Asti Pride si costituisce in associazione e rivendica le istanze della comunità LGBTQI
Quello di Asti è stato il secondo Pride per partecipazione del Piemonte dopo quello di Torino. I numeri, 8.000 manifestanti confermati dalla Questura, raccontano un successo incontrovertibile e forse anche un po’ inaspettato. Il comitato organizzativo ha stilato, ad una settimana dalla sfilata arcobaleno, un bilancio dell’evento per il quale ha lavorato 5 mesi.
E’ stata una giornata fantastica – dice Patrizio Onori, segretario di Nuovi Diritti Cgil, tra gli organizzatori del Pride – anche se ce ne siamo resi conto pienamente solo riguardando le foto, i video e raccogliendo i commenti di chi c’era. Sabato 6 luglio eravamo troppo presi dal controllare che tutto funzionasse bene e a mettere a punto le varie fasi della manifestazione”.
La città ha reagito con entusiasmo. Il flusso di persone giunte ad Asti ha portato un ritorno sia in visibilità sia dal punto di vista economico per gli esercizi commerciali.
Bene il clima di festa, che tra l’altro smentisce chi aveva azzardato l’ipotesi che il Pride fosse una manifestazione violenta e indecente – continua Onori – Ci fa piacere che molti scettici abbiano fatto delle prevedibili marce indietro, salendo sul carro dei vincitori, ma vogliamo ricordare che il Pride è prima di tutto una manifestazione di rivendicazione di diritti negati e la richiesta di riconoscimento degli stessi diritti civili per tutti”.
Le prima conseguenza della giornata del 6 luglio sarà la costituzione in associazione di “Asti Pride”, che abbandona la forma di comitato spontaneo e si dà una struttura più organica. L’impegno per l’organizzazione dell’evento richiede programmazione e gestione di molte energie e la risposta corposa che il Pride ha dato permette di proseguire l’esperienza con un progetto a lungo termine, non solo per una singola giornata dell’orgoglio, ma con una serie di proposte da portare nella realtà cittadina.
Sono tre le rivendicazioni già avviate che continueremo a portare avanti, chiaramente con una nuova energia portataci dal Pride di sabato – spiega Vittoria Briccarello dell’associazione Love is Love – Innanzitutto la richiesta di adesione del Comune di Asti alla rete “Ready” per l’attuazione di azioni concrete contro le discriminazioni all’interno delle amministrazioni pubbliche. La seconda istanza è quella di poter entrare nelle scuole per affrontare i problemi delle discriminazioni di genere e proporre seminari contro il bullismo e la violenza omofobica. Lo facciamo già, ma in maniera quasi clandestina, dietro l’invito dei ragazzi che occupano le scuole o di qualche dirigente scolastico illuminato. Vorremmo farlo finalmente con un riconoscimento pubblico per il valore educativo di queste azioni. Infine vorremmo creare uno sportello di accoglienza per i migranti perseguitati per il loro orientamento sessuale. Abbiamo già seguito come associazione insieme a Nuovi Diritti Cgil alcuni ragazzi provenienti da paesi africani e asiatici, ottenendo per loro lo stato di rifugiati e la protezione umanitaria, ma vorremmo che il nostro diventasse un presidio permanente della città”.
Dopo i progetti e le congratulazioni per la riuscita, Asti Pride si dovrà occupare anche delle note più spiacevoli: gli insulti diffamatori ricevuti attraverso stampa e social media. Pur se inizialmente gli organizzatori si erano dati come linea guida quella di non rispondere agli insulti, c’è un’asticella che non è tollerabile venga superata: quella della diffamazione. Verrà quindi presentata una formale querela contro ignoti in riferimento ai commenti ingiuriosi pubblicati all’insegna della comunità LGBTQI, non ultimi quelli di un gruppo che la accusa di fomentare e praticare la pedofilia.
Il nostro successo più grande – conclude Stefano Bego del Comitato ARCI Asti, Langhe e Roero – sono stati i commenti di chi ci ha fatto sapere che prima del Pride era dubbioso sulla sua utilità e opportunità e dopo sabato ha cambiato idea, ma anche quello di un adolescente che ha scritto sulla nostra pagina Facebook che da sabato si sente meno solo.
Un momento importante e toccante di Asti Pride è stato il ricordo di Miguel in piazza Roma – ha aggiunto Antonia Adurno di Love is Love – la giornata abbiamo voluto dedicarla a lui, perché la sua vicenda (il giovane transessuale fu vittima di un’aggressione sessuale proprio in piazza Roma, n.d.r.) da sola spiega perché i Pride sono ancora necessari”.
Gli organizzatori fanno sapere che l’appuntamento per il prossimo Asti Pride sarà per il 2021. Un evento come il Pride richiede energie e sforzi economici importanti e anche sei il comitato ha fatto un buon lavoro rimanendo in equilibrio con le spese, si pensa ad un intervallo di tempo biennale per la prossima manifestazione.
Guardando alle cifre, il costo per la realizzazione del Pride è stato di circa 10 mila euro, completamente autofinanziati. Gli esborsi più importanti sono stati per le assicurazioni civili, il servizio di sicurezza, la Siae. Fortunatamente gli eventi per la raccolta fondi sono andati bene e sono arrivate molte donazioni, piccole e grandi. A questo proposito, gli organizzatori ricordano che i vincitori della lotteria “Artisti per il Pride” potranno ritirare le opere aggiudicate presso la Casa del Popolo, in via Brofferio 129, dove nel frattempo resteranno in mostra. I contatti sono reperibili sulla pagina Facebook di Asti Pride.
La conferenza di Asti Pride si chiude con un doveroso “8.000 Grazie!” e l’invito a rivivere la giornata attraverso le foto pubblicate sui social e un docu-film che è stato realizzato dal video-maker Gino Caron.
Carmela Pagnotta