LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

Cajkovskij , Trio in la minore op. 50; Rachmaninov, Trio élegiaque n. 1 Franco Mezzena (violino), Sergio Patria (violoncello), Elena Ballario (pianoforte)

etichetta Dynamic CDS 7825 (CD); durata 1h.5′.08″

Nel maggio 1821 il quarantacinquenne pianista, compositore e diretore d’orchestra Nikolaj Grigorevic Rubinstejn, fondatore del Conservatorio di Mosca, è in viaggio verso la Costa Azzurra. Minato dalla tubercolosi, spera di trovare sollievo nel temperato clima di Nizza dove l’attende l’amico Cajkovskij. Le condizioni fisiche di Nikolaj  si aggravano e impongono una fermata a Parigi, dove viene  visitato dal celebre dottore Potin che non gli lascia speranza. Rubinstejn, noto per il suo raffinato estetismo, trova un modo assai chic per congedarsi dalla scena: nonostante le condizioni critiche pretende di mangiare delle ostriche e tre ore dopo spira. Cajkvskij si precipita a Pargi per rendere omaggio alla salma. Ai funerali è presente tutta la Parigi musicale che conta. Un’altra breve cerimonia ha luogo alla Gare du Nord dove la salma viene caricata su un treno  diretto a Mosca. Cajkovskij è sconvolto e riflette sull’insolubile problema della morte. Non sempre i rapporti con Rubinstejn furono idilliaci,  raggiungendo la rottura in occasione della nascita del Primo concerto per pianoforte: Non aveva alcun valore, ineseguibile, con episodi dai tratti banali e triviali; in una parola da buttare o da riscrivere di sana pianta. Dopo questo spiacevole episodio, nonostante, diresse la prima esecuzione (21 dicembe 1875) con alla tastiera Sergej Taneev. Ben presto si affaccia nella mente di Cajkovskij l’intenzione di comporre un omaggio all’amico scomparso e tra il dicembre 1881 e il gennaio 1882 a Roma, durante uno dei suoi tradizionali inverni trascorsi in Italia porta a termine il Trio in la minore op. 50, la cui prima esecuzione avrà luogo a Mosca (marzo 1882) in un concerto privato in occasione del primo anniversario della scomparsa di Rubinstejn, E’ curioso che Cajkovskij   abbia scelto di scrivere un Trio, tipo di composizione che detestava perchè non riusciva a tollerare la sovrappozione del pianofore agli strumenti ad arco. Scriveva così alla sua mecenate Nadezda von Meck : Per me i timbri di questi strumenti si combattono ed è per me una vera tortura ascoltare un Trio. L’op. 50 è articolata in soli due  monumenti di dimensioni assai ampie: un pezzo elegiaco (Moderato assai, Allegro giusto e un Tema con Variazioni . In realtà la dodicesima e ultima variazione Coda, Allegro risoluto e con fuoco, Andante con moto, Lugubre, costruita in forma-sonata, ha una durata  e una complessità di scrittura molto maggiore alle altre, venendo a svolgere quasi una funzione di terzo movimento. Il pezzo elegiaco, è una pagina debordante di malinconia, forse uno dei vertici dell’intera produzione di Cajokovskij, dove lo splendido tema principale, enunciato dal violoncelllo, tornerà a farsi sentire alla conlusione del Trio Il Trio élegiaque n. 1 venne scritto a Mosca, dal 18 al 21 gennaio 1892 da un Rachmaninov  diciannovenne . Il lavoro riscontrò subito consensi immediati, ma non venne  pubblicato. Il manoscritto della partitura, creduto perduto per oltre un cinquantennio, era stato conservato da A.M. Slovov, un amico del compositore e, dopo la sua morte, consegnato dagli eredi al Museo Statale Centrale di Cultura Musicale (oggi Museo Nazionale Russo di Musica). Il Trio è privo di numero d’opus   e venne pubblicato per la prima volta nel 1947.  Esso  è articolato  in un unico movimento nella classica forma -sonata. L’esposizione è costituita da docici episodi che vengono replicati in modo simmetrico. Il tema elegiaco è presentato per la prima volta in Lento lugubre  dal pianoforte, per poi passare al violino e al violoncello con continue variazioni per terminare con una Marcia funebre,  Qui la scrittura pianistica è all’insegna del virtuosismo dove Rachmaninov dimostra di possedere un ampio spettro di sonorità diverse. L’accoppiata del disco non è casuale in quanto esiste un legame tra il Trio di Cajkovskij e quello giovanile di Rachmaninov, composto dieci anni dopo,  esplicito già nel titolo che rievoca il primo movimento dell’op. 50, nell’indicazione di esordio Lento lugubre la quale richiama la Coda  del movimento finale e allo stesso carattere della conclusione(Alla Marcia finale). Rachmaninov così si pone in sintonia con Cajkovskij per linguaggio ed atmosfera espressiva. Il Trio Mezzena-Patria-Ballario (foto), nato nel 2015 ha già raggiunto una caratura internazionale, protagonista delle integrali dei Trii di Wolf Ferrari, Schubert e Brahms, s’impone per equilibrio concertante   pressocchè perfetto dove si avverte un palese piacere di far musica insteme, abbinato al raro dono di sapersi ascoltare. Un’esecuzione fresca, ma ance di spiccata vivacità dialogica, segno tangibile di un elevato grado di affiatamento raggiunto da questi docenti e concertisti assai noti. Si possono ascoltare alcuni file del presente disco sul sito https://open.spotify.com>artists.