PIEMONTE ARTE: GUERCINO, BOETTI, APOLLO 11, PESCE, L’AQUILA, BENE VAGIENNA, USSEAUX
BARD: IL GUERCINO. OPERE DA QUADRERIE E COLLEZIONI DEL SEICENTO
Forte di Bard. Valle d’Aosta
Fino al 30 giugno 2019
La mostra Il Guercino. Opere da quadrerie e collezioni del Seicento porta al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, dal 5 aprile al 30 giugno 2019, una selezione di 54 opere del grande pittore centese, considerato uno dei massimi interpreti della pittura emiliana barocca. L’esposizione è organizzata dal Forte di Bard in collaborazione con il Polo Museale dell’Emilia Romagna e la Pinacoteca Nazionale di Bologna e curata da Elena Rossoni e Luisa Berretti. Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666) esercitò il proprio ascendente su un pubblico molto vasto grazie alla grande duttilità del suo pennello, capace di captare le più disparate suggestioni per fonderle in uno stile unico, riconoscibile e in costante evoluzione. Nel corso della sua lunga vita realizzò numerose pale d’altare destinate a una fruizione pubblica all’interno di edifici religiosi, a partire dalle chiese di campagna della pianura centese sino alla basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. L’artista fu però molto amato ed ebbe importanti commissioni anche da privati, che chiesero sue opere per arricchire le proprie collezioni e quadrerie. Il Libro dei conti dell’artista ci permette infatti di individuare importanti richieste da parte di ecclesiastici, regnanti e famiglie nobiliari. A questo secondo gruppo di dipinti è dedicata la mostra ospitata al Forte di Bard, mostra che molto potrà dire sia dell’attività dell’artista che della compagine collezionistica del secolo.
Tra queste opere, ora conservate sia in collezioni private che pubbliche, appaiono dipinti di grande innovazione figurativa, riferibili a diverse fasi della sua attività, dal vivo colorismo della fase giovanile alla maggiore compostezza classica delle opere tarde. Si tratta di una serie di dipinti di soggetto religioso, mitologico, letterario, di dimensioni variabili a seconda della destinazione all’interno delle quadrerie private dell’epoca. Le commissioni, oltre che attraverso i dipinti, saranno testimoniate in mostra anche da una significativa serie di stampe realizzate da incisori a lui vicini come Giovanni Battista Pasqualini. I disegni, che rimasero per la gran parte nel suo studio, costituiscono un’accezione particolare del Guercino privato, trattandosi soprattutto di opere che il pittore custodiva personalmente, sia per utilizzarle per creazioni proprie o degli allievi all’interno della propria bottega.
MUSEO ACCORSI-OMETTO: LA SCELTA DI GIULIO
Giulio Boetto: viaggio di un paesaggista nel secolo che distrusse il paesaggio
Una installazione di Giosuè Boetto Cohen
su musiche originali di Marco Robino – Architorti
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
Dal 4 luglio al 15 settembre 2019
Quale fu la scelta di Giulio? Perché un titolo da film per un evento dedicata a un pittore? Perché la scelta fu almeno doppia, e questa mostra non è una raccolta di opere. Giulio Boetto, alla fine della Grande Guerra, aveva ventiquattro anni, ed era già celebre. A Torino i giornali ospitavano le sue caricature. Le maggiori rassegne avevano premiato i suoi quadri. Il Re d’Italia ne aveva acquistati alcuni. Gli intellettuali, pur innamorati del nuovo, lo volevano nei salotti. E i produttori del cinema come scenografo e cartellonista. Ma lui aveva già dipinto “La casa del prete”. Una piccola casa di paese, nascosta nella pianura, come tante altre. Scoperta per caso, ci era tornato, per studiarla nei particolari, in ogni situazione. Aveva, insomma, già fatto la sua scelta. E che valore ha, cento anni dopo, nel mondo che viviamo, la decisione di un artista giovane, intelligente, dotato, che lascia la città, il vento poderoso delle avanguardie e sposta tutta la sua vita alle pendici di una montagna? Che non sente l’urgenza di essere inedito “a qualunque costo”, e si ferma a guardare, ancora per una stagione, en plein air. Un narratore che ai grandi avvenimenti preferisce un mondo “piccolo”, che va dalla punta del Monviso a un gregge in riva al Po, dal tendone di un circo, al mercato degli animali. Un mondo davvero piccolo. O un mondo…immenso? Un secolo è passato. Gli storici lo hanno chiamato “breve” per la sua struttura degli eventi. Per altri è stato lunghissimo. Ha portato le più grandi scoperte, la mobilità di massa, la rivoluzione informatica. E insieme la guerra totale, il genocidio, la distruzione delle risorse e del paesaggio. Forse così sarà ricordato, tra qualche decina di anni. Il secolo che distrusse il paesaggio. Proprio ciò che era stato – nelle sue manifestazioni naturali e umane – la scelta di Giulio. Se la sua vicenda fosse confluita in uno dei grandi movimenti del Novecento, questa mostra non si sarebbe potuta fare. Avremmo una narrazione completamente diversa, una lettura più soggettiva, mediata, forse geniale. O magari qualcosa che non riusciamo nemmeno a comprendere. Le installazioni video che compongono la mostra ne danno qualche esempio, semi-serio. E invece Giulio ha lasciato immagini con vari livelli di lettura, ma che parlano un po’ a tutti, indipendentemente dalle conoscenze e dai gusti. Da qualche anno il “piccolo mondo” che l’artista scelse di tramandare sembra meno piccolo. Potrebbe essere, anzi, quasi alle origini di ciò che la cultura dell’oggi dichiara di voler riscoprire. E che, almeno apparentemente, sta entrando in alcuni stili di vita emergenti: la vita naturale “ritrovata”, in mille e una declinazioni. L’arte, lo spirito, la scelta di Giulio Boetto, “torinese di Saluzzo”, poco hanno a che fare con i trend e i fenomeni di costume. Ma sarà interessante guardare al paesaggio piemontese com’era, attraverso le opere di un grande pittore, nel momento in cui una certa consapevolezza dei disastri arrecati – e il desiderio di rivalutare l’esistente – sono un poco più presenti nella vita contemporanea. La mostra, che ha debuttato alla Castiglia di Saluzzo in occasione dei cinquant’anni dalla morte del pittore, arriva a Torino in un adattamento speciale, pensato per gli spazi e l’atmosfera del Museo Accorsi-Ometto. Per l’edizione 2019 sono state utilizzate, oltre ai repertori filmati, novanta fotografie, in gran parte inedite e le riproduzioni di ottantatré opere. La colonna sonora originale, parte fondamentale delle tre installazioni, è stata composta ed eseguita da Marco Robino con l’Ensemble Architorti. Il progetto è stato promosso dal Comune di Saluzzo, dalla Fondazione Artea e dalla Regione Piemonte.
TORINO, REGIONE PIEMONTE: “APOLLO 11: L’IMPRONTA DELL’UMANITÀ” MEZZO SECOLO DALLA CONQUISTA DELLA LUNA
Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino
Rimarrà aperta da sabato 22 giugno a domenica 7 luglio, tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18
Il 20 luglio 1969 è una data entrata nella storia dell’uomo: alle 4,57, ora italiana, la missione spaziale Apollo 11 portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell’allunaggio. Disse: «Vedo forme stranissime: alcune angolose, altre sferiche!». Aldrin lo raggiunse 19 minuti dopo. I due trascorsero oltre due ore al di fuori della navicella e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Un terzo componente della missione, Michael Collins, pilota del modulo di comando Columbia, rimase in orbita lunare, mentre gli altri due erano sulla superficie. Trascorse 21 ore e mezza dall’allunaggio, gli astronauti si riunirono a Collins, che pilotò il modulo di comando nella traiettoria di ritorno sulla Terra. La missione si concluse il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico. A mezzo secolo da questa data storica, la Regione Piemonte organizza nella propria Sala Mostre, nel Palazzo di piazza Castello 165 a Torino, l’esposizione “Apollo 11: l’impronta dell’umanità”, con suggestive immagini dello sbarco sulla luna e modelli del lanciatore “Saturno 5”, del modulo lunare dell’“Apollo Lem” e del “Rover Lunare”. La mostra è realizzata in collaborazione con Thales Alenia Space, Jv Thales/Leonardo. L’inaugurazione venerdì 21 giugno, alle ore 18. «La conquista della Luna da parte della missione spaziale Apollo 11 fu un evento che fece epoca e tracciò una linea di confine in tanti settori – afferma, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -: non solo nel mondo aerospaziale, ma anche nella tecnologia e nei media, basti pensare alla lunga diretta che la Rai per la prima volta mise in onda». Il catalogo della mostra contiene la sintesi delle attività divulgative svolte sul tema aerospaziale dalla Regione Piemonte dalla sua fondazione sino ai giorni nostri: Nel 1994, il comandante dell’Apollo 12, Charles Conrad, terzo uomo a camminare sulla luna, venne ricevuto nel Palazzo della Giunta regionale. Conrad guidò l’equipaggio della seconda navicella che toccò il suolo lunare: decollata da Cape Canaveral il 14 novembre 1969, in compagnia dei piloti Richard Gordon e Alan Bean, ebbe due scopi: installare sofisticate apparecchiature e recuperare alcune parti della sonda Surveyor 3 inviata nell’aprile del 1967, per conoscere il comportamento dei metalli e di altri materiali durante al permanenza sulla Luna. Da ricordare inoltre che, nel 1993, il Piemonte fu la prima Regione italiana ad essere immortalata nel cielo: all’asteroide 5162 venne infatti dato il nome “Piemonte” dai ricercatori del gruppo di Planetologia dell’Osservatorio astronomico di Torino. La sua orbita si trova tra quelle di Marte e Giove ed è stato scoperto dall’astronomo americano Ted Bowell dell’Osservatorio di Flagstaff in Arizona, lo stesso dove nel 1930 fu scoperto il pianeta Plutone. “Piemonte” dista dal suolo 450 milioni di chilometri, tre volte quella che è la differenza terra-sole, e la sua orbita è quasi circolare. Ha un diametro di circa 35 chilometri e la sua massa è stimata in circa 50 milioni di tonnellate. Nel dicembre 1993, i rappresentanti del Comitato scientifico e del Comitato organizzatore del Congresso internazionale “Asteroid, Comets, Meteors 1993”, svoltosi a Belgirate sei mesi prima, in giugno, donarono alla Regione Piemonte l’immagine fotografica dell’asteroide e la targa dell’Unione Astronomica Internazionale, in segno di riconoscimento e ringraziamento per l’impegno dell’Ente. Dal 1999, esiste la “Scala Torino”, sistema di quantificazione del rischio, per misurare la pericolosità di ogni asteroide o cometa che abbia una traiettoria particolarmente prossima a quella della Terra. La “Scala Torino” è diventata uno standard ufficiale a livello internazionale. La mostra pone inoltre l’accento sull’importanza dell’industria aerospaziale in Piemonte, che in Piemonte vale 3,9 miliardi di euro di fatturato, per circa 14.800 addetti in ben 280 aziende, dalle grandi alle medie e piccole. L’Associazione Distretto Aerospaziale Piemonte, recentemente costituita, raggruppa le principali istituzioni pubbliche, tra cui la Regione Piemonte, oltre ad una quarantina di aziende tra pmi e grandi imprese presenti sul territorio. Thales Alenia Space, che ha messo a disposizione della mostra molte suggestive immagini ed oggetti, nel suo stabilimento di Torino ha visto negli anni crescere il proprio ruolo nel campo delle infrastrutture orbitanti, contribuendo a circa il 50% alla realizzazione dei moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale, diventando centro d’eccellenza a livello mondiale e in sinergia con il territorio. Venerdì 28 giugno, alle ore 18, nella Sala Mostre, è in programma un incontro di approfondimento sul tema “La Luna ha rappresentato l’inizio… Un escursus sull’esplorazione spaziale di ieri, di oggi, di domani”, con l’intervento di Franco Bevilacqua, professore emerito al Politecnico di Milano, già direttore dei Programmi Scientifici dell’allora Alenia Spazio, e Walter Cugno, responsabile Esplorazione e Scienza e del sito Thales Alenia Space di Torino.
La mostra rimarrà aperta da sabato 22 giugno a domenica 7 luglio, ad ingresso libero,
tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18.
BARD: L’AQUILA. TESORI D’ARTE TRA XIII E XVI SECOLO
Fino al 17 novembre 2019
La mostra L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XVI secolo ideata da Marco Zaccarelli, presenta al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, dal 31 maggio al 17 novembre 2019, una selezione di opere recuperate e restaurate – 14 tra oreficerie, sculture in terracotta, pietra e legno, dipinti su tavola e tela – provenienti dalle chiese aquilane e dal Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Dalle Madonne con Bambino del Maestro di Sivignano e di Matteo da Campli a quella detta Delle Grazie; dal grande Crocefisso della Cattedrale alla Croce processionale di Giovanni di Bartolomeo Rosecci; dall’elegante e leggero San Michele arcangelo di Silvestro dell’Aquila allo splendido San Sebastiano di Saturnino Gatti; dal Sant’Equizio di Pompeo Cesura fino alle grandi tele di Mijtens, la mostra è una storia di sopravvivenze, un omaggio alla città dell’Aquila nel decennale del sisma e una testimonianza della grande ricchezza della sua arte. La parola catastrofe significa “rovesciamento, capovolgimento”, uno sconvolgimento che viene a sovvertire i termini ordinari entro cui si svolge la vita… A L’Aquila, alle 3.32 del 6 aprile 2009 sono bastati 37, lunghissimi, secondi per uccidere 309 persone, ferirne oltre 1600 e danneggiare e distruggere un patrimonio culturale storico, artistico e architettonico tra i più ricchi e importanti dell’Italia centrale. Nei dieci anni trascorsi d’allora, molti e complessi interventi di recupero, restauro e ricostruzione sono stati portati a compimento, e monumenti e palazzi ridisegnano una città dove la sicurezza convive con i principi della tutela e della conservazione, sostenendo il recupero di una bellezza antica e, spesso, inedita. L’Aquila è stata più volte, negli ottocento anni della sua storia, un centro economico e di transito e un centro artistico ricco di botteghe e scuole capaci di re-interpretare influenze fiorentine, romane e napoletane creando un linguaggio personale e immeritatamente ancora poco noto. Il progetto è promosso dall’Associazione Forte di Bard con il patrocinio della Città dell’Aquila e della Regione Abruzzo, e vede la partecipazione dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Ecclesiastici dell’Arcidiocesi Metropolitana dell’Aquila e del Polo Museale dell’Abruzzo / MuNDA Museo Nazionale d’Abruzzo – enti prestatori delle opere – e della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città dell’Aquila e i Comuni del Cratere e del Segretariato Regionale dell’Abruzzo – Direzione Regionale per Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo. La mostra L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XVI secolo, sarà affiancata dall’esposizione fotografica, inedita, La città nascosta di Marco D’Antonio, a cura di Eleonora Di Gregorio. Una selezione di 15 grandi fotografie dedicate all’Aquila notturna, ripresa nelle sue aree ancora da ricostruire.
MUSEO DIOCESANO TORINO: ANTONIO PESCE. ICONOGRAFIE DEL SEGNO
21 giugno – 21 agosto
Il museo Diocesano di Torino, in collaborazione con il Parco d’Arte Quarelli, presenta, dal 21 giugno al 21 agosto, la mostra personale di Antonio Pesce dal titolo Iconografie del segno, una viaggio per immagini composto da una quindicina di opere dedicate al rapporto tra segni, simboli e significati. Il percorso proposto da Antonio Pesce è un universo di immagini, forme, strutture e pensiero che indicano le direzioni attenta al rapporto tra spazio fisico e trascendente, tra la dimensione materiale e quella spirituale dell’opera d’arte. Così, la memoria, lo spazio, il tempo, e ancora il segno, tracciato o soltanto evocato, sono i temi, le trame che tessono il pensiero e il lavoro di Antonio Pesce, i luoghi fisici e mentali che l’artista analizza per riflettere e raccontare l’essere umano e la sua relazione con il metafisico. Un’indagine che parte dall’esperienza individuale, dal ricordo, dalla percezione per ricodificare le complesse strutture concettuali dell’immagine. È proprio questo rapporto infinito, e ancora indefinito, tra memoria e immagine ad essere catturato nei lavori di Pesce, che attraverso l’utilizzo di legno, carta, oro, inchiostro, biacca e altri materiali comuni, costruisce le sue opere come superfici narranti, come un “teatro della percezione” necessario ad attraversare il tempo passata, per confrontarsi con il presente e guardare a possibili prospettive future.
Antonio Pesce costruisce il divenire della sua arte, in cui il carattere del progetto si evolve in forma di transizione nel gesto e nella materia. Gli oggetti, i materiali, costituiscono il vasto ed eteroclito inventario, l’archivio della sue opere, presentate come spazi rovesciati che non rappresentano il mondo esterno, non esprimono solamente l’emozione soggettiva dell’artista, ma si fanno presente, si fanno segno presentativo, rintracciabile nella struttura delle sue opere attraverso uno strato reale, fisico, quantitativo, e uno strato irreale, metafisico, qualitativo. La presenza incerta dei segni, degli oggetti, delle forme, e del colore, come traccia di esistenza rievocano il pensiero baudelereiano sul legame oscuro nell’opera d’arte; la necessità di convivenza dell’identità della pittura con l’identità del soggetto alla ricerca di una dimensione altra. Quello dell’artista sembra essere un viaggio fra labirinti di segni e simboli che animano gli universi dei sui tabernacoli, segnando, passo dopo passo, un esercizio sempre in bilico fra adesione alla materia e attrazione alle sue pulsazioni. La materia e il segno diventano, quindi, i protagonista assoluta del suo comporre, gli elementi che ricodificati attraverso una serie di passaggi tecnici, diventano il corpo e lo spirito del suo operare, la pelle silenziosa che traccia intensi percorsi, sentieri d’ombra e di luce, velate atmosfere, fantasmatiche presenze.
Museo Diocesano di Torino, piazza San Giovanni 4, 10122 Torino
Orari di apertura
Mercoledì : 14.00 – 18.00
Venerdì, sabato e domenica: 10.00-18.00
TORINO, AZIMUT: “CINQUANTATRECHILOMETRIDIFILO”
un progetto di Silvia Beccaria
con Maura Banfo, Giulia Caira, Jessica Carroll, Miriam Colognesi, Claudio Cravero,
Paolo Leonardo, Ornella Rovera, Roberta Toscano
a cura di Olga Gambari
Mercoledì 26 giugno 2019 dall’Associazione Culturale Azimut alle ore 18 presso la Conserveria-Pastis in Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino presenta Cinquantatrechilometridifilo un progetto sulla relazione e sull’identità che prende spunto dalla fototessera intesa come oggetto dove il ritratto è ridotto a forma essenziale, immagine di un volto al fine del riconoscimento e attestazione di una condizione sociale. Ma dall’oggettivazione, dal generale e indefinito si passa allo specifico, a persone a cui Silvia Beccaria è legata, e alla loro esistenza che, come la trama che il filo compone, diventa storia da ascoltare e da vivere. L’unicità di un filo è l’unicità di ognuno che, nell’intrecciarsi e comporsi con altri fili, forma il tessuto del suo divenire, della sua storia, della propria identità. La diversità diventa ricchezza, occasione di crescita e incontro, producendo scambi, relazioni e conoscenze. Il “tessere relazioni” con alcuni colleghi artisti, ha prodotto un’installazione a più mani, una “fusione” artistica in cui le varie espressioni, dalla fiber art, alla fotografia, al disegno si integrano tra di loro. Un’idea ambiziosa che ha permesso la libera espressione nella relazione con l’altro, nella capacità di accogliere il diverso da sé e nel tradurre l’unicità di ciascuno in un valore per tutti. Trame invisibili e chilometri di filo ininterrotti ci legano gli uni con gli altri. Il filo unisce sia matericamente che metaforicamente e costruisce dei contenitori che svelano, raccolgono momenti di vita preziosi, avvolgono, riscaldano, custodiscono legami intimi e famigliari, identità e individualità diverse. Maura Banfo, Giulia Caira, Jessica Carroll, Miriam Colognesi, Claudio Cravero, Paolo Leonardo, Ornella Rovera e Roberta Toscano hanno dato una loro libera interpretazione al progetto, come la paziente tessitura di un unico filo che ciascuno ha cercato dentro di sé. Oltre alla serata inaugurale il progetto resterà esposto giovedì 27 giugno dalle 18 alle 24
REGIONE PIEMONTE: MOSTRA “OMAGGIO A LEONARDO. LA VITA SPESA BENE LUNGA E'”
11 luglio – 4 agosto 2019
La sezione “Arti Visive e Creative” del CRAL Regione Piemonte ha organizzato la mostra “OMAGGIO A LEONARDO. LA VITA SPESA BENE LUNGA E'” dedicata a Leonardo da Vinci per celebrare i 500 anni dalla sua morte. La mostra aprirà le sue porte al pubblico il 11 agosto e le chiuderà il 4 agosto presso la Sala Mostre della Regione Piemonte, sita in Piazza Castello 165 a Torino, con orario di apertura da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. All’inaugurazione della mostra che si terrà alle ore 17,00 del 10 luglio, interverranno gli esperti e critici d’arte Prof. Filippo Musumeci, Dott. Enzo Nasillo, Prof. Davide Trotta. La mostra della sezione Arti Visive e Creative, dedicata all’artefice di grandi rivoluzioni nel campo artistico e scientifico, presenta opere che testimoniano i luoghi in cui ha vissuto, opere artistiche o ingegneristiche da lui realizzate nei più svariati campi di applicazione, opere realizzate secondo la propria immaginazione ed interpretazione. Con questa mostra gli artisti invitano le menti dei visitatori ad orientarsi all’originalità e all’applicazione dei propri talenti nell’ampliare il tesoro universale dell’umanità di cui Leonardo da Vinci fu uno dei pionieri. Proprio questo è il significato della seconda parte del titolo della mostra che si addice a Leonardo nel modo più assoluto. La mostra presenterà le opere dei seguenti artisti:
Corrado Alderucci, Natalia Alemanno, Liliana Averono, Adriana Baldassi, Giorgio Benci, Giulio Benedetti, Lorenzo Bernardi, Luciana Bertaglia, Sergio Bilucaglia, Silvana Bonagura, Anna Borgarelli , Angela Burgarella, Graziella Caccia, Rosanna Campra, Enrico Carletti, Adriano Carpani, Franco Castiglioni , Lina Celegato, Adriana Cernei, Mariut Paula Ciobanu, Maria Stella Costan, Margherita Cravero, Gianna Dalla Pia Casa, Michele De Stefano, Rita Egle Maria Desana, Simona Diana, Egisto Dones, Clara Dorma, Michela Enzo, Rosa Donatella Esposto, Michela Fischetti, Maria Teresa Franceschini, Gianfranco Gavinelli, Elena Ghirardo, Doriana Giustetto, Carla Icardi, Guglielmo Keller, Anna Virginia Lanfranchini, Silvana Lavagna, Rosa Maria Lo Bue, Stefania Lucà, Donata Magario, Marisa Manis, Clara Mastrangelo, Armida Mazzotti, Laura Mele, Mario Menardi, Barbara Merola, Celestina Migliotti, Graziella Miraudo, Rosaria Mustica, Cecilia Nebosi, Luisella Pastorino, Marina Pautasso, Nicoletta Pizzetti , Amelia Putignano, Silvia Rege Cambrin, Anna Maria Russo, Doris Scaggion, Rosamaria Scimone, Mario Scollo, Maria Antonietta Sismondo, Olga Spampinato, Magda Tardon, Lucia Terzo, Carmen Triglia, Giusy Uljanic, Umberto Viapiano, Loredana Zucca.
ALICE BEL COLLE: MOSTRA “FORME E COLORI”
VERCELLI: RECITAL DI RICCARDO FRACASSO
alla Casa d’Arte Viadeimercati di Vercelli
Venerdì 21 giugno, in occasione della Festa Europea della musica, alle ore 19,00, presso la Casa d’Arte Viadeimercati di Vercelli (Via Morosone 3), si è tenuto il recital di Riccardo Fracasso, giovane e valente pianista vercellese, con musiche di Scarlatti, Chopin, Listz e Skrjabin.
Riccardo Fracasso è nato a Vercelli il 6 aprile 2000. Inizia ad avvicinarsi alla musica nel 2011 insieme alla M.ra Natascha Kotsubinskaia, con cui segue corsi preparatori in solfeggio e studia alcuni brani con il metodo Suzuky. Successivamente continua il suo percorso con il Maestro Arturo Sacchetti, approfondendo le sue competenze attraverso gli studi del Microkosmos di Bela Bartok. Alle Scuole medie studia con la Prof.ssa Elisabetta Boscolo, con la quale partecipa al concorso “Recetto in Musica”, classificandosi al primo posto. Ad oggi frequenta il quarto anno presso il Liceo “Lagrangia” di Vercelli, dove è iscritto all’indirizzo musicale. Dall’anno 2016 all’attività scolastica affianca un percorso di studi privati con il Maestro Simone Sarno, docente di pianoforte del Liceo Lagrangia. Nell’anno 2017 ottiene una borsa di studio di merito assegnatagli dall’Istituto Civico Musicale “G. Rossini” di Cossato (Biella). Durante l’anno 2018 partecipa a due concorsi nazionali , classificandosi ai primi posti con ottimi punteggi.
Dopo il concerto, la Casa d’Arte ha chiuso i battenti per la consueta pausa estiva, con un’anticipazione: la promessa di un’importante evento di arte contemporanea per la riapertura a fine settembre.
Enzo De Paoli
SACRA DI SAN MICHELE: MOSTRA FOTOGRAFICA “IL TEMPO ELA LUCE”
venerdi’ 28 giugno 2019 ore 19.00 inaugurazione della mostra fotografica “Il tempo e la luce” Un intreccio di visioni… Franco Borrelli, Valerio Minato ed Elio Pallard interpretano il territorio, la natura e la mistica presenza della Sacra di San Michele. L’inaugurazione avrà luogo il 28 Giugno alle ore 19.00 presso la Foresteria Grande della Sacra.
Seguirà rinfresco.
Gli orari di apertura della mostra fotografica saranno i seguenti: dal 29 Giugno al 1° settembre, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00.
Informazioni: tel 011/939130
Sito internet: www.sacradisanmichele.com
E-mail:info@sacradisanmichele.com
GALLERIA GLIACROBATI, CONFERENZA
La Galleria Gliacrobati è lieta di invitare mercoledì 26 giugno alle ore 18,30 alla conferenza “Attitudine alla fantasticazione nell’opera di Antonio Ligabue e Aldolf Woelfli” a cura di Bianca Tosatti – storica e critica dell’arte, specializzata in arte outsider – per una conversazione inquieta e non convenzionale volta a sperimentare nuove metodologie di lettura dell’opera.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti.
Per info ed eventuale prenotazione scivere a info@gliacrobati.com
PALAZZO MADAMA, CONFERENZA “MAIOLICHE A VARALLO”
In occasione della mostra L’Italia del Rinascimento. Lo Splendore della maiolica
Palazzo Madama propone la conferenza
Maioliche a Varallo:
la collezione Franchi dialoga con altri musei
Relatore: Giulia Anversa
Giovedì 27 giugno 2019
ore 17.30
Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti
Piazza Castello – Torino
Giovedì 27 giugno alle ore 17.30 nel Gran Salone dei Ricevimenti di Palazzo Madama, Giulia Anversa, curatrice della collezione Franchi presso la Pinacoteca di Varallo, presenta al pubblico torinese la preziosa raccolta di maioliche donata al museo tra il 2004 e il 2007 dall’imprenditore valsesiano Luciano Franchi.
Collezione che dal 22 giugno al 22 settembre 2019 è in mostra nella Pinacoteca al Palazzo dei Musei di Varallo (Vercelli). In tutto 194 opere che consentono di ammirare l’evolversi dell’arte ceramica in Italia dal XIV al XVIII secolo, percorrendo idealmente un itinerario che tocca le principali manifatture italiane. In mostra a Varallo troviamo anche venti opere che la famiglia Franchi conserva ancora nella propria collezione privata, accanto a prestiti significativi dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze, dalle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, dal MIC – Museo Internazionale della Maiolica di Faenza e da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Il Rinascimento e la sua cultura emergono in particolare dal confronto fra tre opere di grande importanza: un tondino faentino di Baldassarre Manara firmato e datato 1534, dalla collezione privata di Borgosesia; uno splendido e noto esempio di Francesco Xanto Avelli, proveniente dal Museo del Castello Sforzesco di Milano e un piatto di Francesco Durantino, datato 1542, del Museo di Varallo.
Giulia Anversa è laureata in lettere classiche, indirizzo archeologico, all’Università degli Studi di Milano. Tra il 2000 e il 2004 ha affiancato l’imprenditore Luciano Franchi nello studio, classificazione e aggiornamento della sua collezione in previsione della donazione alla Pinacoteca di Varallo. Oggi mantiene l’incarico di curatore della collezione. Negli anni 2000 ha collaborato con Raffaella Ausenda alla revisione e classificazione di alcune collezioni museali: Collezione del Banco di Sicilia a Palermo e quella di Palazzo Madama a Torino. Dal 2007 collabora con la Galleria Subert di Milano. Dal 2014 è consulente, esperto per le maioliche e porcellane, della Casa d’aste Pandolfini di Firenze, per la quale ha curato diversi cataloghi di asta, alcuni dedicati alla Maiolica Rinascimentale. Costo della conferenza: € 5; ridotto € 3 (insegnati, studenti, Abbonati Musei, guide turistiche)
(pagamento il giorno della conferenza presso la biglietteria).
Ingresso fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria: t. 0114429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
BENE VAGIENNA, MOSTRA DI PITTURA
USSEAUX: SCRITTO MISTO, FESTIVAL LETTERARIO DI LIBRI E MUSICA
V EDIZIONE
Usseaux (TO) Fraz. Laux 6-7-13-20-21-27-28 Luglio
Scritto Misto apre i battenti nel mese di Luglio nella suggestiva cornice del Lago del Laux bellissimo lago alpino che si trova nel Comune di Usseaux . Il tema proposto per questa 5 edizione è LA RIVOLUZIONE – STORIE DI PENSIERI LIBERI, dove pensare in maniera libera sembra essere la vera rivoluzione di questi tempi, l’unica via di fuga da una omologazione generale. Pare che non siamo più in grado di pensare autonomamente, senza farci trascinare da suggestioni, senza una guida che ci indichi la strada da seguire. Come se avessimo perso l’orientamento e non sapessimo più dove i nostri pensieri ci possono portare, ci affidiamo e spesso crediamo ad una realtà costruita da qualcun’ altro. Ma cosa è successo? Ciò accade forse perché abbiamo delegato poco per volta tutti gli stimoli? Oppure perchè il nostro senso naturale della curiosità è stato saziato da facili slogan? Ecco lo “spirito” del Festival in cui I numerosi ospiti cercheranno di raccontarci il loro senso della “rivoluzione” del pensiero, attraverso la scrittura e la musica, capaci di creare armonie inconsuete.
Il programma prevede:
6/07 ore 17:30 ENRICO REMMERT con il suo libro “La Guerra dei Murazzi” modera e suona FEDERICO SIRIANNI con GIOVANNI BATTAGLINO
7/07 ore 15:30 CONFERENZA – CONCERTO GIOVANE ORCHESTRA D’ARCHI Maestro GUIDO NERI
13/07 ore 17:30 STEFANO TALLIA presenta “Una volta era un paese” modera GIORGIO BERTEA Ospite musicale ATTILIO RICCARDI
20/07 ore 17:30 ENRICO GALIANO presenta “ Più forte di ogni addio” modera DANIELE ARGHITTU giornalista, ospite musicale LIANA MARINO
21/07 ore 15:30 FRANCO LA TORRE presenta “ Pio la Torre ecco chi sei” modera Pres. Centro culturale Don Aldo Benevelli CLAUDIA BERGIA a seguire DAVIDE ROSSO presenta il progetto “Ambasciatori dell’Alzheimer una comunità che accoglie cultura” ospite musicale ALESSANDRO CASALIS
27/07 ore 16:30 ENRICA BONANSEA presenta “ Una terra ai piedi dei monti” modera ANDREA GARAVELLO dir. LAR EDITORE con Dir. L’Eco del Chisone PAOLA MOLINO. A seguire SIMONE FISSOLO con il suo libro “ L’Europa sono io” modera Dino Aloi l’editore Il Pennino Ospite musicale ENSEMBLE DI CLARINETTI E SASSOFONI DELL’ISTITUTO CIVICO MUSICALE A. CORELLI
28/07 ore 15:30 DERIO OLIVERO presenta il libro “ Riprendiamoci la vita” modera la Vicedir. L’Eco del Chisone SOFIA D’AGOSTINO a seguire CLAUDIO BONIFAZIO presenta il libro fotografico “ Volti e risvolti” modera Dir. Vita Diocesana PATRIZIO RIGHERO Ospite musicale CARLO PESTELLI.