Asti- Il vicesindaco Marcello Coppo risponde ad Asti Pride: “Dio, Patria e Famiglia” fu coniato da Mazzini
In attesa di un pronunciamento ufficiale da parte del sindaco Rasero, arriva la risposta di Marcello Coppo, vicesindaco di Asti sulle accuse lanciate da Asti Pride di stare dietro alla manovra dell’associazione “Sole che sorgi” sulla riqualificazione del sottopasso Marconi. L’opera era stata concessa dall’amministrazione all’associazione “arcobaleno” in occasione delle celebrazioni della settimana del Pride. Con l’avvicinarsi del giorno dell’inaugurazione, però, era spuntata la nuova associazione, di estrazione neofascista, a voler eseguire lo stesso progetto, proponendo di dipingere il sottopasso con i colori della bandiera italiana. Ha fatto scalpore l’idea “pilatesca” del sindaco di dividere a metà l’intervento di riqualificazione concedendolo in condivisione alle due associazioni il sottopasso.
Ovviamente l’idea è stata rifiutata da Asti Pride che non può accostarsi a chi propugna i valori del fascismo e organizza pellegrinaggi per onorare il Duce. L’associazione LGBTQI ha esplicitamente tirato in ballo il vicesindaco come ideatore della manovra.
Innanzitutto ringrazio per l’attenzione delle minoranze per le mie uscite giornalistiche, siccome non sono molte – risponde Marcello Coppo – la mia frase è parte di un discorso molto più complesso di cui comunque era il riassunto. In primis mi dispiace per il plotone di esecuzione che sta facendo fuoco nei confronti di una associazione (Sole che Sorgi) creata da persone rispettabili, stimate e miti. Persone che penso alcuni di voi conoscano direttamente e con cui penso abbiate, almeno alcuni di voi, già parlato e colloquiato senza alcun problema. Persone che lavorano o che, dopo una vita di lavoro, sono oggi in pensione. Stiamo parlando di professionisti, commercianti, lavoratori dipendenti, imprenditori. Non mi sembra ci siano politici ma posso sempre sbagliare perché, diversamente da quanto alcuni insinuano, non ho rapporti con tale associazione di tipo politico o associativo, anche se non nego che, dopo questa violenza nei loro confronti, mi sta venendo voglia di chiedere la tessera dell’associazione. Una associazione storico-culturale che, solo perché non è allineata al pensiero comunista-pride-gender dominante, secondo chi le spara addosso, non può neanche parlare. Deve stare in silenzio, nelle fogne e, se osa proporre un progetto, va derattizzata, vilipesa, appesa a testa in giù sulla pubblica piazza perché definita fascista”.
Punto dolente quello del fascismo per il vicesindaco che ribalta la mancanza di libertà ad esprimere le proprie opinioni su Asti Pride e su chi sostiene i diritti costituzionali, tacciandoli di essere benpensanti:
Serve infatti a questi benpensanti l’esistenza del pericolo fascista, è un argomento che viene comodo per riempire il tempo e trovare motivazioni, un po’ come la frase “chissà che tempo fa domani?”. – continua Coppo – nel concreto però, si cerca di appendere anche me a testa in giù, oltretutto per gli stessi motivi: sarei fascista. Mi dispiace però dire che io fascista non sono e l’unico fascismo che ho visto e subito nella mia vita, l’ho visto da sinistra quando per loro non si può parlare, non si può discutere, non si può nemmeno esistere solo perché non di sinistra. Mentre per me non è un problema se qualcuno di sinistra parla, non capisco perché per la sinistra è un problema se parlo io, forse per il ritornello “la verità ti fa male lo so”.
A ribadire la “democraticità” delle sue affermazioni, Coppo ricorda che il motto “Dio, Patria e Famiglia” viene da Mazzini:
Nello specifico, vorrei ricordare che “Dio, Patria e Famiglia” è stato coniato da Mazzini, padre della sinistra italiana. Ancora più nel dettaglio vorrei spiegare le ulteriori mie parole: “ancora come si deve” e rispettivamente: Dio: il riconoscere che la nostra civiltà, compreso il rispetto e il riconoscimento dei diritti civili, intesi come diritti naturali, deriva dalle origini culturali giudaico-cristiane e dall’umanesimo, dal fatto che Dio si è fatto uomo. Il rispetto per la religione, qualunque essa sia, è fondamentale ma non si può non fare una scelta quando una religione impone dogmi incompatibili con i nostri cardini giuridici come l’uguaglianza tra uomo e donna, come libertà di pensiero, come libertà personale e di espressione, questo deriva dai principi umanistici. Il mio approccio è laico e per me uno può credere o non credere ma non può permettersi di ridicolizzare chi crede in Dio e, contemporaneamente, rispetta le nostre leggi e accoglie i principi del nostro ordinamento giuridico. Da cattolico peccatore, spero quindi di essere perdonato per questo mio laicismo non così conforme alle parole del Santo Papa Giovanni Paolo II, che nel 2000 in merito al World Pride, ha dichiarato :”Un accenno – ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale – ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000 e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo“. Oppure al pensiero espresso da una grande personalità astigiana che è il Cardinale Angelo Sodano che affermò sempre nel 2000 “la Chiesa dirà sempre ciò che è bene e ciò che è male. Nessuno può pretendere che la Chiesa consideri giusta una cosa che è ingiusta secondo la legge naturale e la legge evangelica“.
E’ appena qui il caso di ricordare che il pensiero di Mazzini era tutt’altro rispetto a quello adottato dal ventennio fascista. Basta rileggere il suo trattato “I doveri dell’uomo” in cui il padre del Risorgimento spiega che Patria e Famiglia sono solo parte di universo più grande: l’Umanità.
“Quei che v’insegnano morale, limitando la nozione dei vostri doveri alla Famiglia o alla Patria – scriveva Giuseppe Mazzini – v’insegnano, più o meno ristretto, l’egoismo, e vi conducono al male per gli altri e per voi medesimi. Patria e Famiglia sono come due circoli segnati dentro uno maggiore che li contiene: l’Umanità”.
Ma il vicesindaco Coppo non ci sta a passare da fascista, dichiarandosi sincero democratico:
A differenza di chi mi accusa di fascismo- conclude Coppo – io discuto del merito e non di dove uno è posizionato politicamente. Che mi si perdoni se esercito il mio libero arbitrio. Patria: la bandiera italiana, rappresenta l’Italia, tutta l’Italia. Una nazione dove una persona deve poter dire cosa pensa. L’Italia è un patrimonio culturale, morale e sociale, prima ancora che anagrafico. Questo patrimonio è stato costruito da persone nel corso della storia ed è quello che viene celebrato e tutelato dalle istituzioni. Non è pensabile che la presenza della bandiera italiana offenda qualcuno e men che meno chi dice di portare avanti diritti civili. Certo però è che, se le idee sono immigrazione selvaggia, annullamento dei valori nazionali e patriottici, azzeramento della tradizione, allora le cose cominciano a tornare. Famiglia: il matrimonio è l’unione tra uomo e donna al fine di potenzialmente generare figli e figlie. A questa cellula sociale la Costituzione ha dato valore e autonomia. Chiamare matrimonio un’altra cosa è semanticamente errato. Affermare questa certezza non vuol dire che non si possa prevedere di venir incontro ad altre formazioni sociali. Il matrimonio però è un’altra cosa. Da quanto ho appreso, l’Asti Pride ha una diversa opinione di queste tre simbologie e per me, quelle “come si deve” sono quelle sopra e non le seguenti: Dio: le scritte e le vignette apparse in diverse manifestazioni in tutta Italia a cui non si differenzia l’Asti Pride non lasciano molti dubbi sull’opinione che hanno di chi crede.”