PIEMONTE ARTE: LUCI D’ARTISTA, DE-COLL, DIVISIONISMO, BOSSOLI, GIULIANO, PERUGIA, VENTURA…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

DE-COLL, MOSTRA A FIRENZE

Inaugurata alla Galleria d’Arte Mentana di Firenze la mostra “Racconti contemporanei” dell’artista chierese Pier Tancredi De Coll. La mostra sarà visitabile in galleria e sulla piattaforma on-line www.galleriamentana.it fino al 10 novembre

 

 

 

 

 

 

 

TORINO: LUCI D’ARTISTA, 23^ EDIZIONE, 30 OTTOBRE – 10 GENNAIO 2021

Dal 30 ottobre al 10 gennaio 2021 torna Luci d’Artista giunto alla XXIII edizione. La rassegna – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Smart Solutions e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN S.p.A, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura di Torino, Turismo Torino e quest’anno con la sponsorizzazione di City Sightseeing® Torino – è nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano e, dal 2018, si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere. Ogni anno le Luci sono collocate in luoghi significativi del territorio urbano con l’obiettivo di valorizzarle e creare attesa e curiosità. La loro facile accessibilità e fruizione unita al miglioramento qualitativo che apportano al paesaggio urbano, ha reso la mostra a cielo aperto un evento culturale simbolo della città apprezzato in Italia e all’estero. In questa edizione si potranno ammirare 26 opere (tra allestimenti temporanei e permanenti) di cui 14 nel Centro città e 12 nelle altre Circoscrizioni. L’esposizione, oltre a proporre uno speciale percorso che permetterà al pubblico potrà cogliere le diverse visioni poetiche espresse dalle opere realizzate da artisti accomunati dall’attrazione per la luce, quest’anno si arricchirà di importanti novità: la nuova collocazione temporanea di ‘Concerto di parole’ di Mario Molinari – per la quale è stato realizzato il rifacimento di alcuni moduli – che verrà allestita in prossimità dell’Ospedale Regina Margherita (piazza Polonia, all’altezza dell’uscita del sottopasso di corso Spezia, nella Circoscrizione 8); ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4), sarà resa permanente in via sperimentale così come ‘Il  Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina, Circoscrizione 1) il cui allestimento in questa edizione sarà arricchito dopo l’integrazione dell’illuminazione pubblica della piazza stessa; l’opera ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) è stata restaurata; ‘My Noon’ di Tobias Rehberger sarà allestita per la prima volta in Borgata Lesna (Circoscrizione 3) nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila (via Germonio 12); l’opera Ancora una volta di Valerio Berruti verrà installata in via Monferrato (in prossimità della Gran Madre, Circoscrizione 8) con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Borgo Po contribuendo al rilancio delle attività commerciali della zona; una nuova illuminazione artistica valorizzerà il Monumento 1706 di Luigi Nervo (Circoscrizione 5).

 

NOVARA: RIAPRE LA GRANDE MOSTRA SUL DIVISIONISMO ITALIANO

La mostra “Divisionismo. La rivoluzione della luce” di Novara, programmata originariamente dal 23 novembre 2019 sino al 12 aprile 2020, era stata chiusa anticipatamente per l’emergenza Covid. Ora però è stata riaperta, sempre presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara (Piazza Martiri della libertà n. 3), il 24 ottobre col titolo “Divisionismo. La rivoluzione della luce. Rewind” e continuerà fino al 24 gennaio 2021, quindi fino a dopo la festa patronale novarese di San Gaudenzio del 22 gennaio, con i seguenti orari: martedì/domenica 10,00-19,00. Oltre 30.000 persone avevano prenotato la mostra nei due mesi in cui è stata sospesa; altri che già l’avevano visitata volevano tornarci. Per questi motivi gli organizzatori, a partire dall’associazione METS Percorsi d’Arte, d’intesa con la curatrice Annie Paule Quinsac, e con Comune di Novara e Fondazione Castello Visconteo Sforzesco di Novara, sono riusciti a riottenere le opere, proponendo alcune novità. Tra i dipinti assenti in questa riedizione (sei in tutto), l’unico che non è stato sostituito è la monumentale “Maternità” di Gaetano Previati, fragilissimo e di difficile movimentazione. Al suo posto è ora una riproduzione in alta definizione con le stesse misure (175,5 x 412,5 cm.), collocata, come precedentemente l’originale, all’ingresso. Gli altri “assenti” sono invece stati sostituiti da dipinti che, come spiegano gli organizzatori “avessero lo stesso peso dei precedenti e potessero illustrare aspetti diversi delle problematiche affrontate in questa esposizione”. La mostra si apre con la sala “Il prologo”, con opere di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Emilio Longoni, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza e Gaetano Previati. La sala 2 è dedicata a “1891. La prima Triennale di Brera. Uscita ufficiale del Divisionismo italiano” e si sviluppa a piano terra con la “Maternità” di Gaetano Previati, che abbiamo già ricordato, quindi, al primo piano, con i dipinti di Vittore Grubicy, Angelo Morbelli, Emilio Longoni, Giuseppe Pellizza e Giovanni Segantini. In questa sala la tela di Sottocornola della precedente edizione di mostra dal titolo “Fuori di porta (Le sorelle)” è ora sostituita con un capolavoro di Segantini “Petalo di rosa”. La sala 3 “L’affermarsi del Divisionismo” presenta lavori di Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Plinio Nomellini, Giovanni Sottocornola, Gian Battista Ciolina, Carlo Fornara, Vittore Grubicy. In questa sala “Venduta” di Morbelli sostituisce “Riflessioni di un affamato” di Longoni. La sala 4 “Pellizza da Volpedo. Tecnica e simbolo” propone i dipinti di Giuseppe Pellizza. In questa sala sono state sostituite due opere: “la Processione” e “Tramonto” con “La piazza di Volpedo” e “Il ritorno dei naufraghi al paese (L’annegato)”. Segue la sala 5 “Il colore della neve”, con opere di Giovanni Segantini, Achille Tominetti, Cesare Maggi, Giuseppe Pellizza, Matteo Olivero, Angelo Morbelli, Carlo Fornara. La sala 6, dal titolo “Previati verso il sogno” è tutta dedicata ai lavori di Gaetano Previati, mentre la sala 7 “Segantini. Il gioco dei grigi” è ovviamente dedicata all’opera di Giovanni Segantini. La sala 8, l’ultima della mostra, dal titolo “Il nuovo secolo. L’evolversi del Divisionismo” espone dipinti di Emilio Longoni, Matteo Olivero, Angelo Barabino, Plinio Nomellini, Filiberto Minozzi, Angelo Morbelli, Cesare Moggi, Carlo Cressini, Carlo Fornara. Nella sala “Alba domenicale” di Morbelli è sostituita con “Per sempre”, sempre di Morbelli.

La rassegna comprende complessivamente 67 opere ed è accompagnata da un catalogo scientifico pubblicato in occasione della prima mostra, oltre ad una pubblicazione più agile dedicata alle novità della mostra riproposta. La rassegna ricca e decisamente interessante offre anche l’occasione di visitare alcune sale dell’imponente Castello Visconteo Sforzesco, dove è allestita.

Enzo De Paoli

  

MUSEO ACCORSI-OMETTO: IN MOSTRA “CRONACHE DALL’OTTOCENTO. LA VITA MODERNA NELLE OPERE DI CARLO BOSSOLI E NELLE FOTOGRAFIE DEL SUO TEMPO

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino

Fino al 31 gennaio 2021

Sabato 31 ottobre e domenica I novembre il Museo Accorsi-Ometto è aperto.

Visite guidate alla mostra ore 11.00 e ore 17.30.

La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio al XIX secolo e alla sua storia con una mostra, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi, per la sezione fotografica, che annovera una novantina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, e che mette a confronto le svariate sfaccettature della vita moderna dell’Ottocento attraverso la pittura di Carlo Bossoli e la fotografia storica, restituendo fedelmente le vicende del tempo, l’evoluzione dei costumi e del modo di vivere.

ORARI

Da mercoledì a venerdì 10.00-18.00 | Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00

La biglietteria chiude mezz’ora prima.

Lunedì e martedì chiuso.

TARIFFE

BIGLIETTO UNICO (comprensivo di visita alla collezione permanente):

intero € 10,00; ridotto € 8,00*

*Ridotto: studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti

Gratuito: bambini fino a 12 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; diversamente abili + un accompagnatore; giornalisti

MOSTRA CON VISITA GUIDATA (massimo 5 partecipanti): € 4,00 oltre al biglietto d’ingresso

QUANDO: sabato, domenica e festivi ore 11.00 e 17.30.

È consigliabile la prenotazione: 011 837 688 int. 3

 

PINACOTECA ALBERTINA: MOSTRA “CARLO GIULIANO, L’ECLETTISMO DELLA RAGIONE”

mostra aperta al pubblico dal 23 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30), a esclusione del mercoledì, compresa nel biglietto della Pinacoteca, accanto alle opere della collezione dell’Albertina.

Il lavoro di Carlo Giuliano, pur gettando solide radici in una ben precisa porzione del terreno fecondo della ricerca artistica degli anni ’60, è stato capace, all’interno di un coerente percorso progettuale,  di  germogliare  frutti  estetici  assaporabili  anche  in  seno  alla  nostra contemporaneità.  Per meglio intenderci, Giuliano incarna da un lato molti aspetti relativi al perfetto prototipo dell’eclettismo rinascimentale, periodo simbolo della stagione moderna, in merito alla tipologia albertiana e poi leonardesca dell’ artista – scienziato, in grado con la sua dottrina di spiegare le leggi  della  natura  e  di  elaborare,  con  passione  sposata  al  raziocinio,    macchine  e  strumenti elaborati e complessi.  Dall’altro la sua produzione si incunea nelle linee guida dell’estetica tardo novecentesca, conscia dell’importanza  di  una  fruizione  allargata  e  collettiva  dell’evento  artistico  e  dell’importanza dell’interazione tra opera, ambiente e pubblico.  Dopo una fase in cui, giovanissimo enfant prodige, realizza già in età adolescenziale pitture su tela imbevute del migliore spirito del Novecento piemontese, la successiva evoluzione di Carlo Giuliano come artista può, per certi aspetti, essere inserita all’interno delle ricerche cinetiche deiprimi  anni  ’60,  pur  con  una  visione  assolutamente  personale,  estranea  a  certe  rigidità “macchiniste” tipiche di quel movimento nei suoi aspetti organizzati, e rivendicante l’esigenza di  tenere  ben  presente  la  primarietà  dell’intervento  manuale  dell’artista  rispetto  alla “secondarietà” assoluta simboleggiata dall’evidenziazione della nudità oggettuale.  L’esperienza di Giuliano presenta delle indubbie analogie con questa impostazione formale, pur nell’assoluto  privilegio  riservato  alla  rivendicazione  della  centralità    della  sua  ispirazione pittorica ed al diniego manifestato nei confronti di ipotesi di lavoro di gruppo tendenti a relegare in  un  angolo  la  personalità  del  singolo  artista  così  come  alla  serializzazione  eccessiva  del prodotto,  frutto  delle  utopie  di  un  determinato  periodo  storico  nei confronti  di  un’  alleanza, improponibile in quei termini, tra produzione industriale ed artistica.  Le opere di Giuliano sono certamente “mentali” nella loro genesi, privilegiano in prima battuta il procedimento intellettuale che porta all’elaborazione del progetto. Questo si evidenzia dalla pulizia formale che le contraddistingue, dalla linearità geometrica che caratterizza il sapiente dosaggio degli spazi, dove il ritmo alterna pieni e vuoti, luci ed ombre.  Tuttavia  la  tensione  lucida  ma  irrequieta  dell’artista  è  lì,  ben  viva  e  presente,  pronta  ad intervenire per spezzare una linea formale altrimenti troppo razionale, ad introdurre la casualità come componente non eludibile di qualsiasi esperienza artistica ed esistenziale.  In  molti  lavori  di  Carlo  Giuliano  la  nudità  espressiva  dei  materiali  mostrati  nella  loro essenzialità è addolcita sia dall’inaspettato intervento manuale che dall’uso della luce, una luce essenziale, mai tendente a fini meramente spettacolari, eppure in grado di gettare un tramite poetico nei confronti del fruitore, di collegare non solo la sua mente all’interno dell’opera, ma anche la rete delle sue percezioni immaginative e sensoriali. Questa capacità di sposare con esiti felici fantasia e rigore, antica “technè” ed estetica nella sua etimologia  originaria  di  “sentire  con  i sensi”, dimensione  privata e spazio  pubblico,  è,  non a caso,  assai  ben  simboleggiata  dalle  fondamentali  esperienze  professionali  cui  Giuliano  ha armonicamente affiancato la sua attività di artista, come quella di scenografo, dove spicca la responsabilità degli allestimenti del Teatro Stabile di Torino dal 1976 al 1990. In mostra sarà presente una doverosa testimonianza della feconda attività di Carlo Giuliano come  scenografo  teatrale,  che  lo  portò  a  collaborare  con  personalità  quali  Ugo  Gregoretti  e Mario Missiroli, e ad intessere rapporti con i più significativi attori di una stagione irripetibile del teatro italiano. Non  a  caso  Giuliano  si  laureò  con  una  tesi  dedicata  al  Barocco,  di  cui  indubbiamente  si rintracciano  echi  nelle  sue  principali  scenografie,  dove  la  fantasiosa  macchina  di  meraviglia secentesca riesce a conciliarsi con il rigore dell’espressionismo contemporaneo e la lezione delle avanguardie storiche.  In  questa  mostra  saranno  esposti  lavori  allestiti  nella  grande  antologica  del  2019  a  Palazzo Salmatoris a Cherasco, insieme ad opere inedite, che vanno a coprire un arco di tempo esteso dagli  anni  Sessanta  ai  giorni  nostri,  testimoniando  quella  che  è  un’altra  componente fondamentale del suo lavoro, la duttilità nei materiali prescelti e nella capacità di assemblarli con soluzioni formali mai ripetitive.  Strutture minimali in metallo improvvisamente spezzate nella loro sequenzialità dall’irrompere epifanico della luce, o dall’irregolarità della forma che, improvvisamente, da geometrica si fa curvoidale,  superfici  specchianti  in  plexiglas  intarsiate  di  regolari  estroflessioni  che simboleggiano il ritmo percettivo, punte acuminate di metallo che, collocate su supporti piatti e regolari,  con  tramite  dell’illuminazione  danno  conto  del  cinetismo  luminoso,  carboncini  che rappresentano intensi grumi di materia primaria, sono un’efficace sintesi della coerenza di più di cinquant’anni di carriera.

 Edoardo Di Mauro

 

IN 220 CARTOLINE I “SALUTI DA VINOVO DAL ‘900 AD OGGI”

Soppiantate in pochi anni dalla posta elettronica e soprattutto da WhatsApp, le cartoline postali illustrate raccontano molto del modo in cui tutti noi comunicavamo a distanza fino a una decina di anni fa. Si inviava una cartolina ad amici, parenti, colleghi e conoscenti quando si era in vacanza, quando si visitava una località per lavoro o per divertimento; per far sapere che, anche là dove ci trovavamo, avevamo pensato a loro e desideravamo condividere emozioni, esperienze, scoperte. Sembrano passati secoli, ma sono solo pochi anni. E qualcuno, perlopiù anziano, le cartoline illustrate le manda ancora oggi. È quindi di particolare interesse la mostra “Saluti da Vinovo – dal ‘900 ad oggi” che l’amministrazione comunale, l’associazione Amici del Castello e il gruppo Volontari della Cultura del Comune di Vinovo propongono da sabato 31 ottobre a domenica 13 dicembre al castello Della Rovere. La ricca e inedita esposizione patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Regione Piemonte e dal Centro Studi Piemontesi propone 220 cartoline postali originali, in gran parte “viaggiate”, provenienti da quattro collezioni private. Vinovo non era e non è una destinazione turistica, ma in questo momento storico così particolare, in cui tutti apprezziamo maggiormente quelle relazioni umane che sino a pochi mesi fa consideravamo scontate, è importante ripercorrere l’identità di una comunità locale, analizzando il modo in cui rappresentava se stessa in un oggetto di uso quotidiano come la cartolina postale.Cesare Pavese scrisse che “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. La mostra nasce proprio dalla volontà di riscoprire il territorio con un viaggio nel passato, attraverso le immagini di facile e immediata lettura come quelle delle cartoline. Gli scatti dei fotografi del XX secolo hanno fissato per sempre particolari, scorci e volti in immagini che compongono il ritratto di un’epoca. Le immagini scorrono come un viaggio nel tempo tra i luoghi, alcuni profondamente cambiati, altri immutati, altri ancora scomparsi. Interessante l’intervento del vinovese Rino Visconti, appassionato fotografo, che ha messo a confronto, tra passato e presente, alcuni scorci significativi di Vinovo. Il percorso espositivo è arricchito da oggetti d’epoca, documenti e interessanti ambientazioni, come la ricostruzione di un ufficio postale militare del primo conflitto mondiale, concessa in prestito da Poste Italiane.

In occasione dell’apertura della mostra, sabato 31 ottobre, sarà attivo lo sportello filatelico temporaneo con annullo speciale dedicato all’evento dalle 15 alle 19. Nei sabati fino al 12 dicembre sono in programma visite guidate alle 15 e alle 16,30. La domenica l’ingresso è libero dalle 10 alle 12,30, mentre le visite guidate si tengono alle 15 e alle 16,30, con prenotazione obbligatoria chiamando il numero telefonico338-2313951 dalle 19 alle 21. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio manifestazioni del Comune di Vinovo, piazza Marconi 1, telefono 011-9620413, e-mail manifestazioni@comune.vinovo.to.it

 

TORINO, GALLERIA FOGLIATO: MOSTRA” SORELLA ACQUA” DI VINICIO PERUGIA

Dal 30 ottobre al 28 novembre 2020 sarà possibile visitare la mostra “Sorella acqua” di VINICIO PERUGIA. L’artista sarà presente con una serie di acrilici ed acquerelli di varie dimensioni. Nato nel 1947 a Fabriano (An), ha appreso i primi rudimenti artistici dal padre (Gilberto Perugia 1897-1977, pittore verista). Vive in Piemonte dai primi anni ‘60, ha lavorato nel campo dell’illustrazione e della grafica ritrovando, dopo la morte del padre, la vocazione per la pittura. Alla propria formazione artistica un ruolo importante va riconosciuto alle amicizie con il pittore torinese Fernando Eandi e l’incisore Giorgio Roggino.Alle prime esposizioni del 1982 sono seguite numerose mostre personali, collettive e partecipazioni a rassegne d’arte dove ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti internazionali. Il suo spiccato interesse per la didattica lo ha condotto a tenere corsi di disegno, pittura e incisione fin dagli anni ’90. Tiene corsi e workshop nel proprio atelier situato nel cuore del borgo medievale di Avigliana. I suoi quadri si trovano in permanenza nella Galleria Fogliato di Torino, Galleria Losano di Pinerolo, nelle Pinacoteche di Santhià (Vc), Moncalieri (To), Museo Diocesano di Jesi (An), Museo d’Arte Moderna di Livorno, Museo d’Arte “Bar-gellini “di Pieve di Cento (Bo), Pinacoteca civica di Mombercelli (At), Museo “Fondazione Ermanno Casoli” di Serra San Quirico (An), Rittana (Cn) “Collezione permanente venti per venti”, Niquidetto di Viù (To) collezione “Lose dipinte”,Rubiana (To) Pinacoteca comunale. Nel 2008-2010 ha dipinto un murale, lungo circa 120mt, presso la villa del collezionista di automobili Alberto Garnerone. Catalogo disponibile in galleria con presentazione di LUCA MERCALLI.

L’artista sarà presente nei pomeriggi del 30 e 31 ottobre. Saranno ovviamente garantite tutte le misure di sicurezza per il contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Orario galleria 10-12,30 / 15,30-19 – chiusi lunedì e festivi

 

 

M.A.O. MEETS URBAN ART

Un progetto promosso e curato da Roberto Cortese, Archivio Storico della Città di Torino

La street art nasce negli anni ’70 del secolo scorso come fenomeno culturale spontaneo, privo di confini netti, e come forma d’espressione che utilizza lo spazio pubblico per dare voce a pratiche artistiche alternative ed effimere: un’arte che sa parlare del proprio tempo con immediatezza e senza filtri. Nel 2020, il MAO Museo d’Arte Orientale si apre alle contaminazioni della città contemporanea e, in occasione della mostra China Goes Urban, ha chiesto a quattro artisti di strada torinesi di proporre dei “murales” ispirati a opere, temi e soggetti presenti nelle collezioni permanenti del nostro museo. A distanza di due settimane l’uno dall’altro, Karim, Nice and the Fox, ENCS 18 e WASP Crew si susseguiranno nella sala polifunzionale del museo per creare le loro opere in presenza del pubblico, popolando gradualmente le pareti con un tocco di contemporaneità artistica. Con questo progetto il MAO invita tutti i visitatori ad abbracciare il concetto di arte dinamica, e promuove la conoscenza dell’arte antica dell’Asia attraverso un canale inusuale: grazie a modalità espressive attuali, anche il pubblico più giovane potrà così accostarsi al patrimonio del museo, imparando a conoscerne e apprezzarne i tesori. Ad aprire la manifestazione MAO meets URBAN ART sarà Karim, che lavorerà il 28 e 29 ottobre; il 12 e 13 novembre sarà la volta di Nice and the Fox, seguito il 26 e 27 novembre da ENCS 18. Chiude la manifestazione la WASP Crew, il 10 e 11 dicembre. I visitatori potranno osservare gli artisti al lavoro e ammirare la nascita delle opere che, pennellata dopo pennellata, arriveranno a coprire l’intera superficie delle tele. Una volta terminati, i quattro lavori rimarranno esposti fino a domenica 31 gennaio 2021.

In occasione della prima performance è prevista un’apertura straordinaria mercoledì 28/10 dalle 11 alle 18 per consentire al pubblico di osservare l’artista al lavoro. L’accesso sarà consentito a un massimo di 10 persone contemporaneamente, con una permanenza di 15 minuti. L’ingresso a “MAO meets URBAN ART” è gratuito.

 

CAMERA, PROSEGUE LA MOSTRA “PAOLO VENTURA CAROUSEL”

Prosegue a CAMERA fino all’8 dicembre la mostra Paolo Ventura. Carousel . Curata da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi, la mostra presenta alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni in un’assoluta commistione di linguaggi che comprende disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali. In mostra anche due progetti inediti: “Grazia Ricevuta”, rivisitazione affettuosamente ironica del tema dell’ex voto, e “La Gamba Ritrovata” frutto di una residenza svolta presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, avviata grazie alla collaborazione fra CAMERA e l’ente ministeriale. Visitando la mostra non si ripercorre soltanto la carriera artistica di Ventura, ma si compie un viaggio dentro la bellezza della fotografia, dentro le sue “menzogne” e le sue “verità”. Il visitatore si troverà immerso in un mondo fatto di enigmi, labirinti e personaggi – il clown, il soldato, il mago – che ritornano spesso insieme ai temi ricorrenti della sua poetica, fra i quali spiccano quello del doppio, della finzione, della memoria, della guerra.

 

ROMA 60, 60 ANNI DOPO. LIVIO BERRUTI RACCONTA LA GRANDE OLIMPIADE, MOSTRA VIRTUALE

15 ottobre – 31 dicembre 2020

www.fondazioneartenova.org/roma60

Roma 60, 60 anni dopo. Livio Berruti racconta la grande olimpiade è una mostra virtuale nata per celebrare la vittoria olimpica di Livio Berruti, Presidente della Fondazione Arte Nova, nel sesto decennale del grande evento. Ideata e curata da Elena Franco, direttrice artistica della Fondazione, raccoglie inedite fotografie dell’archivio personale di Livio Berruti, storiche immagini gentilmente concesse dal CIO e dal CONI e una video-intervista, realizzata dal giornalista sportivo Nicola Roggero, in cui l’atleta racconta la sua grande Olimpiade. Le fotografie presentate sono allo stesso tempo ricordi e documenti e testimoniano quelle che vennero definite le Olimpiadi della speranza, perché segnarono la fine di un’era e l’inizio di un’altra e, soprattutto, furono la realizzazione di un sogno sportivo e umano:  quello del boom economico, di un mondo che cambiava, pronto ad abbattere tutte le barriere. Si svolsero a Roma dal 25 agosto all’11 settembre 1960 e vi parteciparono 84 nazioni, con oltre 5000 atleti. Il velocista Livio Berruti riuscì ad interrompere il dominio degli americani nei 200 metri piani, uguagliando due volte nell’arco di due ore il record mondiale di 20″5, oggi detenuto da Usain Bolt con 19”19, fissato ai Mondiali di Berlino del 2009. Wilma Rudolph, Classius Clay, Nino Benvenuti, Giusi Leone, Abele Bikila, i fratelli D’Inzeo e molti altri atleti immortalati in azione, sul podio o durante una pausa, insieme alle immagini reportistiche della Roma di quei giorni, sono i protagonisti di questa carrellata di memorie, che rivivono anche nell’intervista a cura di Nicola Roggero, in cui Livio Berruti – ancora oggi carico di energia e curiosità –  racconta la fantastica storia di queste Olimpiadi, definite spesso come “perfette”. “Quelle Olimpiadi – conclude Berruti nell’intervista – sono state un’apoteosi di sorrisi, di amicizie e di pace”.  Un augurio che quello stesso spirito si possa ripetere ancora oggi.

L’esposizione è visibile on line sul sito della Fondazione Arte Nova, a questo link: www.fondazioneartenova.org/roma60   fino al 31 dicembre 2020.

 

MUSLI, 5 APPUNTAMENTI DEDICATI AI LIBRI PER RAGAZZI

Tra ottobre e dicembre 2020 il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia proporrà una serie di visite tematiche e percorsi di approfondimento rivolti al pubblico adulto e alle famiglie: cinque appuntamenti il sabato pomeriggio, per approfondire insieme le tematiche della storia della scuola e del libro per ragazzi tra Otto e Novecento, a partire dal patrimonio bibliografico e iconografico della Fondazione Tancredi di Barolo.

A Kinder und Hausmärchen:

fiabe per bambini o racconti di paura?

Sabato 31 ottobre 2020, h 16.30

Le fiabe dei fratelli Grimm nascono tra rigore filologico e afflato romantico: un’attenta operazione di “restauro” delle fonti orali utilizzate, ma anche un’originale rielaborazione mirata a mantenere il gusto dello spontaneo e del popolare. Nell’Ottocento le Kinder und Hausmärchen (Fiabe del focolare) erano i racconti ideali per riunire grandi e piccini della famiglia attorno al fuoco.

Il percorso prevede una rassegna di edizioni storiche, italiane e straniere, attraverso cui scoprire il significato educativo, letterario e scientifico delle fiabe più famose che celano spesso significati simbolici, episodi truculenti e risvolti inquietanti. L’incontro si concluderà con la lettura animata di una fiaba scelta dal corpus letterario proposto.

Scuole all’aperto.

Un’esperienza per il rinnovamento della scuola ieri e oggi

Sabato 7 novembre 2020, h 16.30

Le scuole all’aperto, avviate nel primo Novecento per far fronte alle malattie infettive, in particolare alla tubercolosi, costituiscono un’esperienza di rinnovamento sanitario, pedagogico e architettonico che si collega alle sfide che la scuola sta affrontando attualmente. L’emergenza “Covid-19” riaccende i riflettori sulla necessità di recuperare un contatto quotidiano dei bambini con la natura e riflettere sulle esperienze dell’outdoor education.

Durante l’incontro sarà possibile visionare materiali scolastici originali come libri, quaderni, tabelloni didattici, fotografie e visitare la sala museale dedicata a questo tema.

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

Sabato 21 novembre 2020, h 16.30

L’incontro propone l’analisi di una rassegna di edizioni storiche, disegni originali, lettere e memorie autobiografiche di Collodi per conoscere gli aspetti meno noti di un grande best seller.

Attraverso la visita tematica dedicata a Pinocchio, e grazie a postazioni multimediali e una selezione di letture tratte dal testo integrale della prima edizione, sarà possibile approfondire le vicende editoriali e iconografiche che hanno caratterizzato la genesi del burattino più famoso di tutti i tempi.

La bottega dei giocattoli

Sabato 5 dicembre 2020, h 16.30

Torino occupa un posto di rilievo, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, nella produzione di giocattoli, in particolare bambole, giochi educativi, di costruzione e modellismo. Per la molteplicità dei materiali che potevano costituirlo, o entrare in combinazione nella sua costruzione, il giocattolo è un oggetto di difficile classificazione all’interno delle categorie merceologiche; non è sempre facile ricostruirne la storia, che spesso riserva sorprese e permette di comprenderne valenze ludiche ed educative.

La visita propone un affascinante viaggio alla scoperta di giochi, giocattoli, balocchi e trastulli che hanno caratterizzato il modo di divertirsi di intere generazioni.

Natale POP-APP

Sabato 19 dicembre 2020, h 16.30

Iconografie natalizie e magie del paper engineering saranno l’oggetto di una visita tematica che permetterà di scoprire la sezione del Percorso Libro del Museo dedicata alla storia dei libri animati.

L’incontro sarà l’occasione per scoprire le edizioni antiche e moderne, italiane e straniere, in cui compaiono curiose rappresentazioni movibili e tridimensionali delle festività.

 

OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, IL MANIFESTO. ALESSANDRO BULGINI

13 verticale. Che? (2020)

In diretta Facebook (@flashbackfair) da Piazza Bottesini

Venerdì 30 ottobre, ore 18.30

Il 30 ottobre alle ore 18.30 in diretta Facebook – @flashbackfair – da Piazza Bottesini a Torino si svela Opera Viva, 13 verticale: Che? il manifesto di Alessandro Bulgini ideatore di Opera Viva Barriera di Milano, progetto curato da Christian Caliandro e sostenuto da Flashback. Il tema scelto quest’anno da Flashback (3-8 novembre, Torino) è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco dunque inteso come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo. Il manifesto di Bulgini riassume in qualche modo il racconto composto in questi mesi dagli altri artisti coinvolti e lo trasferisce su un altro piano – sostiene Christian Caliandro, curatore del progetto. Un vecchio uomo che fa le parole crociate, seduto mollemente su una sdraio, in una pineta vicino Livorno l’estate scorsa. L’inquadratura dell’immagine lo priva della testa: lo decapita. Sulla gamba, esibisce un tatuaggio con Ernesto Che Guevara. Il titolo dell’opera,13 verticale: Che?, è volutamente ambiguo, ambivalente: le lotte del passato, il sogno della rivoluzione, il volto del Che come simbolo di ribellione, sono ormai dimensioni relegate nel ricordo, come frullate insieme nella post-storia. Così, la condizione attuale non è tanto quella della resa ma piuttosto del riposo, della fine di tutte le battaglie che trascolorano – forse definitivamente – nell’oblìo. Il rimando, in questo caso, è alla celebre fotografia Man Without Head (1993) di Joel Peter Witkin, immagine che l’autore considerava una delle più tristi che avesse mai composto: un uomo che ha ancora ai piedi i calzini (simbolo di quotidianità e di normalità) è seduto senza testa, privo cioè di identità. Anche e soprattutto per questo, il fotografo intende onorare l’uomo, e ciò che di insostenibile la sua condizione rappresenta. Il vecchio con il ventre gonfio di birra che si dedica sulla sdraio alle parole crociate è il simbolo di uno spirito guerriero che si è ormai definitivamente assopito, in un presente in cui la dimensione prevalente non è in fondo, forse, quella del fallimento, ma quella di una serena e dimessa disperazione.

Nobile, nonostante tutto. Un’analisi lucida ma critica sulla condizione dell’uomo contemporaneo sempre in bilico tra azione e inerzia, tra simulazione e realtà, tra rivoluzione e conservazione.

 

 

CUNEESI A PARATISSIMA

Venerdì 23 ottobre è stata inaugurata l’edizione 2020 di Paratissima, una sfida al Covid-19: Dopo 15 anni, Paratissima nel 2020 cambia e si rinnova ripensando il classico modello di fiera d’arte, per sperimentare un nuovo format espositivo per artisti indipendenti e gallerie d’arte più sostenibile e flessibile: anziché 5 giorni concentrati in una sola settimana, durante l’Art Week di Torino, Paratissima estenderà la sua durata su circa due mesi, dal 23 ottobre all’8 dicembre. Paratissima mantiene inalterata la sua identità e la sua mission di sostegno all’arte emergente. Non cambia luogo, confermando la sede dell’ex Accademia Artiglieria di Torino in piazzetta Accademia Militare 3 (dietro piazza Castello), ma variano i tempi di fruizione dedicati alle sezioni che compongono l’intero evento: arti visive, gallerie d’arte e fotografia. 4 appuntamenti: il primo dal 23 ottobre al 1 novembre (Nice&Fair/Contemporary vision):, Il secondo (G@P/Galleries at Paratissima) dal 6 all’8 novembre. Il terzo (Rebirthing/Art to restArt) dal 13 al 22 novembre. L’ultimo (PH-OCUS/About photography) dal 27 novembre all’8 dicembre. La prima fermata “NICE & FAIR – Contemporary visions” affronta il tema della contemporaneità nelle 5 mostre collettive, che coinvolgono più di 80 artisti, curate dagli 11allievi del corso per curatori N.I.C.E. – New Independent Curatorial Experience. “C.R.A.C.. Due cuneesi invitati: Jagob (Diego di Tullio) con un’installazione incentrata su una riflessione sulla resilienza e Debora Graziano. Nel terzo appuntamento nella sezione ICS, presentata dal saviglianese Marco Filippa, l’artista Donatella Ciravegna svelerà al pubblico di Paratissima il suo lavoro rimasto per anni sconosciuto. Un’opera che si potrebbe definire di fashion introspettivo, come la pittura fu per Frida Kahlo. Altri due cuneesi parteciperanno a questa edizione in questo appuntamento: Paola Callegari di Cavallerleone e Valerio Vacchetta di Alba

 

UN LIBRO SU GIUSEPPE LA GANGA

La presentazione del libro “I Socialisti e l’Italia – Una grande Storia- Conversazione con Giuseppe La Ganga”, curato da Salvatore Vullo, edito da Rubbettino, si svolgerà con la Fondazione Amendola, in forma on line, venerdi 30 ottobre 2020 ore 17,30. Questo libro rappresenta la testimonianza politica e spirituale di Giusi La Ganga che è mancato in questi giorni dopo una lunga malattia.