Trana, progetto europeo per il Giardino Botanico Rea
L’obiettivo è di renderlo autosufficiente sotto il profilo energetico e riaprirlo al più presto alle visite didattiche e naturalistiche
Il Giardino Botanico Sperimentale “Rea” di Trana (To), in Val Sangone, al centro di un progetto pilota promosso dalla Regione Piemonte per renderlo autosufficiente sotto il profilo energetico, applicando modelli di “circolarità”, e per riaprirlo al più presto al pubblico, per visite didattiche e naturalistiche. Si tratta un’attività sperimentale di “Smart Energy”, nell’ambito del progetto europeo “Ppi2Innovate”, che conta sulla collaborazione di numerosi partner (amministrazioni locali, enti accademici e della ricerca) di Italia, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Slovenia e Croazia. Per l’Italia partecipano la Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio della Regione Piemonte, l’Università di Torino e (in qualità di partner associato) il Comune di Torino. Il budget complessivo del progetto europeo ammonta a un milione e 661 mila euro (cofinanziato dal Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, per un milione e 394 mila euro).Il Giardino “Rea” fu fondato nel 1967 come “Giardino sperimentale di acclimatazione per piante alpine ed erbacee perenni”. Nel 1989 fu acquisito dalla Regione Piemonte, che con il Museo di Scienze Naturali di Torino ha svolto attività non più solo di conoscenza e salvaguardia della biodiversità, ma anche di promozione e di diffusione della cultura scientifica della flora locale ed internazionale. Nel Giardino, che occupa una superficie di oltre 10 mila metri quadrati, sono coltivate più di 2.500 specie di piante, comprese quelle rare ed a rischio di estinzione. Nel tempo le collezioni sono state arricchite per illustrare le più moderne conoscenze botaniche, la ricerca naturalistica e lo sviluppo di una nuova museologia botanica.«Il recupero del Giardino Botanico sperimentale Rea consentirà il riavvio delle attività didattiche e di promozione della cultura scientifica a suo tempo organizzate dal Museo di Scienze Naturali, ma anche il rilancio del sito, in applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare – spiega l’assessore regionale al Patrimonio, Andrea Tronzano -. La valorizzazione di questo bene del patrimonio regionale mira infatti ad incrementare la qualità e l’efficienza del servizio pubblico, restituendo all’area della Val Sangone un importante punto di attrazione turistica».L’obiettivo della progettazione (per il cui affidamento è in corso una gara indetta dalla Regione, su una base di 53 mila e 400 euro) è di innalzare la qualità e l’efficienza del Giardino Rea, senza trascurarne la vocazione didattica e di ricerca; ridurre le spese di funzionamento e gestione, favorendo la sostenibilità delle sue strutture grazie ad un migliore impiego delle risorse, adottando anche modelli di “circolarità”; impattare sul mercato dei servizi, lavori e forniture abilitando l’emergere di nuovi soggetti capaci di produrre innovazione e di affrontare la competizione su scala più vasta; creare un modello potenzialmente replicabile in contesti analoghi, considerato che l’Italia è la nazione con il maggior numero di Orti Botanici al mondo, ed arricchire il territorio della Val Sangone di un ulteriore e rinnovato polo di attrazione turistica.Terminata la progettazione, la Regione Piemonte realizzerà gli interventi con propri fondi, a partire dall’autunno 2019.