CRONACA – Torino: Vestiti, amari e bottiglie di vino. “Shopping” natalizio terminato con tre arresti
Due tentati furti e una rapina in meno di 24 ore. Tra martedì e mercoledì scorsi gli agenti della Squadra Volanti hanno arrestato un cittadino georgiano di 29 anni e due italiani di 36 e 40 anni. Nel primo episodio lo straniero si è introdotto in un esercizio commerciale in piazza Carducci e, servendosi di una borsa di carta “schermata”, è riuscito a trafugare capi d’abbigliamento per un valore di circa 140 euro, senza asportare alcuna placca antitaccheggio. Gli agenti della Polizia di Stato, allertati dal personale di vigilanza, hanno arrestato il ventinovenne. Alcune ore dopo i poliziotti intervengono in un supermercato di corso Monte Cucco dove personale dipendente stava trattenendo il trentaseienne italiano. L’uomo, poco prima, aveva prelevato dagli scaffali 4 bottiglie di amaro, sganciato i collarini antitaccheggio servendosi di una tronchesina e una tenaglia, e le aveva occultate nel proprio zainetto. Passando attraverso la corsia di uscita senza acquisti, il suono dell’allarme delle barriere ha allertato il vigilante: il reo non aveva notato il secondo dispositivo antitaccheggio posto sul fondo delle bottiglie. L’indomani un cittadino quarantenne italiano si trova in fila presso le casse di un esercizio commerciale in via Renier per effettuare il pagamento di una baguette. Lo zainetto che porta in spalla tradisce le sue reali intenzioni: ogni movimento dell’uomo produce il suono di bottiglie di vetro che impattano tra di loro. Personale della vigilanza, intuito il contenuto della borsa, ferma il reo all’esterno, chiedendo di mostrargli lo scontrino. L’uomo, vistosi scoperto, spintona il dipendente e si da alla fuga. Questi lo rincorre e cerca di afferrarlo dallo zainetto ma il quarantenne se ne libera e lo colpisce al volto. L’intervento degli operatori di Polizia pone fine alla sua fuga. Durante il controllo vengono ritrovate nello zainetto 4 bottiglie di vino del valore di oltre 110 euro mentre la tronchesina di cui si era servito per asportare le placche era nascosta in un’aiuola.