Viaggio nel tempo a Montaldo Scarampi tra usanze antiche e civiltà perdute
Un viaggio nella storia e testimone prezioso della tradizione contadina, il museo della Famiglia Contadina di Montaldo, gestito da Anna Scarampi è un tuffo nel passato, un cammino sulle orme dei contadini e racconta minuziosamente la loro vita nella prima metà del Ventesimo secolo. Dagli attrezzi di lavoro dei contadini, agli utensili da cucina, ogni pezzo della collezione permette al visitatore di immergersi in un mondo solo apparentemente lontano. Grazie alla passione e competenza di alcuni volontari e grazie alla generosità di tantissimi donatori, il museo ha rapidamente preso piede e offre la possibilità di riscoprire le tradizioni locali attraverso oggetti, immagini e ricordi della vita contadina. Nel 2001 l’ala dell’ex chiesa sconsacrata di S. Nicolò o Chiesa di Batì che nel 1923 ospitava l’ asilo infantile gestito da suore e poi chiuso nel 1963, venne riconvertita in “Museo della Famiglia Contadina” con l’intento di restituire alla memoria vita e cultura dei nostri antenati. Tema dominante dell’esposizione è la moda dei primi anni del secolo scorso: il percorso offre uno scorcio degli abiti del tempo, sia quelli ricchi di pizzi e merletti sia i semplici abiti del lavoro nei campi. In esposizione anche le macchine per cucire dell’epoca, calzature da lavoro, vestiti degli scolari, attrezzi da lavoro e oggetti di uso quotidiano. La società rurale è qui raccontata, in un arco di tempo che va da metà Ottocento agli inizi del Novecento, offrendo un prezioso viaggio nella memoria tra strumenti di lavoro d’altri tempi, oggetti della vita quotidiana di contadini, artigiani e massaie. Utensili di fogge diverse e arnesi ormai dimenticati che mostrano ritmi e consuetudini degli artigiani d’un tempo, custodendone i loro segreti . Il Museo è stato creato con l’intento di conservare, studiare e valorizzare le testimonianze della vita contadina. Ogni pezzo esposto ha un nome, un uso, un donatore, una storia, offrendo uno spaccato della vita del paese.Visitare il museo è immergersi in un altrove dove la storia sembra essersi fermata in un crescendo di suggestioni incarnate negli oggetti più originali e stravaganti. Da notare una mantella della seconda metà del 1800 e uno scialle del 1850. Vi è anche la vecchia divisa da postino e la fotocopia del libretto del 1875. ll museo, oltre a conservare oggetti dei quali ormai si è perso l’uso, vuole far conoscere al visitatore l’interazione e il rapporto che esisteva tra luogo, paesaggio rurale e attività nella vita contadina di una volta. Insieme alla memoria, si potrà conservare l’esperienza e la consapevolezza per far conoscere alle generazioni più giovani la vita contadina del passato e gli oggetti che testimoniano le diverse attività del territorio, affinchè tutto questo non venga dimenticato.
Alessandra Gallo