ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardi FERRATI
Torino- DIRETTORE SCHIVO CHE FA PARLARE LA MUSICA
Kyrill Petrenko (foto) dal 19 agosto 2019 chefdirigent della Filarmonica di Berlino: un nome che sembrava essere fuori dai giochi, eletto in una sorta di conclave, una lezione democratica esercitata dagli setssi pofessori d’orchestra. Una vera e prorpria riunione segreta in un luogo inaccessibile dove sono banditi internet e cellulari. Petrenko ha ottenuto un esito plebiscitario(123 voti su 124 aventi diritto d’espressione). La celebre orchestra berlinese in passato ha avuto direttori principali personalità del peso di Futwaengler, Celibidache, Karajan, Abbado e Rattle. Petrenko, uomo notoriamente schivo, è nato a Omsk in Russia nel 1972 da padre violinista e madre musicologa. Emigra con la famiglia in Austria (1989) di cui ottiene la cittadinanza. Si forma al Conservatorio di Feldkirch / (regione del Voralberg) e si perfeziona a Vienna. Attualmente ricoper l’incarico di direttore principale alla Staatsoper Bavarese. Ha assunto responsabilità alla Volksoper di Vienna, al Teatro di Meiningen, alla Komische Oper dj Berlino. Ha diretto al festival di Bayreuth (2013-15) tre cicli completi del Ring di Wagner. Già ospite della Filarmonica di Berlino nel 2006, 2009,2914. Sul podio di prestigiose orchestre: Staatskapelle di Dresda, Chicago Symphony, London Philharmonic, Santa Cecilia di Roma, Israel Philharmonic. Petrenko ha già legami con Torino dove ritorna per la sesta volta, iniziati nel 2001 con l’opera La donna senz’ombra di R. Strauss quando, praticamente sconosciuto, sostituì Giuseppe Sinopoli, stroncato da un infarto a Berlino nel corso di una recita di Aida. Ora, propone l’accoppiata Beethoven-R. Strauss per la stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI. La Sinfonia n. 3 in mi bemollle maggiore op. 55 (Eroica) è la più potente espressione dell’impulso di Beethoven a vivere con la musica del suo temo, gli eventi (la Rivoluzione Francese, Napoleone), gli ideali (l’umanesimo libertario) i conflitti morali il tutto racchiuso in un’arte che intende giudicare, agire, partecipare e condividere sofferenza e felicità, sconfitte e vittorie. Tutti argomenti fino ad allora affrontati dalla filosofia e dalla poesia drammatica (Kant, Goethe, Schiller) a cui Beethoven risponde con energia incontenibile che ancor oggi suscita impressione. Il poema sinfonico Una vita d’eroe op. 40, scritto nel 1898, fu concepito da Richard Strauss come una sorta di meditazione sulla figura dell’ “eroe”nella concezione romantica dell’intrepido idealista e dell’artista sognatore. Qui ci sono forza, sicurezza d’idee e precisione di segno e, soprattutto, uno spettacolare virtuosismo che segna un punto d’arrivo nell’evoluzione della tecnica orchestrale di Berlioz e Wagner. Il tema del lavoro è scopertamente autobiografico sostenuto da un palese riepilogo dove lo stesso Strauss passa in rassegna tutta la sua esistenza umana e artistica allo scopo di chiarire a sè e agli altri il senso della propria opera e dell’esperienza finora maturata. Il poema si suddivide in sei sezioni senza soluzione di continuità: L’eroe (temi di potente imaginazione), Gli avversari (gioco petulante dei temi e dei timbri), La compagna (temi espansivi del violino solista che raffigurano l’eterno femmino, Il campo di battaglia (temi dell’eroe e dei suoi nemici generoso uso di ottoni e percussioni, Le opere di pace (una sfilata di autocitazioni), Ritiro dal mondo e fine dell’eroe (un episodio quasi pastorale che simbolegia la quite finalmente raggiunta dopo tante avventure). Un lavoro complesso, eleborato con raffinatezza che segna il congedo del compositore bavarese da un capitolo del suo percorso e da tutto un secolo: il Novecento sarà soprattutto teatro
Torino, Auditorium RAI “Toscanini, p. Rossaro Venerdì 26-27 aprile (ore 20.30, 20.00)
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da KYRILL PETRENKO Musiche di Beethoven e R, Strauss