PIEMONTE ARTE: MANTEGNA, CHIERI ARTE, ZAGO, GALLINO, TIRASSA, BARETTA, CARMAGNOLA, BRYL…

coordinamento redazionale: Angelo Mistrangelo

 

MANTEGNA A PALAZZO MADAMA

PREMIO “CHIERI ARTE” – “OLTRE L’IMMAGINE”

L’associazione Unione Artisti del Chierese rinnova come di consuetudine l’appuntamento annuale con la tradizionale mostra – concorso “Oltre l’immagine – premio Chieri Arte”. Tale mostra, giunta quest’anno alla sua V° edizione, si svolgerà dal 14 dicembre 2019 sino al 6 gennaio 2020 presso gli spazi della galleria civica Palazzo Opesso, in via San Giorgio, 3 – Chieri (TO). L’ evento artistico, segnala inoltre il XXVI° incontro fra Chieri ed Epinal. Scopo del concorso è quello di promuovere e valorizzare l’arte a livello chierese. Le opere realizzate sono con qualsiasi tecnica e su qualsiasi supporto, con tema libero. La caratteristica comune è che sono opere inedite che vengono esposte e presentate al pubblico per la prima volta. Tutte le opere esposte all’interno della galleria civica, saranno in gara per la V° edizione del premio “Chieri Arte”. Ad ogni opera verrà affiancato un cartellino indicante il nome dell’artista e un numero identificativo. Il concorso prevede due tipologie di premi: -Premio della giuria tecnica – Se la giuria lo riterrà opportuno, verranno rilasciati ulteriori premi secondari e menzioni d’onore.Si sottolinea che le decisioni della giuria sono inappellabili e insindacabili. -Premio del pubblico – all’interno della galleria verranno lasciate delle apposite schede, tramite il quale, il visitatore potrà scegliere e votare le opere in gara. La scheda si compone di cinque caselle. All’interno di ogni casella il visitatore dovrà apporre il numero corrispondente dell’opera. La scheda, per considerarsi valida, dovrà essere compilata in ogni sua parte, senza lasciare caselle vuote. E’ possibile esprimere una sola preferenza per opera, per un totale di cinque voti. L’opera che otterrà il maggior numero di voti, sarà considerata la vincitrice.

Inaugurazione sabato 14 dicembre ore 18

Premiazione lunedì 6 gennaio ore 17

 

ZAGO ALLA MOSTRA “MY ANGELS”

L’artista chierese Leonardo Guerrino Zago partecipa con la sua opera “Angelo dell’accoglienza” (realizzata per “Cambiano come Montmartre” 2015) alla mostra “ My Angels” al museo MIIT di Corso Cairoli 4 a Torino. La mostra inaugurata venerdì 6 dicembre sarà aperta fino al 23 dicembre (orario: mart-sab 15,30-19,30)

 

 

 

 

 

UN’OPERA DI THEO GALLINO VINCE IL CONCORSO PER IL NUOVO CENTRO SPORTIVO DI GORGONZOLA

L’artista chierese Theo Gallino è il vincitore del concorso per la realizzazione di un’opera d’arte originale nell’ambito della costruzione del centro sportivo di Gorgonzola. L’opera, che si intitola “La città dei pollini”, sarà protagonista della mostra ospitata a Palazzo Piroli che vedrà esposte tutte le proposte artistiche che hanno partecipato al concorso.

 

 

 

 

 

 

 

MONCALIERI, “SCINTILLAE” DI CULTURA ALLA BIBLIOTECA CIVICA

Il nuovo allestimento luminoso di Progetto Cantoregi all’ex fabbrica di fiammiferi

per rendere omaggio a libri, lettura e biblioteche

Dal 13 dicembre al 6 gennaio 2020

Inaugurazione e accensione: venerdì 13 dicembre, ore 19

Biblioteca Civica Antonio Arduino (via Cavour 31)

www.progettocantoregi.it – www.comune.moncalieri.to.it

L’edificio che fu fabbrica di fiammiferi e ora è sede della Biblioteca civica di Moncalieri, torna a produrre scintille, ma questa volta scintille di cultura. Dal 13 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 la Biblioteca Civica Antonio Arduino (via Cavour 31) si accende di “Scintillae”, un originale e artistico allestimento luminoso curato da Progetto Cantoregi, che intende sottolineare l’importanza dei libri quali potenti strumenti di trasmissione della conoscenza, faville metaforiche capaci di stimolare e risvegliare menti e coscienze, e rimarcare il ruolo culturalmente e socialmente insostituibile delle biblioteche. Per “Scintillae” Progetto Cantoregi ha preso ispirazione dalla celebre frase di Plutarco: «La mente non ha bisogno, come un vaso, d’essere riempita, ma, come un fuoco da ardere, necessita solo di una scintilla che l’accenda, che vi infonda l’impulso alla ricerca e il desiderio della verità.»

L’accensione e inaugurazione pubblica dell’allestimento “Scintillae” sarà venerdì 13 dicembre alle ore 19. Il progetto è promosso e sostenuto dalla Città di Moncalieri.

“Abbiamo voluto portare l’attenzione sulla Biblioteca anche a Natale – dichiara l’Assessore alla Cultura Laura Pompeo – e abbiamo scelto di riprendere simbolicamente lo slogan che ha accompagnato l’inaugurazione dell’edificio dell’ex fabbrica di fiammiferi Saffa nel 1995, ‘Moncalieri si riaccende di cultura’, per testimoniare il grande lavoro svolto dalla fabbrica alla biblioteca, dalle attività più tradizionali di una biblioteca, come custodire la storia locale e i libri alle tecnologie sperimentali e all’arte. In questo periodo stiamo ultimando un progetto di valorizzazione e ricollocazione della raccolta di arte della biblioteca e il progetto “Scintillae” si inserisce nel percorso di arte pubblica che stiamo proponendo da tempo, con l’idea di diffondere la bellezza e la luce del Natale non solo nello straordinario centro storico della nostra città, ma anche in una via che potrebbe sembrare solo di passaggio, come via Cavour, e che grazie a “Scintillae” diventerà per alcune settimane sede di luci d’artista.  Riprendendo appunto Plutarco, citato da Cantoregi, accompagneremo il desiderio di conoscenza e verità attraverso il simbolo della luce.»

“Scintillae” è curato dall’associazione Progetto Cantoregi, in coerenza con la propria ricerca espressiva, volta da sempre a valorizzare luoghi e storie del territorio, con l’impegno civile e sociale che la contraddistingue, su ideazione di Koji Miyazaki, ex regista Rai, che per Cantoregi firma la regia di spettacoli teatrali e allestimenti scenici. “Scintillae” è la terza iniziativa che Progetto Cantoregi realizza a Moncalieri, dopo l’istallazione luminosa “The Bridge-Bulders”, che durante le festività natalizie 2016 ha illuminato il ponte dei Cavalieri della città, come atto politico e gesto simbolico contro i troppi muri che si innalzano nel mondo e “Il giardino delle delizie”, istallazione allestita nel Giardino delle Rose del Castello Reale nel maggio 2017, come riflessione sulla necessità di preservare la terra e i suoi frutti. «Con questo allestimento – spiega il presidente di Progetto Cantoregi Marco Pautasso – si intende sottolineare l’importanza della conoscenza, e quindi dei libri che la contengono e trasmettono, e rimarcare il ruolo culturalmente e socialmente insostituibile che le biblioteche rivestono. Le biblioteche si rivelano a ben considerare fabbriche di “scintille”, cioè a dire di stimoli culturali, di impulsi alla conoscenza e alla ricerca, proprio come affermato da Plutarco. Ma il titolo può anche essere letto come un tributo alla memoria di quel luogo, che precedentemente fu uno stabilimento della S.A.F.F.A. (Società Anonima Fabbriche Fiammiferi ed Affini), una fabbrica italiana specializzata nella produzione di fiammiferi. Combinazioni di luci, colori, atmosfere e oggetti scenici proveranno a trasmettere, in una riserva di emozioni e attraverso percorsi sensoriali studiati, la particolare vicenda storica di questo luogo, caratterizzata da una sorta di continuum nella produzione di scintille.»

Frammenti di lastre in policarbonato applicate ai bordi delle venti finestre del secondo piano della Biblioteca e retroilluminate a luce blu riprodurranno le forme di stalagmiti e stalattiti di ghiaccio, a simboleggiare l’aridità e povertà culturale che deriva dalla mancata trasmissione della conoscenza, dalla chiusura ad ogni esperienza conoscitiva. L’esplorazione della realtà, della società, dei sentimenti e delle emozioni, la presa di consapevolezza del mondo, dell’altro da sé, di terre e culture lontane passa attraverso la ricerca della verità e quindi attraverso i libri e la lettura, vere e proprie scintille che accendono la mente. Sarà quindi una intensa luce rossa che si “infiamma” all’improvviso a rappresentare il valore fondamentale degli strumenti per decifrare la realtà quali i libri sono.

 

CHIERI, MOSTRA “COLORI IN FESTA, COLORI IN LIBERTA’”

 

CHIERI, MOSTRA “LA TERRA DEI SOGNI” DI EBE TIRASSA

Giovedi 5 dicembre alle ore 18,30 è stata inaugurata presso l’atelier Bonetto – Design di Chieri, Vicolo della Madonnetta 1, la mostra “La Terra dei Sogni” con le opere dell’artista Ebe Tirassa. Un viaggio nella “Terra dei Sogni” dell’artista, accompagnati dalle sue sculture. E poi ancora la magia della ceramica raku, con oggetti unici e irripetibili: tutti da scoprire accanto agli Arredi Design Bonetto.

La serata è stata arricchita dalle emozioni musicali degli Archimisti  e dalla poesia degli allestimenti floreali di Simona Carosso di Vogliotti.

Sono intervenuti il Sindaco di Chieri ed il Comandante della Polizia Municipale.

La mostra proseguirà fino all’11 gennaio 2020 e sarà visitabile nei consueti orari di apertura dell’atelier.  (Luciano Berruto)

 

CARMAGNOLA: “RIFLESSIONI – VIAGGIO INTROSPETTIVO ALLA RICERCA DELLA SAPIENZA”

Installazione multimediale e performance artistiche a cura dell’associazione Tirovi Umoto Research

Dal 14 al 22 dicembre 2019

Chiesa di San Rocco, via Valobra 136, Carmagnola

Orario visite: dal lunedì alla domenica, dalle ore 16.30 alle ore 18.00

Performance artistiche in programma tutti i giorni

Ingresso libero – www.comune.carmagnola.to.it

Nel periodo natalizio, ogni anno il Comune di Carmagnola anima la città con eventi, mostre, mercati, iniziative e intrattenimenti vari per grandi e piccini, grazie al sostegno della BCC di Casalgrasso e Sant’Albano Stura, con l’apporto della Pro Loco e di varie associazioni locali. Per il 2019 l’Amministrazione Comunale ha deciso di dare seguito al percorso intrapreso due anni fa, continuando a mantenere il brand “Tracce di Luce” per il ricco cartellone di eventi ed iniziative in programma tra il 7 dicembre 2019 e il 6 gennaio 2020. Un percorso promozionale e culturale che ha il suo fulcro nelle luci di Natale e in diversi eventi nei quali luci e proiezioni sono protagonisti. Tra le numerose iniziative, sabato 14 dicembre nella Chiesa di San Rocco (via Valobra 163) viene inaugurata “Riflessioni – Viaggio introspettivo alla ricerca della Sapienza”, un’installazione artistica multimediale che offre al visitatore un’esperienza unica di osservazione, ricerca, autocritica, e scoperta di sé stesso che sarà visitabile sino al 22 dicembre dalle ore 16.30 alle ore 18.00. Nata da un progetto dell’Associazione Tirovi Umoto Research, “Riflessioni” propone un allestimento articolato in una moltitudine di specchi, nei quali riflettersi per cercare un contatto con il proprio “io”, singolare e profondo. In questo viaggio emozionale i visitatori verranno sollecitati da performance musicali, letture di poesia e creazioni pittoriche, finalizzate a creare degli stimoli sensoriali, per far interagire ciascuno con il proprio universo interiore.

Le performance in programma sono le seguenti:

–    sabato 14 dicembre “Claribell Reflective” di Matteo Dalmaso;

–    domenica 15 “Riflessioni Bachiane” di Miguel Bravo;

–    da lunedì 16 a giovedì 19 osservazioni musicali interattive intitolate “Silenti Riflessioni”;

–    venerdì 20 “Reading La Lunga Strada” di Lawrence Ferlinghetti con letture di Luciano Roccia e musiche all’organo con Sergio Delmastro;

–    sabato 21 “Live Painting” di Marco Sciarpa;

–    domenica 22 “Riflessioni Canore Violoncellistiche su Lascia ch’io pianga” di G. F. Haendel a cura di Giulia Ghirardello.

 

MICHELE BARETTA ALLA GALLERIA IL PORTICO DI PINEROLO

Nelle sale della Galleria Il Portico, in via Bernezzo 2 a Pinerolo, è in corso una mostra retrospettiva dedicata a Michele Baretta (Vigone 1916-1987), intitolata «I colori della mia vita», curata da Davide Zuccarello e Filippo Zuccarello, con immagini fotografiche di Paolo Robino. Durante l’inaugurazione, il critico d’arte Mario Marchiando Pacchiola e il Vescovo di Pinerolo Derio Olivero hanno presentato il cammino culturale di Baretta e la sua interiore personalità davanti a un pubblico numeroso, comprendente molti esponenti della famiglia Baretta.                           A poco più di trent’anni dalla scomparsa, la personalità artistica di Baretta mantiene una significativa presenza nel panorama dell’arte figurativa piemontese, e non solo, legata a una linea incisiva e avvolgente che circoscrive forme, paesaggi, immagini. In ogni tela, in ogni rapido schizzo, in ogni risvolto compositivo, si avverte l’essenza di una stagione che appartiene alla cultura visiva del secondo Novecento, in una sorta di narrazione che si snoda dall’iniziale frequentazione della Scuola del Reffo al Collegio Artigianelli di Torino, allievo del Guglielmino, alle giornate trascorse a dipingere nell’atelier del pittore Piero Dalle Ceste. Il suo discorso ha assunto nel tempo una personale misura che si è aperta verso una visione scandita dalla corsa dei cavalli nei prati della Camargue, da uno scorcio della campagna pinerolese, dal valore degli affreschi realizzati per le chiese del Piemonte: dal catino absidale della Chiesa dell’Istituto Casa Angeli Cottolengo a Pinerolo alla cupola della Chiesa torinese Nostra Signora della Pace. E in questo itinerario, tra rappresentazioni naturalistiche e Arte Sacra, si coglie la serrata grafia di Baretta, che interpreta il vero e diventa testimonianza di una pittura in continua evoluzione e trasformazione, del vibrante incedere di un segno che esalta il ritmo compositivo, della freschezza di un dettato che fluisce dall’autoritratto con la pipa alla tavola «Elsa, io e il gatto», che campeggia sulla copertina del Quaderno Q.19 della Collezione Civica d’Arte di Palazzo Vittone a Pinerolo, che accompagnava nel 1988 la mostra «Omaggio a Michele Baretta», curata da Mario Marchiando Pacchiola e corredata dai testi di Lucio Cabutti ed Ettore Serafino. Un’esperienza, quindi, che ora si rinnova attraverso una settantina di opere, fra dipinti ad olio e tempere su carta degli anni 1950-1980, che riannodano passato e presente, gli inviti ad esporre al Circolo degli Artisti, Promotrice delle Belle Arti, Piemonte Artistico Culturale e Galleria Fogliato di Torino, e le personali nelle gallerie pinerolesi «Rege-Santiano», «Losano» e «Il Portico», sino al Museo della Diocesi, al Museo Storico della Cavalleria e a Palazzo Vittone per le biennali «L’Arte e il Mistero Cristiano». Autore di intense Crocifissioni e Vie Crucis, Baretta ha partecipato alla Resistenza, ai raduni dei «Pittori Piemontesi in Costiera Amalfitana» e a quelli del gruppo «I Pittori di Bardonecchia», mentre ha disegnato copertine per libri di poesia, bozzetti pubblicitari e scenografie, con quella sua linea rabdomantica che creava una scrittura per immagini mai sconfitta dal tempo o dalle sperimentazioni contemporanee. Una scrittura che si è potuta ammirare nella mostra, promossa dalla Fondazione Cosso, allestita nelle sale del Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, nel mese di settembre del 2012. Le sue opere prendono forma da una pennellata dall’impronta sottilmente espressionista, ma sempre estremamente controllata, meditata, scandita dalla volontà di trasmettere l’interiore espressione di un volto, l’armonia di una natura morta o la vivacità delle esibizioni sotto il tendone del circo. E dai cavalli bradi allo sguardo della modella di «Top bianco», dalle marine allo splendido «Studio per figlio della Resistenza», risolto con un robusto tratto a carboncino su carta, Baretta stabilisce un diretto contatto con l’ambiente e con quella dimensione cromatica che accende la facciata di San Marco a Venezia o della Cattedrale di Chartres in Francia. E dal Monginevro alla Sacra di San Michele, da Montecarlo alla  terra di Langa, emerge un universo di emozioni e sensazioni che  Baretta ha ricomposto sulla tela nello studio di Vigone, dove nel 1986 ha donato alla Biblioteca Comunale Luisia 47 studi ed opere preparatorie per dipinti eseguiti in edifici religiosi. Un lungo percorso, perciò, con incontri e Quadriennali d’Arte, con l’energia di una stagione costantemente protesa verso il futuro.

 

Angelo Mistrangelo    

 

M.A.O.: SPLENDORI E MERAVIGLIE ALLE CORTI DELL’ISLAM 

Ciclo di conferenze mensili da dicembre a maggio a cura di Sherif El Sebaie

Primo incontro mercoledì 11 dicembre 2019, ore 18

Kahve. Un caffè col Sultano

Sala polifunzionale

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico 11, Torino

Il MAO Museo d’Arte Orientale ospita un nuovo ciclo di incontri curati da Sherif El Sebaie dedicati alle meraviglie delle corti islamiche, dal caffè, prodigiosa bevanda dagli effetti discussi – tanto da essere vietata per un certo periodo dai religiosi – alla giada, proveniente dalla lontana Cina ed esclusivamente destinata alla realizzazione di preziosi recipienti da cui i Sultani sorseggiavano il vino, dai riflessi dalle incredibili pietre incastonate dei gioielli dei sovrani Moghul a quelli delle piastrelle che rivestono le principali moschee e palazzi del mondo islamico e che tanto hanno ispirato l’arte decorativa occidentale, passando per gli automi medievali, che destarono enorme stupore alla corte di Carlo Magno, fino alle spettacolari feste dei Sultani ottomani, che abbagliarono stuoli di ambasciatori occidentali.

Il primo incontro “Kahve. Un caffè col Sultano” si terrà mercoledì 11 dicembre alle ore 18.

Dalla sua scoperta sugli altipiani etiopi, il caffè è approdato nello Yemen, per poi toccare le coste del Mar Rosso, La Mecca e Medina e arrivare al Cairo e ad Istanbul, da cui ha infine raggiunto l’Europa. Dai palazzi del potere alle case da gioco, passando per i caffè letterari, Sherif El Sebaie accompagnerà il pubblico in un percorso che illustrerà come la passione per “il vino d’Arabia” abbia attraversato paesi, culture, tradizioni e ceti sociali, adattandosi a divieti e pratiche religiose, rituali e cerimonie di corte, con particolare attenzione al consumo del caffè alla corte dei Sultani di Istanbul ma anche nelle strade e nei locali dei paesi musulmani contemporanei.

                                                                                                       

 

BOGDAN BRYL DIPINGERE UN SOGNO

La continua ricerca di una luce, di un paesaggio, di un colore, rappresenta il clima della pittura del giovane artista ucraino Bogdan Bryl, della sua volontà di trasmettere sulla tela sensazioni e sottili emozioni. Una ricerca che ha preso forma e consistenza durante gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti, secondo una visione d’insieme che si ricollega alla lezione di Monet, a una meditata interpretazione di un gruppo d’alberi o di un prato o un di grande cielo, a una «lettura» del vero che diviene racconto e misura di un’interiore sensibilità. Una sensibilità che gli ha permesso di vincere il primo premio al Concorso Estemporaneo di Pittura a Pavarolo nel 2018, con presidente di giuria Francesco Poli, accompagnato dalla motivazione «Per la qualità della pittura, essenzialità dello scorcio, esempio apprezzabile di pittura en plein air». Un dipingere, quindi, che dagli «stage» alla Reggia della Venaria Reale, in collaborazione con la Pinacoteca Albertina, a una serie di realistici e delicati ritratti esprime il senso di una personale e poetica raffigurazione.

  1. Mis.

 

PINACOTECA ALBERTINA: IL NUOVO ALLESTIMENTO DELLA SALA DEI CARTONI GAUDENZIANI

Viene presentato l’intervento sulla Sala dei Cartoni gaudenziani, promosso e sostenuto dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, con il contributo di Reale Mutua. Il collezionismo d’arte, l’abitudine, di origine antica, di raccogliere opere, è da sempre connesso a motivazioni culturali ed estetiche, al mecenatismo e al mercato dei manufatti. Alcune delle più ricche collezioni private del passato sono andate a costituire il nucleo originario di famosi musei. La straordinaria raccolta di Cartoni del Cinquecento piemontese fu donata da Carlo Alberto alla Regia Accademia di Pittura e Scultura nel 1832. Si tratta di una collezione unica al mondo per numero e rilievo dei disegni, riferiti ai capolavori di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola.     Il nuovo allestimento della sala – progettato e realizzato da Officina delle Idee, con Zumtobel per la parte illuminotecnica e Ribes Solutions per monitor e contenuti multimediali – presenta una grande innovazione nell’approccio al visitatore. La disposizione della collezione su pannelli scorrevoli, con una selezione di opere sulle pareti, esprime tuttora l’impostazione originaria; tuttavia l’evoluzione tecnologica e le nuove produzioni di corpi illuminanti consentono oggi di offrire al pubblico un’esperienza innovativa di fruibilità di grande suggestione. Una collaborazione, con due importanti realtà piemontesi, che rende possibili progetti in grado di accrescere il ruolo della Città di Torino come polo della cultura, a livello nazionale e non solo; crediamo infatti fortemente che operare in sinergia, quale assunzione di responsabilità sociale verso il territorio, sia importante per contribuire a valorizzare e a migliorare la fruibilità del patrimonio storico-artistico torinese e per diffondere la cultura come fattore di crescita e sviluppo per l’individuo e la collettività”.

Pinacoteca dell’Accademia Albertina, via Accademia Albertina 8

Orari: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00); mercoledì chiuso

 

TORINO, AMIAT: “OPERA PHOENIX” DI MICHELANGELO ROSSINO

Nell’ambito del progetto Circular Economy&Art, il Gruppo Iren promuove presso la sede di Amiat Gruppo Iren un intervento artistico che riassume perfettamente le caratteristiche principali e intrinseche dell’azienda, la quale per posizione operativa e culturale è soggetto attivo del cambiamento e della transizione verso l’economia circolare.”

L’opera artistica ci guida infatti verso nuovi orizzonti nella ricerca sul tema della trasformazione dei materiali, della loro valorizzazione, del processo virtuoso che sta alla base della cultura della sostenibilità.

Michelangelo Rossino

Opera Phoenix

Opera Phoenix che Michelangelo Rossino ha realizzato per Iren nell’ambito della manifestazione Circular Economy&Art è installata sulla facciata della sede di Amiat Società del Gruppo Iren in un allestimento di inusitate proporzioni. Una scomposizione attenta di idee di materie e di oggetti virtuali formano, in modo illusorio, l’immagine di un’araba fenice.

Ideale di creatività, motore dell’arte e dell’economia che si spinge a nuova vita. L’autore fa coincidere simbolicamente alcuni processi, creando un corto circuito di senso. Gli elementi costitutivi dell’immagine sono meta-oggetti puramente virtuali selezionati con cura come in un vero centro di raccolta. Una salvifica ricostruzione digitale, sinonimo di un processo

che si pone all’avanguardia nella trasformazione a dimensione uomo-ambiente di materia ed energia

 

ALLA SALA DELLE ARTI DI COLLEGNO «VASI E SPEZIE»

Si apre venerdì 13 dicembre, alle 18, la mostra «Vasi e Spezie», edizione speciale del Concorso «I vasi officinali», con le opere dei ceramisti Sandra Baruzzi, Guglielmo Marthyn e Renza Laura Sciutto, con itinerario espositivo che attraversa la cultura visiva contemporanea con l’energia di un dialogo serrato tra l’artista e la materia. Promossa dalla Città di Collegno, Assessorato alla Cultura, e dall’Associazione Culturale «Gli Argonauti», la rassegna, che si inaugura alla presenza di Francesco Casciano, Matteo Cavallone e Renato Migliari, rappresenta un’occasione per cogliere gli aspetti e le motivazioni espressive di un «corpus» di lavori che si inseriscono all’interno del «Premio Lucio De Maria». Una mostra realizzata con il patrocinio della Regione Piemonte e la collaborazione dell’Associazione San Lorenzo e le spezie dei F.lli Gramaglia. La storia dei Vasi Officinali affonda le sue radici sin dall’antichità, perchè il vaso utilizzato nelle farmacie è, in estrema sintesi, un contenitore in ceramica o maiolica in cui venivano conservati semi, radici, foglie di piante medicinali, minerali polverizzati e preparazioni galeniche. Ma non era solamente la ceramica la materia per realizzarli, perché nelle spezierie medievali si impiegavano recipienti di ferro, stagno e piombo, mentre il vetro era destinato a contenere materie prime. Nel «Compendium Aromatariorum», Saladino d’Ascoli scrisse a un ipotetico speziale «Quali sono i vasi convenienti per conservare bene le medicine?. E la risposta fu «Quelli che possono custodirne le virtù. Le confezioni, conserve, gli elettuari vanno posti in vasi di vetro, ovvero ben verniciati; le acque stillate, le teriaca in vasi di stagno o stagnati, gli oppiati in pelle unta d’oglio di noce moscata o di garofoli, gli sciroppi in vasi di terra verniciata». E per avere una migliore conservazione sono state ideate le forme a «rocchetto», «cilindro», «alberello», «cipolla», che hanno accompagnato sino ai giorni nostri la loro immagine. Ritornando alla mostra, si rileva che in ogni opera, in ogni essenziale struttura, in ogni scansione cromatica emerge il senso di una singolare definizione del soggetto, sia questo la scultura «Rosso di sera» di Sandra Baruzzi o l’evocativa ironia della «Dama con farfalle» di Guglielmo Marthyn o, ancora, il vaso raku «Germinato» di Renza Laura Sciutto. E nei vasi arricchiti dagli smalti, si nota la preziosità di una lavorazione che Anna Cremonte Pastorello di Cournour ha messo in luce nel volume «Smalti tra arte e storia», pubblicato da Daniela Piazza Editore nel 2018. In Sandra Baruzzi la ricerca di forme e materiali è affidata alle cadenze di una intensa unione tra arte e poesia, insegnamento e la tradizionale ceramica di Castellamonte. E la sua creatività si misura con questo nostro tempo, con i molteplici contenuti del linguaggio, con la determinante definizione e «costruzione» delle sculture in gres, con ossidi e smalti, che raccontano un universo di «Prospettive orizzontali» e «Contro il logorio della vita moderna». Si tratta di lavori che concorrono a delineare un percorso quanto mai omogeneo, dove le architetture esprimono una comunità di segni, di percezioni, di un’attenta «lettura» della società e del suo divenire.

E il divenire delle immagini si confronta con le composizioni di Guglielmo Marthyn, con una personale progettazione, con la freschezza di uno schizzo che presiede alla formulazione della scultura che è gioco, fiaba, storia. Tecnica e fantasia, ricordi e alberi incantati, sviluppano una narrazione che travalica la realtà quotidiana per consegnarci la sottile poetica della scultura «Mamma anatra», in gres modellato a mano e decorato con ossidi e smalti, e della «Dama con gatto», dove i vari elementi emergono dalla materia con eleganza, con una coinvolgente dolcezza. Autore dei manifesti delle due ultime edizioni della Mostra della Ceramica di Castellamonte, Marthyn affida al gres i suoi onirici personaggi e lune e uccelli. «Il mio obiettivo è quello di rincorrere l’essenzialità formale», afferma Renza Laura Sciutto parlando dei suoi lavori, delle soluzioni estetiche e del recupero degli elementi metallici che inserisce nel corpo dell’opera. Un’opera realizzata con la tecnica colombino e cottura Raku, con la capacità di fissare una «Creatura marina» e il vaso «Spirali» decorato da armoniose linee sulla superficie del modellato. Presente nella collezione della Certosa Reale di Collegno, la Sciutto ha eseguito una serie di lavori in cui il discorso si snoda con leggerezza, con combinazioni naturalistiche, con una sperimentazione che tende a un originale «work in progress».

                                              Angelo Mistrangelo

Collegno, Sala delle Arti, Parco Gen. C.A. Dalla Chiesa, ingresso via Torino 9, orario:mercoledì-domenica 14,30-18,30, sino al 12 gennaio 2020.

 

MUSEO MONTAGNA: HA PRESO IL VIA IL PROGETTO URBAN FOREST

Nell’ambito del public program della mostra Tree Time in corso al Museomontagna fino al 23 febbraio 2020

Il bosco che circonda il Museomontagna è un vero e proprio bosco urbano. Il suo potere in termini di stoccaggio della CO2, il suo contributo al raffreddamento delle temperature estive, oltre al suo valore sociale e turistico, sono alla base di un bisogno di riqualificazione, di cura e di rivitalizzazione su cui il Museomontagna ritiene di dover lavorare. Urban Forest è da intendersi come un laboratorio progettuale di analisi, studio e ripensamento di questo luogo affidato a un team di esperti. Il tavolo di lavoro, che ha iniziato le attività mercoledì 4 dicembre 2019 si concluderà a marzo 2020. Il percorso sarà seguito da un momento di restituzione in occasione della quale documenti e visioni progettuali verranno presentate al pubblico e alla cittadinanza. Il progetto costituisce il nucleo centrale del public program della mostra Tree Time, a cura di Daniela Berta e Andrea Lerda, in corso al Museomontagna di Torino fino al 23 febbraio 2020.

 

 

 

XIX MOSTRA COLLETTIVA DI ARTI VISIVE E CREATIVE “GIALLO&ORO”

La sezione ARTI VISIVE E CREATIVE del CRAL della REGIONE PIEMONTE ha organizzato la mostra intitolata “GIALLO&ORO”. Dando seguito alle precedenti mostre a tema, aventi come filo conduttore il colore, dopo la mostra dedicata al colore bianco e ai due colori primari blu e rosso, la sezione Arti Visive e Creative dedica questa mostra al colore GIALLO in tutte le sue tonalità fino a quella più preziosa, l’ ORO. La mostra si terrà presso il SALONE AULICO DELLA BIBLIOTECA CIVICA DI VILLA AMORETTI – PARCO RIGNON sito in Corso Orbassano 200, Torino.

L’inaugurazione dell’evento si terrà il 20 dicembre 2019 alle ore 17,00.

Alla presentazione interverranno gli esperti e critici d’arte Dott. ENZO NASILLO  e il Prof. DAVIDE TROTTA.

Dal 21 dicembre 2019 al 17 gennaio 2020.

ORARIO DI APERTURA

Lunedì 15,00 – 19,30.

Da Martedì a Venerdì  8,15 – 19,30.

Sabato 10,30 – 17,30.

CHIUSURA

Domenica.

Dal 25 al 29 dicembre 2019.

I giorni 1,4,5,6 gennaio 2020.

LA MOSTRA PRESENTA LE OPERE DEI SEGUENTI ARTISTI

Corrado Alderucci, Natalia Alemanno, Liliana Averono, Adriana Baldassi, Giorgio  Benci, Lorenzo Bernardi, Luciana Bertaglia, Sergio Bilucaglia, Laura Maria Boldrino, Silvana Bonagura, Angela Burgarella, Graziella Caccia, Rosanna Campra, Loredana Capece, Enrico Carletti, Adriano Carpani, Franco Castiglioni, Lina Celegato, Adriana Cernei, Margherita Chianura, Edi Contini, Maria Stella Costan, Margherita Cravero, Gianna Dalla Pia Casa, Ester De Chiara, Bruno De Francesco, Michele De Stefano, Rita Egle Maria Desana, Simona Diana, Clara Dorma, Michela Enzo, Rosa Donatella Esposto, Michela Fischetti, Maria Teresa Franceschini, Gianfranco Gavinelli, Doriana Giustetto, Carla Icardi, Silvana Lavagna, Stefania Lucà, Donata Magario, Marisa Manis, Clara Mastrangelo, Armida Mazzotti, Laura Mele, Mario Menardi, Celestina Migliotti, Rosaria Mustica, Luisella Pastorino, Marina Pautasso, Nicoletta  Pizzetti, Nicolina Pollastro, Marco Primiterra, Amelia Putignano, Silvia Rege Cambrin, Maria Grazia Ruggiu, Anna Maria Russo, Giulia Santopietro, Rosamaria Scimone, Mario Scollo, Maria Antonietta Sismondo, Olga Spampinato, Lucia Terzo, Carmen Triglia, Giusy Uljanic, Loredana Zucca, Umberto Zullo.

 

TORINO, PASTIS: SINTETICA • AUDIO VIDEO ELECTRONIC JAM

Immagine che contiene edificio, esterni Descrizione generata automaticamente    Immagine che contiene persona, interni, persone, edificio Descrizione generata automaticamente   Immagine che contiene persona, parete, interni, guardando Descrizione generata automaticamente    Immagine che contiene esterni, edificio Descrizione generata automaticamente . SINTETICA è una jam session audio visiva libera e gratuita rivolta a musicisti elettronici e visual artists. L’idea nasce da Giorgio Sandrone e Lorenzo Donato, musicisti elettronici, insieme a Teodoro Cavalluzzo, visual artist, con lo scopo di creare uno spazio in cui condividere e scambiare idee, suoni e immagini. L’ improvvisazione libera di tre ore crea un dialogo tra musica e proiezioni, capace di trasportare lo spettatore in un mondo fatto di vibrazioni, luce e partecipazione.

Giorgio Sandrone, classe 94, sound designer e musicista elettronico.

Lorenzo Donato, classe 96, compositore elettronico e sound engineer.

 Teodoro Cavalluzzo, classe 78, videomaker, visual artist e fotografo.

 Prossimo appuntamento mercoledì 18 dicembre

@ Conserveria Pastis

Piazza Emanuele Filiberto 11a Torino

 

“QUANDO IL 5 ERA LO STOPPER”, UN LIBRO SUL CALCIO DI IERI E DI OGGI

LA RASSEGNA ALPI DELL’ARTE APPRODA NELLE CONFRATERNITE DI VILLAFALLETTO

Dal 15 dicembre al 10 gennaio 2020 le Confraternite della Misericordia e del Gonfalone   ospiteranno le opere degli artisti valdostani Siro Viérin e Luciano Regazzoni

Nuova tappa nelle terre di Octavia per la rassegna artistica Alpi dell’Arte, che dal 15 dicembre al 10 gennaio 2020 sarà di scena a Villafalletto; anche questa volta, come per la mostra di Manta della scorsa primavera, saranno protagonisti artisti valdostani. La Confraternita della Misericordia, detta La Nera, ospiterà le opere di Siro Viérin, mentre la Confraternita del Gonfalone, detta La Bianca, farà da cornice alle creazioni di Luciano Regazzoni. La rassegna è realizzata dall’associazione Octavia con il contributo della Fondazione CRC e del Comune di Villafalletto e il sostegno della diocesi di Fossano e del S.A.V.T. Il programma della giornata inaugurale del 15 dicembre prevede alle ore 10 il taglio del nastro delle rassegne espositive nelle due sedi e a seguire alle ore 11 la santa messa nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo cantata dalla Chorale de Valgrisenche. Alle ore 15.30 presso il salone Pier Giorgio Frassati (via Valdo) si terranno la premiazione del concorso di presepi Terre di Mezzo e l’esibizione della Chorale de Valgrisenche, che tornerà nelle terre di Octavia dopo la performance di Manta dello scorso 7 aprile. Gli autori dei tre presepi che verranno premiati riceveranno premi di valenza artistico-culturale e prodotti del territorio. Le rassegne di Alpi dell’Arte, a ingresso libero, saranno visitabili nei seguenti giorni e orari: giovedì 19 dicembre ore 15.30-18, da venerdì 20 a domenica 22 dicembre ore 10-12 e 15.30-18, lunedì 23 e martedì 24 dicembre ore 15.30-18, da giovedì 26 a domenica 29 dicembre ore 10-12 e 15.30-18, martedì 31 dicembre ore 10-12, mercoledì 1 gennaio 2020 ore 15.30-18, da giovedì 2 a lunedì 6 gennaio 2020 ore 10-12 e 15.30-18; da martedì 7 a venerdì 10 gennaio aperture su appuntamento contattando i numeri 333.8372448 e 350.5179564 per la Confraternita La Bianca e il numero 339.7982862 per la Confraternita La Nera. Siro Viérin, scultore autodidatta, decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività artistica dopo un breve corso di scultura presso la scuola di Agricoltura di Aosta e in seguito a tre anni di studio a fianco di Rolando Robino, che lo avvia all’arte del colore e della prospettiva. Viérin produce non solo opere a soggetto tradizionale e religioso ma anche sculture più moderne, di grande plasticità, che dimostrano la sua ricerca della novità e la sua evoluzione nella tecnica del lavoro. Professionista da oltre 20 anni, dal 1976 partecipa alle principali rassegne di artigianato in Valle d’Aosta ottenendo premi e segnalazioni. Vive e lavora a Saint-Oyen, nella valle del Gran San Bernardo; le sue opere si possono ammirare anche nel museo a cielo aperto allestito lungo il percorso che porta al Rifugio Mont Fallère, di cui Viérin è proprietario. Luciano Regazzoni, maestro artigiano di Fénis, è stato protagonista di numerose esposizioni, locali e nazionali, nell’ambito delle quali ha vinto premi e segnalazioni. Nel 2001 ha aperto, nei pressi del castello di Fénis, il laboratorio artigianale “Le petit atelier”, dove attualmente lavora. Abbandonata la scultura a tuttotondo degli esordi, attraverso la quale realizzava prevalentemente personaggi fantastici inseriti in un contesto tradizionale, affida oggi al bassorilievo la creazione di fiabe fantasiosamente ispirate al Medioevo castellano di Fénis e la raffigurazione di scene di vita rurale moderna. «La sua preziosa opera di valorizzazione e recupero di elementi tradizionali – si legge in una nota – contribuisce a conservare e tramandare la storia valdostana e la cultura alpina».