venerdì: 10.00 – 18.00; sabato: 10.00-13.00

Inaugurazione venerdì 8 marzo 2019 ore 17.00

La Biblioteca Nazionale vuole ricordare l’8 marzo attraverso una mostra dedicata alla Donna e alla sua unicità nella Storia come protagonista. Saranno esposti volumi dedicati alle protagoniste e all’universo femminile e per rendere maggiormente significativa l’unione tra arte e letteratura, tra segno e simbolo saranno intrecciati agli espressivi acquarelli dell’Artista, Angela Sepe Novara, che ha scelto 15 donne significative per la Storia e la collettività. Questa ricerca, costituita da opere pittoriche e finalizzata alle figure femminili storiche, si pone l’obiettivo di condurre l’attenzione, attraverso l’identità precisa di ognuna, di fronte al processo di trasformazione individuale e al riverbero storico nella società contemporanea, interagendo con la tematica delle varie personalità che hanno affermato individualmente, l’identità femminile, attuando con esiti di valore storico, la “diversità” di genere, attraverso il valore sociale delle loro singolarità. Figure vere, importanti, perché la vera libertà è l’esempio di queste donne che hanno saputo cambiare la vita di tutti e tutte noi, con l’esempio e a volte anche con il sacrificio della loro vita. E’ occasione per unirci al pensiero dei diritti e contro la violenza di genere e per la parità dei valori di genere. Le donne non sono da “festeggiare” un giorno l’anno… l’ 8 marzo è invece una ricorrenza per affermare “l’unicità” nell’uguaglianza dei diritti e doveri. In questa mostra l’Artista si esprime attraverso lo strumento del linguaggio visivo “disegnando” la dimensione descrittiva, con trascrizioni di figurazione identificativa, in chiave contemporanea, attraverso contesti di suggestione astratta, matrici personali di analisi nella lettura dei vari profili, ripercorrendo la storia tracciata sulla scena pubblica, dove queste figure hanno saputo fare la differenza, realizzando il valore aggiunto e l’unicità del contributo personale.

 

CREA PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

8 MARZO 2019

L’Ente di Gestione dei Sacri Monti (Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea) in collaborazione con l’Ente Santuario Madonna di Crea, si associa alla Giornata Internazionale della Donna promossa tutti gli anni dal Ministero dei Beni Culturali aprendo il suo spazio Museale per eccellenza, la Cappella del Paradiso alle donne in modo gratuito (pagheranno il biglietto, se vi saranno, solo i propri accompagnatori).

La Cappella sarà aperta dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 14,00 alle 17,00.

Testimonial di quest’anno, la bellissima immagine di Giuditta della Cappella VIII (L’Annunciazione) simbolo di forza e temerarietà, eroina del popolo ebraico e cristiano.

Per informazioni:

Ente di Gestione dei Sacri Monti

Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea

Tel: 0141/927120

E-mail: info.crea@sacri-monti.com

 

ALBA, CHIUSA LA MOSTRA “DAL NULLA AL SOGNO”

Si è chiusa lunedì 25 febbraio 2019 la mostra Dal Nulla al Sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen, allestita alla Fondazione Ferrero di Alba e curata da Marco Vallora. Dal 27 ottobre 2018 i visitatori, italiani e stranieri, che si sono avvicendati nelle sale sono stati 115.521. Ad entrare per ultime Valentina Gangemi e Giulia Lazzarano, entrambe originarie di Messina, residenti a Sommariva Bosco, colleghe di lavoro che hanno deciso di approfittare delle ultime ore prima della chiusura per visitare la mostra. Hanno ricevuto in omaggio una copia del catalogo. Molti i numeri che sottolineano il successo dell’esposizione. Sono stati circa 8 mila i bambini della scuola dell’infanzia e primaria che hanno fruito dei laboratori didattici. Quasi 30 mila le persone giunte in Fondazione con gruppi e associazioni. 10 mila gli studenti di scuole medie, istituti superiori e licei. 5 mila i cataloghi, pubblicati da SilvanaEditoriale e distribuiti al pubblico. Oltre al costante impegno, garantito dalla presenza generosa e attenta degli Anziani Ferrero che hanno provveduto alla sorveglianza e all’assistenza in mostra, un prezioso contributo è arrivato anche da alcuni dipendenti Ferrero trasferiti per l’occasione dall’Azienda in Fondazione per tutta la durata della mostra; dagli studenti degli ultimi anni dei Licei Artistico, Classico, Scientifico, dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Piera Cillario Ferrero, dell’Istituto Magistrale Statale Leonardo da Vinci, che si sono impegnati a vario titolo, realizzando lavori per decorare gli spazi dei laboratori, offrendo la loro presenza nelle sale nei week end e nei giorni festivi e con il progetto “Ciceroni in mostra”, che ha previsto la preparazione e la conduzione – da parte degli stessi ragazzi – di visite guidate, organizzate durante aperture straordinarie, alle proprie classi e famiglie, con le quali sono state accompagnate in mostra circa 600 persone. Una grande soddisfazione per la Fondazione Ferrero che grazie alla collaborazione con il museo di Rotterdam ha realizzato una mostra internazionale che ha incluso anche libri, poesie e riviste, legati ai movimenti Dada e Surrealista, unitamente a opere pittoriche e scultoree innovative e spesso rivoluzionarie, altamente evocative e di grande rilevanza storica.Tra i nomi illustri che hanno visitato la mostra ne ricordiamo solo alcuni: Mario Deaglio, Elsa Fornero, Evelina Christillin, gli storici dell’arte Claudio Strinati, Germano Celant, Marco Goldin, Vittorio Sgarbi, il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, la direttrice del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, l’architetto Mario Botta, gli artisti Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Hilario Isola, Valerio Berruti, Paola Casorati, moglie del pittore Francesco Casorati, i galleristi Liliana Dematteis, Gian Enzo Sperone, Ezio Benappi, gli attori Alessio Boni, Luciana Litizzetto, Paolo Kessisoglu, il linguista e critico letterario Gian Luigi Beccaria. Positivo anche l’approccio alle serate concomitanti all’evento che hanno visto alternarsi nell’Auditorium della Fondazione i nomi della storica della moda Natalia Aspesi, dell’artista Francesco Vezzoli, di Valerio Magrelli poeta e francesista, del fisico Giovanni Amelino-Camelia, dell’artista Ugo Nespolo, di Bernard Blisténe direttore del Musée National d’Art moderne presso il Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou di Parigi. Il carattere internazionale della rassegna e l’organizzazione degli spazi espositivi hanno determinato un impegno corale del Gruppo Ferrero che, mediante le sue aziende, ha significativamente supportato la Fondazione nella creazione di un software per le prenotazioni on-line, nella promozione e nella comunicazione dell’evento, anche attraverso l’ideazione e la realizzazione di uno spot TV.

 

TORINO, REGIONE: MOSTRA “ARTE DAL PIEMONTE ORIENTALE”

Dodici artisti di “mezzo Piemonte” espongono le loro opere da venerdì 8 a domenica 24 marzo nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165, nella mostra “Arte dal Piemonte Orientale”. Quello territoriale è un filo di connessione indissolubile fra questi artisti e le proprie radici, che affondano nelle province di Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Biella. A promuovere la mostra, con il sostegno della Regione Piemonte, è l’associazione culturale Eridanus di Oleggio (No), che intende offrire un interessante contributo per la conoscenza dei recenti sviluppi dell’arte contemporanea.

L’inaugurazione si svolgerà giovedì 7 marzo, alle ore 17,30.

Questi gli artisti che espongono le loro opere: Mario Baratelli, Belio (Elio Bozzola), Corrado Bonomi, Alfredo Caldiron, Giampiero Colombo, Sergio Cominetti, Giovanni Crippa, Serena Leale, Luciano Maron Pot, Silvana Marra, Angelo Molinari e Gianluca Ripepi.

«Attraverso il lavoro di questi dodici artisti si rileva la diffusione della lezione poverista e concettuale, ma anche il perdurare dell’arte figurativa, verista e astratto-geometrica e, dal punto di vista tecnico, l’affermarsi dell’arte di installazione, che si accompagna tuttora ad una persistente produzione pittorica e scultorea – spiegano i curatori della mostra, Enzo De Paoli ed Emiliana Mongiat -. La rassegna è il risultato di un lavoro di ricerca sull’arte contemporanea delle quattro province del Piemonte orientale e presenta uno spaccato, benché limitato, della produzione di questa parte del Piemonte, che rivendica un ruolo di assoluta dignità ed offre un’illustrazione variegata, attenta a più stili e tecniche». Si va dal dal figurativo all’astratto e dal concretismo al concettuale, così come dal dipinto alla tecnica mista e dalla scultura all’installazione.

La mostra, ad ingresso libero, si potrà visitare ogni giorno, dalle ore 10 alle 18, sino a domenica 24 marzo.

 

LITTLE NEMO ART GALLERY, MOSTRA DI GUIDO GIORDANO “SEGNO E MATERIA”

Fino al 16 marzo, Via Ozanam 7. Orari: lunedì-venerd’ 9-13 e 15,15-19,15. Sabato 10-13 e 15,15-19,15.

La Mostra presenta una selezione di opere tratte dal volume “Les Onze Mille Verges” di Guillaume Apollinaire, prezioso volume a tiratura limitata edito da “Il Pennino Editore”. Le illustrazioni di Guido Giordano compongono una summa della cultura visiva del ‘900 in un divertente gioco di contaminazioni tra arti diverse, correndo su e giù tra lo spazio/tempo. La Mostra si inserisce nel progetto Arte/Fumetto promosso dalla Little Nemo Art Gallery con la selezione di opere che rimandano alla Nona Arte. Il graffiante pennino di Giordano gioca con le creazioni di Francesco Tullio Altan, Chester Goud, Guido Crepax, Walt Disney, Hergé, Milo Manara, Moebius, Georges Pichard, Gérard Lauzier, Elzie Crisler Segar; non mancano le citazioni di Tex Willer e Dylan Dog.

La Mostra presenta inoltre una panoramica sulla produzione artistica di Giordano.

 

 

PIANEZZA , “DREAMS. TRA SOGNO E REALTÀ”, MOSTRA FOTOGRAFICA DI ELENA GIVONE

Quando la fotografia diventa incontro con gli altri e testimonianza dei loro desideri. Sempre (o quasi) con un fantastico cappellino in testa e sempre con un radioso sorriso che dona al mondo. Un sorriso regalato da Elena Givone anche alle persone e ai moltissimi bambini e ragazzi che ha fotografato in situazioni difficili: dalle disperate favelas di Florianopolis (Brasile), al carcere minorile di Salvador de Bahia, dal Mali, dove l’acqua scarseggia, agli orfanotrofi di Mandalay (Myanmar, ex Birmania), ai bambini di Aleppo sfuggiti alla distruzione della loro città. Invece di raccontarci “il dolore degli altri” lei invita tutti loro a sognare, a immaginare un mondo migliore affinché possano trovare una via aperta alla speranza. Le sue ricerche, composte di ritratti ambientati e frasi raccolte, ridanno voce a un’umanità cui è stata tolta la parola, e trasformano il fotogiornalismo in una relazione basata sullo scambio reciproco nel segno della leggerezza. (Gigliola Foschi)

VILLA CASALEGNO, Via al Borgo n.2, Pianezza, Torino

APERTURA fino al 12 marzo 2019

 

 

IL MUSEO DELA CERAMICA DI MONDOVÌ OSPITA L’ ARTISTA DANESE LOUISE GAARMANN

a cura di Elena Inchingolo e Paola Stroppiana

È frutto di una proposta d’interscambio culturale Italia-Danimarca il progetto Turning Tables. The Memory of a Landscape, dell’artista danese Louise Gaarmann, a cura di Elena Inchingolo e Paola Stroppiana.  È articolato in una residenza d’artista e in una mostra, ospitate nel prestigioso Palazzo Fauzone di Germagnano, sede del Museo della Ceramica di Mondovì. L’inedita proposta nasce nell’ambito del Grant Danish Crafts and Design Abroad, istituito da Danish Arts Foundatio, ed è sostenuta dall’Ambasciata di Danimarca in Italia. Il progetto è articolato in differenti fasi: una residenza d’artista di due settimane presso il Museo della Ceramica (a partire dal 1 marzo 2019), una lecture organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (14 marzo 2019) e una mostra (16 marzo – 31 maggio 2019) che proporrà i lavori realizzati nel corso della residenza. Il tutto corredato da un catalogo in italiano e in inglese. Il Museo della Ceramica di Mondovì è nato non solo con lo scopo di curare e diffondere la memoria storica della plurisecolare esperienza ceramica monregalese, ma anche di collegarla al tempo presente, attraverso nuove dinamiche legate al mondo della produzione, della formazione giovanile specializzata, della creazione artistica contemporanea. Questo anche grazie alla presenza di un’Unità Produttiva attrezzata per realizzare tutte le fasi del ciclo della ceramica, in grado di permettere e favorire la sperimentazione di artisti contemporanei in occasione di progetti espositivi o residenze d’artista.

Louise Gaarmann (1975, Danimarca), vincitrice del Grant, è chiamata a realizzare una “tavola nuova”, riccamente addobbata delle sue ceramiche; il lavoro andrà a dialogare e allo stesso tempo entrerà in corto-circuito con gli oggetti presenti nel percorso museale, la maggior parte dei quali proprio destinati alla tavola, creando nuove chiavi di lettura per il visitatore e testimoniando con forza il ruolo protagonista della ceramica nell’ambito delle espressioni artistiche contemporanee. “Di comune accordo con le curatrici e la direttrice artistica del progetto, Christiana Fissore – spiega Louise Gaarmann – ho pensato di lavorare sui temi del paesaggio e della tavola in un rovesciamento di prospettive: la mia idea riguarda ciò che mangiamo e beviamo, come esito della stretta relazione con il paesaggio e la natura. Coprirò il tavolo con piatti e tazze, la cui diretta ispirazione proviene dalla Memoria dei Paesaggi. I piatti possono evocare un campo; ogni tazza potrà ricordare una cascata, un lago o indurrà lo spettatore a pensare alla sabbia vicino all’oceano. I sottopiatti potrebbero ispirarsi a nuvole e montagne. Lavorerò con gli stampi in gesso del museo in un gioco di connessioni con le “forme della memoria” dei miei paesaggi. Userò delle terrecotte soffici e le presserò negli stampi, e realizzerò più elementi in sovrapposizione, che utilizzerò come moduli, ‘blocchi’ da impilare a costruire nuove forme e visioni”.

 

RIVOLI, MOSTRA “SCIENZIATE”

La mostra è curata da Rita Margaira, “Rivolididonne” con gli assessorati Pari Opportunità – Cultura – Istruzione  di Rivoli, sulla vita di cinquanta sapienti in diverse scienze, dalla medicina all’astronomia. Molte di loro coincidono con quelle proposte  insieme a “Teatro e Scienza”  nel 2017 e 2018, presso la Regione Piemonte in piazza Castello a Torino,  ma non sono tutte le stesse.

Inaugurazione – 8 Marzo ore 17,30  Casa del Conte Verde, Via Fratelli Piol 8  Rivoli.

Apertura mostra fino al 31 Marzo 2019:

dal Martedì al Venerdì dalle ore 16 alle 19;  Sabato, Domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero. Lunedì chiuso.

 

 

 

PALAZZO MADAMA: CONFERENZA “ANDARE PER REGGE E RESIDENZE”

Seconda conferenza del ciclo dedicato alla mostra

Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino

Relatore: Andrea Merlotti

Mercoledì 6 marzo 2019 ore 17.30

Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti

Piazza Castello – Torino

In voluta concomitanza con la mostra Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino, Palazzo Madama propone la conferenza Andare per regge e residenze a cura della casa editrice il Mulino. L’Italia è un paese di regge. Non c’è quasi città importante che non ne abbia almeno una. La stessa parola «reggia», in effetti, è una peculiarità italiana. A esse si aggiunge poi una lunga serie di residenze d’ogni genere, circostanti le città che un tempo furono capitali di Stati. Si pensi alla Corona di Delizie intorno a Torino, alle ville medicee nel territorio fiorentino o, ancora, alle residenze borboniche di Napoli e della Campania. Andrea Merlotti ci conduce in un affascinante viaggio all’interno di splendidi palazzi e ville sontuose, spiegando prima di tutto il senso politico di tali palazzi e dell’arte che vi è custodita. Queste architetture, infatti, erano dei libri di pietra in cui i sovrani raccontavano a sudditi, ospiti e cortigiani le origini e il significato del proprio potere. Un viaggio nella storia, quindi, nel corso del quale Merlotti ci accompagnerà dalla Roma dei Papi a quella dei Savoia, dalla Firenze dei Medici alla Venezia di Napoleone, dalla Torino sabauda delle due Madame Reali, Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, alla Napoli dei Borbone. Un viaggio che giunge sino ai nostri giorni, con le regge che, dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, con l’avvento della Repubblica hanno assunto caratteri propri, in certi casi identitari, che mostrano come il loro ruolo di palazzi del potere sia capace di sopravvivere anche allo stesso potere che le ha generate. Andrea Merlotti (Torino, 1968) è uno storico e dirige il Centro studi del Consorzio delle residenze reali sabaude alla Reggia di Venaria. Siede nel comitato scientifico del Centre de Recherche du Château de Versailles e del Centro Studi Piemontesi. È socio della Society for Court Studies di Londra e dello IULCE – Istituto Universitario la Corte in Europa di Madrid. Studioso delle regge e delle corti europee ha coordinato numerose ricerche su pratiche e cerimoniali curiali, i cui risultati sono stati editi in diversi volumi, fra cui La festa teatrale nel Settecento (con A. Colturato, Lucca, LIM, 2011); Le tavole di corte (Roma, Bulzoni, 2013); Le cacce reali nell’Europa dei principi (Firenze, Olschki, 2017). Si occupa, inoltre, del ruolo europeo di Casa Savoia e della storia dei loro Stati. A tale tema ha dedicato oltre un centinaio d’articoli, la cura di diversi volumi (fra cui Stato sabaudo e Sacro Romano Impero, con M. Bellabarba, Bologna, il Mulino, 2014) e la recente Storia degli Stati sabaudi, 1416-1848 (Brescia, Morcelliana, 2017), scritta con Paola Bianchi. Ha curato diverse mostre, fra cui la recente Dalle regge d’Italia. Tesori e simboli della regalità sabauda (con Silvia Ghisotti, Reggia di Venaria – Genova, Sagep, 2017). Di prossima uscita sono The Shroud at Court: History, Usages, Places and Images of a Dinastic Relic, curato con Paolo Cozzo e Andrea Nicolotti (Leida, Brill, 2019) e Paggi e paggerie nelle corti d’Italia (Firenze, Olschki, 2019). Sta lavorando a uno studio su Casa Savoia nella storia d’Italia.

Costo della conferenza: € 5; ridotto € 3 (insegnati, studenti, Abbonati Musei)

(pagamento il giorno della conferenza presso la biglietteria).

Ingresso fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria: tel. 0114429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

ACCADEMIA ALBERTINA IN TRASFERTA A COLONIA

È stata inaugurata con grande successo, presso l’Istituto Italiano di Cultura a Köln (Colonia), la mostra di grafica: “La vita è segno”, in presenza di Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina di Torino, di Franco Fanelli, docente di Grafica d’arte presso la stessa istituzione e curatore della mostra e del Console generale d’Italia Pierluigi Ferrario. L’odierna Scuola di Grafica d’arte dell’Accademia Albertina è considerata una delle più importanti d’Italia. Al centro della mostra dei 27 giovani artisti selezionati tra gli attuali studenti dal curatore della rassegna, il prof. Franco Fanelli, è la calcografia, con alcuni esempi di xilografia, oltre a un libro d’artista di Carola Eirale e ai preziosi taccuini di lavoro di Dong Haruo. L’ambito espressivo spazia dalla visionarietà con accenti distopici nelle grandi acqueforti di Fabio Riaudo e Matteo Serena, alle metamorfosi ibride di animali nelle incisioni di Michela Concetti. Si va delle astrazioni di Zhang Bingjie alle ricerche sullo spazio compositivo di Edoardo Gallina, dai reperti indagati da Elisa Pellizzari alle textures processuali di Marco Poma. Da non perdere l’intimismo delle piccole acqueforti di Francesca Bocchetto o i minuscoli ritratti di emarginati intagliati nei linoleum da Giulia Gangemi, le forme fluttuanti nei solarplate di Francesca Zampolini, i paesaggi neoromantici di Sara Miotto. I volti di Silvia Destefanis o, ancora, gli schemi “stellari” ricavati da Gionata Girardi da vibrazioni sonore. Sono solo alcuni esempi tra la sessantina di opere raccolte in una mostra che offre uno sguardo “in diretta” sulla realtà operativa di un laboratorio in piena fase di ricerca. Accompagna la mostra un catalogo bilingue italiano/tedesco con testi di Maria Mazza, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Fiorenzo Alfieri e Salvo Bitonti, rispettivamente presidente e direttore dell’Accademia Albertina, e di Franco Fanelli, docente di Tecniche dell’incisione/Grafica d’arte presso la stessa Accademia, pubblicato da Albertina Press.  La mostra sarà aperta a Colonia fino al 5 Aprile 2019

 

TORINO, MOSTRA “L’ALTRA META’ DEL CIELO