17 febbraio – comunicato del COMITATO PACE E COOPERAZIONE CHIERI per l’evento ROTTA BALCANICA
“Questo è un periodo di sofferenze e di incertezze per tutti noi, data la situazione di emergenza sanitaria e i gravi contraccolpi che essa produce sul nostro già fragile tessuto occupazionale. Per cui comprendiamo il disagio che stanno vivendo molte famiglie e molti giovani. Tuttavia, i nostri pur gravi problemi non devono farci dimenticare situazioni di ancora maggiore sofferenza che stanno vivendo altre popolazioni, seppure per motivi diversi. Anzi, se fosse possibile, il dolore umano che oggi noi proviamo dovrebbe aumentare, per empatia, la sensibilità e la solidarietà verso chi sta soffrendo in modo certamente più atroce. Ci riferiamo in particolare ai migranti che hanno cercato una via di fuga da guerre, persecuzioni, disastri climatici e miseria attraverso la rotta balcanica. Le notizie che da più parti ci giungono sulla loro sorte sono molto sconfortanti. Per dirla in breve, ammassati in luoghi di fortuna o intrappolati nei boschi, nel pieno dell’inverno, sono condannati inevitabilmente a un’esistenza precaria e a una morte precoce. A ciò si aggiunge, nel caso riuscissero ad avvicinarsi al confine, sia la spietatezza della polizia locale, che li fa oggetto di maltrattamenti e di respingimenti inumani, sia l’indifferenza dell’Europa, che nulla fa per accoglierli, anzi, paga profumatamente i loro carcerieri. La stragrande maggioranza di loro si trova in Bosnia, nei campi ormai tristemente famosi di Bihaç, di Lipa e altri. La popolazione bosniaca cerca anche di aiutarli, ma è essa stessa allo stremo. La Croazia li rifiuta, l’Italia altrettanto e l’Unione Europea non ha alcuna intenzione di promuovere una seria politica di accoglienza e di asilo riconosciuto. Soltanto diverse Associazioni di volontariato si stanno muovendo sia per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare le Istituzioni europee e nazionali a una politica attiva di accoglienza, sia per sopperire con atti di solidarietà immediata, come invio di legna, cibo, medicinali e altri beni di prima necessità, ai bisogni più urgenti di pura sopravvivenza. Per questo il Comitato Pace e Cooperazione Internazionale del Comune di Chieri ha pensato di organizzare per il 17 febbraio, mercoledì, un incontro on line con alcune di queste Associazioni, che fattivamente ormai da anni si stanno occupando del problema, cercando di alleviare, per quanto sta in loro, le sofferenze di queste persone allo sbando. L’incontro inizierà alle ore 18.00 e terminerà alle ore 20.00 e vedrà la partecipazione degli operatori delle seguenti Associazioni: Simone Garbero per ACS Chieri; Agostino Zanotti di Ass. ADL a Zavidoviç Onlus Impresa Sociale Duccio Facchini di Altreconomia Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir di Linea d’Ombra Un esponente di Carovane Migranti. Il titolo dell’evento è: ROTTA BALCANICA, COSA SI DEVE FARE. L’evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina FB del Comitato Pace e Cooperazione Chieri Con questo evento ci prefiggiamo i seguenti obiettivi: – informare e informarci sulla reale situazione che stanno vivendo i profughi, ascoltando l’esperienza di chi li incontra o li ha incontrati direttamente; – conoscere eventuali progetti di solidarietà e di sollecitazione delle Istituzioni europee, nazionali e regionali cui si può partecipare direttamente per almeno alleviare tanta sofferenza; – più in generale, concordare insieme proposte e progetti per arrivare alla soluzione radicale del problema e non solo cercare palliativi temporanei, ancorché necessari. Per esempio, sarebbe auspicabile la realizzazione di un corridoio umanitario per un certo numero di persone in condizioni di fragilità estrema, da ospitare nella nostra Regione. Con questo evento noi del Comitato Pace e Cooperazione del Comune di Chieri ci auguriamo vivamente di poter operare concretamente per dare una speranza e un futuro a persone in condizioni, non per loro colpa, di grande sofferenza e precarietà esistenziale. In sintonia con tantissimi cittadini e Associazioni del chierese, con il Comune di Chieri e con l’apporto di altre persone che ci possano sostenere in questo compito difficile ma altamente umanitario e solidale. Restiamo umani!”