Coronavirus, fase 2: ecco la app per tracciare il contagio

Si chiama IMMUNI e impareremo a capirne presto l’estrema importanza. E’ la app italiana per il tracciamento del contagio da coronavirus, scelta tra le molte che il mercato ha offerto al Governo durante la prima fase dell’emergenza. Il commissario Arcuri ha stipulato il contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software e di appalto del servizio gratuito. Il sistema sarà a breve testato in alcune regioni e poi si estenderà a tutta Italia. Le regole di base europee sono l’anonimato, sì al bluetooth, no alla geolocalizzazione e volontarietà. Naturalmente, funzionerà se ci sarà una adesione massiccia dei cittadini. La società che ha realizzato la app l’ha concessa in modo gratuito e perpetuo. Fondamentale il bluetooth che deve “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19. “I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” perché questo “creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.

Presto ne sapremo di più.