Asti- Una borsa di studio per stabilire la verità storica sul rogo delle “Brusaje”
Dal 2015 l’8 marzo è una data di commemorazione al cimitero di Asti: si ricordano le vittime del rogo della Stilar, la fabbrica di stilografiche dove 9 operaie giovanissime (dai 14 ai 23 anni) persero la vita il 22 agosto 1944.
Alla cerimonia di quest’anno era presente anche Anna, figlia di una ex operaia della fabbrica, che ha scritto una lettera alle promotrici dell’iniziativa, il Coordinamento delle Donne Cgil, annunciando la sua partecipazione. Anna conosce la storia dell’incendio della Stilar dai racconti della madre, probabilmente salva perché pochi mesi prima dell’accaduto aveva scoperto di aspettare quella bambina che oggi è il segno della memoria e aveva dato le dimissioni dal lavoro. La madre di Anna le ha trasmesso quello che ricordava di quella giornata: l’allarme per il bombardamento aereo, la fuga con il passeggino al rifugio, il cessato allarme seguito dai soccorsi dei vigili del fuoco alla Stilar.
Ieri al cimitero di Asti erano presenti, l’assessora Elisa Pietragalla e il sindaco Maurizio Rasero che hanno partecipato anche agli incontri nelle scuole del 7 marzo in cui la storia delle ragazze della Stilar è stata fatta rivivere a confronto con i ragazzi di oggi.
Aurora Sabatini, dello Spi Cgil, ha ricordato che anche a Canelli nel 1925 ci fu un incidente simile: tre operaie, tra i 18 e 25 anni, morte nell’incendio di un sugherificio.
Perché donne così giovani? – si è chiesta la Sabatini – perché il destino delle donne non era il lavoro o lo studio. Far studiare una figlia femmina era inutile perché si sarebbe sposata e sarebbe diventata una madre”.
Le ragazze rimanevano in fabbrica solo fino al matrimonio o al massimo fino alla prima maternità.
L’ultimo intervento della giornata al cimitero è stato del segretario della Camera del Lavoro, Luca Quagliotti che ha voluto annunciare l’istituzione di una borsa di studio per trovare la verità storica dell’incidente della Stilar. L’accaduto fu presto archiviato come conseguenza di un gesto maldestro di un operaio che fece cadere un pezzo di metallo incandescente negli scarti di celluloide. Mai si è indagato sulla porta della fabbrica chiusa dall’esterno né sulle testimonianze che parlarono di un’esplosione.
La borsa di studio – ha detto Luca Quagliotti – consentirà di riprendere in mano gli atti giudiziari dall’archivio storico e di riaprire il capitolo responsabilità in questo episodio che fa parte della lunga storia di incidenti sul lavoro del nostro Paese”.
La cerimonia delle “Brusaje” si è conclusa come sempre con la lettura dei nomi e dell’età delle 9 ragazze morte, che hanno così rivissuto ancora una volta nella memoria dei loro concittadini.
Carmela Pagnotta