La storia del bingo e quante varianti esistono
Il bingo è un gioco basato sull’estrazione dei numeri esattamente come la tombola. Se quest’ultima è perlopiù un gioco che viene tramandato tradizionalmente nelle feste, il bingo può essere considerato più come un gioco d’azzardo. Nel bingo si vince solo quando si marcano i numeri presenti sulla stessa linea orizzontale, eseguendo la cinquina, oppure quando vengono chiamati tutti i numeri presenti sulla cartella, effettuando appunto il bingo, che equivale praticamente alla tombola. I numeri del bingo hanno addirittura delle denominazioni, affibbiate già secoli fa. Il tutto si deve all’invenzione di un’alternativa illegale a un prototipo del gioco del lotto, intorno alla metà del XVIII secolo. Solo più di recente è sorto il bingo come lo conosciamo oggi, grazie ad alcune modifiche apportate dai giocatori francesi e tedeschi. Già, perché il bingo è nato molto tempo dopo rispetto alla tombola e le sale italiane hanno visto per la prima volta la luce alla fine degli anni ‘90.
Il significato dei nomi relativi ai numeri può cambiare da regione a regione. In alcuni casi, comunque, nelle sale di bingo l’addetto alla chiamata dei numeri legge direttamente solo i nomi ad essi relativi, motivo per il quale i partecipanti al gioco devono ricordare i 90 significati per avere la possibilità di vincere e cogliere tutte le sfumature del gioco. Di fatto non si tratta di un’operazione che modifica il gioco in sé per sé, ma è prettamente funzionale all’atmosfera generale che si viene a creare. L’”Italia”, la “paura” e “il morto che parla” sono alcuni dei nomi più noti. Negli ultimi tempi le sale fisiche stanno incontrando parecchi problemi e le concessioni statali per aprire sono state ridotte. Dopo appena 20 anni.
Insomma, in Italia e in giro per l’Europa il bingo sembra aver già esaurito l’effetto del fascino che aveva incuriosito i giocatori a cavallo tra il secondo e il terzo millennio. Considerando che oggi esiste anche il gioco del bingo online l’attesa in piedi viene evitata volentieri da chi non vuole aspettare che si liberi un posto a sedere per giocare. Oggi le sale in Italia sono un paio di centinaia.
Il bingo si caratterizza anche per la presenza di premi supplementari che dipendono dalla quantità di numeri estratti prima che un giocatore effettui il bingo coprendo tutti i numeri su una cartella. Se non si vince, alla lunga il montepremi aumenta, ma va da sé che per avere successo si deve tutto alla fortuna. Il bingo non richiede capacità particolari ai giocatori, che durante una partita si devono infatti limitare semplicemente a segnare i numeri usciti.
Una variante del bingo è stata sviluppata in America partendo per la precisione dalla Georgia, per poi diffondersi anche negli altri stati a stelle e strisce. Si gioca con cartelle da 25 numeri, che in totale sono 75 e non 90. All’inizio il gioco prendeva il nome di “beano”, dal termine inglese “bean”, cioè “fagiolo”, in riferimento ai legumi che venivano impiegati per coprire i numeri sulle cartelle a partita in corso. Per errore, una volta un giocatore gridò “bingo” invece di “beano” e così il gioco ha acquisito in tutto il mondo questa denominazione.