LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
MONTEUX: COMPLETE RECORDINGS DECCA
Beethoven, sinfonie (integrale), Egmont, Fidelio, Re Stefano (ouvertures) Schubert, Sinfonia n. 8 ((Incompiuta).Rosamunde regina di Cipro (musiche di scena); Brahms, Sinfonia n. 2, Haydn Variationen op. 56a, Ouverture Accademica; Mendelssohn-Bartholdy; Un sogno di una notte di mezza estate (musiche di scena); Berlioz, Sinfonia Fantastica op.14; Rimskij-Korsakov, Shéhèrazade (suite sinfonica); Haydn .F.J., Sinfonie n.91 e n. 101 (L’Orologio); Cajkovskij, Il lago dei cigni, La bella addormentata del bosco (suites dai balletti); Stravinskij, Le sacre du printemps, L’oiseau de feu, Petroushka (balletti); Debussy, Prélude à l’aprés midi d’une faune, Raphsodie espagnole, Pavena pour une infante défunte, Bolero, Ma mère l’Oye, La Valse; Sibelius, Sinfonia n. 2; Elgar Enigma Variations; Bach J.S., Suite n. 2 BWV 1067; Gluck, Danza degli spiriti beati (da Orfeo ed Euridice);
Orchestra Concertgebouw Amsterdam, London Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica di Vienna, Orchestre Societè Concerts Conservatoire de Paris, Royal Philharmonic Orchestra
etichetta: Decca 4894 7117 (box 24 CD)
registrazioni dal 1953 al 1964
edito marzo 2020
Il francese Pierre Monteux (1875-1964) è annoverato tra i maggiori direttori d’orchestra del Novecento. La sua figura resta legata ad alcuni importanti eventi tra cui la prima assoluta de Le sacre du printemps.L’oiseau de feu, Petroushka di Stravinskij per i celebri Ballets Russes di Djaghilev (Parigi) della cui orchestra fu direttore musicale a partire dal 1910. Le Sacre fu un autentico scandalo con vere e proprie rissa tra conservatori e i sostenitori della modernità con lancio di oggetti anche sul palcoscenico. Per la celebre compagnia di Djahilev diresse anche due nuovi balletti Prélude à l’aprés midi d’une faune di Debussy e Daphins et Chloé di Ravel. Nato a Parigi,, Monteux iniziò a studiare violino, entrando al Conservatorio di Parigi all’età di otto anni dove ebbe tra i compagni di corso future leggende del violino quali Enescu, Kreisler e Thibaud. Passò presto alla viola nelle file dell’Orchestre Comique dove si trovò come violista alla prima rappresentazione (1902) di Pelléas et Mélisande di Debussy. Dopo la guerra andò negli Stati Uniti dove venne messo sotto contratto dal Metropolitan Opera di New York per il repertorio francese. Diventato nel 1919 direttore principale della Boston Symphony, facendola diventare rapidamente una delle formazioni più apprezzate del mondo.Diresse con regolarità in Europa come direttore ospite ad Amsterdam, Vienna, Londra. L’ultimo conerto italiano di Monteux risale all’aprile 1964 alla guida dell’ Orchestra Sinfonica di Milano della RAI. Monteux ha lasciato una vasta discografia per le etichette Sony, Rca e Decca. Quest’ultima ha rimasterizzato in un sontuoso box tutte le registrazioni effettuate per questa etichetta. Decano venerato dalle orchestre e dal pubblico, dotato di tecnica prodigiosa, ammirato da Toscanini che gli affidò i primi concerti della neonata NBC Orchestra, lascia ammirati per bellezza crristallina di suono, fraseggio vellutato, vigore elastico del ritmo e sensibilità coloristica tutta francese. Difficile una scelta in questo bendidio discografico: l’aristocratico alleggerimento di Beethoven, in antitesi alla tradizione tedesca, l’aereo ardore di Mendelssohn, la cantabilità di Brahms alla cui presenza suonò gioanissimo la viola, la mobilità eccezionale impressa a Berlioz nello stacco dei tempi.
KERTESZ: THE VIENNA RECORDINGS DECCA
Mozart, Sinfonie K. 183, K.201 , K, 319, K. 385, K. 425, K. 543, K. 550, Serenata K. 525, Marcia K. 408, La clemenza di Tito (opera completa), Ouverture da opere (integrale); Schubert, Sinfonie (integrale), Ouverture in stile italiano; Brahms, Sinfonie (integrale), Haydn Variationen op. 56a; Dvorak, Sinfonia n.9 op. 95 (Dal Nuovo Mondo)
Orchestra Filarmonica di Vienna
etichetta: Decca 483 34710 (box 20 CD)
registrazioni tra il 1962 e il 1973
edizione febbraio 2020
Istvan Kertesz (1929-1973) appartiene alla grande tradizione direttoriale ungherese che ha nei nomi di Nikitsch, Somogyi, Ferencsik, Reiner, Solti e Dohnanyi gli esponenti più prestigiosi. Nato a Szécsény da una familia eberea, a nove rimase orfano di padre, si formò sotto la guida della madre Margit Muresian, donna energica e di ampia cultura, Iniziò le lezioni di violino a sei anni, e a dodici quelle di pianoforte. Con l’invasione tedesca dell’Ungheria, la famiglia Kertesz si nascose, scoperta fu deportata ad Auschwitz (1943) dove gran parte dei parenti non sopravvisse all’Olocausto. Dopo la guerra si diplomò con lode all’Accademia Musicale di Budapest dove studiò composizione con Kodaly, Wiener e Kokai. Allievo di Somogyi e Ferencsik per la direzione d’orchestra. Diresse l’Opera di Gyor (1953-55) e quella dell’Opera di Budapest (1956). Dopo la rivoluzione d’ Ungheria, nel ’56 abbandonò il proprio paese. La fortuna arrise a Kertesz che venne ingaggiato cpme direttore ospite dell’Opera di Amburgo, dando così iinizio a un’attività intensa nei teatri tedeschi dove si affermò come direttore di Mozart, Verdi, Brahms e R. Strauss. Invitato al festival di di Salibrugo (1961-62), sigillò così la propria reputazione internazionale. Diresse le Filarmoniche di Vienna, Berlino,, San Francisco Symphony, Philadelphia Orchestra .Prolifico fu il rapporto con la Israel Philharmonic, durato undici anni, con la proposta di ben 378 autori. Il 16 aprile 1973 annegò mentre nuotava nel Mediterraneo a Herziljva nei pressi di Tel Aviv. Il dovizioso cofanetto, contenente le registrazioni effettuate con la Filarmonica di Vienna, propone un’ampia sequenza di sinfonie di Mozart, interpretate in un’ottica di rottura con la tradzione austro-tedesca (Walter, Bohm). Un Mozart all’insegna della leggerezza, fraseggi netti, essenziali, trasparenza del tessuot e dinamihe vivissime, mai indugiate, Rifiuta ogni compassato paludamento di matrice romantica, Insomma, un Mozart osservato con atteggiamento moderoi nel contesto dell’interpretazione della seconda metà del Novecento. Stringente è Brahms che dipana gemme nei violoncelli, nelle conversazioni dei fiati rotondi nei suoni densi e mai frastornati. La celebre sinfonia di Dvorak Dal Nuovo Mondo è delineata con attegiamento antiretorico , ma lanciata in una sorta di ebberezza esausta della danza slava, La già notevole qualità originale delle registrazioni nel restauro della rimarestizzazione raggiunge livelli di elevata qualità.