COVID, PARTITE IVA IN PROTESTA: “UN ANNO DI MASSACRO, ORA VOGLIONO DARCI IL COLPO DI GRAZIA CON LE CARTELLE ESATTORIALI” Flash mob di protesta di fronte all’Agenzia delle Entrate di Torino, in contemporanea con il resto d’Italia
Una crisi senza precedenti. Un settore al collasso, massacrato da decisioni spesso sbagliate. Aiuti che arrivano col contagocce e con somme irrisorie. Le partite Iva non ce la fanno più, anche perché si preannunciano ancora tempi cupi: “La gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia sembra fatta apposta per farci fallire e adesso l’idea del Governo è quella di darci il colpo di grazia con l’invio di 50 milioni di cartelle esattoriali”, spiegano gli organizzatori. Così oggi i lavoratori autonomi che si riconoscono nelle associazioni FIPI-Futuro Italiano Partite Iva, PIL-Partite Iva Libere Piemonte, Movimento nazionale italiano, Amici d’Italia, hanno tenuto un flash mob pacifico di fronte all’Agenzia delle Entrate, in via Sidoli 35 a Torino; in contemporanea analoghe manifestazioni si sono svolte nel resto d’Italia. Le richieste presentate sono di natura tributaria. “Le piccole e medie imprese hanno perdite dal 30 al 100% di fatturato e hanno ricevuto sostegni economici assolutamente inadeguati”, spiega Beba Pucciatti, presidente di FIPI (Futuro italiano Partite Iva). “È un anno che ci sono misure restrittive e chiusure: non possiamo lavorare, gli incassi precipitano, su 100 euro fatturati, 70 svaniscono sotto la pressione fiscale e l’Erario continua a chiedere soldi come se nulla fosse. Chiediamo – aggiunge Pucciatti – di salvare le nostre attività, perché se falliamo perdiamo il lavoro, noi e i nostri dipendenti”. Precise sono le proposte: “Le cartelle esattoriali in corso di rateazione e rottamazione devono essere rinegoziate con sanzioni e interessi ridotti rispetto a quelli attuali, che determinano la crescita esponenziale del debito”, commenta Enzo Macrì, fondatore di PIL (Partite Iva Libere Piemonte). “Deve esserci almeno lo sconto del debito verso l’Erario proporzionato alle perdite di fatturato negli anni 2020 e 2021 e nell’eventuale protrarsi dell’emergenza pandemica” aggiunge Macrì, sottolineando “l’assoluta necessità di congelare le cartelle esattoriali ancora da notificare”. “Non si può ignorare il periodo che stiamo attraversando – proseguono i rappresentanti delle partite Iva -. Sarà impossibile pagare le rate in corso e le ulteriori in arrivo. Ci porterà al collasso economico con pignoramenti dei conti correnti e delle abitazioni. Saremo costretti a fallire, lasciando senza lavoro anche i nostri dipendenti”. Le associazioni della categoria ritengono “irricevibili le soluzioni del governo” a sostegno delle partite iva e dei loro lavoratori. “Non servono a niente i rinvii e le sospensioni. Non serve a nulla la rottamazione delle cartelle esattoriali inferiori a 5.000 euro e antecedenti il 2015. Occorre bloccare la scadenza delle tasse per tutto il 2021”, sottolinea Pucciatti. Tra le varie dimenticanze del governo, sembra esserci anche quella della filiera. “La chiusura permanente di alcune attività – commenta Macrì – ha inevitabilmente provocato una contrazione del lavoro ad altre attività connesse, che vivono perciò una crisi riflessa senza precedenti”. In una situazione già drammatica, che i rappresentanti delle Partite Iva definiscono come un vero e proprio “massacro”, ora va ad aggiungersi l’annuncio dell’invio di circa 50 milioni di cartelle esattoriali. “È impensabile mantenere in vita le nostre attività”, commenta la presidente di FIPI. “Non siamo evasori: viviamo la crisi economica dal 2014 e siamo piegati da una pressione fiscale insostenibile. Ecco perché non siamo riusciti a pagare tasse e contributi. Amiamo il nostro lavoro e il Paese – aggiunge Pucciatti – ci è stato chiesto sacrificio e lo abbiamo fatto. Non possiamo però essere le vittime sacrificali dell’inefficienza di chi ci governa. Se lo Stato non ha soldi, non chieda a noi di morire di debiti”.