Coldiretti Novara – Vco – latte: inaccettabili le strumentalizzazioni lungo la filiera
Troppe importazioni dall’estero
“Dopo le nostre costanti richieste sono stati finalmente resi pubblici i dati delle importazioni di latte e alla luce di quanto è emerso dall’analisi sono ancor più inaccettabili le distorsioni sui prezzi, lungo la filiera, messe in atto dall’agroindustria e dai caseifici piemontesi”. Sara Baudo, Presidente di Coldiretti Novara – Vco si unisce alla preoccupazione espressa da Coldiretti a livello regionale a seguito del tavolo latte riunitosi in videoconferenza con la Regione. Latte sfuso, cagliate, latte in polvere, crema di latte e altri derivati sono importati soprattutto da Belgio, Germania, Francia ed Olanda ed arrivano ad essere pari a circa il 50% della produzione piemontese (trasformando i valori in quintali di latte equivalente). Il Piemonte è tra le prime regioni, a livello nazionale, per la produzione di latte con 10 milioni di quintali annui, circa 2000 aziende produttrici tra le più professionali al mondo e 51 specialità di formaggi. “In un momento di crisi come quello attuale non possiamo certo dire che si sia dimostrata responsabile quella parte dell’agroindustria piemontese che, invece di valorizzare le nostre produzioni e rivolgersi ai caseifici del territorio, ha continuato ad importare dall’estero. Per questo riteniamo che tali aziende agroindustriali non vadano incluse in eventuali aiuti regionali destinati alla filiera lattiero-casearia”. Ricorda Baudo: “I nostri allevatori hanno continuato a lavorare anche in questa situazione di emergenza garantendo ai consumatori prodotti di qualità. I loro sforzi non possono essere vanificati e non giustamente remunerati da azioni irresponsabili e scorrette da parte di determinate agroindustrie che non credono nel valore della filiera Made in Piemonte. E’ urgente, quindi, che l’assessore Protopapa prenda una posizione netta verso quei caseifici che hanno abbassato il prezzo de latte immotivatamente ai produttori, venendo meno a quel patto che proprio l’assessore stesso aveva lanciato, su nostra sollecitazione, tra gli attori della filiera e che avrebbe dovuto garantire per almeno tre mesi, da aprile a giugno, le stesse condizioni economiche della scorsa stagione”.