Chieri, il sindaco Beppe Berruto ricordato a 20 anni dalla scomparsa
Venti anni fa, il 29 luglio 2000, moriva a soli 57 anni Beppe Berruto, sindaco di Chieri per più mandati e figura di riferimento per la politica chierese per decenni. Claudio Martano, che dal 2014 al 2019 è stato a sua volta primo cittadino, lo ha così commemorato in consiglio comunale.
“La figura di Beppe Berruto per Chieri è assolutamente significativa e commemorarla a vent’anni dalla scomparsa è un atto doveroso oltre che certo profondamente sentito dai tantissimi chieresi che hanno avuto modo di conoscerlo, di apprezzarlo, di volergli bene. Ha certamente grande valore simbolico farlo in occasione del Consiglio Comunale, organo istituzionale che lo ha visto protagonista per lungo tempo, come Consigliere, Assessore, Sindaco, Presidente. E’ stato richiesto a me, che ho condiviso con lui una parte di percorso, di ricordarlo. Ho accettato, sentendomi onorato del compito, nella consapevolezza della difficoltà di rendere un tributo degno della persona e nella speranza di esserne all’altezza. Beppe era uomo di grande intelligenza e cultura. Ma mai queste qualità hanno determinato atteggiamenti di orgoglio, di supponenza, mai l’hanno reso scostante o lo hanno allontanato dalle persone. Era dotato infatti anche di uno splendido senso dell’umorismo, di una vena di ironia e di autoironia per cui è rimasto sempre un uomo accogliente, capace di relazioni autentiche così con le persone più semplici come con quelle di più alto rango, senza mai arroganza ma senza timidezza; capace di benevolenza e dialogo ma deciso nel difendere i valori in cui credeva; capace di gestire con equilibrio e sapienza il quotidiano ma anche dotato di passione e visione di alto livello e prospettiva. Ci sono mancate in tanti momenti di questi scorsi vent’anni la sua saggezza, il suo spirito costruttivo, la capacità di mediazione “alta”. Nelle funzioni pubbliche che mi sono trovato a ricoprire dopo di lui ho rimpianto spesso di non potergli chiedere un consiglio, un supporto un’ispirazione e, come credo tanti altri, ho acquisito nel tempo sempre più consapevolezza del suo valore e delle sue qualità, che durante la sua vita, pur lasciandole intuire e non potendole nascondere, lui mascherava con nonchalance, dietro quel suo sorriso bonario, dietro la battuta in piemontese, dietro quel suo non prendersi troppo sul serio che è tipico solo delle persone veramente grandi. E ancora oggi sento di dovergli un affettuoso e commosso: GRAZIE BEPPE”