Le perle nere della musica a cura di Edoardo Ferrati

EILEEN FARRELL. The Complete Columbia Album Collection

Musiche di Berg, Cherubini, Weber, Gluck, Beethoven, Puccini, Schubert, Schumann, Debussy, Poulenc, Haendel, Verdi, Wagner, Vaughan-Williams, Previn, Gershwin, Rodgers, Weill

etichetta: Sony Classical 19075991902 (16 cd); registrazioni: dal 1953 al 1992, durata 13h.10′; edizione aprile 2020

In occasione del centenario della nascita, la Sony dedica a Eileen Farrell (foto) un cofanetto di 16 cd che racchiude tutte le incisioni effettuate per la Cbs. La Farrell è stata il maggiore soprano drammatico  statunitense che sviluppò una carriera lunga quasi sessant’anni.Nata a Vilmantic (Connecticut) il 13 febbraio 1920, ultima di quattro figli di irlandesi cattolici i quali erano cantanti di vaudeville sotto il nome di The Singing O’Farrell, attivi in molte città del Connecticut.Dopo trasferimenti a Normick, dove la madre ottenne il posto di organista alla chiesa di St. Mary, e a Woonsocket dove studiò presso il locale liceo. La madre di Eileen, oltre ad essere organista era un talentoso soprano di coloratura, e il padre, baritono, impartirono le prime lezioni alla figlia. Nell’agosto 1939 la famiglia approdò a New York dove studiò con Mesle Alcock, Eleanore McLellan e Charlie Baker. Attiva presso la Rutgers Presbyterian Church, iniziò il suo percorso artistico come ospite di diversi programmi radiofonici di successo come The Bell Telephone Hair  o Your Hit Parade. Esordì in palcoscenico come Santuzza in Cavalleria rusticana all’Opera di Tampa in Florida cui seguirono impegni a San Francisco (Trovatore), Chicago (La Gioconda). apparve per la prima volta al Metropolitan di New York il 6 dicembre 1960 in Alceste  di Gluck dove rimase per cinque stagioni. Nel 1949 compì un lungo tour in America Latina. Il 1951 fu l’anno che inaugurò il successo internazionale con il celebre concerto wagneriano alla New York Philharmonic dove eseguì, anche,  la prima statunitense del Wozzeck di Berg. Frequentò pochissimo l’Italia: nel 1959 un recital alla Scala e il Requiem di Verdi al Festival di Spoleto. Attiva in tutti i più importanti teatri degli USA, dopo aver lasciato le scene nel 1986 continuò a registrare, soprattutto, brani dai musicals di autori come Porter, Berlin, Arlen, Mercer, Rodgers e Wilder. Morì a Park Ridge nel New Yersey il 23 febbraio 2002. Il box Sony conferma una vocalità senza dubbio fuori del comune: saldezza di consistenza granitica, timbro bello e luminoso nella sua omogeneità, senza crepe, pienezza del registro centrale e grave, squillo nella zona acuta. Un controllo assoluto e gestione sorvegliata, mai incline al gesto eccessivo e attento alla linea cristallina. La cantante è di forte temperamento drammatico. La selezione da Medea  di Cherubini è il disco più significativo della raccolta in cui la Farrell padroneggia il ruolo in modo magistrale reso con doloroso lirismo e una scelta di tempi abbastanza lenti: l’unica credibile alternativa alla Callas. Di estremo interesse il CD dedicato a Wagner con il finale del Crepuscolo degli dei, i Wesendonk Lieder , la morte di Isotta dove prevale il gusto per la sfumatura e un’atmosfera di matrice crepuscolare. A Verdi sono dedicati due cd da cui rammentiamo due esempi: l’aria di Amelia dal Simon Boccanegra e “Pace, pace mio Dio” dalla Forza del destino dove i passi più scomodi vengono risolti con facilità. I duetti con il tenore Richard Tucker, (altra celebrità d’oltreoceano)con ilquale  interagisce a meraviglia. Anche le arie dal Don Carlo  e dal Ballo in maschera andrebbero studiate in ogni accademia di canto verdiano Nel cd intitolato Aria in the great tradition, troviamo gemme come la scena e aria Ah, perdido  op. 65 in cui la Farrell è attenta alla difficicoltà della scrittura beethoveniana; la cavatina “Und ob die Wolke” dal Franco cacciatore  di Weber  cantata con autorevolezza e l’aria “Grand Dieu! Du destin qui m’accable” dall’Alceste di Gluck, aulica e severa nel suo impianto.Il cd che propone Puccini svela ancora un volta la particolare duttilità stilistica della Farrell che con canto morbidamente sensuale, scolpisce il palpito appassionato di Mimì, Cio Cio San, Manon, Turandot, L’ascoltatore ne resta stupito e ammirato, La Missa Solemnis di Beethoven (dir, Bernstein) e il Messiah  di Haendel (dir. Ormandy) oggi non verrebbero accettati dal gusto moderno per via di un eccessivo peso specifico di sonorità debordanti. Di riferimento, invece, la Serenade Music di Vaughan-Williams , su testo del Mercante di Venezia di Shakespeare, lavoro scritto per l’inaugurazione del Lincoln Center di New York il 23 settembre 1962, sul podio Leonard Bernstein. I due volumi di musica vocale  Songs Recital e French and Italian Songs ribadiscono la capacità della Farrell di lavorare sulla parola e di porre in essere luci e ombre dei testi. Voluttuosa nei brani di Poulenc, Debussy, squisita per gusto in Respighi e Castlenuovo-Tedesco. Nel repertorio americano, inciso nel 1987/92, quando la cantante si era ormai ririrata dalle scene, la vocalità è ancora formidabile, intrigante, veramente scatenata nei songs di Kern, Berlin, Gershwin, Rodgers, Weill  e nei brani spirituals in grado di competere con Ella Fitzgerald o Judy Garlan