PIEMONTE ARTE: GALLINO & PERSICO, PARLAMENTO SUBALPINO, MAGNA CHARTA, OSSIMORI, MONDINO, MULTIPLI, PITTARA…
TORINO, MOSTRA COLLETTIVA CON I CHIERESI THEO GALLINO E GUIDO PERSICO
VENERDÌ 15, SABATO 16 E DOMENICA 17 MARZO RIAPRE AL PUBBLICO LA CAMERA DEI DEPUTATI DEL PARLAMENTO SUBALPINO
In occasione della Giornata dell’Unità nazionale, il Museo Nazionale del Risorgimento offre anche quest’anno la possibilità di visitare uno dei luoghi simbolo della storia d’Italia e della nostra democrazia. L’iniziativa si realizza in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte. Tra gli appuntamenti in programma, domenica 17 marzo alle ore 15.30 il concerto degli allievi del Liceo Musicale Cavour di Torino. Anche quest’anno in occasione della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 marzo dalle ore 10 alle ore 19 il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano riaprirà alla visita del pubblico la Camera dei deputati del Parlamento Subalpino. Un evento eccezionale per permettere ai visitatori di vivere l’emozione unica di entrare nel cuore della storia d’Italia, e cogliere le radici delle dinamiche che regolano la nostra identità di oggi. È qui infatti che si svolse l’attività legislativa del Regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Ed è in questa aula parlamentare che personaggi come Camillo Cavour, Giuseppe Garibaldi, Angelo Brofferio, Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Vincenzo Gioberti, Quintino Sella e centinaia di altri posero le basi della nostra democrazia e avviarono il cantiere dell’Italia. Doveroso dunque per il Museo Nazionale del Risorgimento riconsegnare al pubblico anche se solo per pochi giorni questo patrimonio inestimabile, un gioiello della città, con l’obiettivo di stimolare la cultura alla cittadinanza attiva e la condivisone dei valori collettivi. L’iniziativa si realizza in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte, l’assemblea legislativa presente oggi sul territorio, e in occasione della mostra “Nel solco di Camillo Cavour” che sarà aperta a Palazzo Lascaris, nella Galleria Carla Spagnuolo, dal 14 marzo all’11 aprile 2019. Venerdì 15 marzo, inoltre, visiteranno la Camera del Parlamento Subalpino tutti gli studenti arrivati alla fase finale del concorso Ragazzi in Aula, il progetto di open government che il Consiglio regionale rivolge alle scuole secondarie di secondo grado del Piemonte. Tra gli eventi proposti, domenica 17 marzo alle ore 15.30, nell’ambito del progetto “Il Cavour nei luoghi di Cavour”, il coro e l’orchestra di archi del Liceo Musicale Cavour di Torino eseguiranno la versione integrale de Il Canto degli Italiani. I settanta giovani allievi si esibiranno nell’Aula destinata alla Camera del Parlamento Italiano, un altro dei luoghi estremamente significativi che fanno parte del percorso del Museo Nazionale del Risorgimento.
VERCELLI, MOSTRA “LA MAGNA CHARTA. GUALA BICCHIERI E IL SUO LASCITO”
L’Europa a Vercelli nel Duecento
a cura di Daniele De Luca e Saverio Lomartire
23 marzo – 9 giugno 2019
Arca, ex chiesa di San Marco, Vercelli
Mostra promossa dal Comune di Vercelli in collaborazione con Arcidiocesi di Vercelli, Università del Piemonte Orientale e Comitato per le celebrazioni per l’VIII centenario dell’Abbazia di Sant’Andrea con il supporto di Fondazione Torino Musei, Associazione Abbonamento Musei e ATL Valsesia Vercelli
Mostre diffuse a cura di: Museo Francesco Borgogna, Museo Camillo Leone, Museo del Tesoro del Duomo, Società Storica vercellese e Archivio di Stato di Vercelli
La Città di Vercelli, a 800 anni dalla fondazione dell’Abbazia di Sant’Andrea, espone per la prima volta in Italia il manoscritto della Magna Charta Libertatum, nella sua redazione del 1217, che proviene dal Capitolo della Cattedrale di Hereford nel Regno Unito. La mostra è un omaggio al Cardinale Guala Bicchieri che, con la posa della prima pietra alla data convenzionale del 19 febbraio 1219, diede avvio alla costruzione dell’abbazia, dando vita nel corso dei sette anni successivi a uno dei primi esempi di costruzione gotica in Italia. Ma la storia ci consegna l’importanza e il peso politico internazionale del Cardinale Guala Bicchieri, insieme alle sue grandi doti diplomatiche, soprattutto perché la sua figura è legata alla vicenda della Magna Charta Libertatum, documento scritto in latino che il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni del Regno, suoi diretti feudatari, presso Runnymede, il 15 giugno 1215. Per la prima volta nella storia un documento di natura giuridica elenca i diritti fondamentali del popolo (o di una parte del popolo) e riconosce che nessuno, sovrano compreso, è al di sopra della legge e che chiunque ha diritto ad un processo equo. Per queste ragioni la Magna Charta viene ancora oggi ritenuta da molti studiosi il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti del popolo, nonostante fosse inscritta nel quadro di una giurisprudenza di tipo feudale, nonché il documento che ha decretato la nascita del moderno stato di diritto o per certi versi della forma moderna della democrazia. Guala Bicchieri, legato pontificio presso la corte inglese e tutore del giovane re inglese Enrico III fece da “supervisore” al documento ponendo il proprio sigillo sia nella versione revisionata del 1216, sia nella riconferma della carta qui esposta, redatta nel 1217. Le doti diplomatiche del Cardinale fecero sì che questa seconda versione della Carta avesse miglior sorte della precedente. Ma l’importanza delle missioni affidategli dal Pontefice e il ruolo che giocò sullo scacchiere internazionale, non fecero dimenticare al prelato l’amore per la sua città e due anni dopo finanziò con le sue rendite la realizzazione dell’Abbazia di Sant’Andrea di Vercelli. L’allestimento scenografico nello spazio dell’Arca metterà in luce le caratteristiche e l’importanza della Magna Charta e del Cardinale Guala Bicchieri, permetterà di far conoscere la sua storia e il legame con la città di Vercelli, in un viaggio temporale attraverso il medioevo e i secoli successivi per scoprire non solo la storia del documento e dei personaggi ad esso collegati, ma soprattutto focalizzare l’attenzione sulla figura di Guala. L’Abbazia di Sant’Andrea e la Magna Charta, unite a Vercelli, illustrano, come un prezioso dittico, la visione politica e le grandi doti diplomatiche del Cardinale che giocò un ruolo fondamentale nello scenario internazionale della sua epoca, lasciando un’importante eredità.
Accanto a questo straordinario documento, che rappresenta uno dei momenti più importanti della nostra storia, la mostra accoglie opere di eccezionale valore storico-artistico, che raccontano la sensibilità e il gusto del vercellese Guala Bicchieri: il prezioso cofano e gli smalti di Limoges da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, insieme al raffinato coltello eucaristico proveniente dalle Civiche Raccolte di Arte Applicata – Castello Sforzesco di Milano. Completano il percorso espositivo, ideato da Daniele De Luca, due ritratti del XVII e del XIX secolo, del Cardinale Guala Bicchieri, concessi in prestito dall’ASL-Ospedale di Sant’Andrea di Vercelli e un nucleo di documenti inediti: codici, carte e pergamene della Biblioteca diocesana Agnesiana di Vercelli, oltre a una pergamena e a uno dei due codici detti “dei Biscioni” della Biblioteca Civica di Vercelli. L’esposizione all’Arca, sostenuta dal Comitato promotore dell’VIII Centenario della Fondazione di Sant’Andrea, rappresenta la prima tappa di una mostra corale e diffusa che coinvolge i musei cittadini in percorsi tematici ed eventi collaterali dedicati al cardinal Guala Bicchieri e alla storia dell’Abbazia di Sant’Andrea. Un‘occasione straordinaria per riscoprire il patrimonio cittadino: dall’archivio fotografico del Museo Borgogna, all’esposizione delle opere del Museo Francesco Leone e del Museo del Tesoro del Duomo per arrivare ai documenti dell’Archivio di Stato, restituendo così al visitatore la complessità e la ricchezza della storia della Città di Vercelli. Le mostre sono curate da: Cinzia Lacchia per il Museo Francesco Borgogna, Luca Brusotto per il Museo Leone, da Timoty Leonardi per il Museo del Tesoro del Duomo e da Elena Rizzato per l’Archivio Storico. Il catalogo, a cura di Saverio Lomartire, riunisce in un’unica pubblicazione tutte le opere presenti nelle diverse esposizioni. Fanno parte del Comitato dell’VIII Centenario della Fondazione dell’Abbazia di Sant’Andrea: Comune di Vercelli, Arcidiocesi di Vercelli, Università del Piemonte Orientale, Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli, Soprintendenza Bibliografica e Archivistica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Museo Borgogna, Museo Leone, Museo del Tesoro del Duomo, Archivio di Stato di Vercelli, Società Storica Vercellese, Padri Oblati di Maria Immacolata. La mostra La Magna Charta. Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento è resa possibile grazie ai principali sostenitori: Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, IREN SpA, APRC, Soardo e Associati, ASL, ai quali si uniscono: Lions Club Vercelli, Rotary Club Vercelli, Rotary Sant’Andrea Vercelli, Soroptimist Vercelli e Kiwanis Vercelli.
La Magna Charta: Guala Bicchieri e il suo lascito. L’Europa a Vercelli nel Duecento
dal 23 marzo al 9 giugno 2019
Arca, ex chiesa di San Marco
Piazza San Marco 1, Vercelli
Tariffe
Intero: € 5
Gratuito: fino a 24 anni, over 65, studenti universitari, Abbonamento Musei Piemonte, Abbonamento Musei Lombardia, Tesserati FAI, Soci Touring Club
Orario
Martedì-domenica: 10.00-19.00
TORINO, PALAZZO LASCARIS: “NEL SOLCO DI CAMILLO CAVOUR”
G.A.M.: ANDO GILARDI REPORTER. ITALIA 1950-1962
15 marzo – 16 giugno 2019
Wunderkammer GAM
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
A cura di Daniela Giordi
La GAM di Torino presenta negli spazi della Wunderkammer la mostra dedicata ad Ando Gilardi (1921 – 2012), fotografo e fotoreporter di denuncia nell’Italia del dopoguerra, attraverso una selezione di scatti eseguiti tra il 1950 e il 1962.
Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con la Fototeca Gilardi, rappresenta una novità rispetto alle mostre fotografiche dei circuiti principali ed è anche l’occasione per valorizzare il recupero e la digitalizzazione dell’importante collezione di negativi del fondo Ando Gilardi Reporter, portato a termine nel 2017 da ABF – Atelier per i Beni Fotografici di Torino. Ando Gilardi, nato nel 1921 ad Arquata Scrivia in provincia di Alessandria, nato Aldo, poi ribattezzato Ando da partigiano, è stato fotografo, giornalista, storico e critico della fotografia, noto per la sua riflessione sulla valenza e sul potere dello scatto quale documento, tesi sulla quale consacrò studi e ricerche, condivise attraverso numerose pubblicazioni e riviste da lui fondate o dirette. L’interesse di Ando Gilardi per la fotografia nasce nell’immediato dopoguerra quando, rientrato a Genova dopo aver passato con i partigiani il periodo del conflitto, fu reclutato nel laboratorio di riproduzione fotografica dalla Commissione Interalleata per la Documentazione dei Crimini di Guerra a supporto del processo di Norimberga. Militante del Partito Comunista fu giornalista de L’Unità, Vie Nuove e anche del settimanale sindacale Lavoro. Proprio per Lavoro Gilardi iniziò a realizzare i servizi fotografici a supporto visivo per i suoi articoli di inviato in Italia, fra il 1950 e il 1962. La mostra è composta da una selezione di 55 immagini, in prevalenza istantanee prese nei luoghi di occupazione e nelle abitazioni, a documento delle condizioni di lavoro e di vita degli operai, dei braccianti agricoli e delle rispettive famiglie. In misura minore gli scatti riguardano situazioni di manifestazioni o dimostrazioni sindacali come scioperi, occupazioni di fabbriche o terre, oltre a momenti ludici e di svago, a testimonianza della ripresa del paese. A corredo dell’esposizione sono presenti una serie di documenti e rotocalchi originali che accompagnano il visitatore in un viaggio alla scoperta della ricchezza dell’archivio del fotografo. L’allestimento si delinea in un itinerario articolato fra alcune inchieste legate a momenti di cronaca e a eventi che fecero notizia in quegli anni, intervallato da alcuni scatti iconici dell’autore. I temi ricorrenti sono l’infanzia, il lavoro, l’emancipazione femminile, l’identità degli italiani, gli scioperi, le attività sindacali. L’esposizione rivela come il linguaggio fotografico di taglio post neorealista e giornalistico di Ando Gilardi fosse supportato da una cultura visiva d’oltralpe e d’oltre oceano, con un occhio di riguardo alle immagini della Grande Depressione americana, ovvero alle campagne fotografiche promosse dalla Farm Security Administration nell’ambito del New Deal, e della Straight e della Street Photography. Ma con questa mostra si è voluto anche dare spazio al suo sguardo da autore, al suo approccio ontologico e umano verso il soggetto fotografato, alla sua visione politica dell’esistenza e al profondo rispetto per l’altro. Perché l’immagine non veniva rubata da Gilardi, ma con i suoi scatti il soggetto diventava testimone, interlocutore e attore dell’attimo impresso sulla fotografia.
La mostra Ando Gilardi Reporter. ITALIA 1950-1962 apre le attività di ARCHIVIARE il Presente, contenitore culturale per un progetto condiviso fra enti, associazioni culturali, centri polivalenti, gallerie, che avrà luogo nella primavera 2019 e rientra nella Kermesse Fo-To Fotografi a Torino.
VERCELLI, MUSEO BORGOGNA: UN CAFFÈ AL MUSEO
Dopo il grande successo del primo appuntamento, “Un caffè al museo” ritorna mercoledì 13 marzo con “Un caffè matto”! Vista la grande adesione abbiamo deciso di proporre un secondo turno di visita dalle 14 alle 14.30. Se siete curiosi di scoprire quale opera verrà presentata da Sara Agnelli e Valeria Gobbi non vi resta che partecipare! Ad attendervi, oltre i 10 minuti di di approfondimento dell’opera ci sarà anche un buon caffè per ripartire con la giusta carica. Il costo della visita è di 3€, comprensivi del caffè. La prenotazione è obbligatoria al numero 0161.252764
“Giochi… d’Arte per la festa del Papà”
Mercoledì 13 marzo alle 16.45, Roberta e Giulia della Sezione educativa aspettano tutti i bambini dai 4 agli 8 anni (e i loro accompagnatori) per un nuovo appuntamento di “Giochi… d’Arte” tutto dedicato ai papà. Il pomeriggio “Buona festa papà con Giochi… d’Arte” ci permetterà di creare, durante il laboratorio uno splendido regalino adatto a questa occasione di festa. Ovviamente tutti i papà sono i benvenuti per festeggiare con noi! L’appuntamento è su prenotazione al numero 0161.252764. Biglietto 5 € a bambino, accompagnatore gratuito.
“Aspettando la primavera” con il Progetto Dedalo
Giovedì 14 marzo un nuovo appuntamento per il Progetto Dedalo al Museo Borgogna! Alle 15 Roberta Musso del Museo e Sara Ghirardi del CRA (Centro Ricerche Atlantide) accompagneranno i nostri visitatori in un percorso guidato con passeggiata in Città alla scoperta della primavera che sta arrivando. L’appuntamento “Aspettando la primavera” è parte della rassegna infrasettimanale per adulti “Le età del Museo” ed è su prenotazione al numero 0161.252764. Costo 10 € a partecipante.
TORINO, MOSTRA “OSSIMORI DELL’ARTE 2.0”
FREAKS CABINET: MOSTRA “ALDO MONDINO | CAPPADOCIA”
A CURA DI FRANZ PALUDETTO
Gsf Contemporary Art – Galleria San Federico 26 Torino
Un grande maestro del secondo Novecento, Aldo Mondino, e uno dei più importanti galleristi italiani, Franz Paludetto, sono al centro della seconda mostra di Freaks Cabinet, lo spazio dentro GSF Contemporary Art ideato dall’artista Pablo Mesa Capella e dal collezionista Marco Albeltaro, con un progetto pensato appositamente per l’8 marzo. Franz Paludetto, legato a Mondino da un sodalizio ultradecennale, ha scelto una serie di lavori del 2003 in cui l’ironia e la forza della pittura si fondono con un linguaggio unico e potente, ideale per un luogo che si propone di essere alternativo alla ritualità museale.
Cappadocia è il pretesto usato da Mondino per sfottere seriamente, per scherzare con rigore, per giocare da professionisti.
Durata Mostra: 8 marzo 2019-11 maggio 2019
Luogo: Freaks Cabinet | Inside GSF Contemporary Art, Galleria San Federico 26 Torino, 2° piano
Orari: dal lunedì al sabato ore 16-19,30 o su appuntamento
Info: Marco Albeltaro 3381672986 | Pablo Mesa Capella 3208240004 | Riccardo Costantini 3486703677 | Julia Kravets 3921435921
TORINO, GALLERIA DELLA SPINA: MOSTRA “ATTIVAMENTE”
Prosegue la collaborazione tra “I&T – Galleria della Spina”, l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e il Museo di Arte Urbana per realizzare eventi culturali sul territorio. Sabato 16 Marzo, ore 17.00 negli spazi espositivi di Via Cesalpino, 11/A si inaugura la mostra “ATTIVAMENTE”, installazioni digitali interattive, con le opere degli allievi del Corso Sistemi Interattivi dell’Accademia Albertina di Torino, a cura del Prof. Ennio Bertrand e il coordinamento della Prof.ssa Roberta Fanti. La mostra si concluderà con un Finissage Mercoledì 3 Aprile alle 18.00. Opere di: Fabrice Bakebe, Samuele Boscarino, Giuseppe Critelli Lando Davide, Clara Lomello, Ilaria Loi, June Anne Nuevo Gianluca Maffoni, Beatrice Masala, Gloria Napolitano Marta Robiglio, Verza Filippo, Verza Lorenzo. Questo primo evento inaugura il progetto “ARTE SULLA SPINA” che comprende un programma espositivo delle opere degli allievi di vari Corsi dell’Accademia Albertina. Tutti gli allestimenti saranno curati dagli studenti del corso Allestimenti Spazi Espositivi, Prof.ssa Roberta Fanti. Tra le iniziative sviluppate da Impresa & Territorio – Galleria della Spina con prestigiose realtà del mondo accademico e culturale si segnalano : – la realizzazione, sulla Via Cesalpino, della grande opera murale “La Spina Reale di Torino : storia, presente e futuro”, a cura degli allievi della Scuola di Pittura del Prof. Giuseppe Leonardi dell’Accademia Albertina con il coordinamento di Eduardo di Mauro, Presidente del Museo d’Arte Urbana (M.A.U.) e docente dell’Accademia. – L’iniziativa “WELCOME TO SPIN ART”, mostra collettiva di opere a cura degli studenti dell’Accademia Albertina già impegnati nella realizzazione del murale sulla Spina Reale Arte sulla Spina: Esposizioni degli Allievi dell’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino
ATTIVAmente: mostra degliAllievi del Corso Sistemi Interattivi,
Prof. Ennio Bertrand.
16 Marzo – 3 Aprile
INAUGURAZIONE: 16 Marzo ore 17
FINISSAGE: 3 Aprile ore 18
Centro Culturale “IMPRESA & TERRITORIO”
Spina Reale Via Stradella angolo Via Breglio
Ingresso Via Cesalpino 11/A-10149 TO
Raggiungibile con linea 11 e 60
Orari: 12:00 -18:30 CHIUSO IL LUNEDÍ
info: 339 155 0992
BIASUTTI & BIASUTTI: “MULTIPLI. “
Anselmo Boetti Fabro Gilardi Paolini Pascali Penone Pistoletto Salvo
INAUGURAZIONE: giovedì 21 marzo 2019 ore 18
DURATA: dal 21 marzo al 27 aprile 2019
SEDE: Galleria Biasutti & Biasutti, Via Bonafous, 7/L – 10123 Torino
Tel. 011/8173511 – 8158818 Fax 011/8158818
Orario: 10-12.30 – 15.30-19.30 chiuso domenica e lunedì
www.biasuttiebiasutti.com info@biasuttiebiasutti.com
Con la mostra Multipli, la Galleria Biasutti & Biasutti presenta una selezione di lavori di alcune delle figure più rappresentative dell’Arte Povera. Sin dagli esordi, il movimento proponeva un nuovo atteggiamento nei confronti dell’arte, un’attitudine legata alla casualità, all’evento, al presente, un’arte non condizionata dall’abitudine, dalla quotidianità, ma immersa nella dimensione atemporale. Ne consegue che l’arte non è più un prodotto privilegiato, ma un’azione, in cui i processi artistici utilizzati sono più significativi dell’oggetto realizzato. Un’arte democratica, in cui l’artista coinvolge l’osservatore in una nuova dimensione dell’opera ovvero una rappresentazione del momento creativo che l’ha generata. Ecco che i multipli rispondono a questa esigenza. Realizzati tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta, essi hanno origine dal bisogno di costruire nuovi rapporti dialettici con la realtà. La loro concezione li rende unici, autonomi e preziosi nella loro molteplicità. Apre l’esposizione il Manifesto di Boetti (1967), particolare sintesi di intenti ed obiettivi del movimento, un elenco di sedici artisti, attivi in quegli anni, ciascuno caratterizzato da segni, disposti su otto colonne. Segue la Linea di terra (1970) di Anselmo, simbolo di azione ed energia e il lavoro di Fabro, De Italia (1972), rappresentazione ironica della Penisola, in cui la forma e i materiali usati, alludono alla situazione politica ed economica del Paese. Tra i multipli di Paolini, uno dei 64 esemplari di Locus solus (1975), ispirato al lavoro letterario del poeta francese Raymond Roussel, il cui ritratto è impresso su di una scacchiera. Accanto, una fotografia di Penone, Guanto (1972), in cui l’artista utilizza la conoscenza della propria esistenza, del proprio corpo, per dare a se stesso un’identità: le impronte della sua mano sinistra sono state impresse sul guanto, che indossa la sua mano destra, come se entrambe si completassero a vicenda perfettamente, una metafora scultorea del positivo con il suo negativo.
Tra gli artisti rappresentati, Piero Gilardi, Pino Pascali e Michelangelo Pistoletto. Salvo, con le sue lapidi, segna un capitolo a parte evidenziando, con le parole scolpite, una mitografia contemporanea.
FONDAZIONE SPINOLA BANNA: ROBERTO BENEDUCE, INCONTRO “SCRIVERE L’ALTRO, SCRIVERE DI SÉ… IL TEMPO È ARRIVATO PERCHÉ SIA L’ALTRO A SCRIVERE DI NOI, CON NOI. ETNO-GRAFIE DECOLONIALI”
Evento all’interno del programma annuale di residenza DIARI TRA DIARI organizzato in collaborazione dalla Fondazione Spinola Banna per l’Arte e dalla GAM Torino, a cura dall’artista Maria Morganti, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
Mercoledì 13 marzo 2019 ore 18.00
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 Torino
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prosegue la serie di appuntamenti del progetto Diari tra Diari, ideato dall’artista Maria Morganti per l’edizione 2018-2019 del programma triennale di residenza per artisti organizzato dalla Fondazione Spinola Banna per l’Arte e dalla GAM, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
Per il secondo incontro pubblico alla GAM è stato invitato il professore di Antropologia Roberto Beneduce.
“Il diario etnografico ha costituito una delle più celebri forme di “introspezione scritturale”, nella quale l’autore fa della sua memoria, della sua esperienza, l’asse centrale del suo discorso, come nel caso, differenze a parte, di Leiris o Malinowski. Nel caso dei testi etnografici, la scrittura dell’Altro ha significato però, con rare eccezioni, l’oggettivazione dell’Altro, o la sua scomparsa. L’etnografia più recente ha voluto curare questa violenza testuale. Continuando però ad assegnare all’altro un ruolo minore, il testo etnografico ha finito spesso con il riprodurre una scrittura complice dello sguardo dominante. Queste note riprenderanno testi che hanno provato a governare questa deriva interrogando l’inevitabile ombra che sul foglio trascina la mano di chi scrive…
Crapanzano, Shostak, o più recentemente Albert, hanno inaugurato una modalità diversa, all’origine di una vera e propria svolta dell’antropologia. Le mie riflessioni vogliono però considerare anche un altro genere di scrittura, che ha offerto un radicale, talvolta ironico contrappunto alla scrittura sui dominati: quella degli slave narratives.” Roberto Beneduce
Roberto Beneduce è Professore di Antropologia all’Università di Torino, ha fondato negli anni Novanta il Centro Frantz Fanon, che consacra la sua attività alla ricerca e alla clinica nell’ambito della migrazione. Nel 2000 ha conseguito presso l’EHESS (Parigi) il dottorato in antropologia sociale ed etnologia e insegnato in numerose università straniere (Tolosa, Berkeley, Libreville, Cartagena). A partire dal 1988 svolge ricerche in Africa subsahariana (Mali, Camerun, Mozambico, Eritrea), lavorando in particolare sui temi della violenza e delle trasformazioni dei saperi medici locali.
Fondazione Spinola Banna per l’Arte
Frazione Banna 10046 Poirino, Torino www.fondazionespinola-bannaperlarte.it
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31, 10128 Torino www.gamtorino.it
CASTELLO DI RIVARA: CARLO PITTARA – APERTURA DELLO STUDIO
Domenica 17 Marzo dalle ore 10 alle 18
Il Castello di Rivara | Museo d’Arte Contemporanea è orgoglioso di riaprire gli spazi del Castel Vecchio con il riordinamento della collezione permanente e la riapertura dello Studio di Carlo Pittara. Siamo orgogliosi di custodire il luogo di lavoro del famoso pittore piemontese e di rappresentare simbolicamente una continuità con l’ispiratore e il mentore della cosiddetta Scuola di Rivara. La presenza dello Studio, una mostra documentaria e fotografica e il soffitto affrescato con scene goliardiche, segnano un testimone che era rimasto inattivo per circa cent’anni. Se è vero che nel 1884, come sostengono il Carandini e il Bernardi, Rivara non fosse ormai “più che un ricordo”, e se è vero che un secolo dopo, appunto nel 1984, il Castello sarebbe ritornato ad assumere un ruolo importante di una grande stagione artistica, allora si può dire che con gli Ogliani prima e sotto la direzione di Franz Paludetto poi, il luogo abbia seguito una sua particolare vocazione di spettatore partecipe nel rapporto tra Arte e Paesaggio. Nel 1991, con la mostra chiamata proprio Paesaggi, per la prima volta le opere della scuola di Rivara ritornavano nei luoghi che un secolo prima le avevano generate. In più l’esposizione era rafforzata dall’interessante connubio con una serie di giovani e già importanti artisti contemporanei. Stiamo parlando di Stefano Arienti, Marco Mazzucconi, Amedeo Martegani, Luca Vitone, Paola Mattioli, ma anche di gente come Aldo Mondino o artisti stranieri come Candida Hofer, Carolin Lindig, e John Bowman. Il concetto chiave di un’operazione del genere oggi è l’emersione di un valore geografico e poi politico, un ponte ed un confronto tra paesaggi in epoche diverse. Il confronto del paesaggio con se stesso. Talvolta, con il passare del tempo, un paesaggio è talmente dissimile dalla propria tradizione da finire per somigliare a luoghi lontanissimi. Il Castello di Rivara si fa per questo motivo un monumento attivo di memorie che guardano al futuro.
“PROTAGONISTE!” LUIGIA RINALDI AL MUSEO MIIT
il Museo MIIT di Torino, la rivista internazionale “Italia Arte” e la Galleria Folco, in collaborazione con musei, fondazioni e istituzioni pubbliche e private, presentano la mostra personale di Luigia Rinaldi “PROTAGONISTE!” dall’ 8 al 28 marzo 2019 al MUSEO MIIT DI TORINO.
Perfettamente inserita nel tema della mostra, l’opera di Luigia Rinaldi ripercorre con impegno sociale e stile il percorso di vita di alcune protagoniste della storia recente che hanno fatto della democrazia e della libertà il loro vessillo, a volte morendo anche per questi valori.
E’ il caso della giornalista russa Anna Stepanovna Politkovskaja, molto conosciuta per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportages dalla Cecenia e per la sua opposizione al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Nei suoi articoli per Novaja Gazeta, quotidiano russo di ispirazione liberale, la Politkovskaja condannava apertamente l’Esercito russo e il Governo russo per il mancato rispetto dimostrato dei diritti civili e dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia. Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja venne assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando. La sua morte, da molti considerata un omicidio operato da un sicario, produsse una notevole mobilitazione in Russia e nel mondo, affinché le circostanze dell’omicidio venissero al più presto chiarite, cosa che ancora non è accaduta. Luigia Rinaldi la interpreta con colori accesi, passionali, vibranti di energia, elementi presenti in tutte le altre opere dell’artista torinese, sempre attenta all’espressione dell’anima e dello spirito. In mostra una dozzina di quadri che testimoniano l’amore di Luigia Rinaldi per un linguaggio diretto e senza compromessi, libero nella pennellata e nell’utilizzo di una materia corposa e modellata nella luce e nel colore. Accanto ai temi sociali trattati attraverso i ritratti, anche alcuni paesaggi liguri, in cui la presenza dell’uomo, del suo lavoro, della tradizione sono presenti nei tronchi contorti degli ulivi centenari, nei muretti a secco delle Cinque Terre, in una natura plasmata dall’uomo con rispetto e sapienza, simbolo e monito alle nuove generazioni.
Luigia Rinaldi, nata a Torino, dove vive ed abita. Si è diplomata all’Accademia di Belle arti di Torino e laureata in pedagogia a seguito di un programma di psicologia sperimentale. Ha frequentato a Venezia corsi di fotografia tenuti da Saltzer e da Edgerton. L’indagine sul mezzo fotografico nell’elaborazione delle immagini si è sviluppata attraverso l’interesse per lo studio della percezione visiva e delle sue elaborazioni mentali. Questo interesse si è esplicato in una serie di studi svolti presso l’università di Torino con un tesi di laurea sulla percezione visiva nella lettura delle fotografie (relatore il prof. Dario Romano) e in alcune ricerche svolte con i prof. Angiola Massucco Costa e Carlo Arrigo Umiltà pubblicate sulla rivista “Psicologia e società” di Torino negli anni 1984-85-86. E’ artista e fotografa, ha prodotto fotomontaggi su tela sensibile, arazzi all’uncinetto, serigrafie, calcografie; dal 2000 produce pitture ad acrilico. Nel 1998 Luigia Rinaldi ha pubblicato il libro di poesie “Tra il mito e il quotidiano” ed. Rangoni, presentato dal prof. Barberi Squarotti e dal critico d’arte Mirella Bandini per i disegni. Nel 1999 ha pubblicato il libro di poesie “Le mie radici” ed. d’arte fratelli Pozzo, Moncalieri. E’ stata insegnante di disegno e storia dell’arte in un liceo linguistico statale di Torino. Nel 2004 ha pubblicato la raccolta di poesie “Pothos”, il libro di narrativa “Come l’acqua che scorre”, le raccolte di poesie ” Eros” e ” Invettive”.
“PROTAGONISTE. LUIGIA RINALDI”
DALL’8 AL 28 MARZO 2019.
Museo MIIT
Corso Cairoli 4 – Torino
Orari: dal martedì al sabato 15.30-19.30; sabato-domenica su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche
Info: 011.8129776 / 334.3135903
PALAZZO MADAMA: CONFERENZA “UN GHETTO TARDIVO. TORINO, 1679 – 1848”
Relatore: Luciano Allegra
Mercoledì 20 marzo 2019
ore 17.30
Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti
Piazza Castello – Torino
In occasione della mostra Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino, Palazzo Madama propone la conferenza Un ghetto tardivo. Torino, 1679 – 1848.
Nel 1516 venne eretto a Venezia il primo ghetto del mondo e, sul modello di questo, nel corso del Cinquecento la stessa sorte subirono le comunità ebraiche del resto della Penisola. Stranamente il ducato sabaudo non si allineò con gli altri stati italiani: solo nel 1679, a quasi due secoli dalla creazione del ghetto veneziano, si dispose la chiusura nel ghetto degli ebrei piemontesi. Fu un’operazione lunga e controversa, tanto che il ghetto di Torino trovò la sua definitiva sistemazione solo nei primi decenni del Settecento. Nel corso della conferenza ne verranno descritte le caratteristiche architettoniche, la composizione demografica e la struttura sociale dei membri.
Portone del ghetto di Torino, via Bogino 17
Luciano Allegra ha insegnato nelle università della Calabria, di Trieste e di Torino. Si è occupato prevalentemente di storia sociale ed economica dell’Europa fra età moderna ed età contemporanea, con particolare attenzione per la storia della famiglia, la storia urbana e la storia sociale della cultura. Uno dei suoi principali filoni d’interesse è quello della storia ebraica, al quale ha dedicato molti lavori, fra cui Identità in bilico. Il ghetto ebraico di Torino nel Settecento (Torino, Zamorani, 1996).
Costo della conferenza: € 5; ridotto € 3 (insegnati, studenti, Abbonati Musei)
(pagamento il giorno della conferenza presso la biglietteria).
Ingresso fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria: tel. 0114429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it