Asti- Si farà online il primo Festival della Memoria

Appuntamento mercoledì 27 e giovedì 28 gennaio alle 21 con il primo Festival della Memoria, ideato dalla regista teatrale Fiorella Carpino e realizzato in collaborazione con Comune di Asti e ISRAT-Istituto per la Storia della Resistenza della Provincia di Asti.

La rassegna si svolgerà online sia sul canale YouTube di Fiorella Carpino che sulla pagina facebook del Teatro Alfieri in due serate dedicate alla lettura teatrale dei testi di Primo Levi “Se questo è un uomo” e “I sommersi e i salvati”. Le riprese verranno effettuate al Teatro Alfieri di Asti da Leonardo D’Angiò, che ne curerà anche il montaggio.

Mercoledì 27 gennaio alle 21 va in scena “Gli occhi di Levi”, lettura teatrale liberamente tratta da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, con Susi Amerio, Fabio Condemi, Valentina Giovara, Silvana Martini, Cinzia Montrucchio, Susanna Nuti, Carol Palumbo e Alberto Pellitteri, regia di Fiorella Carpino e coreografie di Susi Amerio. In scena un narratore interpreterà le forti parole di Levi, circondato da un gruppo di persone che rappresentano le sensazioni e le paure che per tutto quel periodo sono state presenti nell’anima dello scrittore, un ensemble che creerà movimenti e circostanze, che porterà il pubblico a riflettere, a ricordare, a mantenere viva la memoria.

Giovedì 28 gennaio alle 21 “I sommersi e i salvati”, lettura con Susi Amerio, Mario Nosengo, Susanna Nuti e Fiorella Carpino (che cura anche la regia). Dal momento della liberazione, avvenuta nel gennaio del 1945, Levi cominciò a raccontare e non si fermò più. Il suo narrare era un bisogno, un bisogno primario come mangiare o dormire. Non si trattava solo di testimoniare, ma di trasmettere l’esperienza vissuta, le emozioni, i traumi. Per anni la sua esistenza è stata tormentata da una costante domanda: com’è possibile raccontare Auschwitz? Arrivò a teorizzare ne I sommersi e i salvati, l’esistenza di una zona grigia, di una zona di mezzo che confinava tra il bene e il male, una zona di comodo per chi non avesse intenzione di arrendersi alla morte e avesse necessità di allearsi con il male per sopravvivere, fino a raggiungere un pessimismo di fondo, un pessimismo cosmico. Non si tratta di mera depressione, ma di un vero e proprio approdo a un pensiero tragico, che prevede l’uomo in lotta con un nemico che non potrà mai sconfiggere. Ed è proprio la forza ormai esaurita a portare lo scrittore a cercare un’uscita definitiva dal caos, e, l’unica risposta definitiva sembrava essere la morte.