LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
ROSARIO SCALERO: DA MONCALIERI AGLI STATI UNITI–
Natale Bartolomeo Melchiorre Scalero (foto) nacque a Moncalieri il 24 dicembre 1870 da Bartolomeo Scalero, proveniente da una famiglia di fedeli impiegati dei Savoia, e Rosa Gambaudo. Fu quest’ultima a incoraggiare il figlio nella carriera di musicista. Ancora fanciullo ricevette i primi rudimenti musicali presso l’Oratorio San Filippo a Torino. Allievo del Liceo Musicale, nonostante una carriera di studente esemplare, abbandonò a meno di un anno dal diploma l’istituto in seguito a una severa punizione, Il periodo della sua formazione coincise con gli anni della “scoperta” del Beethoven sinfonista a Torino (Concerti Popolari diretti da Carlo Pedrotti). Nel 1889 decise di perfezionarsi a Genova sotto la guida di Camillo Sivori, unico allievo riconosciuto da Paganini. Ventenne si unì in matrimonio con Clementina Delgrosso, figlia di Alessandro noto avvocato civilista, non senza alcune resistenze da parte della famiglia di lei. Nel 1895 si recò a Londra per approfondire lo studio del violino con August Wilhelmij, già Konzertmeister di Wagner a Bayreuth. Dopo il soggiorno londinese, durato cinque anni, passò a Vienna per completare gli studi di composizione con Esusebius Mandyczewski, allievo di Brahms, che lo inserì in una cerchia di amicizie di rango così da frequentare la migliore società viennese dove conobbe importanti personalità come Mahler che lo volle primo violino nell’orchestra di corte per un decennio. Nella capitale austriaca compose gran parte della sua produzione cameristica, pubblicata da Breitkop & Hartel di Lipsia, il più prestigioso editore musicale tedesco che garantiva ai suoi autori l’apertura alla strada della affermazione internazionale. Soggiornò, poi, a Roma fino al 1919 nel cui mese di febbraio ricevette un telegramma dall’America che mutò le sorti della vita di Scalero; proveniva dalla Mannes School di New York che gli affidava la cattedra di composizione lasciata libera da Ernst Bloch. Salpato da Genova, in compagnia di Giulio Setti, direttore della Metropolitan Opera e del tenore Enrico Caruso, approdò a New York il 2 settembre 1919. Si adattò presto al dinamismo, all’efficienza e alla positività dell’ambiente statunitense. Era un periodo in cui la musica negli USA raggiunse uno straordinario sviluppo grazie alla presenza di interpreti e docenti provenienti dell’Europa. Nel 1924 ricevette l’invito alla docenza presso il Curtis Institute of Music di Filadelfia, la più importante scuola americana musicale. Nominato direttore del dipartimento di teoria e composizione del Curtis, ebbe tra i suoi allievi Samuel Barber, Giancarlo Menotti, , Nino Rota, Leonard Bernstein e Lukas Foss, tutti destinati alla celebrità. Nel 1929 acquistò il castello di Montesdrutto situato nel comune di Settimo Vittone, vicino a Ivrea, che diventò la sede estiva dei suoi corsi unita a quella di Gressoney, frequentati dagli allievi americani Morì’ nel 1954 lasciando incompiuta un’opera di teoria musicale ben organizzata in capitoli e rimasta allo stato dattiloscritto. Nato come violinista Scalero venne apprezzato come concertistica: il suo modo di suonare non faceva solo leva sulla componente virtuosistica, ma anche sulla morbidezza e purezza che erano poi le caratteristiche della cantabilità italiana, insieme a una prodigiosa memoria. Partito da una posizione tardoromantica dal forte slancio lirico in equilibrio tra contrappunto e forma classica, dopo il trasferimento negli Stati Uniti si accostò al gusto dell’impressionismo (Debussy), spingendosi fino ad accogliere i fermenti che provenivano al jazz. Il ricco fondo musicale del compositore si trova dal settembre dello scorso anno presso l’Istituto dei Beni Musicali in Piemonte a Saluzzo, diretto da Alberto Basso, tra i protagonisti di questa acquisizione il cui percorso si è rilevato complesso con gli eredi di Scalero e durato una decina di anni. Il fondo è importante per la vastità del materiale. tutte le composizioni, i manoscritti, gli abbozzi di appunti per le lezioni di composizione, interi faldoni che hanno un valore storico. Di rilevante interesse è il lotto di 2900 lettere di cui oltre 800 alla famiglia. Attraverso tale corrispondenza è possibile ricostruire molto della vita musicale americana e dei suoi allievi. Inoltre, tutti i programmi e le recensioni raccolte con attenzione, numerose le fotografie, più di 400 e un gran numero di documenti ufficiali e personali. Un fondo che vale la pena di valorizzare e che potrebbe essere veicolo di uno studio del primo Novecento italiano, messo da parte dalle generazioni successive che non si sono occupate di questo importante fenomeno. Nel 150.mo anniversario della nascita di Scalero il Gran Duo Italiano, costituito dalla pianista Angela Melluso e dal violinista Mauro Tortorelli ha realizzato per l’etichetta olandese Brilliant Classics un box di tre CD che racchiude, in prima mondiale, le sue opere per violino e pianoforte. Un meritato riconoscimento per l’arte del grande didatta piemontese, ahimè dimenticato.