LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Henryk Gorecki (1933-2010)-
Sanctus Adalbertus, oratorio op. 71
solisti: Ewa Tractz (soprano), Stanislav Kuflyuk (baritono), Strawomir Hollad (narratore, introduzione) / Orchestra e coro Filarmonica della Slesia diretti da Miroslaw Jacek Blosczcyk; m.° del coro Jaroslaw Wolmin
etichetta Dux 7651 (CD); registrazione 2019; pubblicazione novembre 2020; durata 55′.30″
Henryk Gorecki, nato a Czernica nel sud della Polonia, iniziò tardi a studiare musica: ventitreenne frequentò l’Accademia Superiore di Katowice, terminò la formazione a Parigi dove venne in contatto con le opere di Webern, Messiaen e Stockhausen. Rientrato in patria iniziò a insegnare musica e soprattutto a scrivere in uno stile segnato in modo profondo dalla cultura e dall’animo polacchi. La sua produzione presenta una vasta gamma di stili con la tendenza a essere molto semplice nell’armonia e nel ritmo. Dapprima influenzato dallo strutturalismo di Pierre Boulez, si avvicinò in modo progressivo alla corrente minimalista che ha nell’estone Arvo Part e nel britannico John Taverner gli esponenti più noti. La musica di Gorecki riflette spesso le sue convinzioni cattoliche. In passato, abbastanza sconosciuto in Occidente, assurse a fama internazionale nel ’92 con la Terza sinfonia. Nonostante tale riconoscimento, rimase molto legato alla natia Polonia, soprattutto, alla chiesa e alla cultura tradizionale che sono i pilastri indistruttibili sui cui sono fondati la sua identità e le sue origini, così come quelle del suo paese. Prima della morte di Gorecki pochi sapevano dell’esistenza di alcune composizioni rimaste incompiute e che richiedevano intervenni di orchestrazione realizzati dalle mani esperte del figlio Mikolaj. La vicenda esecutiva dell’oratorio è assai singolare. Dedicato alla figura del patrono di Polonia venne scritto nel 1997 per celebrare i mille anni di Sant’Adalberto, vescovo di Praga. Avrebbe dovuto essere eseguito in occasione della visita in Polonia di papa Giovanni Paolo II°. ma a causa della malattia del compositore, la prima non ebbe luogo. Solo dopo la morte il figlio Mikolaj ne rinvenne la partitura manoscritta tra le carte del padre. Il 4 novembre 2005 l’oratorio ebbe la sua prima assoluta a Cracovia. Solo lo scorso anno fu realizzata a Cracovia la prima registrazione. . Il Sanctus Adalbertus è legato al Beatus vir (1979) scritto da Gorecki in omaggio a Stanislao, e si lega all’idea di scrivere un ciclo di lavori dedicati ai santi polacchi che si arrestò a questi due lavori. Il vescovo Adalbertus (950-997), nato a Praga, presto si mosse verso nord per fare opere di conversione nel territorio di quello che sarebbe diventata la Polonia. Venne assassinato all’età di trentuno anni e canonizzato tre anni dopo, divenendo il primo patrono della Polonia. L’oratorio è strutturato in quattro movimenti, alcuni corali, altri con accompagnamento strumentale. Il tutto è unito sotto il denominatore comune della dimensione contemplativa. L’orchestra ora è impegnata in maniera contenuta, ora in un quasi violenti tutti. I primi due movimenti Psalm e Lauda sono solenni invocazioni, mentre il Gloria è costruito attorno al canto medievale Bogourodzicar, tradizionalmente attribuito a Sant’Adalberto, che trasporta l’oratorio stesso in un clima riflessivo e meditativo, mentre il finale ha dimensione fastosa e celebrativa. Gorecki dichiarò: gli artisti sanno quel che realizzano, isolatamente una eco lontana dalla parola di Dio, espressione che il compositore mutò dal suo compatriota Karol Wojtyla. L’esecuzione qui proposta è idiomatica al massimo grado e rivela una qualità artistica di livello invidiabile. Davvero un ascolto che cattura. Accurato il testo di presentazione, ma solo in lingua inglese.