PASSIONE FUMETTI: Martin Mystère, il Detective dell’Impossibile ieri e oggi
Con “L’uomo che morì due volte” si è conclusa la pubblicazione delle Nuove Avventure a Colori di Martin Mystère, seconda serie (non stagione, come ci tiene a precisare Alfredo Castelli nell’editoriale del primo numero) che, pur ricollegandosi nelle tavole iniziali alla conclusione della prima, si presenta come un moderno remake delle primissime avventure del Detective dell’Impossibile. Martin Mystère, creato nel 1982 da Alfredo Castelli, e da allora pubblicato ininterrottamente dalla Sergio Bonelli Editore – mensilmente fino al giugno 2005, poi bimestralmente – è uno dei personaggi a fumetti editorialmente più innovativi del fumetto italiano, in particolare per le tematiche delle sue avventure, la sua aderenza alla realtà e la capacità di uscire dagli stretti ambiti del mondo del fumetto.
Tra misteri e realtà
Martin Mystère nasce in contemporanea con Indiana Jones (badate bene: in contemporanea, non ispirato da) e le sue avventure sono da sempre strettamente legate al mondo del mistero, come suggerisce il nome stesso del protagonista. Tuttavia si tratta di un personaggio estremamente ancorato alla nostra realtà, realizzato con un’attenzione scrupolosa a quanto succede nel mondo e una verosimiglianza scientifica che rende le sue storie credibili, senza rinunciare al gusto per la meraviglia, né a quello per l’avventura, caratteristica tipica della tradizione dei fumetti Bonelli.
Avventure che vive in contemporanea con noi, tant’è che nell’albo in edicola dal 10 aprile 2020, “Come Kaspar Hauser”, vediamo Martin Mystère chiuso in casa in attesa che l’epidemia si arresti.
Martin Mystère – Le nuove avventure a colori seconda serie
La seconda serie delle Nuove avventure a colori di Martin Mystère è composta di sette albi nel nuovo formato Bonelli di 64 pagine (tranne il primo, di 80 pagine). Rispetto alla prima serie (12 numeri di 96 pagine) cambia il formato, mentre rimane lo stile grafico estremamente pulito: una linea chiara, quasi da cartoon, che si completa con gli accattivanti colori di Daniele Rudoni e collaboratori. Certamente il formato più grande fa sì che l’impatto visivo sia ancora più gradevole; disegni e colori non tradiscono l’esigenza di modernità che vuole caratterizzare questo “nuovo” Martin Mystère mentre, a mio parere, va in senso contrario la scelta della cornice in copertina, che sacrifica parecchio il lavoro del bravissimo Lucio Filippucci (sempre colorato da Daniele Rudoni).
A scrivere la seconda serie delle Nuove Avventure a Colori ritroviamo il collettivo de “I Mysteriani”, guidato da Giovanni Gualdoni e composto da Andrea Artusi, Diego Cajelli, Ivo Lombardo, Enrico Lotti e Andrea Voglino, già autori della prima, a cui si deve aggiungere il fondamentale contributo di Alfredo Castelli. Infatti, mentre la prima serie aveva ricreato su nuove basi l’universo di Martin Mystère, con una sequenza di storie in stretta continuity, ricche di eventi, personaggi e colpi di scena, questa seconda serie ci riporta al mondo che già conosciamo. Un “Ritorno alle origini”, come cita il titolo del primo albo, in cui rivediamo in chiave attualizzata, con un ritmo più veloce e dialoghi molto più snelli, alcuni fondamentali episodi del primo Detective dell’Impossibile.
Ritorno alle origini è un remake della prima avventura: Gli uomini in nero (aprile 1982), tra Azzorre e Grecia, mentre il successivo Guerra nella preistoria si rifà agli episodi de La città delle ombre diafane e Le creature dell’abisso (agosto e settembre 1983) in cui Martin e Java tornano in Mongolia nella città degli uomini di Neanderthal. Segue New York rosso sangue in cui Martin Mystère viene coinvolto dall’Ispettore Travis nella caccia ad un misterioso serial killer, raccontata a suo tempo in Un vampiro a New York e Maledizione (aprile e maggio 1983).
Il naufrago del tempo riprende l’avventura de L’uomo che scoprì l’Europa in cui Martin e Java andranno alla scoperta del segreto de La fonte della giovinezza (albi di ottobre e novembre 1982), questa volta senza l’aiuto dell’amico Vincent Von Hansen. Personaggio assente anche nell’albo successivo: Il segreto dei Mamuthones, remake dell’episodio raccontato ne Il mistero del nuraghe (gennaio 1985) in cui compaiono però le inquietanti figure del folklore sardo, assenti nell’avventura originaria.
Frankenstein 2020 aggiorna quanto a suo tempo raccontato in Frankenstein 1986 (agosto 1986), anche se in copertina compare l’Incredibile Hulk. Conclude la serie l’albo L’uomo che morì due volte remake dell’avventura a suo tempo narrata ne Il triangolo delle Bermude e Il segreto del “Lusitania” (dicembre 1982 e gennaio 1983); ma qui il mistero ha una diversa spiegazione, mentre nel finale viene svelato il mistero che lega le due serie delle Nuove avventure a colori.
Martin Mystère ieri e oggi
Ho letto questa seconda serie tutto d’un fiato e l’ho trovata piacevole e godibile. Entusiasmante? No. Ho iniziato a leggere Martin Mystère negli anni ’80 e confesso che rileggere le stesse avventure di allora è, ancora oggi, tutta un’altra emozione. C’è molta soggettività in questa affermazione, certamente, ma ritengo che valga per la maggior parte dei vecchi lettori. Stiamo parlando di un’epoca (quasi 40 anni fa) in cui il mistero e l’impossibile avevano un sapore e un fascino che oggi l’accesso istantaneo a qualsiasi informazione ha quasi sopito.
Nelle prime avventure di Martin Mystère lo vedevamo spesso andare a rovistare in biblioteche e archivi, recarsi nei posti più disparati a cercare informazioni, a vedere e indagare di persona. Il Detective dell’Impossibile faceva questo per noi, e ci portava con lui. A volte ci regalava dei mini dizionari dell’impossibile (allegati ai primi Speciali), e costantemente ci riempiva di notizie, curiosità e spiegazioni, nei suoi lunghissimi dialoghi, caratteristica fondamentale del personaggio.
Lo fa ancora oggi – se pure con più difficoltà rispetto al passato – nella serie bimestrale de “I grandi enigmi di Martin Mystère Detective dell’Impossibile”, di cui ho molto apprezzato l’albo attualmente in edicola “Come Kaspar Hauser” di Mirko Perniola e Giovanni Nisi. Mistero, atmosfera, bei dialoghi e le giuste dosi di azione e thriller che contribuiscono a rendere avvincente la narrazione, senza uscire dallo stile del personaggio.
Se la prima serie de Le nuove avventure a colori di Martin Mystère poteva essere un modo per dare una svolta importante al personaggio, ricreandolo in chiave moderna, con nuovi ritmi, nuovi personaggi e con uno stile più accattivante, sia per i vecchi, sia per i potenziali nuovi lettori, ritengo che il pubblico ideale di questa seconda serie siano soprattutto nuovi giovani lettori, attratti dal colore, dai disegni in stile cartoon e dalla velocità degli eventi, tipica del moderno cinema d’azione. In ogni caso non si può non apprezzare la capacità del nostro Detective dell’Impossibile – ma soprattutto del suo creatore Alfredo Castelli – di affrontare sempre nuove sfide contribuendo in modo significativo a quell’Universo Bonelli (sempre più Multiverso) che da quasi quarant’anni lo vede tra i protagonisti principali e più attivi.
In questo articolo ho parlato di:
Martin Mystère – Le nuove avventure a colori
composta di 12 albi in edicola mensilmente da novembre 2016 a ottobre 2017
Martin Mystère – Le nuove avventure a colori (seconda serie)
composta di 7 albi in edicola mensilmente da ottobre 2019 ad aprile 2019
I grandi enigmi di Martin Mystère Detective dell’Impossibile
n. 368 “Come Kaspar Hauser”
bimestrale in edicola ad aprile e maggio 2020
immagini © Sergio Bonelli Editore