PIEMONTE ARTE: FRANCISETTI, ACCORSI OMETTO, COMINETTI, O.G.R., COLLEGNO, BENE VAGIENNA, POIRINO, BELIO, ARGENTI DI PALAZZO MADAMA, CAMERA…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
RICORDARE I SERENI PAESAGGI DI GILBERTO FRANCISETTI
Il lungo e appassionato percorso pittorico di Gilberto Francisetti, scomparso il 21 giugno, appartiene alle esperienze del paesaggio piemontese, a una rasserenante lettura della natura che ha comunicato attraverso un’ampia produzione di quadri legati alla Valle di Susa, alla Val d’Ayas e di una Torino che si snoda da Piazza San Carlo, con il monumento a Emanuele Filiberto, al Monte dei Cappuccini a primavera. Torinese, nato il 29 gennaio 1933, ha inizialmente frequentato gli studi dei pittori Cardarelli a Mantova e Agnese, per poi sviluppare una personale e piacevole interpretazione di un ambiente ricco di riscontri con la Valle d’Aosta, l’Isola d’Elba, i canali olandesi. Esponente dal 1970 del gruppo Les chève, fondato da Biagio Biasi, ha successivamente esposto alle mostre sociali della Promotrice delle Belle Arti e del Circolo degli Artisti a Torino, nelle sale della Galleria Dantesca-Fogola, alla Torre dei Signori di Sancti Ursi ad Aosta e alla Biblioteca Nazionale Universitaria per i «60 anni dell’Associazione Artistica A. Zerbino». In ogni occasione, il suo discorso è stato accolto con interesse per quel clima di misurata adesione al paesaggio che, di volta in volta, era il risultato di un’attenta definizione dell’autunno nel Monferrato, di un sentiero fra boschi e colline, di vedute montane e baite, pascoli, filari di viti. E dalle acque della Senna a Parigi alla Bretagna, si delinea un dipingere che critici d’arte come Vittorio Bottino, Albino Galvano e Gian Giorgio Massara, uno dei curatori della monografia sulla sua attività, hanno espresso ed evidenziato nei loro scritti. I tetti rossi canavesani, gli scorci delle Valli di Lanzo, il Musiné, rappresentano altrettanti luoghi, momenti, itinerari di una pittura caratterizzata anche da nature morte, fiori, immagini riprese dal vero con la volontà di trasmettere i colori e i silenzi di un mondo profondamente amato.
Angelo Mistrangelo
MUSEO ACCORSI OMETTO: NOVECENTO IN CORTILE
Omaggio ai grandi maestri della scultura contemporanea
Arman, Borghi, Cordero, Mitoraj, Pomodoro, Theimer
Museo di Arti Decorative Accorsi
Ometto | Torino
Dall’ 8 lugli o all’ 11 ottobre 2020
Dopo quasi tre mesi di chiusura forzata, dovuta al Covid-19, il Museo Accorsi-Ometto riapre le sue sale e il suo splendido cortile, nel cuore di Torino, con una mostra di sculture che rende omaggio a sei grandi artisti del Novecento, fra i maggiori interpreti internazionali della scultura del dopoguerra. Scrive Bruto Pomodoro, curatore della mostra: “Esiste un aspetto spirituale, legato indissolubilmente a ciascuno di noi: la ricerca consolatoria della bellezza che l’uomo, già dai tempi della preistoria, ha sempre cercato di rappresentare, riprodurre, reinventare. È questa una ricerca insopprimibile, che coinvolge ogni aspetto della nostra vita, dalle rappresentazioni sacre e allegoriche a quelle mitologiche, dalle scene di vita quotidiana ai paesaggi, dalle nature morte alle rappresentazioni delle battaglie, dalle composizioni figurali alle opere astratte in un fluire ininterrotto attraverso i secoli; nonostante carestie, guerre e pestilenze, non abbiamo mai potuto fare a meno di questi miracolosi “oggetti”, non abbiamo mai smesso di ammirarli, di studiarli, finanche di possederli”. Per questo motivo sono stati scelti Arman, Paolo Borghi, Gio’ Pomodoro, Riccardo Cordero, Igor Mitoraj e Ivan Theimer che attraverso le loro undici opere plastiche – bronzi, acciai e terracotte – si ergono a vessillo di speranza e di volontà di ripartire, dopo la comparsa del famigerato virus che ci ha recentemente colpiti.
LE OPERE
In mostra si possono ammirare il monumentale Mercurio (anni ’80) di Arman, uno fra i massimi esponenti del nouveau réalisme, famoso per le sue accumulazioni, per gli strumenti musicali e per le sue frammentazioni, oggetti che differiscono fra loro solo per qualche dettaglio, sezionati dal loro insieme; la grande terracotta Cavalcata interrotta (1990) di Paolo Borghi che ben rappresenta la sua poetica di rivisitazione dell’arte classica e di indagine sul mito; i bronzi patinati Tensione verticale (1963-64) e Sole deposto (1982) di Gio’ Pomodoro, testimonianze di due diversi cicli produttivi del Maestro marchigiano, quello delle “Tensioni”, opere che cercano di definire il concetto di vuoto, inspodestabile, e dei “Soli”, archetipi geometrici di uno dei simboli più rappresentativi dell’umanità, fabbrica d’energia senza proprietari, come amava definirlo egli stesso; il maestoso acciaio satinato Asteroide (2017) di Riccardo Cordero in cui la forma plastica astratta, una struttura segnica attentamente progettata, è posta in dialogo con lo spazio circostante, di cui l’opera ne attiva la realtà fisica; i due grandi bronzi di Igor Mitoraj, Icaro alato (2000) e Luci di Nara pietrificata (2014), che testimoniano la visione postmoderna dell’artista che, attraverso le fratture presenti sulla figura, alludenti al frammento e al reperto antico, ci ricordano la situazione dell’uomo contemporaneo con le sue fratture e la sua perdita di identità; infine, di Ivan Theimer, Tobiolo (1999), Tartaruga con montagna (2004), Medusa (2005) e Arione con delfino (2008), quattro opere in bronzo di diverse dimensioni fra loro collegate da un unico denominatore: un solido impianto classico che riecheggia ai miti rappresentati dalla scultura greca, alla simbologia egizia dei grandi Obelischi fino al manierismo toscano, dove figura umana e mondo animale giocano fra loro in simbiosi plastica, per ricordarci che siamo tutti parte di un unicum.
REGOLE DI ACCESSO
In mostra sono ammesse massimo 23 persone, ogni mezz’ora, per consentire il rispetto delle distanze di sicurezza previste (min. 1 metro).
La prenotazione è vivamente consigliata:
È obbligatorio l’uso delle mascherine.
Lungo il percorso sono allestiti pannelli informativi e indicatori per il distanziamento e sono presenti dispenser con gel disinfettante.
ORARIO
Da mercoledì a venerdì 10.00-18.00 │ Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00 │
Lunedì e martedì chiuso │ La biglietteria chiude mezz’ora prima.
AL COVID HOSPITAL OGR la «VENUS» DI GIUSEPPE COMINETTI
Tra le iniziative espositive si segnala il progetto «Un quadro al mese», promosso e organizzato dalla Banca Patrimoni Sella&C., in collaborazione con ASL Città di Torino, con l’esposizione sino al 22 luglio all’interno del Covid Hospital OGR del grande dipinto «Venus» (Nascita di Venere) realizzato nel 1913 dall’artista divisionista Giuseppe Cominetti, nato a Salasco il 28 ottobre 1882 e scomparso a Roma il 21 aprile 1930. Proveniente dall’Archivio Eredi Cominetti, l’opera è collocata in uno spazio messo a disposizione – sottolinea la curatrice Daniela Magnetti – unicamente dei medici, infermieri e operatori sanitari che lavorano con grande professionalità in questo ospedale d’emergenza. Dopo la prima opera scelta, «Chiara pace» di Carlo Fornara, il quadro di Cominetti pone in assoluta evidenza una pittura dalla sottile vena simbolico-allegorica, scandita da una elegante definizione dell’immagine evocata. Formatosi all’Accademia di Belle Arti ai corsi del Milani, ha frequentato l’ambiente culturale artistico genovese dello scultore Bistolfi, il pittore Nomellini e il poeta Sbarbaro. Un’esperienza, la sua, che si è sviluppata anche nell’ambito dell’Ecole de Paris, quando, trasferitosi a Parigi, lavorava negli studi di Montparnasse e Montmartre. Attento al linguaggio dinamico dei futuristi, ha affidato alle tele il clima creativo ed espressivo di una stagione che appartiene alle vicende artistiche e sociali dei primi trent’anni del Novecento (A.Mis.)
ALLE OGR MOSTRA «CONTAMINAZIONE» TRA ARTE E FILOSOFIA
Al Covid Hospital OGR dell’ASL Città di Torino, in via Paolo Borsellino 17/A, Cécile Angelini ha curato la mostra «Contaminazione» con interventi di una cinquantina di artisti, architetti, poeti, musicisti, filosofi ed esperti d’arte, provenienti da tutto il mondo che, prendendo spunto dalla propria esperienza, condividono un pensiero inedito sulla contaminazione dei nostri giorni, partendo da un’opera, un movimento, una tendenza culturale, tematica, espressiva.
Aperta ai pazienti Covid, al personale ospedaliero e al pubblico
la rassegna propone, sino al 31 luglio, con la scenografia di Sergio Mazzoni e il manifesto di David Delruelle, i contenuti artistici dei video caratterizzati dalle presenze, tra le altre, di Valerio Berruti e Benedetta Bodo di Albaretto, Maurizio Ferraris e Giorgio Griffa, Ezio e Paola Gribaudo e Paolo Robino, Fabio Viale, David Tremlett, Dario Voltolini, Michel François, Gian Giacomo Della Porta, Big Mountain County, Marc Angeli.
ARTE E FOTOGRAFIA IN ITALIA DA «BIASUTTI&BIASUTTI
La Galleria Biasutti&Biasutti, in via Alfonso Bonafous 7/L, presenta sino al 25 luglio, la mostra «Anni ‘70. Arte e Fotografia in Italia, che riunisce opere e movimenti artistici che fanno parte del programma d’arte visiva di questa galleria diretta da Attilio, Patrizia e Giuseppe Biasutti. Una collettiva, quindi, che permette di entrare in diretto contatto con la tempera «Lilla verde viola» di Carla Accardi e il monotipo di Mark Tobey, la «Canoe» di Gilberto Zorio e la carta catramata di Jannis Kounellis. E questa indagine racchiude i lavori fotografici di Giuseppe Chiari, Giorgio Ciam, Mario Cresci, Luigi Gherri, Marcello Jori, Plinio Martelli.
IL SUCCESSO DEL ROMANZO «SUL BORDO DEL GIORNO» DEL CARMAGNOLESE ATTILIO CELEGHINI
I motivi del successo di un libro, spesso ineffabili, possono essere individuati in diversi fattori. Alcuni riescono a riscuotere un largo consenso grazie al passaparola dei lettori e alle ottime recensioni critiche, anche in situazioni complicate come la quarantena. È il caso del romanzo intitolato «Sul bordo del giorno» dello scrittore e giornalista Attilio Celeghini, pubblicato dalla Ferrari Editore poche settimane prima dell’inaspettata pandemia che ha spaventato e fermato il mondo. Si tratta di una storia letteraria, ricca di azione e inventiva, nata per rappresentare il diritto all’infanzia attraverso due giovani protagoniste, Nina e Licia, in un intreccio leggero e profondo, ispirato alla nota serie anime degli anni Ottanta, L’Incantevole Creamy. Una trama che, a dispetto del Covid, ha sicuramente incontrato il favore del pubblico perché racconta magistralmente il mondo della pre-adolescenza, la fragilità dei rapporti umani e le emozioni capaci a volte di sprigionare forza e creatività latenti. Un libro da leggere!
IL LIBRO
Estate 1992. Sullo scenario di un paese irreale si muove la vicenda della scomparsa nel nulla di una ragazzina undicenne. Al centro di una narrazione sospesa tra onirismo e realismo c’è lo sguardo puro della sua migliore amica Nina, la bambina-protagonista che si autoassegna il ruolo di detective per poterla ritrovare, diventando così testimone e giudice delle ambiguità e ipocrisie degli adulti. Una ricerca che vedrà Nina circondata da emozioni inattese e personaggi a volte bizzarri. Un romanzo che trasporta il lettore in un colorato caravan di sogni e incubi.
L’AUTORE
Attilio Celeghini vive a Carmagnola. La scrittura è per lui una sorta di affascinante incognita, ma anche uno strumento di denuncia sulle superficialità del mondo. Ha esordito nella narrativa nel 2007 con il romanzo «Marcelo ha sbagliato il calcio di rigore», seguito, nel 2009, da «Uno sarà preso. Due fratelli nella bufera della guerra» (con Domenico Agasso) e nel 2011 da «Tutto il mondo fuori».
A COLLEGNO LA MOSTRA DEL VII CONCORSO NAZIONALE «PREMIO LUCIO DE MARIA»
Alla Sala delle Arti Parco Generale C.A.Dalla Chiesa, si apre venerdì 3 luglio, alle 18,30, la mostra «I Vasi Officinali» del VII Concorso Nazionale Triennale di Arte Contemporanea «Premio Lucio De Maria», organizzata dall’Associazione Culturale «Gli Argonauti», con il patrocinio della Città di Collegno e della Regione Piemonte. Alla presenza del sindaco Francesco Casciano, dell’Assessore alla Cultura Matteo Cavallone e di esponenti della cultura, dell’arte e della politica come Silvana Accossato, Renato Migliari, Umberto D’Ottavio, Angela Guiffrey e Francesco Preverino, verranno assegnati i seguenti riconoscimenti:
1° Premio a Renza Laura Sciutto per «Culla per semi».
2° Premio a Guglielmo Marthyn per «Ritorto».
3° Premio a Gabriele Presta con «Ribes».
4° Premio a Roberto Castellano autore di «Vaso da viaggio».
La manifestazione si inserisce nell’ampio programma dedicato
dal Comune e dagli «Argonauti» ai valori della pittura, incisioni, ceramica. E nell’ambito della ceramica si ricordano i versi di Gibran Khalil Gibran : «e la coppa che vi porge, sebbene bruci il vostro labbro, è/ stata fatta con la creta che il Vasaio ha inumidito con le sue/lacrime Sante», che si legano alle opere di questo concorso. Ancora una volta gli artisti hanno presentato nuove forme di vasi caratterizzate da tecniche e forme armoniose che, in qualche misura, si riallacciano alla grande tradizione delle manifatture del passato, a una ricerca in continua evoluzione che mantiene un determinante rapporto tra artista e storia del costume, materiale e progettualità. E, così, la ceramica d’autore assume un rilevante valore artistico mediante segni graffiti che trovano riscontro nelle parole del poeta mistico egiziano Ibn Al-Farid: «la purezza del recipiente cresce in proporzione alla purezza/ delle idee». La successione dei concorsi mette in assoluta evidenza l’impegno espressivo dei ceramisti, il desiderio di attuare forme e soluzioni tecniche innovative, di esprimere un discorso culturale che appartiene indissolubilmente alle esperienze contemporanee. E, di volta in volta, si passa dalla lavorazione a lastra a quella a colombino, dai rivestimenti a smalto all’argilla refrattaria, in una sorta di narrazione per immagini che caratterizza le mostre e i corsi di formazione degli «Argonauti». In tale angolazione, i Vasi Officinali diventano un simbolo, un documento, una testimonianza dell’incontro tra intuizione, dato cromatico e materiali. La loro storia si snoda dal Medioevo ai giorni nostri, dai boccali faentini ai piatti con decori di scuola bizantina, dai motivi floreali o «flamboyant» ai modelli detti a «foglia accartocciata», sino alle plastiche maioliche policrome. Orcioli, rappresentazioni araldiche e cartigli, grottesche, alberelli e figure allegoriche fanno parte della storia della ceramica, che anche in questa occasione andiamo ad analizzare per scoprire le motivazioni che presiendono alla elaborazione di un racconto sensibile, meditato, scandito da pagine letterarie e calde cromie su fondo azzurro. E le fogge barocche seicentesche, che possono essere ricondotte alle opere esposte alla Reggia di Venaria nella rassegna «Sfida al Barocco», erano destinate prevalentemente alle spezierie, mentre in Piemonte si è assistito a un vero e proprio inserimento della ceramica ligure da parte del genovese Guido Bianchi, che ottenne da Carlo Emanuele II di Savoia la possibilità di aprire una fornace a Torino all’interno di Regio Parco. Il percorso conoscitivo intorno alla ceramica in Italia offre spunti, indicazioni, produzioni che contraddistinguono l’attività dei laboratori che nel Novecento unirono Art Nouveau, Jugendstil e Secessione viennese. E da Tullio d’Albissola a Golia, da Galileo Chini a Ettore Sottsass e Duilio Cambellotti, Lucio Fontana, Giò Ponti, Carlo Zauli, si identifica un impegno compositivo che esalta il lavoro delle botteghe artigiane e delle fornaci industriali sul territorio nazionale. A Collegno la ceramica costituisce certamente un punto di riferimento per autori affermati e giovani allievi, che da sempre si cimentano in una continua e inesausta ricerca culturale, creativa e sottilmente poetica.
Angelo Mistrangelo
Sala delle Arti, Parco Gen. C.A. Dalla Chiesa, in corso Torino 9, Certosa Reale, Collegno,orario:giovedì-domenica 15-19, sino al 26 luglio.
BENE VAGIENNA, APPUNTAMENTI D’ARTE
dal 5 luglio al 27 settembre•
Cella della Torre Campanaria della Parrocchiale
“Espressioni d’Arte…”
Rassegna di opere di 9 Artisti contemporanei
Apertura esposizione ore 10,00 del 5 luglio
dal 5 luglio al 27 settembre•
Chiesa di San Bernardino dei Disciplinanti Bianchi
“Meraviglie barocche”
Mostra di quadri, statue ed oggetti
presenti nella Città di Bene
Apertura mostra ore 10,30 del 5 luglio
Dal 5 luglio Al 27 settembre*
Palazzo Lucerna di Rorà già Oreglia di Novello
“3 T – Terra, Territorio, Tradizioni”
II Edizione della Collettiva promossa
dalla Soc. Promotrice Belle Arti in Torino
Allestimento di Orietta Lorenzini
Apertura dell’evento ore 11,00 del 5 luglio
Dal 5 luglio al 27 settembre*
Casa Ravera
“La Manifattura Ginori:
il Classico, il Liberty ed il Deco di Gio Ponti”
Ceramiche della Collezione Raffaello Pernici – Best Ceramics
Apertura mostra ore 12,15 del 5 luglio
30 agosto Ore 8,00 apertura 121ª Edizione di Augusta Antiquaria
19 e 20 settembre
Giornata Europea del Patrimonio al sito archeologico
di Augusta Bagiennorum e al MAB di Palazzo Rorà
Dal 27 settembre al 25 ottobre
Lequio Tanaro – Chiesa dei Disciplinanti Bianchi
“Trittico”
Espongono: Raffaella Brusaglino, Giulio Mosca e Beppe Ronco
Artisti dell’Associazione Piemontese Arte
a cura di Gian Giorgio Massara ed Angelo Mistrangelo
Apertura mostra ore 11,30 del 27 settembre
Se disposto dalle competenti Autorità, le date dei vari eventi potrebbero subire variazioni.
Per essere sempre aggiornati, consultare il sito www.amicidibene.it
L’ingresso alle mostre è libero e gratuito con le seguenti modalità:
- Chiesa dei Disciplinanti Bianchi e Cella della Torre Campanaria giorni festivi 10,00-12,00 / 15,00-18,00
* Casa Ravera e Palazzo Rorà giorni festivi 10,00-12,00 / 15,00-18,00 Sabato pomeriggio 15,00-18,00 Giorni feriali
– per gruppi – prenotarsi all’Ufficio Turistico Tel. 0172.654969 (chiuso il lunedì)
RACCONIGI: ANDREA PIOVANO PRESENTA IL LIBRO “1534. FOLLIA E VERITÀ”
Tra Michelangelo e l’Inghilterra della Chiesa anglicana, un romanzo storico che tocca temi universali come la fede religiosa, l’identità e l’emancipazione femminile
L’autore dialoga con Luisa Perlo
Letture tratte dal libro a cura di Elide Giordanengo
Sabato 4 luglio 2020, ore 18:30
SOMS, Via Carlo Costa 23 – Racconigi (Cn)
PROGETTO CANTOREGI
www.progettocantoregi.it
Dopo la chiusura forzata dovuta all’emergenza sanitaria Covid-19, continua l’attività della Soms di Progetto Cantoregi a Racconigi, che ha riaperto al pubblico le sue porte nel rispetto di tutte le normative sulla sicurezza. Si prosegue con un appuntamento dedicato alla narrativa contemporanea: sabato 4 luglio 2020 alle ore 18 l’autore Andrea Piovano, in dialogo con Luisa Perlo, presenta il suo nuovo romanzo “1534. Follia e verità”, da poco uscito per Aracne editrice con lo pseudonimo di Alec Ronchi: un romanzo storico che tocca temi universali come la fede religiosa, l’identità e l’emancipazione femminile nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento. L’incontro è accompagnato dalle letture di brani tratti dal libro a cura dell’attrice Elide Giordanengo. Nel 1534, a Londra, Henry VIII firma l’Atto di Supremazia e nasce la Chiesa anglicana, punto di origine dell’impero inglese. In quegli stessi mesi, nella Cappella Sistina, Michelangelo lavora ai bozzetti preparatori del Giudizio Universale. Sotto i venti della Riforma protestante, la Roma papale inizia quindi a vacillare e intanto sorge la Londra imperiale. Tra follia e verità, il libro rivive la fanciullezza di Henry Tudor sino alla maturità, seguendo il percorso di un uomo tra amori, intrighi di corte, paure e speranze, che pone diverse domande: cosa voleva dire essere cristiani nel ’500? Ed eretici? Poveri? Popolo? Ed essere donne? Uomini? Re e regine? Cosa voleva dire essere amici e nemici nel nome di Gesù di Nazareth, Il Cristo? Personaggi e fatti, storici e immaginari, vivificano la corte Tudor: dame e gentiluomini, ma anche pecore, capre e lupi, chiusero il Medioevo in Inghilterra e aprirono il Rinascimento. A fine incontro continuerà il confronto con l’autore in un momento conviviale.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti (prenotazione consigliata: info@progettocantoregi.it – 335.8482321) e sarà consentito solo con mascherina.
“I GIOVEDÌ DI CAMERA” IN CORTILE
2 luglio, ore 21.00
HOTEL PANORAMA (Futures Edition)
Una nuova generazione italiana, presentazione dei talenti 2020
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Nuova veste serale e all’aperto per gli incontri estivi de “I Giovedì in CAMERA” che riprendono, dopo la forzata sospensione primaverile, in forma gratuita da giovedì 2 luglio alle ore 21.00 nell’ampio cortile interno dell’Isolato di Santa Pelagia, a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia in via delle Rosine 18 a Torino. L’appuntamento di giovedì 2 luglio alle ore 21.00 si inserisce all’interno del ciclo Hotel Panorama. Una nuova generazione italiana e, per l’occasione, verranno presentati gli artisti selezionati per l’edizione annuale di FUTURES Photography, il programma di valorizzazione e promozione degli autori emergenti che il centro torinese sviluppa da tre anni insieme ad altre dodici istituzioni e festival europei. Dal 2017, infatti, il progetto offre un programma completo di attività di sostegno, mobilità e visibilità per cinque artisti selezionati da ciascuna istituzione ogni anno.
Gli artisti – Marina Caneve (Belluno, 1988), Camilla Ferrari (Milano, 1992), Camillo Pasquarelli (Roma, 1988), Giovanna Petrocchi (Roma, 1988) e Marco Schiavone (Torino, 1990) – dialogheranno con Giangavino Pazzola, coordinatore del progetto e Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, sulla propria pratica artistica, proiettando le immagini dei principali lavori realizzati in passato.
Marina Caneve presenterà Entre chien et loup (2019-2020), progetto entrato a far parte della collezione del Museo Nazionale della Montagna di Torino nel quale l’artista ridiscute i modi con cui costruiamo la memoria culturale del paesaggio; Camilla Ferrari mostrerà Acquarium (2017), lavoro realizzato nelle principali aree turistiche di Pechino per raccontarne il trauma dell’impatto iniziale e il cambiamento della percezione dello spazio, delle atmosfere e dei codici culturali attraverso l’osservazione quotidiana degli stessi. Con Monsoons never cross the mountains (2020), Camillo Pasquarelli accompagnerà il pubblico in un viaggio per immagini nel Kashmir, terra contesa da oltre 70 anni tra India e Pakistan, al fine di descriverne il paesaggio emotivo del conflitto attraverso gli occhi dei bambini; mentre Giovanna Petrocchi racconterà dei paesaggi immaginari di Sculptural Entities (2020), realtà virtuale generata combinando fotografia, immagine trovata o d’archivio in collage abitati da creature tanto antiche quanto improbabili. Per finire Marco Schiavone descriverà il processo di lavoro dietro al progetto Volume doppio (2020), una ricerca che mette al centro il tema del paesaggio, e la sua percezione, oltre al rapporto tra fotografia e disegno.
Per prendere parte all’incontro è obbligatoria la prenotazione a: prenotazioni@camera.to
Hotel Panorama. Una nuova generazione italiana è il titolo di un ciclo di incontri attraverso i quali CAMERA ha avviato una mappatura di quelle esperienze che maggiormente oggi caratterizzano, sia in ambito locale che nazionale, le nuove forme del linguaggio fotografico.
Co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, il programma europeo FUTURES (EPP – European Photography Platform) è una piattaforma focalizzata sulla mappatura e sul supporto di autori emergenti, oltre i confini nazionali, per aumentarne le possibilità di contatto tra questi e il mercato.
Oltre CAMERA, i partner di FUTURES sono FOMU Fotomuseum (Anversa), PhotoEspaña (Madrid), British Journal of Photography (Londra), Robert Capa Contemporary Photography Center (Budapest), Foundation of Visual Education (Lodz), Photo Romania Festival (Cluj), Photo Ireland Foundation (Dublino), Festival d’Hyeres (Hyeres), Triennale der Photographie (Amburgo), Calvert Journal (Londra).
FUTURES è cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
POIRINO, GLI APPUNTAMENTI DI GIARDINARTE
“Siamo lieti di invitarvi agli appuntamenti di Giardinarte, che anche quest’anno, seppur in forma più ridotta, abbiamo voluto programmare. Vi aspettiamo, come sempre, nel giardino del Municipio. Ingresso gratuito. Per rispetto della normativa anti-Covid, gli ingressi saranno contingentati e in caso di maltempo non utilizzeremo il Salone Italia ma cercheremo di riprogrammare la serata. Vi aspettiamo!”. Così il sindaco di Poirino, Angelita Mollo, in una nota.
LA SCOMPARSA DI BELIO (ELIO BOZZOLA)
Galliate e tutta la provincia di Novara salutano l’artista scomparso
Alle ore 22 dello scorso 25 giugno è deceduto, a 78 anni, per emorragia cerebrale, l’artista Elio Bozzola, che firmava le sue opere con lo pseudonimo di Belio. Elio, che viveva e lavorava a Galliate, dove era nato nel 1942, era conosciutissimo a Galliate e in tutta la provincia di Novara, non solo per la sua produzione artistica, ma anche per la sua attività di docente in molti istituti della zona e per incarichi amministrativi ricoperti negli anni, a partire dall’assessorato presso il comune di Galliate. Molte le sue mostre personali e collettive in Italia ed all’estero. Ricordiamo solo la prima personale, a Torino, nel 1969, alla galleria-libreria “Il Torchio”, in corso Moncalieri e le ultime: nel marzo 2019 ha esposto a Torino nella rassegna “Arte dal Piemonte Orientale”, organizzata dalla Regione Piemonte nel suo salone di Piazza Castello e solo pochi mesi fa, invece, ha allestito una importante personale al Broletto del Comune di Novara, dal titolo “Il paesaggio della Chimera – omaggio a Sebastiano Vassalli”, con un consistente gruppo di dipinti di grandi dimensioni, dedicati ad episodi del famoso romanzo dello scrittore novarese Sebastiano Vassalli, di cui era stato amico ed era grande estimatore. Elio Bozzola si era diplomato al Liceo Artistico Brera di Milano. Insegnante nella scuola pubblica e all’Accademia di Belle Arti A.C.M.E. di Novara, si è dedicato, contemporaneamente alla pittura (nella foto un suo dipinto), anche ad interventi di grafica pubblicitaria ed editoriale. Questa sicura e ampia formazione gli ha permesso di operare sperimentando tecniche e modalità di approccio visivo in stretta relazione con i movimenti culturali più aggiornati. Nel corso della sua attività artistica ha sempre avuto come riferimento costante per la sua ricerca la natura, di cui ha indagato con attenzione e grande sensibilità non solo le forme, i colori, le atmosfere, ma anche quegli elementi più nascosti come la loro struttura e i principi fondanti che li generano. Gli elementi naturali si sono modificati fino a diventare raffinate composizioni geometriche, dove il legame con le suggestioni ambientali ed atmosferiche è creato da delicati e suggestivi passaggi di colore. Su queste specifiche peculiarità, Belio ha strutturato anche gli interventi artistici dedicati ai concetti di spazio e di tempo, alla genesi delle cose, al Mito, al ciclo della vita, producendo opere nelle quali le poetiche iniziali degli anni Ottanta hanno trovato variazioni e sviluppo. Belio è quindi partito da una astrazione geometrica che è stata gradualmente assimilata e inglobata in una indagine di elementi naturalistici, mediata da una visione ecologica e etico-sociale. Ha poi raggiunto una matura tematica dove forma, natura, astrazione, segno e colore trovano una loro perfetta fusione. Persiste, con convinzione, in tutta la sua opera, la ricerca naturalistica delle bellezze incontaminate del nostro mondo. I suoi lavori sono al tempo stesso proposta etica di un positivo rapporto uomo-natura e sintesi di un conseguente e coerente “fare” artistico. Un “fare” artistico, importante e personale, che tutti noi, che l’abbiamo conosciuto e stimato, ricorderemo sempre con piacere.
Enzo De Paoli
ARGENTI PREZIOSI, OPERE DEGLI ARGENTIERI PIEMONTESI NELLE COLLEZIONI DI PALAZZO MADAMA
Palazzo Madama – Sala Atelier, Piazza Castello – Torino
2 luglio – 15 novembre 2020
Nell’’ambito del progetto della Regione Piemonte “L’essenziale è Barocco”, Palazzo Madama presenta la mostra Argenti preziosi, allestita in Sala Atelier dal 2 luglio al 15 novembre 2020. L’esposizione, curata da Clelia Arnaldi di Balme, propone una selezione di lavori d’argento dalle collezioni di Palazzo Madama e traccia la storia dell’argenteria in Piemonte dal primo Settecento alla fine dell’Ottocento. Il percorso inizia con l’illustrazione delle tecniche di lavorazione del prezioso metallo, duttile e malleabile, e dei sistemi di controllo fissati dalla corte sabauda al fine di garantire al compratore il valore e la qualità dei manufatti. La normativa piemontese più antica risale al 1476, ma si deve a Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours l’editto del 1677 che regolamenta rigidamente l’attività dell’Università degli Orafi e Argentieri della città di Torino e istituisce la figura dell’assaggiatore di stato. Si tratta di un funzionario incaricato di certificare con un marchio il titolo della lega, cioè la quantità di argento presente nel metallo con cui è realizzato ogni oggetto che esce dalle botteghe cittadine. La lettura dei punzoni degli argentieri e dei marchi di assaggio fa emergere personalità raffinate di maestri che segnano una linea di gusto di assoluta originalità nella produzione piemontese del Settecento e dell’Ottocento. I lavori esposti offrono al visitatore una panoramica sull’argenteria da tavola, con posate, zuppiere, caffettiere, teiere, cioccolatiere e alcune delle espressioni più tipiche dell’argenteria piemontese come le paiole, ovvero le tazze da puerpera, dono prezioso che il marito faceva alla moglie per farle sorseggiare il primo brodo dopo il parto. Altro oggetto caratteristico della nostra produzione è la zuccheriera, legata al consumo del caffè: all’epoca lo zucchero è merce preziosa, importata dalle Americhe soprattutto attraverso il commercio inglese, venduta dagli speziali a caro prezzo come medicina e utilizzata per sciroppi, impacchi e enteroclismi. L’uso come dolcificante è riservato ai ricchi, in alternanza al miele, e gli argentieri di tutta l’Europa fanno a gara per realizzare contenitori degni di questo raro e raffinato prodotto. Agli argenti da tavola seguono gli oggetti da arredo, come i candelieri, con una bella coppia di doppieri su cui è apposto il punzone del mastro argentiere Carlo Bartolomeo Minutto. Tra gli argenti destinati al culto emerge un reliquiario di san Maurizio (1740 circa), che nel corso del restauro per la mostra ha rivelato la presenza del punzone con san Rocco da riferire a Giovanni Francesco Paroletto, membro di un’importante famiglia di argentieri e autore con il fratello Paolo Antonio dello splendido paramento d’altare in lamina d’argento raffigurante la scena del Miracolo del SS. Sacramento, che oggi si ammira al Museo Diocesano di Torino. Per il pieno Settecento, vanno poi citati il calice di Giovanni Battista Boucheron, eseguito nel 1789 in memoria di Carlo Emanuele III, e alcuni argenti ebraici come un bel piatto per la cena durante le celebrazioni della Pasqua ebraica (Seder), e un calice per la benedizione sul vino recitata nel giorno del riposo (Kiddush). Accanto agli oggetti d’argento sono esposti grandiosi disegni di Giovanni Battista Boucheron per centrotavola, lampade pensili, brocche e candelieri, che trasferiscono sulla carta, attraverso la penna e l’acquerello, l’effetto raffinato delle oreficerie. Boucheron si dimostra in linea sia con la moda romana e le invenzioni decorative alla Piranesi, sia con il più aggiornato gusto parigino Louis XVI diffuso a Torino nei cantieri di corte dagli anni Settanta del Settecento. Con i disegni, vengono presentati i ritratti degli argentieri della sua famiglia, da cui escono generazioni di maestri orfèvres: Simone Giuseppe (Orléans? – Torino 1681), autore della campana che Carlo Emanuele II fa realizzare nel 1670 per l’orologio della torre romana di mezzogiorno di Palazzo Madama: la campana fu rimossa nel 1874 e – entrata a far parte delle collezioni del Museo Civico – tornò nel palazzo nel 1934; Andrea (Torino 1693 – 1760), che viene ritratto sullo sfondo dei modelli del repertorio dell’orefice parigino Pierre Germain (1748), fonte di ispirazione per tutta la produzione di argenti rococò fino all’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert; e lo stesso Giovanni Battista (Torino 1746 – 1815), direttore dell’Orfèvrerie Royale creata nel 1775 per volere di Vittorio Amedeo III. La vetrina centrale è dedicata a un’opera restaurata ed esposta al pubblico per la prima volta: la mazza cerimoniale della Città di Torino, realizzata in argento sbalzato e cesellato tra il 1814 e il 1824, dopo la Restaurazione. La mazza veniva portata in mano dall’usciere comunale nelle occasioni ufficiali e riprende i tre progetti della prima mazza civica, realizzata da Francesco Ladatte nel 1769. Gli stessi motivi della testa taurina e della corona sono ripetuti nella decorazione della Sala dei marmi a Palazzo Civico. Dalle origini fino al 1849, la corona dello stemma di Torino è quella comitale chiusa da una serie di palle: la mazza presenta invece come terminazione una corona turrita che reca il punzone dell’argentiere di corte Carlo Balbino (Torino 1777 – post 1858): questo significa che, quando il Sindaco nel 1849 cambia il tipo di corona nello stemma della Città, la mazza viene rimaneggiata e alla corona originale viene sostituita quella turrita di Balbino. Una vetrina è dedicata alle armi con decorazioni in argento: fucili da caccia con scene venatorie e una carabina della Guardia Nazionale offerta in dono nel 1857 al vincitore dell’annuale gara della Società del tiro a segno. Chiudono il percorso una serie di monete – i primi oggetti a essere realizzati in argento – che ripercorrono la storia del ducato di Savoia dalla metà del Cinquecento alla metà dell’Ottocento; una scelta di disegni di Lorenzo Lavy (Torino 1720 – 1789) per monete e medaglie sabaude, alcune tavole dell’Encyclopedie e un nucleo di “dorini” della seconda metà dell’Ottocento, ornamenti da acconciatura e spilloni in argento lavorato a filigrana, tipico vezzo delle donne piemontesi che venivano appuntati sulle trecce e tra i capelli nelle occasioni festive. Il percorso della mostra è arricchito da opere provenienti da due raccolte private: argenti da tavola raffinati come le tre campane portavivande realizzate dall’Orfèvrerie Royale de Turin negli anni della direzione di Giovanni Battista Boucheron, e una selezione di bastoni da passeggio con il pomo d’argento, segno distintivo di particolare lusso ed eleganza.
I MUSEI REALI RIAPRONO AL PUBBLICO IL GIARDINO DUCALE E IL BOSCHETTO CON UN RICCO CALENDARIO DI EVENTI ESTIVI
Da sabato 27 giugno il Giardino Ducale rinnovato attende i visitatori con una scenografica accoglienza serale. Domenica 28 giugno la riapertura prosegue nel Boschetto con performance, musica dal vivo, attività e visite guidate.
Uno spazio verde che rivela meraviglie naturali e architettoniche, in cui concedersi un momento speciale di relax o una passeggiata tra giochi prospettici e sculture, all’ombra di Palazzo Reale, della Cappella della Sindone e della Galleria Sabauda. Dopo un importante intervento di recupero e rifunzionalizzazione, il Giardino del Duca torna a essere patrimonio dei torinesi e di tutti i visitatori, uno dei luoghi simbolo della città nuovamente fruibile con un’ampia offerta di attività.
Il Giardino Ducale
La rifunzionalizzazione e il recupero del Giardino Ducale è parte della grande opera di valorizzazione dei sette ettari di verde che si sviluppano a ridosso degli antichi bastioni, il tessuto connettivo dei Musei Reali di Torino. Dal primo disegno di Henri Duparc del 1563 al progetto di André Le Nôtre, architetto dei giardini di Versailles, l’impianto attuale dei Giardini Reali è frutto di molteplici trasformazioni che attraversano secoli di storia. Teatro delle passeggiate e di spettacolari feste che animavano la corte, i Giardini Reali sono ancora oggi un luogo dal valore monumentale e ambientale irripetibile. Grazie all’intervento conservativo finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con un contributo di 2 milioni di euro, sospeso a marzo per l’emergenza sanitaria, la porzione più antica dei Giardini Reali collocata a nord del Palazzo, il Giardino Ducale, assume un nuovo splendore. “I Giardini sono un elemento centrale dell’agenda dei Musei Reali – spiega la Direttrice Enrica Pagella –. Il 24 aprile 2016 sono stati riaperti al pubblico dopo una chiusura di quasi dieci anni e da quel momento i cantieri non si sono mai interrotti. Tra il 2017 e il 2018, grazie anche alla collaborazione con la Consulta di Torino e il suo socio Reale Mutua, è stata rifunzionalizzata l’area del Boschetto, arricchita dall’inserto monumentale Pietre preziose di Giulio Paolini. Successivamente, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, i lavori sono stati dedicati al Giardino del Duca e a breve si completerà anche l’intervento nella parte di Levante, con la restituzione della settecentesca Fontana dei Tritoni. L’attenzione per la radice storica di questo grande spazio verde è andata di pari passo con la cura per tutti gli aspetti legati all’accessibilità e al comfort, nella convinzione che i Giardini del Palazzo Reale costituiscano un naturale prolungamento dello spazio museale e una impareggiabile risorsa di benessere per la vita dei cittadini, in un paesaggio antico e moderno insieme, all’incontro tra natura e cultura”. In occasione della riapertura del 2 giugno, la nuova pavimentazione in pietra di Luserna posta lungo le facciate di Palazzo Reale e della Galleria Sabauda, collegamento tra la Corte d’Onore e la Manica Nuova della residenza, ha reso pienamente accessibile l’ingresso e l’uscita del percorso museale dal Giardino. Il perimetro esterno dei due edifici è ornato da 42 casse in acciaio inossidabile contenenti piante di Ligustrum Iaponicum Texanum, arbusti sempreverdi simili agli aranci e resistenti ai freddi invernali. Nelle innovative citroniere hi-tech sono integrati i dispositivi per illuminare scenograficamente le facciate e segnalare i percorsi. All’allestimento del Giardino Ducale si aggiungono 61 nuove anfore in ghisa, realizzate sul modello dei 43 vasi originali facenti parte delle collezioni storiche, ma con un disegno semplificato per facilitarne l’identificazione; i vasi delimitano i parterre e segnano l’incrocio dei viali. Rose paesaggistiche della varietà Meilland Bonica completano la composizione che poggia su basamenti ottagonali in granito di Montorfano, contenenti piccoli fari Led per illuminare i camminamenti. Al confine dell’aiuola nord sono state aggiunte panchine, corpi illuminanti e cestini di servizio, coordinati con gli arredi già progettati per il recupero del Boschetto, situato a nord-est e di matrice ottocentesca. L’intero sistema di conduzione delle acque, così come l’impianto di irrigazione, è stato ripensato per rispondere nel modo migliore alle esigenze del giardino, mentre nuove prese di servizio a scomparsa sono state inserite nella pavimentazione per alimentare zone strategiche per favorire lo svolgimento di eventi serali. In una posizione di snodo tra i Giardini del Duca e di Levante e il Boschetto troverà spazio un nuovo punto informazioni per il pubblico con il supporto dei volontari del Touring Club Italiano, progetto Aperti per voi, che dal 1° luglio riprendono le attività di accoglienza nei Giardini. La scultura in granito intitolata Ulisse, opera dello scultore Giuliano Vangi e donata dall’artista ai Musei Reali, sarà posizionata su un basamento nell’area settentrionale del Giardino Ducale, in prossimità dell’ingresso alla Manica Nuova. I Giardini Reali non saranno soltanto un luogo in cui concedersi una piacevole divagazione nella natura, ma anche uno spazio in cui partecipare agli eventi per festeggiare la riapertura al pubblico. Si comincia domenica 28 giugno con “Welcome green”, osservazione guidata alla scoperta delle specie floreali che impreziosiscono i Giardini. Le visite continueranno nel fine settimana per tutto il mese di luglio. Domenica 12 e 26 luglio, alle ore 17, vista, tatto, udito e olfatto saranno convolti nell’inedita esperienza “Giardini sensoriali” per conoscere da vicino piante e materiali che compongono le aree verdi dei Musei Reali. Grandi e piccoli appassionati del disegno a mano libera, sabato 18 luglio non potranno perdere l’appuntamento con “MRT Garden Drawing 2020”: affiancati dai giovani artisti e maestri della Pinacoteca Albertina, i partecipanti si cimenteranno con il disegno dal vero, prendendo ispirazione dalla natura e dall’affascinante panorama architettonico che incornicia i Giardini (ingresso esclusivo e contingentato, al costo di 2 euro).
Dal virtuale al Reale
Se durante il lockdown l’esperienza di visita si è trasferita sui canali digitali e sulla piattaforma èreale (ereale.beniculturali.it), a partire dal 3 luglio, ogni mercoledì e venerdì alle ore 17 gli approfondimenti tematici tornano in presenza con il programma “Dal virtuale al Reale”. Curatori e tecnici dei Musei Reali conducono i visitatori alla scoperta di opere e luoghi meno noti, rivelando curiosità inedite secondo il seguente calendario:
3 luglio – La Manica Nuova di Palazzo Reale, dove l’architettura incontra il museo, con Filippo Masino
8 luglio – Una creatura sorprendente: il Drago da passeggio di Carlo Mollino, con Giorgia Corso
10 luglio – Le Cucine Reali, con Lorenza Santa
15 luglio – Il Giardino del Duca, con Barbara Vinardi
17 luglio – L’Oriente a Palazzo: gli stipi giapponesi nell’Appartamento dei Principi, con Linda Lucarelli
22 luglio – Prove di allestimento: Sumeri e Assiri in passerella, con Patrizia Petitti
24 luglio – Roma antica in miniatura. Viaggio tra le città romane in Piemonte, con Elisa Panero
29 luglio – La pittura dei Bassano, oltre la superficie, con Annamaria Bava
31 luglio – I soffitti dipinti dell’appartamento dei Principi Forestieri, con Lorenza Santa
5 agosto – Porcellane per la tavola del re. Le collezioni di Palazzo Reale, con Franco Gualano
7 agosto – In guerra per gioco. La targhetta da giostra dell’Armeria Reale, con Alessandra Curti
19 agosto – L’immaginario e la memoria. I Longobardi e il culto degli antenati, con Gabriella Pantò
21 agosto – L’Oriente in Armeria Reale. Armi e armature dal continente asiatico, con Giorgio Careddu
26 agosto – Sulle tracce degli Etruschi nel Piemonte preromano, con Rosario Anzalone
28 agosto – Una Madonna fiamminga rivelata. Leggere la pittura attraverso le indagini scientifiche, con Sofia Villano
Caffè con il restauratore
Due incontri speciali, il “Caffè con il restauratore”, saranno dedicati alla conoscenza dell’intenso lavoro dei restauratori che, con i curatori delle collezioni, ogni giorno conservano il grande patrimonio artistico dei Musei Reali. Giovedì 9 luglio, alle ore 10, Alessandra Curti presenterà l’approfondimento Santi cavalieri: La spada di San Maurizio e l’armatura nel Medioevo, mentre giovedì 6 agosto, alla stessa ora, l’intervento di Elisabetta Andrina verterà su Pareti tessute: gli arazzi a Palazzo Reale, affrontando gli aspetti tecnici ed esecutivi dei preziosi tessili. I partecipanti saranno accolti nella Corte d’Onore da una guida CoopCulture che, al termine degli interventi, condurrà i visitatori al Caffè Reale per condividere un piacevole momento di pausa.
Visite speciali
Giovedì 16 luglio, alle ore 16, “C’è qualcosa di nuovo in Armeria”: le vetrine della Galleria del Beaumont si arricchiscono di didascalie pensate per lo sguardo e la curiosità dei bambini. Le famiglie sono invitate a scoprire questa novità con i curatori Giorgio Careddu e Giorgia Corso. Prenotazione obbligatoria e costo compreso nel biglietto di ingresso, gratuito fino a 18 anni. Venerdì 17 luglio, alle ore 18, il pubblico avrà la straordinaria opportunità di accedere all’Appartamento della Regina Elena, percorso composto da sale di grande fascino arredate e decorate da affreschi mitologici, stucchi dorati, parati in seta alla cinese, pavimenti in marmi policromi, e alle sorprendenti Cucine Reali. L’incontro si concluderà con un aperitivo. Solo su prenotazione.
Per tutto il mese di luglio, ogni sabato e domenica continuano le visite guidate a cura dei Volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale” nell’Appartamento dei Principi di Piemonte, al secondo piano di Palazzo Reale, con il suggestivo affaccio sulla terrazza panoramica. Il percorso, della durata di un’ora, è visitabile alle ore 10, 11, 12, 15, 16, 17 e 18 ed è acquistabile in biglietteria.
FONDAZIONE COSSO: ESTATE AL PARCO DEL CASTELLO DI MIRADOLO
Per l’estate 2020 la Fondazione Cosso presenta una rassegna inedita: fino a settembre si susseguiranno proposte in ambito artistico e naturalistico, che si aggiungono alla possibilità di visitare la grande mostra dedicata alla fotografia di Oliviero Toscani, ospitata nelle sale del Castello e nel parco. La presenza della Fondazione Cosso sul territorio sarà costante anche con un’offerta didattica articolata, rivolta in particolar modo alle famiglie e ai giovani, per rispondere alle esigenze di questo momento storico. Il parco del Castello di Miradolo sarà il cuore di tutti gli appuntamenti che avranno luogo in uno spazio nuovo e in una versione inedita: nel grande prato centrale è stata realizzata un’arena di oltre 2000 mq, disegnata da grandi schermi, che accoglierà il pubblico, come in un grande abbraccio, in sicurezza. Le cuffie silent system permetteranno di scoprire le diverse narrazioni, immersi nella quiete della natura.
IL PROGRAMMA
In collaborazione con il progetto artistico Avant-dernière pensée
I CONCERTI
Dopo oltre 10 anni di sperimentazioni artistiche e di performance che coniugano linguaggi espressivi differenti, il progetto artistico che vive in residence al Castello di Miradolo, dal 2009, presenta nell’estate tre appuntamenti costruiti in dialogo con la natura del parco, nel grande prato centrale. Dopo il Concerto d’Estate da Steve Reich, il 21 giugno, alle 4.30, andranno in scena martedì 28 luglio, alle 21.30, Ulisse, tratto dal Ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi e martedì 15 settembre, alle 21.30, Metamorphosis, da Buster Keaton e Philip Glass. I posti per ogni performance sono limitati. Non ci sono sedie, nè posti assegnati: i musicisti, distanti tra loro, compongono l’esecuzione grazie a un inedito e innovativo sistema di ripresa e di diffusione del suono. L’invito per il pubblico è di spostarsi sulla scena e divenire parte della performance. Le cuffie silent system luminose, attraverso cui si fruisce della partitura, divengono autentiche “stanze d’ascolto”, in cui trovare la propria personale prospettiva del concerto, alla ricerca non della solitudine, ma del raccoglimento che richiede l’ascolto. Portare un plaid da casa permette di sedersi sul prato nel proprio angolo preferito per vivere al meglio questa esperienza. Suggestive proiezioni video su grandi maxi schermi creano un’atmosfera sospesa, quando il buio cala sulla radura e arriva la notte.
Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
IL CINEMA NEL PARCO
Ogni giovedì di luglio e i primi due giovedì di agosto, alle 21.30, la Fondazione Cosso proporrà il cinema nel parco con le cuffie silent system. Portando un plaid da casa è possibile accomodarsi direttamente sul prato, al centro di una grande arena di oltre 2000 mq, disegnata da maxi schermi: tutto intorno solo le lucciole e i suoni della natura. La programmazione è dedicata anche alle famiglie: oltre a una selezione di titoli adatti ai più piccoli, nelle serate del 2, 9 e 30 luglio, alle 21.30, i bambini possono partecipare a un laboratorio serale nel parco, guidato da operatrici didattiche. Prima dell’inizio del film, per chi lo desidera, c’è la possibilità di prenotare golosi cestini da pic nic, confezionati artigianalmente dall’Antica Pasticceria Castino di Pinerolo, o una cena nella corte interna del Castello. Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
BELLEZZA TRA LE RIGHE
in collaborazione con Fondazione Casa Lajolo, nell’ambito della Rassegna “Bellezza tra le righe”. Domenica 2 agosto, alle 18, il pubblico incontrerà l’Architetto paesaggista Paolo Pejrone per una conversazione nel parco, alla scoperta di affascinanti storie di giardini disordinati e semplici, di orti felici, giardinieri curiosi, che non si arrendono.
Domenica 6 settembre, alle 18, Luca Mercalli racconterà “Non c’è più tempo” (Ed. Einaudi, 2019). Una riflessione sul tema delle emergenze climatiche per capire come reagire agli allarmi ambientali del nostro tempo e difendere il comune patrimonio paesaggistico e culturale.
In entrambe le date, sempre alle 18, “Ti presento Bruno Munari”, laboratori creativi 0-99 anni.
A seguire, merenda gourmet sull’erba.
Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.it