MONTALDO SCARAMPI: FESTA DI SANT’ANTONIO ANNULLATA PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA
Fra i tanti eventi annullati a causa della pandemia, anche la festa dedicata a Sant’Antonio Abate a Montaldo, famosa celebrazione che in passato era una delle ricorrenze più sentite nelle comunità contadine. Nella cultura popolare, Sant’Antonio Abate viene raffigurato con accanto un porcellino insieme a lingue di fuoco ai piedi e con in mano un bastone alla cui estremità è appeso un campanellino, mentre sul suo abito spicca una croce egiziana a forma di “T”, simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie. E’ con grande dispiacere che il parroco, Don Ivano, si è trovato costretto ad annunciare che quest’anno, a causa delle restrizioni anticovid-19, non si potrà celebrare la tradizionale messa, che ogni anno si svolge nella frazione omonima il 17 gennaio, è la prima volta che succede nella storia ed è stato un giorno piuttosto insolito per il borgo.Tutti i defunti del borgo di Sant’Antonio sono stati ricordati nella celebrazione domenicale del 23 gennaio in Parrocchia. Osannata da tutti gli abitanti del borgo, la festa richiama anche i montaldesi che si trovano ad abitare altrove, oltre a tante persone dei paesi limitrofi. Un duro colpo al morale e allo spirito di una comunità che sta già vivendo una situazione abbastanza complicata a causa dell’attuale emergenza epidemiologica. Lasciate alle spalle le feste di Natale e salutata l’Epifania, la borgata era abituata a celebrare le sue tradizioni, festeggiando il Santo. Qui i residenti attendono per tutto l’anno la festa di Sant’Antonio e vi partecipano con molta passione. Il campanaccio della chiesetta è il simbolo della festa, il suo suono fragoroso risuona per la via del piccolo borgo. L’ importanza della celebrazione è da ricercare negli occhi illuminati d’allegria della gente del posto, nelle loro mani dalle quali traspirano ricordi lontani, nelle loro menti alla scoperta di un senso della vita espresso in una luce di speranza contro l’indifferenza, il male, la violenza del nostro mondo.
Alessandra Gallo