L’AVVOCATO – Stalking: anche nei rapporti condominiali
Quando si pensa allo stalking tale termine viene comunemente associato a comportamenti inerenti la sfera affettiva degli individui, ma le statistiche rilevano invece che una buona percentuale di ipotesi di atti persecutori si realizza nel condominio, dove gli animi esacerbati da rancori pregressi o le innumerevoli incomprensioni e intolleranze nei rapporti di vicinato si traducono e spesso finiscono per sfociare in condotte penalmente rilevanti. I casi di vicini che si lamentano per comportamenti di altri vicini che sono talmente molesti da provocare uno stato di malessere, ansia e paura per sé e per i propri familiari non sono così inconsueti: in questo caso si parla di stalking condominiale ed è un reato. Lo stalking condominiale è , infatti, quel reato commesso da chi pone in essere comportamenti molesti e persecutori nei confronti dei vicini di casa, tanto da ingenerare in loro un grave e perdurante stato di ansia, frustrazione e paura per sé o per i propri familiari e da costringerli a cambiare le proprie abitudini di vita. Si è visto che la realtà condominiale rappresenta terreno fertile per la nascita di contrasti e dissidi: lo stalking condominiale è così entrato, da qualche anno, a pieno titolo all’interno delle aule di giustizia, con l’estensione del campo di applicazione del reato di atti persecutori anche in contesti diversi da quelli inerenti la sfera prettamente privata delle persone. Pertanto tale nuova fattispecie costituisce un efficace strumento di tutela anche per tutti coloro che in via indiretta subiscono un turbamento alla propria tranquillità domestica e sono o si sentono costretti ad alterare le proprie abitudini di vita
Monica Pelissero