Italia Viva del Chierese e Carmagnolese: “Next Generation EU: troppi progetti polverizzati sul territorio e scollegati tra loro”

I comitati del Chierese e del Carmagnolese di Italia Viva hanno inviato una lettera aperta al Presidente della Regione Piemonte Cirio  e ai Sindaci dell’area metropolitana omogenea 11 in cui esprimono critiche al metodo seguito nell’individuare i progetti da candidare ai finanziamenti del Recovery Plan.

“Next Generation EU: un’occasione mancata? In competizione fra loro campanilismi e una visione coraggiosa del nostro futuro. Come hanno progettato di utilizzare la Regione Piemonte e i Sindaci dei Comuni le ingenti somme? Da fonti stampa apprendiamo che il prossimo 8 aprile il Presidente Cirio presenterà a Draghi un elenco di 1.200 progetti, per un finanziamento complessivo di 27 miliardi di euro. Si tratta di una “progettazione dal basso”, che in gran parte arriva dai Comuni.

Quali sono le linee guida del Next Generation EU?

Basta aprire il sito del MEF, Ministero di Economia e Finanza, per leggere il titolo: “Next Generation Italia, il Piano per disegnare il futuro del Paese”, una frase che racchiude in poche parole chiave gli obiettivi di questa importante iniziativa. E se si prosegue la lettura sono indicate chiaramente le linee guida che definiranno l’approvazione o la bocciatura dei progetti presentati. Il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza) si articola infatti in 6 missioni: -Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura -Rivoluzione verde e transizione ecologica -Infrastrutture per una mobilità sostenibile -Istruzione e ricerca -Inclusione e coesione -Salute E’ evidente, da quanto detto precedentemente, che i progetti che possono avere possibilità di approvazione e realizzazione debbano avere caratteristiche tali da rientrare in queste linee guida e devono integrarsi in una visione Paese più ampia.

Viene da domandarsi: ha senso che la Regione Piemonte basi le sue proposte su un elenco di migliaia di progetti polverizzati sul territorio, scollegati tra di loro, che vanno dalla riqualificazione di strade alla ristrutturazione di scuole, dal restauro di chiese alla realizzazione di musei, senza una visione di insieme e molto spesso lontani dalle linee guida del PNRR? Noi Comitati di Italia Viva pensiamo che si rischi di perdere una grande occasione per alzare lo sguardo e ragionare con una visione più ampia, trasversale e sinergica, puntando su poche opere di grande interesse sovracomunale e alto impatto sul territorio. Su progetti davvero straordinari che normalmente non trovano copertura nei bilanci degli enti locali. Noi Comitati di Italia Viva pensiamo che sarebbe stato più utile e produttivo vedere seduti intorno ad un tavolo i 40 sindaci dell’AslTO5 per richiedere congiuntamente la realizzazione dell’ospedale unico di Moncalieri unito ad un progetto organico di riorganizzazione della medicina del territorio, puntando sui presidi territoriali ma anche sull’uso della tecnologie innovative (prima fra tutte le telemedicina) e sulla formazione continua del nuovo personale sanitario, per ridisegnare realmente la nostra sanità del futuro e quindi delle prossime generazioni con incremento anche di occupazione qualificata. Noi Comitati di Italia Viva, allo stesso modo, avremmo preferito vedere lavorare insieme i 25 sindaci interessati alla costituzione del distretto del cibo del chierese e carmagnolese per chiedere risorse per far partire il progetto, per la riconversione delle produzioni delle aziende agricole, per dare nuovi canali al commercio dei prodotti agro alimentari del territorio e per sviluppare il turismo 4.0 che realmente possa competere nel nuovo scenario post Covid19, con un restyling dell’intero layout del nostro territorio su basi omogenee che determini nuove occasioni di lavoro stabile. Osserviamo invece come spesso prevalgano piccoli interventi locali, che probabilmente soddisfano interessi particolari ed elettorali, ma che non sono in grado di garantire il salto di qualità che il “Next Generation EU” richiede. Ripiegare sulla scorciatoia di “svuotare i cassetti” con tante proposte “ordinarie” ha reso il compito estremamente facile ma molto debole il risultato e con scarse possibilità di ottenere il finanziamento. Serve coraggio ed una assunzione di responsabilità dei nostri amministratori, condivisa a livello sovracomunale, per puntare su opere davvero strategiche per lo sviluppo del territorio che garantiscano ricadute occupazionali forti e tangibili in grado di bilanciare l’onda lunga della crisi in atto. E allora perché buttar via questa occasione storica ed irripetibile?”