PIEMONTE ARTE: THEATRUM SABAUDIAE, CHIUSANO, BOZZOLA, BRAMAFAM, LEMIE, USSEGLIO, DOMODOSSOLA, ALMESE…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

L’ESTATE A TORINO: LE PROPOSTE DI THEATRUM SABAUDIAE TORINO

Per tutta l’estate Theatrum Sabaudiae Torino propone itinerari culturali e naturalistici per vivere, scoprire e riscoprire la propria città. Guide abilitate e naturaliste condurranno i partecipanti di tutte le età in tour a piedi o in bicicletta. Theatrum Sabaudiae opera sul territorio piemontese nel campo culturale da più di 20 anni con l’obbiettivo di farlo conoscere attraverso esperienze mirate e di alto profilo dei contenuti. Diversi sono i musei in cui gestisce i servizi di visite e attività didattiche con l’incarico di concessionario: Palazzo Madama, GAM, MAO, Borgo Medievale, Museo del Paesaggio Sonoro di Riva presso Chieri e MAC – Mostra Archeologica di Chieri.

Il sabato e la domenica è possibile seguire le visite guidate alle collezioni e mostre temporanee.

Per informazioni e prenotazioni:

011.5211788

prenotazioni@arteintorino.com

www.arteintorino.com

 

MOSTRA DI CARLA CHIUSANO A BRUXELLES

Ecco le nuove date della personale di Carla Chiusano presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles: Celebrating Diversity a cura di Ermanno Tedeschi sarà visitabile dall’8 al 24 settembre. La mostra era prevista per marzo, ma a poche ore dall’inaugurazione a causa della pandemia, si era deciso di sospendere l’iniziativa culturale. È quindi con particolare soddisfazione che i promotori della mostra danno annuncio delle nuove date. Carla Chiusano porta a Bruxelles una selezione di ritratti di animali interconnessi attraverso lo sguardo, quasi umano, con l’uomo-osservatore “è solo quando arrivo a dipingere gli occhi che finalmente il mio lavoro prende anima, allora capisco quello che mi vuole dire. È un momento di grandissima emozione.” Emozione che si trasmette a chi osserva le opere. L’artista è stata protagonista di un uno dei tre documentari realizzati sull’arte dal regista Mimmo Calopresti “Conversazioni sull’arte di Carla” e ha da pochi mesi pubblicato un libro Carla Chiusano – Dipingere con il cuore edito da Giorgio Mondadori.

 

LE SCULTURE DI ANGELO BOZZOLA A VERBANIA

Opere del maestro novarese Angelo Bozzola sono attualmente esposte in due mostre sul lago Maggiore: “Un codice per una forma” a Palazzo Parasi a Cannobio, visitabile sino al 30 agosto 2020, e “Angelo Bozzola. Spazio e ferro” a Palazzo Verbania a Luino, sino al 15 settembre 2020. A queste due mostre ora si aggiunge, sempre sul lago Maggiore, nel lungolago di Verbania Pallanza, fino al 20 ottobre 2020, un percorso nell’arte e nella natura, in cui tre sculture monumentali del maestro Angelo Bozzola (1921-2010) dialogano con il paesaggio. La prima installazione, dal titolo “Progressione” (1966), è formata da cinque grandi moduli in ferro che si sviluppano, aprendosi nello spazio circostante in modo graduale ed è collocata nel giardino privato, ma aperto al pubblico, del Ristorante Milano. La seconda scultura in acciaio inox “Funzione-sviluppo di forma concreta” (1956) si trova davanti all’imbarcadero: qui i suoi tagli e piegature fanno dischiudere una figura piana ovoidale in una dimensione plastica tridimensionale. La terza infine “Iterazione” (1962) (nella foto), che si trova di fronte allo Spazio arte BIG Emotion in corso Tonolli 42, raggiunge uno sviluppo verticale, organizzando e incastrando tra di loro i suoi famosi moduli trapezio-ovoidali in ferro verniciato. Angelo Bozzola è un importante maestro dell’arte astratto-concreta del XX secolo. Nel settembre del 1979 il Comune di Novara gli dedicò la prima antologica nel Palazzo del Broletto. Bozzola era impegnato in prima fila nelle battaglie culturali nel campo dell’astratto-concreto, del materico e della programmazione concettuale. Un campo in cui si è distinto fin dagli esordi di carriera, negli anni ’50 del secolo scorso, antecedenti e legittimanti la sua adesione al Movimento Arte Concreta. Nella sua lunga attività merita segnalare la sua partecipazione alla rassegna “Arte Sacra 1990: incontri di spiritualità contemporanea”, allestita nel 1990 dalla Diocesi di Novara presso il Palazzo dei Vescovi. Il critico Marco Meneguzzo scriveva di lui: “La figura artistica di Angelo Bozzola rappresenta una personalità di spicco all’interno del Concretismo e dell’arte astratto-geometrica italiana, oltre a costituire una sorta di caso-studio molto interessante per comprendere quello straordinario ambiente culturale sorto all’indomani della seconda guerra mondiale: la rapida acquisizione della sintassi concretista agli inizi degli anni Cinquanta, lo sviluppo di una propria forma originale, che egli chiamerà monoforma, la capacità di passare quasi indifferentemente dalla pittura alla tridimensionalità della scultura, l’elaborazione di un modulo a partire da una matrice, che gli consente di costruire infinite forme mediante l’aggregazione dei singoli elementi , sino a realizzare sculture monumentali, fanno di Bozzola un esempio importante di quella tensione verso il nuovo che ha caratterizzato l’arte italiana della Modernità”.

L’evento di Verbania è sponsorizzato dalla Fondazione Angelo Bossola, in collaborazione con lo Spazio arte BIG Emotion di Verbania e il Ristorante Milano, con il patrocinio del Comune di Verbania.

Enzo De Paoli

 

BARDONECCHIA, RIAPRE DAL 1° AGOSTO IL MUSEO FORTE BRAMAFAM

Dal 1° agosto, riapertura del Museo Forte Bramafam a Bardonecchia, per la stagione 2020. Un anno che segna anche i 25 anni della rinascita della fortezza: da rudere abbandonato a quello che oggi è un Museo di Storia Militare fra i più apprezzati e conosciuti d’Europa, interamento curato dall’A.S.S.A.M. (Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare). La stagione di visite 2020 – inizia il 1° agosto – con nuovi allestimenti e mostre – e continuerà sino a ottobre. La nuova vita del Forte Bramafam in Alta Val Susa iniziava infatti il 18 maggio 1995, quando Pier Giorgio Corino – oggi  direttore del Museo e ideatore e progettista  dell’impianto museale – a nome dell’A.S.S.A.M. direttore del Museo e curatore degli allestimenti museali, prendeva formale consegna dal Demanio, sulla piazza d’armi, di ciò che restava del Forte, vilipeso da decenni di abbandono e saccheggio. Una ricorrenza che si sarebbe voluta celebrare in modo adeguato, ma che la pandemia ha impedito, ritardando invece la tradizionale apertura estiva prevista a giugno.

INFO E CONTATTI

IL MUSEO FORTE BRAMAFAM SARÀ APERTO PER TUTTO IL MESE DI AGOSTO

I SABATI E DOMENICHE DI SETTEMBRE E OTTOBRE.

L’ORARIO DI VISITA È DALLE 10,00 ALLE 18,30.

ULTIMO INGRESSO ALLE 17,00.

tempo medio di visita 2-3 ore.

Quest’anno le visite guidate sono sospese.

INGRESSO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORI IN RISPETTO ALLE NORMATIVE ANTI COVID19

CHIAMARE AL 377.3496355 DALLE 10.00 ALLE 17.00

Infoline: Tel. +39 3336020192

Altre info e aggiornamenti sulle mostre:

www.fortebramafam.it e alla pagina FB https://www.facebook.com/museofortebramafam/

 

 

CIAK, SI SCALA! LA STORIA DEI FILM DI ALPINISMO E DI ARRAMPICATA DIVENTA UN LIBRO

 Dal primo film di alpinismo, Cervino 1901, al cinema digitale del nuovo millennio, passando per centinaia di film a soggetto, riprese di documentazione e pellicole di animazione in un arco di tempo di centoventi anni, tanti quanti ne conta la filmografia, che ha avuto tra i protagonisti le montagne e l’arte di scalarle fin dalle origini. Il volume Ciak, si scala! Storia del film di alpinismo e di arrampicata del giornalista Roberto Mantovani, con la curatela di Marco Ribetti, vicedirettore e conservatore della Cineteca storica e Videoteca del Museomontagna, ripercorre la lunga storia del cinema di alpinismo soffermandosi sui suoi capitoli più significativi e allargando lo sguardo anche oltre le Alpi – luogo di nascita di questo genere – per abbracciare le montagne del mondo intero: dall’Europa orientale alle Americhe, dalla Russia all’Australia e alla Nuova Zelanda. Edito dal Club Alpino Italiano con il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino e l’International Alliance for Mountain Film, il libro di Mantovani è la prima pubblicazione sulla storia di un genere cinematografico mai riconosciuto ufficialmente tale né dalla critica, né dalla produzione, ma amatissimo dagli appassionati del mondo delle altezze. L’opera è basata su una ricerca condotta su archivi pubblici e privati, primi fra tutti i patrimoni storici d’eccezione della Cineteca storica e Videoteca del Museomontagna e della Cineteca centrale del CAI, oltre che sulle rassegne dei titoli presentati nel corso degli anni nei film festival specializzati, e può essere vista non solo come la storia del cinema di alpinismo, ma anche come la storia dell’alpinismo attraverso il cinema. Le immagini dei manifesti e le foto di scena che corredano i testi sono stati selezionati tra i circa 8.000 beni del Fondo Documentazione Cinema delle Raccolte iconografiche del Museo, con alcuni inserti di produzioni più recenti offerti dal Trento Film Festival.

 

FERRUCCIO MARTINOTTI CONFERMATO DIRETTORE DEL MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO.

Ferruccio Martinotti è stato confermato alla direzione del Museo Nazionale del Risorgimento: resterà in carica per altri quattro anni. La scelta è stata assunta dal nuovo Consiglio di Gestione del Museo insediatosi la scorsa settimana e presieduto dall’avvocato Mauro Caliendo. “Sul nome di Martinotti c’è stata la convergenza della Regione Piemonte e della Città di Torino che hanno apprezzato le capacità manageriali e gli straordinari risultati conseguiti durante il suo primo mandato – dichiara il presidente Mauro Caliendo – sotto la sua guida il Museo Nazionale del Risorgimento ha conosciuto una stagione di notevole crescita sia in termini quantitativi, in relazione all’incremento del numero dei visitatori, sia sotto il profilo della qualità dell’offerta. Oltre a proporre un patrimonio di grandissimo valore, oggi il Museo si distingue per la varietà delle mostre temporanee che catturano l’attenzione di tantissimi appassionati non solo di storia, ma di tutte le forme d’arte. Auspico – conclude Caliendo – che i prossimi quattro anni siano forieri di uno sviluppo altrettanto importante dell’attività del Museo”. Grande la soddisfazione del direttore Martinotti: “Ringrazio gli Enti pubblici e il nuovo Consiglio di Gestione per la fiducia riposta – dichiara – sarà un onore e un piacere lavorare per una governance il cui spessore qualitativo trova pochi riscontri nelle Istituzioni culturali italiane. La sfida che ci attende subito è rilanciare il Museo dopo questo periodo di chiusura dovuto all’emergenza sanitaria. Bisognerà tornare allo slancio iniziale e allo spirito di intraprendenza che ha caratterizzato la nostra azione negli scorsi anni”. Compongono il Consiglio di Gestione: l’avvocato Mauro Caliendo, che ne è presidente, l’architetto Francesca De Filippi, docente del Politecnico di Torino, il manager internazionale Giorgio Piumetti, Michele D’Andrea, già dirigente del Quirinale ed esperto di Comunicazione Istituzionale e la professoressa Ester De Fort, già docente presso l’Università di Torino. Insieme con  Paola Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina di Torino, Alain Lombard, già segretario generale dell’Accademia di Francia a Roma e Direttore Generale Amministrativo del Musée d’Orsay, Dario Disegni, presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, nonché Presidente della Fondazione E.C. Mangini (Museo Mangini Bonomi) di Milano e il professor Umberto Levra, presidente uscente del Museo Nazionale del Risorgimento costituiscono il Consiglio di Indirizzo.

 

LEMIE, MOSTRA “BRUCIO ANCH’IO. PER DARE VOCE AL BOSCO CHE ARDE IN SILENZIO”

dal 2 agosto al 30 agosto 2020, inaugurazione 1° agosto ore 15,30.

Curatori: Federica Caprioglio, Marco Demaria, in collaborazione con il Civico Museo Didattico di Scienze Naturali “Mario Strani” di Pinerolo.

Orari di apertura: sabato e domenica ore 15/18.

Sede: ex Confraternita, presso la Chiesa parrocchiale di Lemie.

Il Museo Diffuso Valle di Viù ospita nel prossimo mese di agosto, nella sede dell’ex Confraternita di Lemie, l’esposizione collettiva “Brucio Anch’io. Per dar voce al bosco che arde in silenzio”, condividendo del tutto l’obiettivo della mostra di richiamare l’attenzione sulle orribili e pesanti conseguenze dovute al passaggio degli incendi nei boschi. Pitture, sculture e fotografie, opere di una trentina artisti che partecipano volontariamente a portare avanti il messaggio, tra i quali Cristina Girard – illustratrice naturalistica-conducono l’osservatore dentro l’incendio, per guardarlo con gli occhi di chi arde in silenzio e cerca di far capire quale e quanta sofferenza coinvolge ogni forma di vita della foresta. Il progetto Brucio Anch’io ha preso avvio grazie a Federica Caprioglio e a Marco Demaria, in collaborazione con il Civico Museo Didattico di Scienze Naturali “Mario Strani” di Pinerolo, subito dopo gli spaventosi roghi che tra il 22 e il 29 ottobre 2017 si svilupparono in molte località del Piemonte. Oltre diecimila ettari di territorio furono percorsi dalle fiamme, portando morte e devastazione per milioni di creature inermi. La sola Valle di Susa perse più di tremila ettari di foreste, bruciando per giorni e giorni. Il problema degli incendi procurati dalla disattenzione e a volte dall’intento di fare danno si ripropone periodicamente non solo in Piemonte e purtroppo molti organi d’informazione evidenziano i danni procurati a persone e manufatti, trascurando quasi completamente la distruzione della natura e il dramma vissuto dalle creature che soccombono soffocate o bruciate vive per l’impossibilità di fuggire. Il progetto di sensibilizzazione, patrocinato dalla Regione Piemonte, comprende anche la realizzazione di eventi, quali conferenze e spettacoli, ma per le misure di sicurezza anti-covid 19, a Lemie sarà allestita solo l’esposizione artistica.

È possibile visitare la mostra dal 2 al 30 agosto 2020, il sabato e la domenica, orario di apertura 15.00-18.00; ingresso gratuito. Per informazioni ed eventuali prenotazioni:  museocivicousseglio@vallediviu.it |0123 756421.

 

USSEGLIO: L’OCCHIO COME MESTIERE, MOSTRA FOTOGRAFICA ANTOLOGICA DI ENZO ISAIA

Museo Civico Alpino «Arnaldo Tazzetti» | Usseglio

Dal 2 agosto al 13 settembre 2020

Il 1° agosto, al Museo Civico Alpino Arnaldo Tazzetti di Usseglio, sarà inaugurata alle ore 17,30 la mostra: L’OCCHIO COME MESTIERE. Mostra fotografica antologica di ENZO ISAIA. L’esposizione, a cura di Enzo Isaia, raccoglie una trentina di scatti fotografici da lui realizzati in contesti e periodi differenti che ripercorrono la storia di un artista eclettico, impegnato a sperimentare   svariate   tecniche senza mai perdere quel gusto della sorpresa e dell’incanto che contraddistingue l’occhio del vero fotografo. Le immagini, suddivise in sedici sezioni, sono esposte con due stampe e dieci file a monitor per ciascuna sezione, e sono in massima parte estrapolate da ricerche più ampie, che mostrano un’attenzione minuziosa al minimo dettaglio. È questo un retaggio della cultura della pellicola, che esige uno scatto già di per sé perfetto o solo leggermente perfezionabile: lo studio dell’inquadratura e la preparazione sono meticolosi, fitti i sopralluoghi, e poi le attese della luce giusta, la pulizia degli spazi… poco è lasciato al caso. Gli effetti creati dalle diverse    condizioni   atmosferiche diventano coprotagonisti interagendo con l’oggetto fotografato trasmutandolo ogni volta, come per incanto, in qualcosa di nuovo e sorprendente. Enzo Isaia, nato a Pordenone, dopo gli studi classici e un percorso universitario presso la   facoltà   di   Architettura    del Politecnico di Torino, alla fine degli anni Sessanta, affascinato dalle immagini di Henri Cartier-Bresson e dai grandi servizi che comparivano sui periodici Life, Paris Match, Stern ed Epoca, sceglie di dedicarsi interamente alla fotografia. Già da studente, documenta con la sua macchina fotografica diverse missioni archeologiche e realizza due reportage Noi Alpini e 60 immagini degli anni ’60. In seguito, si occupa di advertising, con particolare vocazione per i grandi stil life di moto, automobili, autocarri, trattori, treni, navi e aerei, immortalati sia nei teatri di posa che in esterno.   Al suo obiettivo sono legate, tra molte altre, le fotografie di vetture Ferrari e Maserati, delle   concept car Pininfarina, Bertone e Giugiaro e le immagini scattate “al volo“ del G 222, G-91Y, F 104 Starfighter, Tornado, AMX, C-27 J Spartan. Non si contano le campagne pubblicitarie, i calendari, le brochure, le monografie e gli annuali report per l’industria. In questi ultimi anni si appassiona alla scultura contemporanea e realizza numerosi cataloghi per artisti e mostre internazionali. Da sempre, Enzo Isaia affianca all’attività pubblicitaria un’approfondita ricerca personale su reportage, ritratto, architettura e paesaggio.

L’allestimento e l’organizzazione della mostra sono rispettivamente di Loredana Iacopino e Alberto Tazzetti.

È possibile visitare la mostra dal 2 agosto al 13 settembre, tutti i giorni dalle 10.00-12.00/15.00-18.00; dal 24 agosto il sabato e la domenica. Per informazioni e prenotazioni:  museocivicousseglio@vallediviu.it |0123 756421

 

HERBARIUM VAGANS – MOSTRA ITINERANTE A DOMODOSSOLA E SANTA MARIA MAGGIORE

Herbarium vagans è una grande mostra itinerante a cui partecipano artisti italiani e internazionali che hanno ritratto, ognuno secondo il proprio stile, un’erba officinale che cresce tra Alpi e Prealpi. Gli artisti coinvolti sono divisi in due diverse sezioni: diciassette pittori botanici e ventotto artisti contemporanei tra cui Geetika Singh Barghava, Massimo Caccia, Michael Cailloux, Daniele Catalli, Antonio De Luca, Marie Antoinette Gorret, Paola Tassetti, Gosia Turzeniecka e molti altri. Dall’1 al 30 agosto la mostra inaugura nella punta più a nord del Piemonte, nei centri storici di Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo (sezione pittori botanici) e di Domodossola (artisti contemporanei). Le opere saranno esposte su grandi pannelli affissi all’esterno e sparse nei centri storici. L’inaugurazione sarà sabato 1 agosto a Santa Maria Maggiore | Casa del Profumo Feminis-Farina | ore 11 e a Domodossola | Teatro Galletti | ore 18.

Herbarium vagans è il primo appuntamento espositivo del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco sul lago d’Orta.

 

  

MARIA AVINO È LA  VINCITRICE DELLA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO BIENNALE MARIO LATTES PER LA TRADUZIONE

Maria Avino è la  vincitrice della prima edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, per la sua traduzione di Morire è un mestiere difficile (Bompiani, 2019) del siriano Khaled Khalifa. Il Premio è promosso dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con l’Associazione Arti Contemporanee Castello di Perno. La giuria specialistica premia all’unanimità Maria Avino in una rosa di cinque finaliste in gara per la prima edizione del Premio, dedicata alla narrativa in lingua araba tradotta in italiano. Le altre quattro finaliste erano: Samuela Pagani, traduttrice di Corriere di notte della libanese Hoda Barakat (La nave di Teseo, 2019); Nadia Rocchetti, traduttrice di Viaggio contro il tempo della libanese Emily Nasrallah (Jouvence, 2018); Monica Ruocco, traduttrice di Il suonatore di nuvole dell’iracheno Ali Bader (Argo, 2017); Barbara Teresi, traduttrice di Una piccola morte del saudita Mohamed Hasan Alwan (E/o, 2019). «La decisione – spiegano Isabella Camera d’Afflitto, Manuela E.B. Giolfo, Claudia Maria Tresso della Giuria specialistica – ha tenuto conto del contributo che non solo con questo lavoro, ma anche con quelli realizzati in oltre vent’anni di attività, la traduttrice ha recato alla diffusione della letteratura araba contemporanea in Italia: un contributo che si avvale ora di un’opera, come questa di Khaled Khalifa, di indubbio interesse nella situazione attuale di un mar Mediterraneo attraversato da profughi e migranti. La complessa situazione della Siria in cui il romanzo si colloca, e a cui gran parte del pubblico italiano è poco avvezzo, non ha impedito alla traduttrice di realizzare una versione stilisticamente matura – non solo scorrevole, ma anche elegante, non solo fruibile, ma anche avvolgente – del testo di partenza. Pur mantenendo una fedele aderenza all’originale, ella ha saputo rispettarne il registro senza appesantirlo con apparati critici e inserendo con moderazione le parole in lingua originale.» La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 18 luglio 2020 nel giardino del Castello di Perno (Cn) nel cuore delle Langhe, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. In questa occasione l’orientalista Fabrizio Pennacchietti ha tenuto la lectio magistralis L’arabo letterario moderno può dirsi una lingua “europea”?. L’appuntamento è stato condotto dalla giornalista e saggista Paola Caridi, studiosa di Medio Oriente e Nord Africa, e ha visto la partecipazione dei giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario Marchetti, Antonietta Pastore, lo stesso Fabrizio Pennacchietti, (membri della Giuria stabile che ha scelto la rosa elle cinque traduttrici finaliste) e Isabella Camera d’Afflitto, Manuela E.B. Giolfo e Claudia Maria Tresso (membri della Giuria specialistica, che ha decretato la vincitrice). Con il Premio Mario Lattes per la Traduzione la Fondazione Bottari Lattes pone l’attenzione sul fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e sull’impareggiabile contributo della traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo. Con questa iniziativa la Fondazione intende promuovere la conoscenza di culture e autori meno noti al pubblico italiano e incoraggiare la traduzione in italiano delle loro opere letterarie più significative per qualità letteraria e profondità di contenuti, riflessioni, testimonianza. Il tutto nella piena consapevolezza che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni tra culture diverse, con le quali il traduttore instaura un profondo legame.

 

ALMESE: RINCONTRAMOCI, VISITE GUIDATE TEATRALI

sabato 1 AGOSTO 2020      

Nell’ambito del bando “RINCONTRIAMOCI” promosso e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Associazione Culturale Cumalè in collaborazione con Teatro e Società presenta  due visite teatrali guidate alla scoperta del Paesaggio di Almese. Le visite teatrali vogliono essere un momento di incontro e di sostegno del territorio, ma soprattutto un momento di ri-scoperta. Si vuole valorizzare e promuovere un turismo di prossimità per conoscere la storia e la cultura di luoghi vicini a noi in grado di svelare bellezze e meraviglie. Il primo appuntamento è sabato 1 agosto 2020 con  partenza presso il Ricetto per l’Arte di Almese – Borgata San Mauro  alle ore 16.00. Lo spettacolo itinerante si snoderà lungo la frazione Rivera, si farà tappa nei pressi di un’antica casa medievale sede di una locanda, luogo dove si è scoperto l’antico vitigno del Baratuciat, si proseguirà verso la chiesa barocca che conserva al suo interno innumerevoli dipinti di pregio dov’è riconoscibile lo stile di Filippo Juvarra. Il percorso continuerà verso il parco Robinson,  si tornerà verso il Ricetto per l’Arte lungo il torrente Messa immergendosi in un paesaggio suggestivo e pittoresco. Lungo il percorso si incontreranno personaggi d’eccezione usciti appositamente dal romanzo “I Promessi Sposi”. Renzo e Lucia, stufi di rivivere eternamente il dramma narrato nel grande classico di Manzoni, decidono di fuggire dal libro per convincere lo stesso autore a  riconsiderare la trama della loro storia. Si ritrovano invece ad Almese nel 2020 ma a causa di sfortunate vicende si perdono nuovamente. Riusciranno a rincontrarsi? Ma soprattutto saranno riusciti a lasciarsi alle spalle i Bravi e Don Rodrigo? Non vi resta che scoprirlo in questa miniserie teatrale di Almese. L’Associazione Culturale Cumalè, gestisce dalla primavera 2019 il Ricetto di Almese con lo scopo di promuovere l’arte e la cultura come strumento di benessere e inclusione sociale e farlo diventare Agorà, un luogo di incontro e condivisione. Diverse le iniziative  legate all’arte in relazione al paesaggio circostante: laboratori, estemporanee, mostre di pittura e scultura in spazi dedicati all’interno del Ricetto e del borgo. Teatro e Società, da diversi anni, opera in ambito turistico con lo scopo di valorizzare e rendere fruibile il bene culturale attraverso il teatro. Opera in diversi musei torinesi e accompagna il pubblico a visitare borghi, residenze e castelli in diversi luoghi del Piemonte. I percorsi teatrali creano legami tra il territorio e il visitatore facendo scoprire, in modi inconsueti, il passato e il presente di ogni luogo narrato. La visita teatrale è gratuita. Per prendere parte all’iniziativa, nel rispetto delle vigenti norme anti COVID-19, è obbligatoria la prenotazione al n. +39 3289161589 o tramite mail cumale.ass@gmail.com.  I posti sono limitati e non sarà consentito superare il numero previsto per evitare assembramenti. Al momento della prenotazione sarà necessario fornire i propri dati anagrafici. La visita teatrale si svolgerà all’aperto, attenendosi alle linee guida per la prevenzione e il contenimento del COVID -19, tutti i partecipanti dovranno essere dotati di mascherine che saranno opportunamente indossate nel caso in cui non sussistano le condizioni del distanziamento sociale.

Visita Teatrale Guidata: RINCONTRIAMOCI

Luogo: Ricetto per l’Arte – Agorà della Valsusa – Borgata San Mauro  – Almese (TO)

Primo appuntamento: Sabato 01 agosto 2020, dalle ore 16.00

Secondo appuntamento: Domenica 11ottobre 2020

Info e prenotazioni: Associazione Culturale Cumalè – cumale.ass@gmail.com Tel : 328 9161 589