LA STORIA DI UN PASTORE IN TRANSUMANZA NEL NICESE: INTERVISTA A LUCA PASTORE

Quello del pastore è un mestiere fuori dal tempo: non c’è distinzione tra lavoro e vita, semplicemente diventano tutt’uno. Ma qual è la vita di un pastore oggi? L’abbiamo chiesto a un pastore molto conosciuto nella zona di Agliano e Nizza: Luca Pastore, cinquant’anni, di origine bergamasca, vive da sei anni in provincia di Alessandria e questo mestiere lo fa da vent’anni.                 Per portare al pascolo 1500/2000 capi tra pecore, capre, asini, ha scelto il Monferrato.                                     Lo abbiamo intervistato per offrire ai nostri lettori la sua interessante testimonianza.                                Hai scelto il lavoro dei tuoi antenati o sei il primo che lo fa? Sono il primo della famiglia a fare questo lavoro. Produci anche latte e formaggi? Niente latte e formaggi per il momento, solo lana e carne, appena è a posto la stalla inizio anche con i formaggi. Cosa ti ha spinto a cimentarti in questo mestiere? Passione per gli animali. Qual e’ la mansione del pastore? Il pastore deve essere un medico a tutti gli effetti: sapere cosa fare se mangia poco o troppo, se gli fanno male i piedi curarle, se non riesce a partire da sola  aiutarla .La tua giornata tipo come si svolge? Si entra nel recinto per vedere se qualche pecora ha partorito, si segna mamma e figlio, si prendono le capre col latte e si fanno succhiare gli agnelli dove la mamma non ha latte. In autunno e inverno lavoro dalle otto alle diciotto, mentre in primavera e estate dalle sette alle ventuno. Ogni quanto partoriscono le pecore? In genere ogni cinque mesi. Al giorno d’oggi è possibile vivere di pastorizia? Si è possibile vivere se non si hanno troppi vizi. Il tuo percorso è sempre uguale? Il mio percorso è sempre lo stesso da cinque anni a questa parte. Si parte da Predosa verso Nizza, Agliano, Moasca..l’anno scorso parliamo di 283 km da ottobre fino a fine aprile, tutto su e giù dalle colline e poi via verso casa, dove ritorno la primavera, il tempo di tosare e poi le carico e le porto in alpeggio, sempre a piedi, si chiama “transumanza”. Come proteggi le tue pecore dai lupi? La notte nel gregge metto due cani maremmani e due ciarplanina che dormono in mezzo al gregge. Siamo attrezzati bene con bombola del gas per cucinare e stufa ad olio per riscaldarci di sera dal freddo. Il tuo gregge è già stato attaccato? Sì ho già avuto attacchi di lupi ma niente di serio. Hai aiutanti? Attualmente siamo in tre: un altro bergamasco e un rumeno. Sei anche richiesto dai contadini? Ho tanti amici che mi fanno pascolare le loro vigne, ormai qui per il Monferrato sono a casa mia, tutti mi rispettano perché io rispetto tutti, spesso mi invitano a cena oppure mi regalano bottiglie di vino prodotto da loro.

                                       Alessandra Gallo