PIEMONTE ARTE: BELLINI, CHIERI FOTOGRAFIA, PRESEPI IN MONFERRATO, CAMERA, PROSPETTIVE FEMMINILI, MONCALIERI, VALLINOTTO…
Coordinamento redazionale: Angelo Mistrangelo
TORINO, PER LA MADONNA DI BELLINI 14 MILA VISITATORI
Grande successo di pubblico per la rassegna L’Ospite illustre nelle festività natalizie che si è chiusa ieri al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino facendo registrare 14 mila presenze in poco più di 15 giorni. Il capolavoro di Giovanni Bellini “Madonna di Alzano”, protagonista di questa edizione in prestito dall’Accademia Carrara di Bergamo, ha attirato turisti e cittadini al 36esimo piano del grattacielo, ottenendo il massimo risultato possibile, dati i vincoli di sicurezza e organizzativi imposti, a conferma dell’apprezzamento per le iniziative culturali organizzate da Intesa Sanpaolo e per l’apertura al pubblico dell’edificio. I visitatori hanno potuto così ammirare un’opera molto importante, per la prima volta esposta a Torino, con un allestimento creato per l’occasione in grado di integrare l’arte classica in un contesto di piena modernità come quello del grattacielo Intesa Sanpaolo. L’impegno di Intesa Sanpaolo per la vita culturale torinese troverà una grande conferma con l’apertura, tra un paio di anni, a Torino delle Gallerie d’Italia – Piazza San Carlo annunciata di recente. Il quarto museo di Intesa Sanpaolo, dopo Milano, Napoli e Vicenza, sarà dedicato in prevalenza alla fotografia. Il progetto viene presentato il 14 gennaio prossimo. Continua inoltre fino al 4 maggio la mostra su Andrea Mantegna a Palazzo Madama, di cui Intesa Sanpaolo è co-organizzatore e promotore.
CHIERI, PROGETTO FOTOGRAFICO “MANI E MANUALITA’”
CHIUSA LA 4° EDIZIONE DI “ORO INCENSO MIRRA. PRESEPI NEL MONFERRATO”
Si è conclusa il 6 gennaio la 4° edizione di “Oro incenso mirra. Presepi nel Monferrato” che dall’8 dicembre scorso ha permesso a migliaia di turisti di ammirare, oltre alle bellezze del territorio, un grandissimo numero di presepi realizzati con le tecniche e i materiali più eterogenei. La manifestazione, organizzata dall’omonima Associazione, ha visto coinvolti dieci comuni dell’Astigiano: Albugnano, Aramengo, Camerano Casasco, Castagnole delle Lanze, Castagnole Monferrato Cocconato, Grana, Monale, Montegrosso d’Asti e Schierano che in un percorso ideale tra oltre 1200 rappresentazioni della Natività hanno offerto al pubblico un coinvolgente viaggio attraverso la magia e la suggestione del Natale.
L’affluenza del pubblico a Cocconato, uno dei borghi più belli d’Italia, si è attestata intorno alle 5000 persone che durante il periodo natalizio hanno potuto ammirare gli oltre 150 presepi dislocati negli angoli più caratteristici del centro storico, il presepe animato a grandezza naturale realizzato da artisti cocconatesi lungo la scenografica via d’accesso alla chiesa parrocchiale, la mostra “Presepi d’artista” nel salone comunale e il settecentesco presepe della parrocchia di Bonvino esposto nella chiesa barocca di Santa Caterina.
“Tempo di bilanci per questa quarta edizione della nostra rassegna –dice la presidente dell’associazione Silvia Colpani- Le notizie sull’afflusso di visitatori che sono arrivate dai comuni coinvolti nell’iniziativa sono ottime. Ora però è già tempo di lavorare alla quinta edizione, con nuove proposte e nuove idee”.
CHIERI, MOSTRA “LA GRANDE BELLEZZA: IL RACCONTO DEI MITI CLASSICI TRA GLI SCAFFALI DELLA FRANCONE“.
MONCALIERI, CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE
Giovedì 9 gennaio 2020 – ore 17.30 , Biblioteca civica
Convegno “La Donna: la sola. Cyberbullismo, hate speech. Alimentazione e Violenza”
Sabato 18 gennaio 2010 – ore 21, Teatro Matteotti di Moncalieri
“Rosso indelebile”, performance e azioni teatrali per la prevenzione della violenza contro le donne
A cura dell’Associazione Artemixia e con il contributo della Città di Moncalieri
TORINO, MOSTRA “PROSPETTIVE FEMMINILI”
dal 10 al 24 Gennaio 2020
INAUGURAZIONE: 10.01.20 | H 19:30
Una mostra con opere di: Gianluigi Accomando, Francesca Casu, Carlo Galofaro, Pietro Luigi, Martina Pelorinto, Caterina Pressenda, Carola Rossi
Nella primitività le Veneri rappresentavano la madre progenitrice del mondo. Lucrezia nel De Rerum Natura riprese questa ancestrale convinzione, diede però alla figura materna un carattere erotico-sessuale, plastico ed incarnato in una nuova Venere, caricata di una nuova passionalità e visione del corpo. Lo studio della donna è sempre passato attraverso la sua rappresentazione materiale, dunque spaziale, prospettica. I punti di vista che hanno ispirato tutto ciò sono stati femministi e misogini, e hanno influenzato l’arte condizionando le prospettive future degli artisti odierni, che ritrovandosi a trattar di donna nelle loro opere si scontrano con un retaggio passato che facilmente può affossare ogni nuova riflessione. Un nuovo discorso sulla donna presuppone una rinnovata considerazione del suo corpo, che oggi non deve essere più fonte di volgarità o violenza, ma il presupposto di una rivoluzione poetica. Artisti che oggi rappresentano la donna senza preconcetti sono i veri rivoluzionari, fieri avanguardisti, che in questa mostra compiono un solo passo per l’affermazione della loro nuova prospettiva femminile.
Dario Pio Muccilli
CAMERA: PRESENTAZIONE DEL LIBRO FOTOGRAFICO DI MAURO VALLINOTTO “TORINO ‘69”
Le colonie estive Fiat, le lotte sindacali, la vita quotidiana degli anni Sessanta. La straordinaria cronaca di quell’anno, il 1969, in cui è finito un mondo e ne è iniziato un altro sono i protagonisti del libro fotografico Torino ’69 (Editori Laterza, 2019), un viaggio in un’epoca attraverso le fotografie di Mauro Vallinotto e le parole di due ‘cronisti di razza’, Ettore Boffano e Salvatore Tropea. L’incontro, in programma giovedì 9 gennaio 2020 alle ore 18.30 a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, ci porterà in “un altro pianeta urbano” diverso dalla Torino che conosciamo: tram e biciclette, case fatiscenti, valigie legate con lo spago, masse di uomini e donne che sfilano insieme in corteo, il lavoro fatto di sudore, fatica, sporco. Sono foto che ci parlano ancora. Forse perché in quei volti spossati, stanchi, logori, rivediamo i nostri padri e le nostre madri. Forse perché in quelle stanze misere, in quegli sgomberi forzati degli emigrati meridionali a Torino rivediamo la stessa condizione di chi arriva oggi da altri paesi. Forse perché ci ricordano un tempo scandito da ideali e da vivide speranze cui ora guardiamo con nostalgia. Come trasportati dalla macchina del tempo, torniamo all’ ‘autunno caldo’ in cui tutto è cominciato. Perché se il ’68 è stato un movimento elitario, di studenti e professori, nel 1969 a muoversi è l’intera società. A farne la cronaca sono due importanti giornalisti come Ettore Boffano e Salvatore Tropea, testimoni in prima fila di quella stagione (testo tratto dal libro Torino ‘69).
Intervengono
Mauro Vallinotto, Fotografo
Walter Guadagnini, Direttore CAMERA
M.A.O.: LA CUERDA SECA TRA ORIENTE E OCCIDENTE, LABORATORIO DI DECORAZIONE CERAMICA
La cuerda seca è un’antica tecnica ceramica utilizzata per la decorazione delle piastrelle (azulejos) e introdotta in Spagna dagli arabi attorno al XV secolo. Questo metodo prevede una prima stesura di cuerda seca, un impasto a base di manganese utile a delimitare i confini delle decorazioni, e una seconda stesura di smalti ceramici impastati con acqua: dopo una cottura a circa 960° si ottiene un bellissimo disegno colorato ad effetto rilievo. Partendo dalle suggestioni offerte dalle opere presenti nella galleria dei Paesi Islamici dell’Asia, i Servizi educativi del MAO propongono un laboratorio di ceramica per adulti a cura di Giada Bianchi, dell’Associazione Lineacurva. L’attività prevede un percorso alla scoperta della cuerda seca ed è costituita da un parte introduttiva teorica, che illustrerà le origini antiche di questa tecnica, e da una parte pratica di decorazione ceramica condotto dalla ceramista Giada Bianchi. Sono in programma due appuntamenti singoli della durata di 3 ore ciascuno per un massimo di 10 partecipanti ad incontro. Gli incontri comprendono: ingresso al museo, attività di laboratorio, fornitura dei materiali e cottura degli oggetti
Sabato 18 gennaio 2020 dalle 15 alle 18
Costo: ingresso agevolato al museo 4 € + 30 € per i materiali e l’attività a cura dell’esperta.
Il materiale prodotto verrà cotto e riconsegnato ai partecipanti in data da definire.
Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8
Pagamento anticipato con bonifico della quota attività pari a 30 €. In caso di mancata partecipazione, non sarà possibile ricevere rimborso.
ASTI, SPAZIO KOR: IN PRIMA NAZIONALE “REUNION PHASE”
Sabato 18 gennaio 2020 ore 21
Spazio KOR – Piazza S. Giuseppe, 14100 Asti
Il 18 gennaio 2020 alle ore 21 si terrà allo Spazio Kor, in Piazza San Giuseppe ad Asti, la prima nazionale di “Reunion Phase”, l’ultima opera di Ugo Pitozzi, direttore artistico e coreografo con significative esperienze internazionali. In scena la Cie Ouest, compagnia di danza composta interamente da artisti provenienti dal territorio piemontese, nata per la realizzazione di “Reunion Phase”, da un lungo Creative Lab tenuto da Ugo Pitozzi e da una serie di Residenze di Produzione, con l’obiettivo di diventare una realtà professionale riconosciuta in Italia ed in Europa. “Reunion Phase è un progetto artistico “transcodice e a-centrico” – dice il coreografo Ugo Pitozzi – un arcipelago e una grammatica sensoriale a mosaico e si compone di sette formati/capsule indipendenti, ma al contempo collegabili tra loro che portano lo spettatore-visitatore in più luoghi diversi della città-territorio”. Sono luoghi prettamente vocati alle rappresentazioni di danza, ma anche spazi industriali, stazioni, templi sconsacrati, alberghi, musei, ecc. In questo modo, la distanza che solitamente s’incontra a teatro tra artisti e pubblico verrà abbattuta, gli spettatori potranno così assistere ad alcuni formati, muovendosi nello spazio urbano, attraverso un percorso che offrirà diversi punti di osservazione e di coinvolgimento. Quella di Ugo Pitozzi è da sempre un’indagine profonda, che mette in discussione il movimento come scrittura del corpo, cercando di destrutturarlo, per raggiungerne la sua vera essenza, attraverso la creazione di nuovi linguaggi coreografici “perché il palcoscenico è come un giardino che fiorisce non tutto assieme e con colori diversi…”.
FONDAZIONE ARTEA, 2019 CON BILANCIO POSITIVO
“Il 2019 è stato per la Fondazione Artea un anno di crescita e di conferme, segno che stiamo lavorando nella giusta direzione e che il livello dell’attività e dei progetti culturali è di assoluta qualità. La programmazione delle iniziative, anche grazie a partnership strategiche con le più importanti istituzioni culturali piemontesi, è aumentata e si è consolidata l’attenzione da parte del pubblico e il riconoscimento del valore delle nostre azioni da parte dell’intero sistema culturale. Significativo anche il ruolo che Artea sta svolgendo quale soggetto tecnico qualificato a supporto delle amministrazioni locali nello sviluppo di interventi strategici sul medio – lungo periodo per il recupero e la valorizzazione di alcuni beni storico artistici. Siamo sulla strada giusta e sono convinto che nei prossimi anni si possa e si debba crescere ulteriormente così da contribuire allo sviluppo culturale di un territorio che merita di essere valorizzato”. Sono queste le parole del Presidente della Fondazione Artea, Marco Galateri di Genola, nell’esprimere la sua soddisfazione per i risultati raggiunti negli ultimi dodici mesi di attività.
RIVOLI, MOSTRA “QUAL PIUMA AL VENTO. DANIELA BALDO”
10 gennaio – 2 febbraio 2020
Inaugurazione venerdì 10 gennaio ore 18.00
‘Assessorato alla Cultura del Comune di Rivoli propone, nell’ambito dell’attività espositiva della Casa del Conte Verde, la mostra di pittura “Qual piuma al vento”, dell’artista Daniela Baldo.
Saranno presenti opere di matrice neo-informale appartenenti alla produzione degli ultimi cinque anni. Nella lettura delle opere si potrà percepire chiaramente la valenza degli eventi che ne hanno influenzato la produzione, infatti il carattere intimistico che emerge dalle pitture esposte rappresenta una narrazione vera e propria della vita dell’autrice. La ricerca dell’espressività attraverso la forma, sia essa statica o in movimento, condurrà il visitatore attento attraverso emozioni di diversa natura coinvolgendolo emotivamente. La mostra verrà presentata dal giornalista Giorgio Brezzo; l’inaugurazione sarà corredata di un catalogo contenente una accurata analisi stilistica redatta dallo storico e critico d’arte recentemente scomparso Paolo Nesta. “…La ricerca di valori spaziali, che denuncia la loro dimensione tutta interiore, si scompone tra deliberati effetti costruiti secondo le regole percettive di figura e sfondo, ma anche sulla loro inaspettata inversione, come dichiarato segno di una inquieta e talvolta tormentata instabilità. Se al nero è affidato il compito di dare origine a cavità profonde, in certi casi i chiarori ad esso contrapposti non sono privi di richiami ad indistinte valenze corporee ed addirittura, in qualche caso, di materialità ossee. In più, dalle sue cupe profondità sovente si dipartono tracce di percorsi grafici in accelerazione, con il loro procedere zigzagante verso la periferia della composizione…”
Casa del Conte Verde
Via F.lli Piol 8, Rivoli (TO)
Mostra realizzata dalla Città di Rivoli
Orari
da martedì a venerdì 16 – 19
sabato e domenica 10 – 13 / 16 – 19
lunedì chiuso
Info
Casa del Conte Verde: www.comune.rivoli.to.it – Tel. 011 956 30 20
RITTANA, PRESENTAZIONE LIBRO SU DUCCIO GALIMBERTI
MOSTRA DI OM BOSSER: “IL DESIDERIO DI ESSERE INUTILE, OMAGGIO A UGO PRATT”
Opening: sabato 11 gennaio 2020, dalle ore 18
Data chiusura: 29 febbraio 2020
Torino, Libreria Feltrinelli, Piazza Castello 19, 10123
Orario apertura: Lunedì/sabato 9,30-19,30 – Domenica 10/12,30 – 15,30/19,30
Ingresso Libero
In questa personale alla Libreria Feltrinelli di Torino, Om Bosser presenterà una serie di lavori del ciclo Hikikomori (coloro che vivono rintanati in casa), ed altri lavori precedenti appositamente scelti dall’Artista . Come scriveva Franco Torriani, il critico storico di Bosser, nel catalogo della mostra “Opere al Nero”: “….Usata in dosi minimali, in questi lavori, è la capacità di mettere insieme quanto non sembra legato da alcuna correlazione logica: immagini, testi in prosa, frasi enigmatiche – i titoli delle opere stesse – i richiami letterari e musicali. Insomma, un modello che rimanda alla Beat Generation, alla sua pratica sviluppatasi circa mezzo secolo fa di usare vari codici con una tecnica da effetti speciali…… Del resto, quanto riferito alla Beat Generation e al suo “sistema di comunicazione” anima una parte non trascurabile della comunicazione degli ultimi decenni.
Esiste un filo, con fonti diverse, che pervade come una traccia sotterranea il percorso di Bosser. I riferimenti compositivi che spesso si combinano nelle sue opere, erotici, letterari, mistici, hanno anche un richiamo a tradizioni che, perdendosi nella notte della storia, e nel suo buio, mettono insieme un’attenzione alla realtà del momento (Hikikomori) vissuto con l’ansia di andare oltre a quello che, sensorialmente, si ha la sensazione di provare qui e adesso……”
Come scrive Bosser: “ sin dall’inizio della mia attività artistica (1966) ho cercato delle tecniche pittoriche che potessi considerare mie, così operando ho usato e poi rielaborato tutte le tecniche normalmente in uso. Da subito, ho abbandonato l’olio a favore degli acrilici, poi ho abbandonato gli acrilici per gli smalti sintetici; abbandonando nel contempo le superfici abituali per usare prima superfici come il travertino, oppure conglomerati di legno, per passare poi a superfici trasparenti come il vetro, il plexiglass, il perspex, le tele emulsionate… Nel contempo ho praticato una ricerca paranoide di tutte le tecniche antiche di disegno e incisione. Negli anni 1965/1980 ho intagliato centinaia di tavole di legno di Bosso per la xilografia di cui ne stampai una trentina. Ho reinventato il “monotipo” con la tecnica dei disegni ad olio su carta, ho usato l’acquaforte e l’acquatinta, ho sperimentato la litografia il cui risultato finale sono i lavori (400 fogli con due soggetti di base, ognuno rielaborato manualmente) del ciclo”Il Dilemma del Porcospino”. In un monastero Zen in Francia, ho rielaborato una tecnica di disegno privilegio di pochi monaci del 1300, con cui ho prodotto i lavori – dopo averli riprodotti su tela e colorati con acrilici Liquitex – che potrete vedere in questa mostra.