LA SCOMPARSA A CHIERI DELLA GIORNALISTA VITTORIA SINCERO

In questo tormentato mese di dicembre è scomparsa la giornalista Vittoria Sincero, poche ore prima di tagliare il traguardo dei cento anni, nella casa di riposo di Chieri dove era ricoverata. Nata a Torino il 22 dicembre del 1920, si era laureata in Lettere e Filosofia l’11 dicembre del 1943, per poi entrare a far parte dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte l’8 febbraio 1949. E da quella data, la sua esperienza si è sviluppata all’insegna di un costante impegno nel campo della comunicazione, di una scrittura legata alle vicende sociali, culturali e artistiche del secondo Novecento. In particolare, negli anni Settanta il quotidiano La Stampa le aveva affidato il compito, con principale riferimento alla sede di Novara, di occuparsi del nuovo progetto editoriale che prevedeva la nascita delle pagine di cronaca provinciale. Un impegno che aveva condotto con la consueta intraprendenza, tra l’attenzione per la notizia e il determinante e incisivo rapporto con la redazione. Una professionalità, la sua, che ha trasmesso a colleghi come Lino Cerutti, Gianfranco Quaglia e Lorenzo Del Boca, che è diventato presidente della FNSI e dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Aveva, però, iniziato l’attività alla “Gazzetta del Popolo” di Ugo Zatterin, Giorgio Vecchiato, Lorenzo Gigli, Giovanni Trovati, Giorgio Bocca, Giovanni Arpino e Sandro Doglio, il futuro direttore di “Stampa Sera”, dove ho incontrato, conosciuto e frequentato la Sincero. Al quotidiano impegno di giornalista, ha affiancato l’indagine e la pubblicazione di numerosi libri e saggi sulle tradizioni del territorio. E, così, si ricordano “Cittadini di pietra”, scritto con Giuseppe A. Lodi, il critico d’arte Gian Giorgio Massara e Antonio Brandoni, “Lunganotte a Orta”, “Dal riso al Rosa” (gastronomia, vini, turismo, folclore e dialetto della terra novarese) e “Mille piccoli frati. Storie e immagini di San Francesco”, insieme alla storica dell’arte Maria Luisa Tibone. Nel 1979, tra gli innumerevoli articoli, ha firmato un’intera pagina di “Stampa Sera”, titolata “Alla riscoperta della Promotrice”, raccontando le vicende dell’antica società Promotrice delle Belle Arti, fondata nel 1842, la prima in Italia, e segnalando che “solo oggi la grandiosa panoramica di Paulucci voluta dalla Regione e ordinata da Marco Rosci, che ha l’ampio respiro di mezzo secolo di vita cittadina e alla quale il presidente Viglione intende far seguire Menzio, Cremona e gli altri “illustri” piemontesi, sembra aver ridestato a Torino l’entusiasmo degli anni in cui ogni esposizione era un avvenimento…”. Un lungo e variegato percorso, quindi, che appartiene alla storia del giornalismo piemontese, a una stagione che ha visto all’opera sul terreno della comunicazione Remo Lugli, Luciano Curino, Carlo Casalegno e Alberto Sinigaglia, attuale presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. E attraverso al ricordo della Sincero affiorano alla mente i volti degli amici, gli incontri e i suoi “pezzi” sulla carta stampata.

 

         Angelo Mistrangelo