Nizza Monferrato, Asti, Moncalvo. La Polizia di Stato prende parte alla 26ª Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia
Anche quest’anno la Polizia di Stato – Questura di Asti ha aderito all’iniziativa promossa dall’associazione Libera nella 26ª «Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia», una data che ha unito l’Italia tutta nel ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita per combattere e non piegarsi alla criminalità organizzata. Le tre tappe dell’iniziativa sono state le seguenti. La prima, in collaborazione con la Biblioteca e l’Istituto Comprensivo C.A. Dalla Chiesa di Nizza M.to, si è svolta nella mattinata di venerdì 19 marzo, all’interno del piazzale dell’Istituto Comprensivo “C.A.Dalla Chiesa”, dove si è tenuto un momento di lettura dei nomi dei bambini/minorenni vittime di mafia. Un secondo momento, con il contributo della Biblioteca Astense Giorgio Faletti, ha avuto luogo sabato 20 marzo, alle ore 11.00, nel cortile interno della Biblioteca, dove si è svolta la lettura ufficiale dei nomi delle vittime delle mafie. Un terzo, significativo momento ha avuto infine luogo domenica 21 marzo, a Moncalvo: alle 15,30 il cortile della scuola media ha ospitato la lettura dei nomi di amministratori vittime di mafia, con un intervento, da remoto, dello stesso don Luigi Ciotti. La Giornata nel 2017 è entrata a far parte delle ricorrenze riconosciute dallo Stato grazie alla volontà di due madri, due donne eccezionali, che hanno dato vita al progetto, in collaborazione con “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Le due donne sono Saveria, la mamma di Roberto Antiochia, un agente morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e Carmela la mamma di Antonio Montinaro, assistente della Polizia di Stato, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nel 1991. E poi la moglie di Antonio, Tina Montinaro, da sempre impegnata nel mantenere vivo il ricordo del marito e della strage di Capaci, con la sua associazione Quarto Savona 15, trasformando il dolore in azioni concrete, è più volte è intervenuta pubblicamente “Ancora oggi io dico sono la moglie di Antonio Montinaro, non la vedova, perché è riuscito a riempirmi la vita anche in questi 26 anni, anche se lui come presenza fisica non c’è”. È dal 1996 che le celebrazioni si susseguono e neanche la pandemia ne ha fermato la portata, perché la volontà, l’impegno e la forza di tante associazioni, di tanti giovani, continuano a portare avanti gli ideali di uomini e donne che non hanno esitato a dare la loro vita per una società migliore, per il bene comune. Le iniziative astigiane, che hanno seguito i protocolli attuati per contenere il contagio da Covid-19, hanno costituito importanti momenti di riflessione, approfondimento e testimonianza per fare in modo di tenere viva la memoria comune a partire dalle storie di quegli uomini, donne e bambini che non ci sono più.
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