NOVARA, CITTA’ DELLA SALUTE: prende corpo la speranza che il progetto venga sbloccato dal nuovo ministro
Lo scorso giovedì 28 febbraio 2019 la precedente Giunta Regionale aveva presentato pubblicamente a Novara, presso il teatro Coccia, il progetto in partenariato pubblico privato per la costruzione del nuovo ospedale “Città della Salute e della Scienza” di Novara. L’avvio dei lavori era previsto nel corso del 2020. All’inizio del mese di agosto però si è saputo che il ministro della salute Giulia Grillo non intendeva apporre la sua firma, bloccando così il progetto, perché non condivideva la formula e le modalità di finanziamento del partenariato pubblico-privato. Ora, mentre si attende il nuovo governo e il nuovo ministro della salute, i politici novaresi dei vari partiti auspicano, con speranza, ma anche con qualche timore e in qualche caso con un certo pessimismo, che il nuovo ministro non ritardi ulteriormente l’avvio del progetto, provvedendo finalmente alla firma dello stesso. Peraltro, se non fosse confermato il partenariato pubblico-privato per il finanziamento, lo stanziamento statale dovrebbe essere triplicato, finanziando interamente la realizzazione, con una riapprovazione del progetto a tutti i livelli, che necessiterebbe ancora di mesi o addirittura anni. L’investimento complessivo per il nuovo ospedale è di circa 320 milioni di euro, di cui 95 a carico dello Stato con fondi assegnati alla Regione e 219 a carico di privati. Tra l’altro la formula del partenariato pubblico-privato, che, a differenza di Novara, è stato approvato per la Città della Salute di Torino, consentirebbe tempi di realizzazione più rapidi-
La Città delle Salute di Novara prevede l’occupazione di un’area totale di 172.000 metri quadrati per un totale di 711 posti letto: 4 padiglioni a forma di “L”, uniti da un lungo corridoio con il tetto a vetro, ove saranno ospitati i reparti; il pronto soccorso sarà al piano seminterrato. Il Cup sarà al piano terra assieme agli ambulatori e agli spazi commerciali. Le sale operatorie (18) saranno al primo piano con la terapia intensiva. Il secondo piano sarà invece per le camere dei degenti. Una struttura ellittica, collegata, ospiterà l’area di “cura della mamma e del bambino”, con ambulatori ginecologici e day hospital pediatrico e ostetrico (48 letti). Le attività di alta tecnologia, le aree direzionali e le aule universitarie saranno invece in due edifici separati.
G.D.P.