LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

Ermanno Wolf Ferrari (1876-1948)

Idillio Concertino, Suite Concertino, Serenata

Solisti: Julien Thaunand (oboe) , Valentino Zucchiati

Nuova Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni” diretta da Massimo Belli

etichetta Brilliant Classic 95875, edizione gennaio 2019

durata ca. 55′

Ermanno Wolf Ferrari

Nato a Venezia con il nome di Ermanno Wolf da padre tedesco e madre italiana, aggiunse al proprio nome quello materno Ferrari nel 1895. Studiò musica fin dalla prima infanzia, anche se la musica non era nel suointeresse esclusivo (da bambino desiderava diventare pittore come il padre il fratello  Theodor). La sua formazione si sviluppò tra Venezia e Monaco di Baviera , prendendp coscienza del suo destino di compositore. Conobbe Boito e Verdi. Dopo lo insuccesso di  Cenerentola, ritornò a Monaco. Autore di tredici opera di cui ben quattro su libretto di lavori da Goldoni, il cui teatro accompagnò per trent’anni il compositore, nonchè di musica corale, pianistica, cameristica e sinfonica. Attivo anche come direttore d’orchestra: tra l’altro diresse La forza del destino al Teatro Coccia di Novara. Direttore del Liceo Musicale “B. Marcello” di Venezia (1903-09), nel 1911/12 visitò gli Stati Uniti, docente di composizione al Mozarteum di Salisburgo. Negli ultimi anni privilegiò la musica strumentale. Nella musica di Wolf Ferrari non si avverte traccia dei grandi rinnovamenti della cosiddetta “Seconda Scuola di Vienna”, emerge, piuttosto uno spontaneo senso di cantabilità e trasparenza. Negli anni giovanili patì della sua doppia identità artistica che venne a trovarsi in bilico tra due culture,, italiana e tedesca sia per ragioni di nascita, sia per motivi di studi e di formazione. Dotato di consapevolezza storica, non imitò mai Mozart, il suo modello in cui vedeva il traguardo dello Zeitklose  ossia l’essere fuori dalla dimensione del tempo. Una sorta di faro luminoso che lo guidò per tutta la vita. La scrittura è novecentesca con repentini sbalzi di centro tonale, simili a quelli del verismo italiano e a quelli praticati in Austria e Germania.. Il prmo conflitto mondiale, segnò in Wolf Ferrari una profonda crisi che lo ridusse al silenzio per un decennio. Lontano dalle dispute accademiche, votato alla ricerca dell’assoluto, in definitiva fu un solitario, ma a tutti gli effetti italiano, appartenente a un confine dove confluirono diverse culture. I presenti lavori del CD (1933, 1947) si indirizzano liberamente a modelli popolareschi o anticheggianti, restano delusi coloro che vi ricercno ammodernamenti stilistici leggeri o dissonanze. Risaltano, invece, la maestria di orchestrazione e la capacità  di mettere in rilievo l’elemento cantabile. La Nuova Orchestra da Camera “Busoni” nata nel 1965 con il semplice nome di Busoni ad opera di Aldo Belli, e qui diretta dal figlio Massimo, ben consapevole dell’ingannevole semplicità di queste pagine, privilegia il sentimento senza falsi pudori. Ottimi i due solisti.  Qualità di registrazione  buona, grafica accattivante. Peccato di alcuni refusi nelle note di accompagnamento firmate da David Moncur.o