PIEMONTE ARTE: TROFARELLO, BELLINI, PITTARA, PERILLI, DE-COLL, MARRAS, GALLINA…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
TROFARELLO: MOSTRA FOTOGRAFICA DI GLAUCO POGGIOLI
BELLINI IN MOSTRA AL GRATTACIELO SAN PAOLO
G.A.M.: “CAVALLI, COSTUMI E DIMORE”
La riscoperta della Fiera di Saluzzo (sec. XVII)
di Carlo Pittara
a cura di Virginia Bertone
19 dicembre 2019 – 13 aprile 2020
La GAM di Torino propone al pubblico una mostra per riscoprire un importante dipinto delle proprie collezioni, mai più esposto da trentotto anni. Si tratta della maestosa Fiera di Saluzzo (sec.XVII), presentata da Carlo Pittara nel 1880 alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino, che rievoca una fiera seicentesca con animali, ambientata poco fuori le mura di Saluzzo, dalle dimensioni monumentali: 4,08 metri di altezza per 8,11 metri di larghezza.
Nel giugno del 1880, durante l’Esposizione, il dipinto fu acquistato dal barone Ignazio Weil-Weiss e solo nel 1917 entrò a far parte delle collezioni della GAM di Torino. L’opera fu esposta per l’ultima volta nell’estate del 1981 a Palazzo Madama, nell’ambito della mostra Alfredo d’Andrade. Tutela e restauro, la tela fu poi avvolta su rullo e riposta nei depositi del Museo dove è stata conservata fino a oggi. La mostra, a cura di Virginia Bertone tratteggia la formazione di Carlo Pittara e gli anni della “Scuola di Rivara”, per concentrarsi sulla storia e la fortuna critica della Fiera di Saluzzo. Il riallestimento del dipinto è quindi un’occasione di riscoperta, studio e approfondimento, per cercare di ritrovare le motivazioni della grande raffigurazione. Nello stesso tempo l’esposizione del dipinto ha permesso di verificare le sue condizioni conservative, a tale scopo è stato realizzato un nuovo telaio in sostituzione di quello non più utilizzabile del 1981. La grande opera suscitò grande entusiasmo del pubblico che visitò l’Esposizione Nazionale, per l’originalità dell’invenzione, la resa realistica della ricostruzione dell’antica fiera, accanto alla dimensione a scala naturale della rappresentazione. Il risultato è sorprendente: una grande parata di cavalieri, personaggi in costume e moltissimi animali: dalle capre ai bovini, dai cavalli di razza a quelli da tiro, dagli animali da cortile ai cani, fino alla scimmietta ritratta sulla spalla di un giovane con lo scopo di attrarre l’attenzione sulla merce di un pittoresco venditore di chincaglieria. Una sorta di grande affresco, se non addirittura la premonizione di una visione da cinemascope. Al dipinto è affiancato un grande grafico che permette di individuare gli edifici e le dimore saluzzesi, e apprezzare le diverse specie degli animali raffigurati. Per il riconoscimento e lo studio degli animali dipinti con grande competenza da Pittara, la mostra si avvale in particolare dell’apporto di alcuni Docenti ed ex Docenti del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, nell’ambito di una collaborazione in occasione delle celebrazioni per i 250 anni dalla fondazione della Scuola Veterinaria di Torino. A concludere il percorso è una sezione dedicata all’Esposizione Nazionale del 1880 che propone i diversi acquisti della Città di Torino per il Museo Civico, a partire da una delle tele premiate: La deposizione di Papa Silverio di Cesare Maccari, che riflette un’impressionante ricerca di verità nella rappresentazione delle figure, anche qui grandi al vero, ispirate all’età romana tardoantica. Alla rievocazione dei primi martiri è dedicato il marmo dell’Eulalia Cristiana di Emilio Franceschi, anch’esso premiato, mentre al gusto orientalista rispondeva la rappresentazione sensuale della Schiava di Giacomo Ginotti. L’indagine compiuta in occasione della mostra ha permesso di mettere in luce, all’interno della collezione della GAM, diverse altre opere che parteciparono a quella manifestazione e che furono donate al Museo in momenti successivi: è il caso di un soggetto non lontano da quello Pittara, come la Fiera di animali a Moncalieri di Felice Cerruti Bauduc, che fu però completamente oscurato dalla presenza della Fiera di Saluzzo, o ancora il singolare soggetto dell’ormai anziano Francesco Gonin, Il primo cavallo domato dall’uomo. Sono inoltre esposti gli splendidi Studi per le “Tentazioni di Sant’Antonio” di Domenico Morelli che permettono di rievocare la presenza del dipinto che l’artista presentò con successo all’Esposizione. Domenico Morelli veniva premiato in quell’occasione con un diploma d’onore, mentre Antonio Fontanesi, che si presentava con la sua ultima fatica Le nubi, veniva ignorato ed escluso dalle premiazioni.
La mostra si avvale della collaborazione scientifica di Lea Antonioletti, Sonia Damiano e Alice Guido ed è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
DIPINTI E SCULTURE DI ACHILLE PERILLI, PRESENTATO IL CATALOGO
Mercoledì 18 dicembre alle 18.30 alla Galleria Accademia di Torino viene presentato al pubblico il Catalogo generale dei dipinti e delle sculture di Achille Perilli, a cura di Giuseppe Appella. Il catalogo, edito da Silvana Editoriale in due poderosi tomi, è il risultato di intensi anni di attività dell’Archivio – coordinato da Nadja Perilli, storica dell’arte e figlia dell’Artista – che ha analizzato e autenticato la produzione artistica dal 1945, anno in cui inizia l’avventura creativa di Perilli all’interno dell’acceso dibattito fra realismo e astrattismo, fino al 2016. Attraverso un corpus monumentale di 4800 immagini distribuite in 920 pagine, pubblicate anche nella versione in inglese, il catalogo rappresenta uno strumento prezioso e imprescindibile per lo studio dell’opera omnia dell’artista, alfiere dell’astrattismo italiano e tra i firmatari del manifesto del Gruppo Forma Uno (stilato nel marzo 1947 insieme a Ugo Attardi, Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato). Dal testo di presentazione di Giuseppe Appella: “Come il dadaismo gli aveva insegnato, Achille Perilli, in settant’anni di lavoro, costruisce un proprio universo analizzando, in continuum, “l’esigenza di una materia complessa, di un segno più comunicante” da riproporre come codici pittorici e strumenti di conoscenza. Di decennio in decennio, la luce apre varchi tra le tenebre dell’ignoto per una originale riflessione sullo spazio e una precisa immagine del mondo che verrà, a partire dalla trasformazione degli ordinamenti interni all’arte e alla scelta di una struttura lineare che denota il colore di un qualcosa di diverso che non sia il ricordo cromatico futurista e dia evidenza scenica alle scorrerie della fantasia, al multiculturalismo, al dialogo con le correnti artistiche proiettate nel futuro. Il disegno, sua prima intuizione divenuta dal 1951 grammatica delle idee e dispositivo di analisi, costituisce il lento avvicinamento alla forma primaria che genera una nuova architettura dove percezione e visione predispongono una vera metamorfosi degli innesti e dei sistemi di corpi geometrici in equilibrio nell’universo. In Perilli, tutto è materia di uno spettacolo esclusivo, anche le tavole degli alfabeti, il collage, la scultura, la performance, l’happening, l’installazione, la sperimentazione dell’incisione e il linguaggio della stampa, con quella unitarietà capace di trovare una base comune per ampliare l’originale comunicazione”.
DE-COLL IN MOSTRA A CAVA DE’TIRRENI
PINACOTECA ALBERTINA, DAL 31 GENNAIO “INCANTI RUSSI”
Importanti eventi espositivi sono in programma presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina nel 2020.
Dal 31 gennaio al 22 marzo sarà visitabile la mostra “Incanti Russi. Opere pittoriche di tradizione dell’Accademia Glazunov di Mosca”. A seguire, dai primi giorni di aprile, la mostra dedicata all’opera di Carlo Giuliano, artista e scenografo già direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti, e un focus sulla storia più antica della nostra istituzione, “L’Accademia Reale di Torino 1678-1778”, in collegamento con la grande mostra sul Barocco alla Reggia di Venaria.
SESTRIERE: MOSTRA “ARCHITETTURE ALPINE” DI ALFREDO NEGRO
MARANO TICINO, MOSTRA “ALLA RICERCA DEL SACRO”
Domenica 22 dicembre, alle ore 16,00, sarà inaugurata a Marano Ticino (prov. di Novara) la mostra “Alla ricerca del Sacro”. La rassegna, di carattere artistico-documentario, organizzata dal Comune di Marano Ticino e curata da Enzo De Paoli, resterà allestita presso il salone delle Scuole Elementari fino al 5 gennaio 2020 (orari di apertura: 25 e 26 dicembre 10-12,30, 16-18,30; 28 e 29 dicembre, 4 e 5 gennaio 2020 10-12,30). Spiritualità, immagini religiose e suggestioni artistiche: dal S. Natale con i suoi paesaggi alla Via Francigena e ai Sacri Monti… questa in poche parole la sintesi della rassegna che vuole essere un piccolo ma significativo spaccato di Arte Sacra contemporanea, con l’accompagnamento di alcuni scorci naturalistici di vera bellezza e spiritualità, perché anche la natura è un dono di Dio. Oltre agli apparati documentari e fotografici sono esposti in mostra una sessantina di lavori di artisti noti e meno noti, realizzati nei loro personali stili e in diverse tecniche esecutive: dai dipinti ad olio agli acquarelli, dalle tecniche miste alle sculture, dalle stampe antiche alle incisioni. Da tempo l’arte sacra non è più caratterizzata dalle forme e dai contenuti che ricordiamo propri in particolare del Medioevo e delle epoche seguenti. Ai nostri giorni essa non sempre è figurativa, a volte diventa pura espressione, simbolica o spirituale. Possiamo probabilmente parlare di Arte Sacra a proposito di tutto ciò che è frutto dello spirito dell’uomo, delle profondità del suo animo. Spiritualità e bellezza sono attributi fondamentali per ogni vera opera d’arte e la bellezza -si sa- è dono di Dio. Per questo la rassegna, che vuole essere specchio di questa evoluzione della “sacralità” artistica, propone, oltre ai lavori figurativi più tradizionali, alle riproduzioni fotografiche di alcuni angoli dei Sacri Monti e alle testimonianze della Via Francigena, opere di carattere neofigurativo, simboliche o anche decisamente astratte.
MONDOVI’: ANTONIO MARRAS, “MEMORIE DAL SOTTOSUOLO…”
mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti
Museo della Ceramica di Mondovì Piazza Maggiore 1, Mondovì (Cuneo)
Apertura al pubblico: 15 dicembre 2019 – 15 marzo 2020
Sabato 14 dicembre è stata inaugura al Museo della Ceramica di Mondovì, in provincia di Cuneo, la mostra Antonio Marras: memorie dal sottosuolo…, a cura di Francesca Alfano Miglietti. Il titolo della mostra richiama immediatamente alla mente l’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. Nell’intreccio del racconto, un uomo si aggira in una piccola stanza spiegando i motivi che lo hanno spinto alla decisione di scrivere le proprie memorie, e anche quelli che dovrebbero trattenerlo dal farlo. È prepotente quando rivendica il bisogno di essere libero e fuori da ogni convenzione, e poi fa tenerezza, quasi, quando mostra tutti i difetti, che abbondano e si manifestano sia nell’accettazione delle cose, sia nei tentativi di cambiarne il corso. In mostra la nuova serie di opere site specific – sculture, installazioni e ambientazioni, disseminate lungo tutto il primo piano del Museo – di Antonio Marras che restituiscono il clima del romanzo di Dostoevskij. Realizzate tutte a Mondovì, le opere sono nate direttamente dalle stanze del Museo della Ceramica di Mondovì, dai sottoscala e dai depositi polverosi che conservano forme e stampi, dai frammenti di progetti, dai fogli degli archivi, dai laboratori e dagli incontri fatti nella zona. Antonio Marras si serve della ceramica e guarda ai classici della raccolta del museo: a muoverlo è il desiderio di rappresentare qualcosa di meraviglioso. Per Marras la ceramica diventa una forma di paziente indagine sul mondo, capace di stabilire nessi, dare risposte, individuare relazioni. Un modo per dare e darsi forma, per contenere la sua confusione, per aprire orizzonti che scavino dentro la vita, senza mai la pretesa di chiudere il discorso. Scrive Francesca Alfano Miglietti, che cura la mostra: La caratteristica prima di Antonio Marras è lo stupore: di fronte alla collezione di ceramiche di Mondovì, di fronte ai vecchi stampi, ai vecchi depositi, nell’incontro con gli artigiani del posto, nello studio delle forme e degli elementi caratteristici del luogo, nel dialogo ininterrotto con la direttrice del museo, ha iniziato a esplorare molti dei luoghi in cui la storia della ceramica di Mondovì si è costruita ed ha avuto una sua caratteristica, e ha raccolto e scelto gli elementi su cui ha modulato il suo progetto espositivo. Installazioni, opere, sculture, assemblaggi, objet trouvè, reperti, disegni, ancora una volta le opere di Antonio Marras sono essenziali ed eccessive, potenti e poetiche, ingombranti ed eteree, sembra che vogliano capovolge e rivoltare l’ordine delle cose e immettere gli spettatori in uno spazio in cui forma, colore, mito, materiali, silenzio, vento, assenza, preparano un “viaggio” che vuole coinvolgerci fisicamente. In mostra sculture, installazioni e ambientazioni, tutte realizzate all’interno di UP, unità produttiva del Museo della Ceramica di Mondovì. Sarà realizzato un catalogo in cui le foto di Daniela Zedda riprodurranno l’ambientazione e la mostra installata.
PERSONE: MOSTRA D’ARTE IRREGOLARE DI ARTISTI DISABILI
a Palazzo Lascaris fino al 10 gennaio 2020
Lo scorso 2 dicembre a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte (via Alfieri 15 a Torino), si è inaugurata la mostra d’arte irregolare PERSONE. In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il Consiglio regionale del Piemonte promuove così il progetto di valorizzazione dei patrimoni di Arte Irregolare Mai Visti e Altre Storie: 50opere grafiche e pittoriche realizzate da 11 autori, incentrate sulla figura umana, provenienti dall’Archivio della Città di Torino e dagli atelier dei centri diurni e delle comunità piemontesi per persone con disabilità. “Il Consiglio regionale del Piemonte rivolge grande attenzione al tema della disabilità – ha dichiarato il presidente Stefano Allasia – organizza iniziative di vario genere, rivolte anche al mondo dei giovani e alle scuole. L’arte che abbiamo occasione di ammirare in questa esposizione dimostra come la disabilità possa essere avvicinata e forse anche compresa in un modo nuovo e differente, che può coinvolgere anche coloro che di solito sono lontani da questi temi”. Le opere esposte sono state realizzate dagli artisti piemontesi: Laura Biella, Rosaria Carpino, Alberto De Luca, Enrico Depetris, Lorenzo Filardi, Primo Mazzon, Liliana Macario, Mario Panzani, Sara Randazzo, Luca Romano, Francesco Tasca. Laboratori gratuiti con gli artisti: mercoledì 11 e 18 dicembre dalle 10 alle 12, giovedì 5 e 12 dicembre dalle 15 alle 16.30, Opera Barolo – PARI, via Corte d’Appello 20/C. Iscrizioni: artenne_artenne@gmail.com www.artenne.it . La mostra è a cura delle Associazioni Artenne e Forme in Bilico, in collaborazione con Città di Torino e Opera Barolo, in partenariato con CPD – Consulta per le Persone con Difficoltà.
SESTRIERE, MOSTRA PERSONALE DI PIERFLAVIO GALLINA
TORINO, LA PINACOTECA ALBERTINA SEMPRE APERTA DURANTE LE FESTE
Dal 26 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 la Pinacoteca Albertina sarà aperta in tutti i giorni feriali e festivi , anche il primo dell’anno, dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.30).
Sarà chiusa solo il 25 dicembre. Oltre alle collezioni, saranno visitabili il nuovo allestimento dei Cartoni Gaudenziani, una collezione unica al mondo di disegni del Rinascimento, e la mostra di Paola de’ Cavero “Arte come Teatro”. Molte le attività per i bambini, con le loro famiglie: il 26 dicembre alle ore 16.00, FORME DI SCULTURA!
http://www.pinacotecalbertina.it/forme-di-scultura-speciale-natale/
Il 29 dicembre alle ore 16.00, TEATRO AD ARTE
http://www.pinacotecalbertina.it/teatro-ad-arte/