LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

Federico Cavalli, mecenate di Francesco

Francesco Cavalli (1602-1676)

IL GIASONE, opera in un prologo  e tre atti su libretto di Giacinto Andrea Cicognini

prima rappresentazione: Venezia, Teatro di San Cassiano, 5 gennaio 1649

personaggi e interpreti: Valer Sabadus (Giasone), Kristine Hammarstrom (Medea), Kristina Michtarrryan (Isifile), Raul Gimenez (Egeo), Willard White (Oreste e Giove), Dominique Visse (Delfa ed Eolo), Mariana Flores (Alinda), Mary Fermineor (Amore)

Capella Mediterranea diretta da Leonardo Garcia Alarcon; regia Serena Sinigaglia

etichetta Alpha 718 (2 dvd); registrazione: Ginevra, gennaio 2017; pubblicazione febbraio 2020; durata 3h.10′

Francesco Cavalli, nato a Crema nella Repubblica di Venezia, il suo vero cognome era Caletti. Suo padre Giovanni Battista, detto “il Bruno” era maestro di cappella presso il Duomo di Crema. Il cognome Cavalli gli fu concesso dal suo protettore, il nobile veneziano Federico Cavalli (foto) che ,congedatosi da governatore di Crema nel 1616,  fece ritorno a Venezia, conducendo con sè il giovne Francesco la cui disposizione per la musica aveva suscitato il suo interessamento. Francesco sviluppò la carriera artistica in prevalenza a Venezia dove diciottenne assunse l’incarico di secondo organista presso la basilica dei Ss. Giovanni e Paolo. Ebbe nuovi compiti come cantore (tenore) a San Marco col nome di Francesco Caletto e, indi, secondo organista della stessa cappella. Nel 1630 sposò a Venezia la vedova Maria Sozomeno. Il suo salario raggiunse i duecento ducati, somma considerevole per l’epoca. Infine, dapprima primo oragnista della basilica di San Marco e poi maestro titolare della cappella dogale, ruolo che occupò fino alla morte. Cavalli iniziò a comporre per il teatro nel 1639 che non conobbe soste per ben trentadue anni. Venezia, all’epoca, era in grado di offrire una grande varietĂ  di rappresentazioni d’opera in competizione fra di loro: erano attivi ben cinque teatri per i quali  Cavalli riuscì a scrivere cinque opere ogni anno. Il cardinale Giulio Mazzarino lo chiamò a Parigi in occasione del matrimonio di Luigi XIV° con Maria Teresa d’Asburgo per cui compose Xerses, 22 novenbre 1660. Alla fine del 1669 cessò di scrivere per le scene, dedicandosi alla revisione di una notevole mole di composizioni su testo sacro e pubblicate in due importanti raccolte. Il primo grande successo di Cavalli fu Il Giasone, che godette dopo della prima al Teatro di San Cassiano (primo teatro pubblico in Europa con pubblico pagante,), di numerose recite nei maggiori teatri italiani. Il pubblico reclamava sempre novitĂ  in un un contesto ricco di mutmenti di gusto e di stile nell’ambito della storia del melodramma. La trama del libretto è subito comprensibile senza mediazioni. La vicenda si sviluppa per accumulazione, sembra di trovarsi di fronte a una sequela di trame parallele che si congiungono al terzo atto. In un’epoca in cui il recitativo era l’architrave dei melodrammi veneziani, la novitĂ  del libretto resiede nel presentare i personaggi al loro primo apparire in scena il carattere individuale con un’aria che di volta in volta toccava il sensuale, il tragico, il comico e l’esplosivo. La commistione tra comico e tragico ha un elemento fondante e costitutivo nella trama. Giasone non solo è l’emblema dell’aspetto antieroico, ma costituisce un eroe “effeminato”, quindi non un ruolo mitologico e poi storico che non si occupa di grandi imprese militari, bensì in preda agli affetti amorosi. Nel Seicento il termine “effeminato” intendeva piuttosto un uomo in predba delle passioni, un personaggio in cui la vis eroica era messa in ombra dalla vis erotica, Insomma, se ne infischiava dell’onore militare per seguire le tracce dei suoi amori. La storia dell’opera è quella del mitico Giasone che ritarda la sua missione con Ercole nella Colchide pe conquistare il Vello d’Oro. La ragione? E’innamorato di una donna misteriosa che si rivelerĂ  essere, poi, Medea stanca del suo amato marito. Da Egeo ha avuto due gemelli, mentre Amore lo vorebbe sposo di Isifile, madre di altri due gemelli. Sulle loro tracce si mettono sia Egeo che Isifile, quest’uultima imparentata con Giove. che scatena una tempesta: la coppia viena salvata da Amore il quale promette che Giasone tornerĂ  al talamo di Isifile la quale si mostra riottosa, minacciando i fuggitivi sulla foce del fiume Ibero. Medea, protetta da Apollo, invita Giasone a uccidere Isifile Per erroe, però, la stessa Medea vine gettata a mare. La salverĂ  l’ex Egeo che si riguadegnerĂ  il suo amore, venendo, nel contempo istigato a uccidere Giasone perchè traditore: Costui viene salvato da Isifile. Infine, con la benedizione di Amore, si congiungono le coppie Giasone-Isifile e Medea-Egeo. Nel primo atto sono presenti alcuni momenti davvero indimenticabili come l’aria d’ingresso di Medea “Se il dardo pungente…” in tempo di passacglia che nel’opera veneziana era per antonomasia la raffigurazione del dualismo Amore-Morte; l’invocazione delle potenze infernali nella cosidetta Stanza degli incanti formulata dalla regina di Colco, pagina celebre del teatro musicale italiano del Seicento; ancora Medea con l’aria “Dell’antro magico, stridenti cardini…” che fa pensare al coro dell’Orfeo ed Euridice di Gluck .Nel secondo atto troviamo il lamento di Isifile “Speranze fuggite”, una delle arie piĂą innovative del Giasone: si tratta di un’aria col da-capo, novitĂ  pressocchè assoluta all’epoca. se pensiamo che si affermerĂ in modo definitivo all’inizio del Settecento. Inoltre, l’idillio Giasone-Medea “Sotto il tremulo ciel”, un duetto amoroso in cui emerge ancora una volta la grande sensualitĂ  che Cavalli riesce a sottolineare nelle scene amorose. Nel corso del terzo atto si registra ll memorabile lamento di Isifile “Infelice che ascolto…”.  Il Giasone, oltre ad essere un capolavoro fuori discussione è il primo esempio di opera “moderna”, Un titolo assolutamente da conoscere; un approccio indispensabile per gli appassionati del melodramma. Il direttore argentino Leonardo Garcia Alarcon, con la sua Capella Mediterranea,molto attiva in Europa, offre una lettura entusiasmante, attenta alle sfumature drammaturgiche, che creano suggestioni e fedele alla lettera e  allo spirito di Cavalli. Ecellente il cast vocale che dimostra di essere in possesso e informato  sulla voclalitĂ  barocca tutta giocata sul chiaroscuro.