Valfenera- Inaugurato il monumento per ricordare i fatti di Casabianca del 24 luglio 1944
A Valfenera si è svolta oggi una commovente cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato ai fatti del 24 luglio 1944 in regione Casabianca. In quel giorno in paese transitò un convoglio di soldati tedeschi che furono attaccati da una squadra di partigiani. Due le vittime dell’agguato, tra i quali un ufficiale tedesco che morì più tardi all’ospedale Zabert (oggi casa di riposo). I tedeschi decisero per rappresaglia di incendiare il paese e avevano già predisposto i punti in cui appiccare il fuoco. La distruzione di Valfenera fu evitata grazie alla mediazione di alcune persone, tra le quali Ester Maria Cotti, presente alla cerimonia, che conoscendo il tedesco riuscì ad intercedere e a scongiurare il peggio. I soldati diedero fuoco solo ad alcune abitazioni nei pressi del luogo dove si svolse l’attentato e lasciarono Valfenera.
Molto sentita la testimonianza di Ester Maria Cotti, che vive attualmente a Torino: ha ricordato la “sua” Valfenera a cui è legata non solo dai giochi dell’infanzia ma anche dai ricordi intensi di quei giorni di guerra.
Per ricordare quei fatti, in memoria del passato e a monito della difesa della libertà e della pace per le future generazioni, l’amministrazione comunale ha deciso, nel 75° anniversario, di dedicare un monumento realizzato su progetto dell’architetto Federico Marocco.
“Ho cercato di realizzare un elemento semplice – ha detto Marocco – come penso siano stati i sentimenti dei Valfeneresi in quei momenti: la paura, il terrore, lo sgomento, l’incertezza delle decisioni che avrebbero potuto prendere i tedeschi. E semplici sono stati quindi gli elementi che caratterizzano questo monumento, a partire dai materiali, cioè i mattoni con cui sono stati costruite le nostre case e che per Valfenera hanno significato anche molta economia. Poi ho voluto inserire un elemento di frattura, di ferita che è ancora viva, ancora aperta, ferite che le guerre lasciano e che difficilmente sono rimarginabili”.
I fatti sono stati riassunti da Mario Renosio, dell’Israt, l’istituto per gli studi sulla Resistenza:
In quei giorni si era spostata dal torinese, dalla zona di Collegno, alle colline tra Valfenera e Ferrere – ha raccontato Renosio – una formazione partigiana guidata da Luigi Cattaneo detto Gino. Tre giorni prima del 24 luglio, il fratello 17enne di Gino Cattaneo era stato catturato dai tedeschi. Per tentare un cambio ostaggi, come avveniva spesso, venne organizzata un’imboscata per catturare dei tedeschi, proprio in zona Casabianca. Si iniziò una sparatoria al termine della quale morirono due soldati. I partigiani si ritirano e i feriti vennero soccorsi dai valfeneresi. Le fasi concitate successive furono un susseguirsi di paura e tentativi di scongiurare la distruzione del paese decisa dal comando tedesco di Asti in seguito all’attentato subìto. La trattativa fu condotta da Ester Maria Cotti e dal dottor Torta. L’elemento soggettivo della conoscenza del tedesco da parte di Ester Maria riuscì a toccare le corde degli ufficiali tedeschi che si “accontentarono” di bruciare 7 case tra Valfenera e Dusino”.
Prima di scoprire il monumento che riporta un’iscrizione in memoria dei fatti, è stata letta da Giulio Berruquier una poesia di Papà Cotti (padre di Ester) dedicata al 24 luglio ’44. E’ stato Don Igor Sciolla ad impartire la benedizione.
Erano presenti i sindaci di Dusino, San Paolo Solbrito, Isolabella, e i rappresentanti di Villanova e di Ferrere, paesi vicini accomunati da quelle vicende. Il monumento è stato scoperto da alcuni bambini di Valfenera e benedetto da Don Igor Sciolla.
Non ci sono molti monumenti nel nostro paese – ha ricordato il sindaco Paolo Lanfranco – ma abbiamo pensato che a 75 anni dalla giornata del 24 luglio fosse ancora importante ricordare e lasciare una memoria che via via rischia di andare perduta. Alcuni valfeneresi ricordano quei fatti, ma dobbiamo riconoscere che non sono molti quelli che sanno che cosa accadde. La scelta di non insegnare la storia alle nuove generazioni fatta negli anni fa sì che non sia facile coinvolgere i giovani nel fare memoria. Ma invece le comunità sono vive e traggono la loro forza proprio dalla consapevolezza di quello che c’è stato prima. Guardiamo quindi, nello spirito di continuità della nostra comunità, anche a chi verrà domani, perché, passando su questa strada, possa almeno interrogarsi su quello che accadde il 24 luglio del ’44”.
Il sindaco ha ricordato che sarebbe stato bello intendere la giornata come un momento di riconciliazione, ma purtroppo i tentativi di contattare i discendenti dei soldati tedeschi morti in quel giorno tragico sono stati vani.
Il compito di scoprire il monumento è stato affidato ad alcuni bambini di Valfenera, giusto passaggio di testimone cui affidare la custodia della memoria.
Carmela Pagnotta