PASSIONE FUMETTI: Zagor contro Iron-Man

albo originale Morte sul fiume

Zagor 52 – Zenith 103 “Morte sul fiume”

Sergio Bonelli Editore ripropone in una bellissima edizione deluxe due storiche avventure di Zagor, l’eroe creato da Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) e Gallieno Ferri nel 1961, ancora oggi uno dei personaggi più letti della casa editrice, secondo solo a Tex per longevità in edicola.
Si tratta delle due avventure che vedono lo Spirito con la Scure scontrarsi con il famigerato Iron-Man. Beh, non l’Iron Man dell’Universo Marvel, creato nel 1963 da Stan Lee e Don Heck, di cui stiamo tutti piangendo la scomparsa, ma di un altro, a suo modo, brillante inventore di una corazza metallica leggerissima e super resistente: il fabbro Sam Fletcher. L’Iron-Man del “Darkwood Universe” (perdonatemi l’espressione), se pure in origine un semplice fabbro, non ha però nulla da invidiare al ricchissimo industriale Antony Stark, sia per inventiva, sia per ambizione. Peccato che le sue ambizioni siano malvagie.

Morte sul fiume

edizione in volume Morte sul FiumeIl volume cartonato a colori “Morte sul fiume”, da poco in libreria e fumetteria, ripropone le avventure “Iron-Man” (1964) e “Gli evasi” (1969), originariamente pubblicate sui mitici albi a striscia. Due storie che vedono la creatività dei due autori – Nolitta e Ferri – ai massimi livelli, e di cui avevo già scritto in un articolo pubblicato sul numero 6 della rivista Zagorianità (pubblicata dal Forum ZTN e reperibile scrivendo a zagorianit@libero.it o visitando la pagina facebook), in particolare trattando l’episodio de “Gli evasi”, una delle avventure che più mi avevano appassionato da bambino. Si tratta, in entrambi i casi, di avventure intense e drammatiche, in cui Zagor viene messo in difficoltà come poche altre volte nel corso delle sua saga.
L’eroe cade, sconfitto. Tutto pare perduto.
Ma poi si rialza e, grazie alle qualità che lo rendono tale e alla nobiltà della sua causa, infine prevale: insomma, il massimo del pathos.

Iron-Man

prefazione volume Morte sul fiume
Morte sul fiume è un volume che dà una nuova dignità a storie meno celebrate – ma certamente non meno appassionanti – di quelle della successiva golden age del personaggio.
Preceduto da una simpatica prefazione di Graziano Frediani sul tema della vendetta nel fumetto classico di avventura, il libro parte con ritmo serrato, presentando subito l’episodio di Iron Man, il quale cita, nella vignetta del titolo, uno scontro vittorioso con una banda di indiani Cayuga, tribù protagonista di entrambe le storie.
Iron-Man striscia iniziale
Parentesi: nello specifico si tratta di un episodio auto-conclusivo – Lo squadrone fantasma – che, a mio parere, andava inserito nel volume in quanto vero e proprio prologo all’arrivo di Iron-Man.
Zagor e Cico sono di ritorno alla loro capanna nella palude e qui apprendono dal capo Mohawk Tonka (prima apparizione sulla serie, se pure in una versione che poi verrà ringiovanita) che Darkwood ha un nuovo protettore, un guerriero invincibile inviato dagli dei per unire le tribù e difenderle dagli invasori bianchi. Il resto è storia, da leggere e rileggere.

Sam Fletcher – Iron-Man

Zagor contro Iron-Man
Entra in scena volteggiando come lo stesso Zagor, con un’armatura azzurra leggerissima che lo rende praticamente invulnerabile. Iron-Man appare agile e robusto, ma anche astuto e intelligente. Non vaneggia come i cattivi del cinema (o del fumetto), anzi, lo vediamo riflettere e ragionare di fronte a Zagor, dimostrando inoltre grandi capacità da leader, soprattutto nel trattare con i capi indiani. Sconfigge Zagor, ma non lo uccide, per consolidare il suo prestigio. Un atteggiamento non dissimile da quello del nostro eroe, se pure con motivazioni morali diverse.

Sam Fletcher – l’evaso

Sam Fletcher alias Iron-Man evasoRitroviamo Iron-Man nel più lungo episodio de Gli evasi, senza più l’armatura ma non per questo meno temibile. E’ un ex galeotto con il viso indurito, segnato da una inquietante cicatrice. Il carcere lo ha incattivito ma non gli ha fatto perdere né la lucidità, né il temperamento da leader, che dimostra nei confronti dei suoi compagni di fuga e poi nuovamente con gli indiani.
Di nuovo viene fuori la genialità di Guido Nolitta nel caratterizzare un personaggio in modo molto moderno e credibile: Sam Fletcher ha imparato dalla precedente sconfitta e non sottovaluta Zagor, che descrive ai suoi compagni come “il risultato della fusione tra l’agilità di una tigre, la forza di un orso e l’astuzia di una volpe”. E, di fronte a lui e agli altri evasi, Zagor torna a trovarsi in estrema difficoltà, nuovamente sconfitto da un avversario tanto intelligente e determinato, quanto spietato.

Gli evasi

Gli evasi
Zagor e Cico sono di ritorno alla loro capanna nella palude (dopo un’avventura a contatto con alcuni maya superstiti): un incipit non casuale, che riprende quello del primo scontro con Iron-Man e che in futuro diverrà uno dei motivi ricorrenti della serie, in dipendenza delle numerose trasferte di Zagor. Vediamo un Cico gioioso che esclama “Casa… dolce, insostituibile casetta mia!”, mentre attraversa di corsa la palude che porta alla capanna sull’isolotto. Ahimè, non sarà così.
Il dramma si manifesta di lì a breve in tutta la sua intensità. E prosegue in un crescendo di tensione che, nell’edizione in albo da edicola (n. 51 Gli evasi), culminava in un angosciante e perfetto cliffhanger finale. Ai tempi un cui lo lessi la prima volta rimasi in ansia fino a quando non riuscii a procurarmi il fatidico albo n. 52 – da cui prende il titolo questa riedizione – “Morte sul fiume”.
Con questa edizione in volume non correte certo questo pericolo, ma sono sicuro che l’emozione della lettura non sarà da meno.

tavola da Gli evasi

vignette in b/n dalla prima pubblicazione di Morte sul fiume

Nolitta e Ferri caratterizzano in modo potente anche i compagni di fuga di Fletcher: il colosso nero Tommy “Snowball” (Palla di neve), l’inquietante “Mozart” Kelly, l’apparentemente innocuo Eric Gessner e l’indiano rinnegato Lupo Bianco. Una vera e propria gang che ride e scherza ma che si dimostra estremamente letale e spietata, di fronte alla quale Zagor si troverà, almeno nella prima parte, in seria difficoltà, fino a finire al palo della tortura nel campo degli altrettanto vendicativi Cayuga. “Gli evasi” è un’avventura che mescola umorismo e drammaticità, pathos e azione, con uno sviluppo tutt’altro che scontato e un lungo, corposo finale, in cui farà la sua parte anche un destino beffardo. Una storia avvincente giocata sulla psicologia dei personaggi (compresi Zagor e Cico) e di un temibile Sam Fletcher – Iron-Man che non perde determinazione e lucidità fino alla fine.

Note bibliografiche

albo originale Iron-Man
Iron-Man” di Guido Nolitta e Gallieno Ferri è stato pubblicata la prima volta sugli Albi a striscia 35-38 2a serie – marzo 1964, successivamente ripubblicata su Zagor 15 (Zenith 66) su 95 pagine + una striscia, poi ristampata su TuttoZagor 15 e Zagor CSAC 7 e 8.
Gli evasi
Gli Evasi” di Guido Nolitta e Gallieno Ferri è stato pubblicata la prima volta sugli Albi a striscia 56-61 4° serie dell’aprile 1969, successivamente ristampata su Zagor 51 (Zenith 102) , 52 “Morte sul fiume” e inizio 53 “La Dea Nera”, su 162 pagine, poi ristampata su TuttoZagor 51 e Zagor CSAC 22 e 23.
Il ritorno dei lupi neri
Nel 2016, su Zagor 607 (Zenith 658) “Il ritorno dei Lupi Neri” di Ade Capone e Paolo Bisi, viene citato Sam Fletcher – Iron-Man, il suo primo scontro con Zagor e alcune vignette del suo ritorno ne “Gli Evasi”.
rivista Zagorianità n. 6
Zagorianità n. 6 – estate 2017
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