Piemonte, modificata la legge regionale sulla Caccia
Cambiano le specie cacciabili in un quadro di aggiornamenti. Murgia: “Si pone fine a una serie di anomalie regionali”
Si conclude in questi giorni l’iter di modifica alla legge regionale sulla caccia 5/2018, in un percorso avviato dalla giunta Chiamparino e che arriva a conclusione con l’amministrazione regionale guidata dal governatore Alberto Cirio. Le integrazioni e correzioni erano particolarmente attese dai cacciatori piemontesi. “Siamo felici che venga finalmente posta fine a una serie di errori che comprometteva la vita degli ATC, penalizzando l’intero mondo venatorio, a discapito delle altre regioni,” commenta Antonello Murgia, presidente di ATC1 Nord Tanaro e ATC2 Sud Tanaro. “Anche l’Astigiano, tramite le associazioni di categoria venatoria e i componenti degli ambiti, a vario titolo ha contribuito ai tavoli di confronto.” Prosegue il Presidente: “Nel complesso le modifiche sono di buon senso. Da una parte era giusto dare ai cacciatori quanto era stato tolto, pur spettando loro di diritto: ci riferiamo ad alcune specie di fauna selvatica che in altre regioni sono cacciabili come allodola, fischione, codone, folaga, canapiglia, marzaiola e pernice bianca. Inoltre era giusto regolamentare l’eradicazione di questi animali gestendone gli abbattimenti. Verranno decisi sulla base di dati tecnici derivanti dai censimenti e regolamentati dall’ISPRA.”
Tra le modifiche salienti alla legge:
- l’introduzione di una deroga che consente l’immissione di fauna selvatica dopo il 30/07 di ogni anno, con richiesta motivata alla Regione Piemonte;
- la modifica ai criteri di ammissione dei cacciatori non residenti, provenienti da altre regioni o dall’estero, agli ATC\CA. Si evita così di discriminare i cacciatori extra-regionali con restrizioni nei loro confronti, prevenendo difficoltà finanziarie agli ATC\CA;
- viene abrogata la limitazione di accesso per i cacciatori ad ATC diversi da quello di residenza, che potranno quindi fissare la residenza venatoria nell’ATC o CA dove ritirano il loro tesserino regionale. Resta il limite per quanto riguarda la tipica fauna alpina, in questo caso il loro prelievo rimane solo nel CA di residenza venatoria;
- si elimina inoltre l’estensione minima obbligatoria di 50 mila ettari venabili per la ripartizione del territorio in ATC\CA.
- il chiarimento che la Regione contribuirà a sue spese ai costi di perizia e prevenzione dei danni, considerati necessari per la prevenzione stessa.
Di particolare interesse anche alcuni emendamenti approvati:
- l’obbligo di indossare bretelle o capi di vestiario con inserti di colore ad alta visibilità anche ai soggetti impegnati in attività di controllo faunistico;
- la specifica che le province e la città metropolitana di Torino contribuiscono a loro volta al risarcimento danni da fauna selvatica;
- l’attestato di partecipazione a prova di tiro viene aumentato nella sua validità da 30 a 60 mesi, parificandola così con quella del porto d’armi.
Conclude Antonello Murgia: “Non è stato un lavoro facile per la Regione Piemonte porre rimedio alle tante problematiche emerse nella legge, trovando il giusto compromesso politico in una materia così ostica. Mi sento di ringraziare tutti gli amministratori che in questa partita hanno messo la faccia, garantendo che queste modifiche sarebbero andate in porto, a partire dall’assessore Marco Protopapa, al vicegovernatore Fabio Carosso e ad altri consiglieri e collaboratori dell’ufficio caccia come il dottor Paolo Cumino e Claudia Pizzorni.”