PIEMONTE ARTE: BURRUNI, THEO GALLINO, NEGRI, BRAZZANI, SALAMON, VEZZOLANO, SALUZZO, BARDONECCHIA…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
A BIELLA UN CONCORSO DI GRAFICA PER RICORDARE ILIO BURRUNI
In modalità online sono stati premiati, lo scorso 27 novembre, gli studenti delle classi quarte di scuola Primaria del Piemonte, Campania e Sardegna, che hanno partecipato al concorso grafico “Copiami a modo tuo”, in ricordo dell’artista di origine sarda Ilio Burruni (Ghilarza 1917-Biella 2016). Trasferitosi a Chieri, dove è stato allievo per la pittura del Barone Manno, ha successivamente conseguito la maturità classica per poi laurearsi in Giurisprudenza. Contemporaneamente ha frequentato la libera Scuola del Nudo all’Accademia Albertina. Definito artista giramondo, Burruni ha sviluppato un’intensa attività tra Buenos Aires, Rio de Janeiro e la Francia, mentre si annoverano le mostre personali alla Galleria Viotti, Piemonte Artistico Culturale e Museo Regionale di Scienze Naturali allestite a Torino. Un lungo percorso, che gli studenti hanno rievocato disegnando e interpretando l’autoritratto di Burruni, creando piacevoli pagine pittoriche. Alla premiazione sono intervenuti Daniele Baglione, Umberto Stupenengo, Lucia Milieri, Don Leandro Caldera, la moglie Adele Sogno, e i figli dell’artista Marco e Rodolfo. La giuria composta da Dino Gentile (presidente), Giovanni Falcone, Rodolfo Burruni, Monaco Lucio Maria Morra, Giovanna Mastroisi, Roberto Perinu, Umberto Stupenengo e Cinzia Bossi, ha assegnato i seguenti riconoscimenti:
Attestati di Merito per originalità a:
Edoardo Cabrio, Mattia Nobile, Arianna Barraciu, Giada D’Ambrosca, Maddalena Pia Aprile, Clelia Carpano, mentre un attestato di riconoscimento è andato all’Istituto Comprensivo “Rodari” di Sestu (Cagliari).
Sono stati acclamati i vincitori: 1° Federica De Luca, IC “Antonio Bergamino” di Pratola Serra (Avellino); 2° Camilla Fosci, IC “San Francesco d’Assisi” di Biella; 3° Matteo Porcu, IC “Antonio Gramsci-Rodari” di Sestu (Cagliari).
Durante la premiazione sono andati in onda i filmati “Deus ti salvet Maria”, l’Ave Maria in sardo, cantata da Massimo Zaccheddu, e le poesie di Anna Turotti e Rutelea Hilton dedicate a Ilio Burruni, recitate da Mosè Singh.Disegni, colori, volti esprimono il mondo di Burruni, le tracce della sua storia, il clima di un’arte segnata da meditate impressioni, simbolici boschi e luminosi paesaggi della memoria.
Angelo Mistrangelo
L’ARTISTA CHIERESE THEO GALLINO AD ART VERONA ONLINE
La Galleria Lara & Rino Costa è presente ad Art Verona fino al 14 dicembre e partecipa all’evento con le opere dell’artista chierese Theo Gallino. Con lui, presenti Umberto Cavenago, Giacinto Cerone, Amanda Chiarucci, Dario Colombo, Beatrice Gallori, Chiara Dynys , Roberto Floreani, Ana Hillar , Saba Masoumian, Antonio Riello, Amedeo Sanzone, Arcangelo Sassolino, Giuseppe Uncini. Nanni Valentini. Per vedere la mostra online, l’invito è di iscriversi alla piattaforma Artshell e dare un’occhiata cliccando il link www.artverona.it.
OPER-ART. FARMACO EMOZIONALE¬ OPERE DI FRANCESCO TABUSSO ESPOSTE ALL’OSPEDALE VALDESE
Nei tanti progetti realizzati nei luoghi di cura si è visto come l’arte possa essere un valido aiuto contro il burnout professionale degli operatori, perché capace di alleviare, anche solo per qualche istante, quella tensione emotiva a cui medici, infermieri e personale sanitario sono quotidianamente sottoposti. Questo il punto di partenza condiviso con la direzione generale dell’ASL Città di Torino. Esperienze recenti, come Un quadro al mese, progetto allestito al Covid Hospital OGR, ne hanno evidenziato l’efficacia. L’arte che, nelle sue varie e articolate manifestazioni accompagna l’uomo fin dalle origini, continua a restare un’esigenza profonda dello spirito umano. L’arte è un modo per esprimere e comunicare emozioni e per superare i limiti del tempo: il suo bisogno si fa più acuto nelle situazioni estreme. Il progetto ideato per il Dipartimento Malattie ed Emergenze Infettive, è un “farmaco emozionale” fatto con magiche forme e sapienti miscele cromatiche, da usare in caso di bisogno, capace di far vibrare le corde della nostra sensibilità e di arricchire il nostro vocabolario con parole che esulano dal contesto professionale e si rivelano efficaci nel loro relazionarsi attraverso le emozioni. Sguardi quotidiani di chi opera nel luogo di cura, catturati dal frutto del silenzioso lavoro dell’artista: l’opera d’arte. Il suffisso OPER torna come un leitmotiv e si declina potente in ognuno dei termini con cui si congiunge. Il “farmaco” agisce sprigionando la sua carica di emozioni dai muri sui quali sono allestite le opere. Non si tratta di un ciclo di mostre aperte al pubblico, ma di esposizioni di poche opere accuratamente selezionate, visibili solo dal personale che ha accesso al Dipartimento Interaziendale Funzionale a Valenza Regionale “MALATTIE ED EMERGENZE INFETTIVE” (D.I.R.M.E.I.), ubicato presso il presidio Valdese di Torino, in Via Silvio Pellico, 19. Il dipartimento è diretto dal dott. Carlo Picco. Come già accaduto per il progetto Un quadro al mese, le opere provengono dalle collezioni di fondazioni o archivi che, a titolo gratuito, si sono rese disponibili per concretizzare anche questo progetto. Esposte come se fossero in una sala museale, con didascalie di accompagnamento e brevi testi espografici, le opere divengono oggetto di un’attività didattica che viene svolta in occasione di ogni mostra con il personale del Dipartimento. A inaugurare il ciclo di OPER-ART. Farmaco emozionale, una selezione sei opere del pittore Francesco Tabusso, uno degli artisti torinesi più significativi della seconda metà del Novecento. Un artista, tra l’altro, capace di attrarre la critica più raffinata e insieme i non addetti ai lavori per la sua straordinaria capacità narrativa. L’esposizione, realizzata grazie alla preziosa collaborazione con l’Archivio Francesco Tabusso, è un’anteprima dell’importante mostra monografica dedicata all’artista che si terrà nell’autunno del 2021 all’Archivio di Stato di Torino.
RIAPRE LA MOSTRA DI MATTEO NEGRI A BORGOMANERO
MEB Arte e Studio di Borgomanero (Via San Giovanni 26) ha riaperto il suo spazio espositivo al pubblico da sabato 5 dicembre (orari: sabato 10,00 – 12,00 e 15,00 – 19,00; altri giorni ed altri orari su appuntamento). La mostra attualmente allestita di Matteo Negri, dal titolo “Ho le montagne negli occhi” (con un testo critico di Rossella Farinotti), potrà essere visitata su appuntamento, così da poter accedere allo spazio espositivo nel massimo della sicurezza. La rassegna, che è stata aperta il 14 novembre scorso e quindi temporaneamente chiusa fino all’attuale riapertura, continuerà fino al 25 gennaio 2021. Per informazioni contattare il titolare della Galleria Marco Emilio Bertona (cell. 342/8854339; mebartestudio@gmail.com; www.mebartestudio.it). Matteo Negri è nato il 13 luglio 1982 a San Donato Milanese e vive e lavora a Milano. Diplomato in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, ha cominciato a lavorare come artista nella metropoli dall’inizio degli anni 2000. A partire dal 2003 ha lavorato con numerose gallerie d’arte in Italia ed all’estero (tra cui Parigi, Londra e Berlino), realizzando numerose installazioni presso gallerie, spazi pubblici, privati e fiere d’arte. La sua prima esposizione è nel 2004: “Motor Power Engine”, a cura di Marina Mojana. L’arte di Negri ha come obiettivo una ricerca relativa alle superfici, al colore e alle trasparenze, nel contesto dello spazio. I suoi lavori sono sculture e opere bidimensionali in cui si ha appunto una nuova percezione dello spazio. L’artista è stato protagonista di diverse personali in Italia, Francia ed Inghilterra. Una sua scultura è stata acquisita dalla Regione Lombardia ed è esposta in permanenza nel Palazzo della Regione, a Milano. La sua ricerca artistica si avvale dell’utilizzo di materiali plastici che lavora, passando dalla pietra alla ceramica, alla resina. Così Matteo Negri presenta se stesso: “La mia pratica artistica è indirizzata ad analizzare il ruolo percettivo della superficie e del colore, sia nel campo della scultura che di opere di natura bidimensionale. In particolare mi sono interessato alla geometria, al fenomeno della variabilità cromatica e della riflessione a specchio, che ho impiegato come dispositivi stranianti in grado di alterare l’ordinaria percezione dei volumi e dei piani. Grazie a tale modalità, l’opera smette di essere una forma fissa ed assoluta, poiché attiva cineticamente una relazione con il contesto e con lo stesso osservatore che, in qualche modo, la contaminano in un gioco di continui rimandi visivi. I materiali che più amo sono l’alluminio, la carta colorata, il vetro e le pellicole cangianti che consentono, con il loro fascino magico, di andare oltre ad una visione statica e monolitica dell’opera”.
Enzo De Paoli
LA SCOMPARSA DI RENATO BRAZZANI IL PITTORE DELL’ANAMORFOSI
Architetto, pittore, autore di una ricerca intorno ai problemi degli “effetti percettivo-spaziali dell’immagine dipinta”, Renato Brazzani è scomparso in questi giorni di grave emergenza sanitaria Covid-19. Nato a Torino nel 1940, dove ha fondato nel 1987 l’Associazione Culturale “Il Salto del Salmone”, ha collaborato con l’Istituto Europeo di Design, tenendo corsi di Tecnologia della Percezione. E in questo lungo cammino si annoverano numerose presenze in mostre d’arte a carattere nazionale e, in particolare, le segnalazioni sui Cataloghi d’Arte Moderna Bolaffi-Mondadori da parte di Renzo Guasco e Angelo Dragone. Una pittura, la sua, eseguita con la strenua energia espressiva legata a una visione quanto mai singolare, a una narrazione che unisce le straordinarie strutture delle anamorfosi alla composizione “Trofeo Antilope” del 2008, resa con sabbia, inserti lignei e acrilici su carta. Quest’ultima è stata esposta nella collettiva “Scultura e pittura a confronto 2017”, insieme a “Mutazione” (2014) della moglie Gilda Brosio, in argilla refrattaria, ossidi, smalti e ferro, nei locali di Palazzo Lucerna di Rorà a Bene Vagienna. Organizzata dall’Associazione Piemontese Arte, di cui era socio, presieduta da Riccardo Cordero, la rassegna, a cura di Gian Giorgio Massara e del sottoscritto, è uno dei momenti della sua attività scandita da immagini che affiorano alla luce e occupano lo spazio metafisico. Dello stesso anno è la personale “Prospettive variabili”, allestita alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba, che racconta il suo amore per la “geometria tridimensionale e la sua rappresentazione”. Una rappresentazione caratterizzata dai cicli “Totem”, “Trofei”, “Scudi” e “Oceani”, in cui si avverte il dialogo tra tessiture cromatiche e inserti lignei, tra gli sfondi in sabbia e l’approdo alla realtà africana. Ricerca, pittura e materiali, contraddistinguono le stagioni di un percorso intenso e intensamente espresso nel tempo.
Angelo Mistrangelo
VEZZOLANO, IN STREAMING IL PRESEPE DI ANNA ROSA NICOLA
Questo Natale 2020 sarà diverso da tutti gli altri.
Ma la Nona Edizione del Presepe di Anna Rosa Nicola ci sarà lo stesso!
Martedì 8 dicembre, dalle 17 alle 18, in diretta on line, l’autrice illustrerà il nuovo Presepe, con molte immagini delle miniature e degli ambienti, e rivelerà i segreti delle sue creazioni.
È un’occasione speciale anche perché potremo annunciare l’avvio di un importante restauro: due tavole quattrocentesche, appartenenti alla chiesa di Vezzolano, che la Direzione Regionale dei Musei del Piemonte presenterà nel dettaglio in una successiva diretta prima di Natale.
L’appuntamento è al seguente indirizzo: https://facebook.com/cabalesta
MOSTRA DI NATALE ALLA “SALAMON” DI TORINO
Come di consueto, anche quest’anno, in occasione del Natale e malgrado la particolare situazione in cui ci troviamo, la Galleria “Elena Salamon” di Torino (Via Torquato Tasso 11 – Piazzetta IV Marzo; tel. 011-7652619, cell. 339-8447653, elena@elenasalamon.com) propone la rassegna natalizia delle sue opere (orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì 15,00 – 19,00; giovedì e sabato 10,30 – 19,00; apertura con orario continuato 10,30 – 19,00 domenica 13, 20 dicembre; lunedì chiuso, in altri orari su appuntamento). Si tratta in particolare di una selezione di stampe originali di arte moderna, tra le quali si segnalano quelle dei seguenti artisti: Arman, Basquiat, Chagall, Delaunay, Dorazio, Fontana, Indiana, Matisse, Mirò, Munari, PIcasso, Renoir, Toulouse Lautrec. Inoltre, nella sezione dedicata alle stampe giapponesi, a fianco delle xilografie di Hokusai e Hiroshige, si trova una piccola scelta delle opere di Hasui e Koson, appartenenti alla corrente Shi-hanga, da qualche anno molto apprezzati anche in Occidente. La “Elena Salamon – Arte Moderna” è una piccola galleria con sede nel centro storico di Torino, specializzata in stampe originali dell’Ottocento e del Novecento, con qualche escursione nell’arte contemporanea e nella fotografia. Per ciò che riguarda la rassegna di opere proposte in queste settimane, diamo qualche notizia su alcuni dei maestri italiani presentati. Piero Dorazio, dopo gli studi di architettura a Roma, si è avvicinato al Futurismo e negli anni 1945-46 alla pittura realistica. Dal 1947 al 1948 attraversa nuove esperienze figurative, partecipando ai movimenti “Forma Uno”, “Movimento Arte Concreta (MAC)”, “Arte Oggi”, ”Réalités Nouvelles”; nel 1952 è tra i fondatori del gruppo “Origine”. Dopo un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti, crea composizioni con sottili bande di colore sovrapposte (“I reticolati”), opere monocrome e astratto-geometriche, interessandosi in particolare ai problemi della percezione cromatica. Tecniche utilizzate: quelle tradizionali e dal 1970 anche collage; nella grafica: litografie e serigrafie. Lucio Fontana si è dedicato inizialmente alla scultura, sotto la guida del padre, quindi ha frequentato l’Accademia di Brera, dove è stato allievo di Wildt. Dopo un primo periodo figurativo, nel 1930 partecipa al gruppo astrattista lombardo. Nel 1946 sottoscrive in Argentina il “Manifiesto blanco”, ponendo le basi dello Spazialismo, fondato a Milano nel 1948 insieme a Crippa, Joppolo e altri. La successiva produzione astratto-informale rimane coerente alle tesi spazialiste e si può distinguere in vari cicli: le “Evoluzioni” (1948), le “Pietre” (1951-1957), i “Buchi” (1949-1968), i “Tagli” (1958-1968), i “Barocchi” (1954-1957), i “Gessi” (dal 1954), le “Nature” (dal 1959), gli “Oli” (1957-1968), la serie della “Fine di Dio” (1963-1964), gli “Inchiostri (1963-1968), i “Metalli” (1961-1965), i “Teatrini” (1964-1966). Tecniche utilizzate: tradizionali e sperimentali (neon, plastica, vernici industriali, legni laccati, ceramica). Bruno Munari è stato un artista, designer e scrittore. Ha dato importanti contributi in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca sulla creatività e la fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. Partecipa giovanissimo al Futurismo. Nel 1948 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) assieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. E’ considerato uno dei protagonisti dell’arte programmata e cinetica. Realizzò la sua ultima opera pochi mesi prima di morire a 91 anni a Milano, sua città natale.
Enzo De Paoli
SALUZZO CON LE TERRE DEL MONVISO CANDIDATA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2024
Saluzzo, con le Terre del Monviso, è la prima città alpina candidata a Capitale Italiana della Cultura 2024. L’antica capitale del Marchesato, a cavallo tra Italia e Francia, vuole accendere i riflettori sulla montagna, intesa non solo come meta di svago e loisir, ma come luogo di innovazione e cultura, dalle tante vocazioni e opportunità soprattutto per i giovani. La candidatura di Saluzzo nasce da lontano ed è la prosecuzione di un percorso avviato da tempo con il progetto Terres Monviso, che ha creato una rete di 68 comuni su un territorio di 2.600 kmq e quasi 136mila abitanti, e VéloViso, che ha unito le valli italiane e francesi del Monviso attraverso la valorizzazione dell’offerta cicloturistica. Cinque anni dopo, Saluzzo punta ad un ancora più ampio rilancio e coinvolgimento del territorio che ha già ricevuto il sostegno delle istituzioni, delle associazioni e dell’intero Piemonte. «La nostra idea – afferma Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo – è di alimentare un processo collettivo, aggregante e condiviso, lavorando con tutti coloro che potranno e vorranno contribuire a costruire un progetto forte ed efficace, a partire dai giovani. Partiamo in anticipo perché vogliamo sfruttare al meglio il tempo che abbiamo e utilizzare il percorso di costruzione del dossier per coinvolgere il territorio e ottenere delle ricadute positive: ogni euro investito in cultura ne genera cinque! Ci serve tempo, infine, perché la nostra visione di cultura è ampia, non solo arte ed eventi culturali in senso stretto, ma cultura dei territori: tradizione, ambiente, storia, paesaggio, lingua e perfino religione». All’indomani del lockdown, le potenzialità dei piccoli borghi sono state evidenziate da sociologi, urbanisti ed economisti, ma nell’immaginario collettivo la montagna non è ancora considerata un luogo da abitare. Nel 2030, secondo il World Urbanization Prospects 2018 delle Nazioni Unite, il 60% della popolazione mondiale si concentrerà nelle città. «Noi vogliamo vedere oltre il 2030 – spiega Paolo Verri, coordinatore pro bono della candidatura -. La Capitale Italiana della Cultura non è un concorso di bellezza, ma una competizione di progetti e idee che guardano al futuro e raccontano, nei minimi dettagli, come la cultura possa aiutare la crescita di un territorio. L’obiettivo è costruire un piano strategico che guardi al futuro, per questo lavoreremo fin da subito per coinvolgere tutti i soggetti in campo, le capitali della cultura elette e soprattutto i giovani per individuare progetti sostenibili nell’ambito del Next Generation EU. Ci candidiamo ad essere la prima città che mette la montagna e le Alpi al centro di una rete nazionale ed europea». L’annuncio della candidatura, prima ancora della presentazione ufficiale, è stato subito accolto con entusiasmo dal territorio. «C’è più di una ragione – conferma Vittoria Poggio, assessore alla Cultura della Regione Piemonte – per cui appare assolutamente coerente, appropriata e giusta la candidatura di Saluzzo con le Terre del Monviso a Capitale Italiana della Cultura 2024. L’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte è a disposizione fin da ora per sostenere questa impresa. Conosciamo l’audacia dei piemontesi e sono convinta che riusciremo, anche questa volta, a fare un buon lavoro, dimostrandoci all’altezza del nostro glorioso passato». I prossimi passi saranno l’organizzazione di una call nazionale per under 28 e un meeting per sviluppare e approfondire, con tutti gli attori in campo, i contenuti del dossier.
Sostengono la candidatura di Saluzzo con le Terre del Monviso a Capitale Italiana della Cultura 2024: Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, Diocesi di Saluzzo, Provincia di Cuneo, Regione Piemonte, Unioni Montane delle Terre del Monviso, Uncem, Città di Parma, Città di Verbania, Camera di Commercio di Cuneo, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università di Scienze Gastronomiche, Fondazione Artea, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Salone Internazionale del Libro di Torino, Dmo Piemonte, Fai Piemonte e Valle d’Aosta, Atl del Cuneese, Parco del Monviso/MabUnesco, Igav Istituto – Garuzzo per le Arti Visive, Communauté de Communes du Guillestrois et du Queyras, Communauté de Communes Serre-Ponçon, Communauté de Communes Vallée de l’Ubaye Serre-Ponçon, Mariano Allocco, Stefania Belmondo, Sergio Berardo, Lóránd Hegyi, Paolo Pejrone, Fredo Valla.
DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI. PICCOLE STORIE DI PIEMONTESI ILLUSTRI” IN PIEMONTESE.
Un Progetto del Museo Egizio in collaborazione col Centro Studi Piemontesi e il patrocinio della Regione Piemonte. La puntata fa tappa a Novara con la figura dell’Architetto Stefano Molli, originario di Borgomanero, raccontata da Giovanni Tesio
Vai sul Sito www.studipiemontesi.it
o clicca https://youtu.be/mvi5BtagsM4
IL MUSEO CHE NON C’È DELLA FONDAZIONE DE FORNARIS
La Fondazione De Fornaris di Torino ha lanciato “Il Museo che non c’è”, innovativo spazio virtuale concepito durante il lockdown, uno dei pochissimi esempi al mondo di museo non presente nella realtà, ma progettato appositamente per essere visitato e apprezzato sul web. Tutti i dipinti sono visibili in alta definizione e le sculture esplorabili a 360 gradi: ogni opera è descritta nei dettagli e alcune di esse sono dotate di hotspot che forniscono approfondimenti sui singoli particolari dell’opera stessa. Si accede al “Museo che non c’è” attraverso il sito della Fondazione De Fornaris www.fondazionedefornaris.org, oppure scaricando l’app “Museo Virtuale De Fornaris”. È anche possibile esplorare il museo scaricando l’applicazione di Oculus dal sito della Fondazione per vivere un’emozionante esperienza immersiva in 3D, attraverso il visore per la realtà virtuale Oculus Rift . La Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris è nata nel 1982 per volere testamentario del mecenate e collezionista Ettore De Fornaris. Di lui si sa poco. È nato a Torino nel 1898 e si è sempre dedicato all’arte. Artista lui stesso, sin dal 1954 ha iniziato la formazione di una propria collezione che comprende le opere di numerosi artisti, che per testamento ha lasciato alla città e che nel tempo è cresciuta con nuove acquisizioni. Tra le altre sono presenti opere di Casorati, de Chirico, Delleani, Fontanesi, Gemito, Hayez, Menzio, Morandi, Morandi, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Pistoletto, Rosai, oltre a installazioni, fotografie e raccolte di grafica (disegni, acquerelli, incisioni e progetti architettonici). In seguito a una convenzione con la Città di Torino tali opere vengono conservate presso la GAM che le espone a rotazione e solo per periodi limitati. Ora il sogno di un museo è finalmente realtà.
Nell’illustrazione “Nudo di giovinetto” di Francesco Menzio
BARDONECCHIA, PAESE DEI CENTO PRESEPI
Da martedì 8 dicembre 2020 a domenica 31 gennaio 2021. Da lunedì 7 dicembre riapre al pubblico l’Ufficio del Turismo
Da martedì 8 dicembre 2020 a domenica 31 gennaio 2021 si accendono nuovamente le luci sui più di cento presepi illuminati allestiti, nel centro commerciale naturale del capoluogo, nel Borgo Vecchio e in via Medail e nei borghi alpini Rochemolles, Millaures, Les Arnauds, Melezet e Le Gleise. Piccoli gioielli di varie dimensioni, tutti da scoprire, ammirare ed immortalare, allestiti lungo le vie, i vicoli, nelle piazze, nelle cappelle, di fianco alle fontane, dietro le finestre, le vetrine e sui balconi, in un contesto montano unico, da sempre molto apprezzati in particolare dai più giovani e dai bambini. “Consapevoli della circostanza particolarmente dolorosa che stiamo vivendo – dice Carola Scanavino, Consigliere comunale alla Programmazione Attività in ambito turistico e agli Eventi culturali – ci siamo adoperati per mantenere comunque viva la tradizione dei presepi, che consolida lo spirito natalizio e il senso di comunità, mai come quest’anno così importanti per mantenere la bussola in un momento tanto difficile. Un’imperdibile opportunità per calarsi in un’atmosfera alpina e scoprire il territorio, dal centro alle sue borgate, di cui dobbiamo ringraziare tutte le famiglie e le attività che hanno partecipato con immutato entusiasmo”. Per facilitare la localizzazione dei presepi è stata elaborata una mappa dettagliata scaricabile da venerdì 4 dal sito www.bardonecchia.it, distribuita gratuitamente da lunedì 7 all’Ufficio del Turismo di Piazza Alcide De Gasperi, 1/a, che riapre al pubblico per la stagione invernale. La mappa viene realizzata ogni anno dall’arch. Rachele Vicario con una copertina sempre nuova a cura di Alessandro Vicario.
GRAPHIC DAYS® E PRINT CLUB DONANO LE OPERE DI 5 ARTISTI A ‘TORINO NATALE SOLIDALE’
Anche Graphic Days® e Print Club Torino hanno aderito all’iniziativa ‘Torino Natale Solidale’ e per farlo hanno individuato all’interno della loro grande community alcuni artisti che hanno accettato con entusiasmo e grande partecipazione di regalare una propria opera a supporto delle donazioni. Cecilia Campironi, Fernando Cobelo, Giovanni Gastaldi, Alice Serafino e Ilaria Urbinati firmeranno 5 soggetti diversi che diventeranno un messaggio di augurio e di speranza in forma di cartolina virtuale o fisica scaricabili su http://www.nataleatorino.it/cartoline.php e utilizzabili da tutti. “Abbiamo aderito con grande piacere all’iniziativa Torino Natale Solidale che anche quest’anno si attiva per consentire anche a chi si trova in una condizione di grave criticità di poter accedere a beni di prima necessità – dichiarano i responsabili di Graphic Days® e Print Club Torino -. Gli artisti coinvolti fanno parte della nostra grande community e hanno accettato con entusiasmo di partecipare al progetto regalando la loro opera a supporto delle donazioni.”
“UN NATALE ANIMATO” ALLA LIBRERIA FREDDI
la Libreria Antiquaria Freddi, in occasione del Natale e delle feste, è lieta di segnalarVi il consueto appuntamento con la mostra UN NATALE ANIMATO, alla sua settima edizione, quest’anno presentata in forma virtuale. Speriamo che vogliate lasciarVi trasportare nell’atmosfera unica, magica e suggestiva del Natale! Tante idee regalo originali e curiose, di vario prezzo, Vi attendono.
Vi proponiamo in due video, la presentazione della mostra. Vedi al seguente link:
https://www.antiquafreddi.it/mostre-ed-eventi
Nel primo video troverete: CURIOSITA’ CARTACEE, PRESEPI DI CARTA, BIGLIETTI NATALIZI E D’AUGURI TRIDIMENSIONALI, CARTE MOBILI, DIORAMI DI CARTA. Tutti gli esemplari sono in VENDITA.
Nel secondo video troverete: LIBRI ANIMATI (POP UP), ANTICHI E MODERNI, PER BAMBINI E ADULTI, DI ARGOMENTO NATALIZIO E DI DIVERSI TEMI. Tutti i libri sono in VENDITA.
CONTEMPORANEA, PAROLE E STORIE DI DONNE COME REGALO DI NATALE
Venerdì 11 dicembre una maratona letteraria online. E per tutto il mese di dicembre, ogni giorno un consiglio di lettura.
In diretta streaming Simonetta Agnello Hornby, Giulia Blasi, Donatella Di Pietrantonio,
Tiziana Ferrario, Alessia Gazzola, Valentina Maini,
Elena Marinelli, Beatrice Masini, Valeria Palumbo, Daniela Raimondi.
Venerdì 11 dicembre, dalle 17 alle 21,30 la maratona letteraria sui canali social di ContemporaneA. Parole e storie di donne porta il pubblico nel pieno dello spirito natalizio, con oltre venti ospiti che interverranno in diretta o tramite video per presentare il proprio libro, dare un consiglio di lettura, ma soprattutto per far dono al pubblico di una parola. Condivisione, compassione, riflesso, silenzio: sono alcuni dei termini che scrittrici e artiste come Giulia Blasi, Vera Gheno, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Camilla Filippi, Barbara Frandino, Marilù Oliva ed Elena Varvello approfondiranno nel corso del loro intervento. In un mondo in cui le parole spesso sono svilite del loro più intimo significato, il regalo di ContemporaneA vuole essere quello di prendersi un momento di calma per riflettere sul vero significato delle parole legate al Natale (e non solo). Come nei più classici dei festival, non mancheranno gli incontri per approfondire con le scrittrici il loro lavoro. Nel corso del pomeriggio, le curatrici della rassegna Irene Finiguerra e Barbara Masoni dialogano con Giulia Blasi, Donatella Di Pietrantonio, Valentina Maini, Daniela Raimondi, Valeria Palumbo, Simonetta Agnello Hornby, Beatrice Masini, Alessia Gazzola, Elena Marinelli, Letizia Pezzali, Sabrina Pisu, Tiziana Ferrario. Dicembre è per eccellenza il mese dello scambio dei doni, e quale idea migliore di un libro? Coloro che ogni volta fanno fatica a districarsi all’interno della fitta proposta editoriale, non potranno perdersi i consigli di lettura di autrici come Marta Barone, Silvia Avallone, Giulia Perona e Giulia Cuter (Senza rossetto), Daniela Raimondi; ma anche quelli di addette ai lavori come Ornella Tarantola, che con il suo The Italian Bookshop è diventato un punto di riferimento a Londra ed Elisa Giovannacci della storica libreria di Biella, con proposte per i giovani adulti e i bambini. Uno spazio speciale sarà dedicato alla poesia, grazie all’intervento di Mariangela Gualtieri, che ha selezionato per l’occasione tre delle sue poesie da leggere ad alta voce, con solo audio: un momento da godersi a occhi chiusi. Sui canali social di ContemporaneA, i consigli di lettura interesseranno l’intero mese di dicembre fino alla Vigilia di Natale, in una sorta di calendario dell’Avvento “libresco”. Questo appuntamento vuole essere il regalo di ContemporaneA, qualche ora passata insieme, in compagnia di scrittrici e di chi le parole le sa trasformare con leggerezza e magia in storie. Il progetto ContemporaneA. Parole e storie di donne nasce all’interno dell’associazione biellese BI-BOx da un’idea di Irene Finiguerra e Barbara Masoni, in collaborazione con la libreria Giovannacci e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Intesa Sanpaolo. L’illustrazione e il progetto grafico è a cura di Chiara Fucà.
CAMERA: AUTUNNO DELLA FOTOGRAFIA, RACCONTARE LA GUERRA FRA GIORNALISMO E ARTE
Incontro Live su Facebook
Mercoledì 9 dicembre alle ore 18.00 chiudono il ciclo di incontri “Autunno della Fotografia” La Venaria Reale, Musei Reali e CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia con l’appuntamento online Raccontare la guerra fra giornalismo e arte insieme a Paolo Pellegrin, Edoardo Accattino e Paolo Ventura, moderati da Monica Poggi.
Da subito utilizzata con scopi di propaganda politica, poi come mezzo di informazione sulla stampa illustrata e oggi sempre più presente all’interno di mostre e musei di arte contemporanea, la rappresentazione fotografica della guerra ha attraversato differenti fasi. Robert Capa è senza dubbio uno dei più significativi esponenti della stagione eroica del fotogiornalismo degli anni Trenta e Quaranta. Sue sono alcune delle immagini più iconiche di questo periodo, ma le opere esposte presso i Musei Reali appartengono a una parte della sua produzione meno conosciuta, quella a colori, non sempre strettamente legata al campo di battaglia e forse, anche per questo, ancor più sorprendente e rivelatrice. Paolo Pellegrin, a cui la Reggia di Venaria dedica una grande antologica, racconta i teatri di guerra contemporanei attraverso le svariate possibilità offerte dal linguaggio fotografico. Proprio grazie all’uso di una prassi non rigidamente documentaria, i suoi scatti riescono a trovare posto sia all’interno del sistema di informazione che in quello artistico, espandendo ulteriormente la capacità delle immagini di testimoniare gli eventi a cui assiste. La guerra è un elemento ricorrente anche nella ricerca artistica di Paolo Ventura, in mostra a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Le sue raffigurazioni, però, pur nascendo da memorie famigliari o dal rinvenimento di reperti storici, prendono vita in un orizzonte in bilico fra realtà e finzione. Qui la figura del soldato diventa il tramite attraverso cui indagare il concetto di identità, in una visione tragica e poetica allo stesso tempo di eventi di un passato di cui sentiamo ancora gli echi.
La serie di incontri online “Autunno della Fotografia. Torino 2020” è organizzato da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Fondazione Torino Musei , Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporenea, MAO. Museo d’Arte Orientale, Musei Reali Torino, Reggia di Venaria e Museo Ettore Fico.