Chieri, sabato 3 ottobre in Duomo gran concerto dedicato a Vivaldi
3 ottobre Chieri ore 21.15 – Parrocchia di S. Maria della Scala (Duomo)
Accademia del Ricercare – Corale Universitaria
Le grandi produzioni di Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Magnificat in sol minore – per due soprani, contralto, basso, coro, due oboi, archi e basso continuo RV 610
Magnificat anima mea Dominum – Et exultavit – Et misericordia ejus – Fecit potentiam – Deposuit potentes – Esurientes – Suscepit Israel –
Sicut locutus est – Gloria Patri
Concerto in re minore per due oboi, archi e basso continuo RV 535
Largo – Allegro – Largo – Allegro molto
Gloria in re maggiore
per due soprani, contralto, coro, tromba, oboe, archi e basso continuo RV 589
Gloria in excelsis Deo – Et in terra pax – Laudamus te – Gratias agimus tibi, Propter magnam gloriam – Domine Deus – Domine, Fili unigenite – Domine Deus, Agnus Dei – Qui tollis peccata mundi – Qui sedes ad dexteram Patris, Quoniam tu solus sanctus – Cum Sancto Spiritu
Accademia del Ricercare
Lucia Cortese, soprano
Teresa Nesci, soprano
Elena Biscuola, contralto
Enrico Bava, basso
Silvia Colli, Andrea Vassalle, Efix Puleo, violini primi
Claudia Monti, Aki Takahashi, violini secondi
Elena Saccomandi, viola
Antonio Fantinuoli, Luca Taccardi, violoncelli
Federico Bagnasco, violone
Arianna Zambon, Manuel Staropoli, oboi barocchi
Enrico Negro, tromba barocca
Claudia Ferrero, clavicembalo e organo portativo
Direttore del coro Paolo Zaltron
Pietro Busca, direttore e concertatore
Dopo le Quattro Stagioni, l’opera più conosciuta di Vivaldi è senza dubbio il Gloria RV. 589, un lavoro dai toni esultanti, che può essere visto al tempo stesso come una celebrazione della potenza ormai decadente della Serenissima – che meno di un secolo dopo, nel 1797, sarebbe stata ceduta da Napoleone all’impero asburgico nel quadro del Trattato di Campoformio – e come un fedele specchio della quantitativamente limitata ma pregevolissima produzione sacra del Prete Rosso. In quest’opera sono infatti presenti tutti gli elementi della poetica vivaldiana, a partire dal grandioso incipit iniziale – diventato con il Te Deum di Charpentier una delle icone del genere sacro barocco – che abbina un incisivo tema con salti d’ottava degli archi gravi a un disegno più scorrevole e inconfondibilmente veneziano dei violini, con il coro che proclama con un poderoso panneggio omofonico la gloria di Dio e la tromba e l’oboe che sottolineano la solennità del testo. In seguito Vivaldi alterna con sapienza passaggi corali polifonici (“Et in terra pax” e “Cum Sancto Spiritu”), arie con strumento obbligato (“Domine Deus rex celesti”, per soprano, violino e oboe), un duetto (“Laudamus Te”, per due soprani e archi), momenti solenni (ancora “Et in terra pax”) e altri dai toni esultanti (il primo e l’ultimo movimento). Un discorso a parte merita il “Domine Deus”, a parere di chi scrive uno dei vertici più alti dell’arte vivaldiana, che vede assoluto protagonista il contralto, la cui struggente invocazione viene punteggiata dagli accorati “Miserere nobis” del coro, raggiungendo un’intensità sofferta e del tutto convincente, che trova pochissimi confronti nella produzione sacra del Prete Rosso, nella quale si percepiscono spesso tracce di elementi teatrali. Nello stesso periodo in cui venne composto il Gloria vide la luce anche il Magnificat RV. 610, un’opera dalla genesi insolitamente complessa per un compositore dalla penna rapidissima come il Prete Rosso. Dopo la prima stesura per le putte della Pietà, qualche anno più tardi Vivaldi rimaneggiò l’opera per il convento cistercense di Osek (nella cui biblioteca è conservata una copia manoscritta), rivedendo in particolare le voci gravi per i registri maschili (come si può immaginare, il coro della Pietà era composto esclusivamente da voci femminili, alcune delle quali in grado di scendere a note molto gravi) e sviluppando in maniera considerevole il terzetto “Sicut locutus est”, nel quale diede maggiore rilievo agli oboi obbligati. Inoltre, nella nuova versione l’organico venne diviso in due cori, anche se sotto l’aspetto strutturale l’opera rimane chiaramente monocorale, mirabile nella sua concisione, una qualità che non si associa spesso ai capolavori barocchi.
CORALE UNIVERSITARIA DI TORINO Fondata nel 1954 su iniziativa di alcuni studenti, la Corale Universitaria di Torino rappresenta oggi una delle espressioni più originali e qualificate della vita culturale e musicale della città. Essa svolge un’importante e riconosciuta opera di ricerca tesa alla riscoperta e alla valorizzazione dei grandi maestri del Rinascimento, non trascurando peraltro l’interesse per autori del periodo classico e contemporaneo. La Corale può, infatti, vantare prime esecuzioni assolute e moderne di Vivaldi, Sinigaglia, Martin, Kubelik, Pavese e Piacentini. Vanno ricordate, a tale proposito, alcune significative incisioni discografiche quali Carols, la favola del Natale (2007), Ars Flamandi, scuole polifoniche neerlandesi dal XV al XVII secolo (2004), e Beata es Virgo Maria, dedicata alla dedizione mariana nel Rinascimento. La Corale ha effettuato numerose tournées in Italia e all’estero; ha partecipato a importanti rassegne (Europa Cantat 2012, Torino, MITO-Settembre Musica a Torino nel 2011 e nel 2007, Nello stile Italiano, Genova, Festival di Cori Universitari a Firenze, Festival International Musique Universitaire, in Francia, Semana Coral Internacional de Alava in Spagna), manifestazioni celebrative (centenari di Dante, Palestrina e Monteverdi) e concorsi (nel 2006 LLangollen-3° posto assoluto, Lugano, Stresa, Quartiano e Arezzo).Dal 1999, la Corale fa parte del l’Associazione Musicale degli Studenti Universitari del Piemonte, al fine di promuovere la musica corale fra gli studenti. In questo ambito ha promosso tre rassegne internazionali di Cori Universitari, lezioni-concerto, scambi con cori universitari italiani ed europei. La Corale organizza periodicamente seminari di studi rivolti a studenti universitari, a direttori di coro e coristi ( ad esempio nel 2009 con il M° Dario Tabbia sul madrigale italiano e nel 2008 con il M° Luigi Marzola sull’oratorio Jephte di Giacomo Carissimi, nel 2016 “Orlando Furioso. Il madrigale rinascimentale al servizio del capolavoro dell’Ariosto” con il M° Giuseppe Maletto e “Respiro e voce” con il M° Alessandro Patalini).La Corale Universitaria ha inoltre bandito tre Concorsi Internazionali per giovani compositori per recuperare una tradizione di canto regionale rivisitato secondo l’attuale sensibilità ed estetica musicale.Più di 600 coristi hanno cantato dal 1954 ad oggi nella Corale Universitaria di Torino, attualmente il coro universitario più longevo d’Italia!
Accademia del Ricercare
Nei suoi trent’anni di attività, il gruppo, nelle sue diverse formazioni ha effettuato oltre 1.000 concerti ed è stato invitato ad esibirsi per importanti istituzioni musicali, festival nazionali ed internazionali di alto livello: Bruges Festival Internazionale delle Fiandre, Festival de La Chaise Dieu, Lens Festival Contrepoints, Kyoto, Osaka, Bolzano Festival, Università di Leon Spagna, I Concerti dell’Accademia Ravenna, Festival di Musica Antica Graz, Festival de Musica Espanola de Madrid, Festival de la Laguna Tenerife, Festival Internacional de Musica de Galicia, Festival Internacional de Musica y Danza de Granata, Festival de Musique et Renaissance di Parigi Ecouen, Antiqua BZ, Canto delle Pietre Regione Lombardia e Regione Piemonte, S. Sempliciano a Milano, Genova, Firenze, Campobasso, Viadana, Stresa, Noto, Brindisi, Pantelleria, è Kiel, Amburgo, Barcellona, Alberville, Barcellonet, Motril, riscuotendo, ovunque si sia proposta, ottimi consensi di pubblico e di critica.
Nel 2009 ha ricevuto l’incarico dal Governo delle Canarie e dalla società di Musicologia Spagnola di incidere i Villancicos di Diego Duron, opera che ha suscitato grande interesse per l’appropriata scelta dell’organico strumentale.
Nel 2017 è stata invitata dall’Istituto di Cultura Italiano in Giappone per una serie di quattro concerti nelle città di Osaka, Kioto e Fukuoka.
L’Accademia del Ricercare ha realizzato 16 registrazioni su CD (edite e distribuite sul mercato internazionale dalla Elegia, CPO, Brilliant, Tactus, Stradivarius) il cui successo è confermato dai notevoli volumi di vendita quanto dalle recensioni pubblicate sulle maggiori riviste del settore in Europa.
L’Accademia del Ricercare collabora permanentemente con i massimi esponenti a livello mondiale nell’esecuzione della musica tardo-rinascimentale o barocca, i quali vantano individualmente curriculum di prestigio (Cappella Real de Catalunia, J.Savall, K.Boeke, A.Curtis, F. Bruggen, ecc…)
L’Accademia inoltre raccoglie centinaia di ragazzi nei due centri permanenti di formazione musicale situati, uno a S. Raffaele e l’altro a Settimo Torinese, dove intraprendono lo studio della musica raggiungendo, nella maggioranza dei casi ottimi risultati e conseguendo esami ministeriali con ottime valutazioni.
Altra iniziativa rilevante dell’Accademia del Ricercare sono le lezioni-concerto. Recentemente sono stati presi accordi con scuole superiori per lo svolgimento di alternanza scuola-lavoro. Lo sviluppo di sinergie con Associazioni, Fondazioni, Scuole del territorio anche in varie scuole della provincia, tramite queste lezioni è stato possibile infondere nei giovani il desiderio di conoscere ed apprezzare un repertorio per loro a volte sconosciuto.