LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Rossini, Amici e rivali
arie, duetti e terzetti da: Il barbiere di Siviglia, Ricciardo e Zoraide, La donna del lago, Elisabetta regina d’Inghilterra, Le siège de Corynthe, Otello, Armida
Michael Spyres e Lawrence Brownlee (tenori) con la partecipazione di Xabier Auduaga (tenore) e Tara Erraught (mezzosoprano) Orchestra I Virtuosi Italiani diretta da Corrado Rovaris registrazione estate 2019, Verona, Teatro Ristori; edizione 13 novembre 2020; etichetta Erato 0190295268470; durata 1h.19′.02″
Per la prima volta nella storia del disco vengono proposti i duetti tenorili rossiniani: peccato che negli anni Ottanta due fuoriclasse come Chris Merritt e Rockwell Blake non siano stati presi in considerazione per la realizzazione di un progetto del genere. Ora, la francese Erato colma tale lacuna con un intrigante disco che ribadisce il fondamentale ruolo svolto dalla scuola di canto statunitense nella cosiddetta “Rossini Renaissance”: Bruce Ford, Samuel Ramey, Marilyn Horne (leggendario il recital Decca con Joan Sutherland), senza dimenticare i peruviani Ernesto Palacio , Juan Diego Florez e il nostro William Matteuzzi. Escluso il francese Siège de Corynthe i brani sono ricavati dalle opere che Rossini scrisse per il Teatro di San Carlo di Napoli guidato dal celebre impresario Domenico Barbaja che disponeva di famosi virtuosi. Il disco consente di accennare, senza entrare in dettagli tecnici a due tipologie vocali presenti, soprattutto nel repertorio rossiniano: il tenore contraltino e il baritenore. Il tenore contraltino ha una vocalità molto più ampia del baritenore coevo, ma in grado di sostenere le tessiture più elevate: la soglia del passaggio al registro del falsettone si alza di un tono/un tono e mezzo. La vera differenza sta nella tessitura, cioè in quella parte del pentagramma in cui si chiede al cantante di eseguire il canto sillabico con i migliori risultati, che diventa acutissima, tale da non poter essere sostenuta dai tenori baritonali più dotati. Questa tipologia vocale viene così a delinearsi: si tratta di una cantante agile acrobata, in grado di affrontare le melodie elegiache degli innamorati. Il baritenore è caratterizzato da un’ottava inferiore scura, pesante e da una superiore squillante, ma con sufficiente agilità per il canto di coloratura. Rossini usò questo tipo di voce per ritrarre personaggi nobili ( e di solito più anziani), protagonisti spesso in contrasto con le voci più alte e leggere del tenore contraltino che ritraeva i giovani amanti impetuosi. Protagonisti dell’avvincente disco sono gli statunitensi Michael Spyres e Lawrence Brownlee (foto) cui , rispettivamente sono affidati i ruoli che furono di Giovanni David e Andrea Nozzari, storici canti della scuderia di Barbaja e ammirati senza confini da Rossini stesso. Spyres e Brownlee sono al vertice delle loro rispettive carriere, ma diversi nella scelta del repertorio. Larence Brownle ha una voce chiara, estesa e piuttosto sottile, sostenuta da una tecnica assai scaltrita che gli consente una coloratura netta e precisa. Al contrario, Michael Spyres, rispetto a Brownlee, è più poliedrico e questo lo ha costretto a temere per la conservazione della voce, tanto da costringerlo a rivedere e ripensare quasi per intero la propria tecnica vocale. L’ascolto è di altissimo livello. il feeling tra i due è palese. Il disco è un documento, non privo di un certo fascino, di due tipologie tenorili del teatro rossiniano. Troviamo la collaborazione di un terzo tenore, (Otello, Armida), lo spagnolo Xabier Auduaga, esempio di elegante civiltà musicale e l’ottima Tara Erraught. Corrado Rovaris con I Virtuosi Italiani conferisce sempre un sostegno reattivo e luccicante nei timbri. In poche parole, un disco da assaporare con voluttuosa golosità.