“Il testamento dell’ortolano” ha concluso a Costigliole “Paesaggi e oltre”
“Il testamento dell’ortolano”ha concluso, venerdì 21 agosto, il festival Paesaggi e oltre della Comunità delle Colline tra Langa e Monferrato.Anteprima a Motta di Costigliole per l’ultima creazione del Teatro Degli Acerbi, tratta da un racconto di Antonio Catalano e diretto ed adattato da Patrizia Camatel nel paesaggio diventato patrimonio Unesco, per raccontare le tante sfaccettature del rapporto tra uomo e natura di tre generazioni di ortolani. Per la prima volta il festival, su iniziativa del Comune di Costigliole d’Asti, ha fatto tappa nelle aziende florovivaistiche di Motta di Costigliole, ambientazione ideale per lo spettacolo. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla dell’ amore per la terra. L’orto può diventare un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame tra l’umanità e la terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della cura: là dove ci si prende cura della terra e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano (interpretato da Massimo Barbero). La dimensione è quella intima della narrazione, per piccoli gruppi di ascoltatori, grandi e piccini in cui si narrano le gesta di contadini: è la storia di tre generazioni di ortolani, gente semplice che si tramanda l’orto che fa bene alla salute e all’anima, in un passato in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso, ma si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi.“I figli finalmente scoprirono l’eredità lasciata loro dal padre, si abbracciarono ed annaffiarono l’orto con le loro lacrime”.
Alessandra Gallo