PIEMONTE ARTE: CARMAGNOLA, STUPINIGI, BORGOMANERO, SALUZZO, PIANEZZA, ANTONICELLI, PEJRONE, ACQUI, INVERSI, DE PARIS…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
CARMAGNOLA: ATTRAVERSO I SECOLI, UNO SGUARDO ATTORNO A QUANTO CI CIRCONDA
Venerdì 28 maggio, alle ore 18, verrà inaugurata a Palazzo Lomellini, in Carmagnola, con ingressi contingentati secondo le attuali norme ministeriali, la mostra “…di là dal fiume e tra gli alberi…”. Intorno al paesaggio nell’arte dal secolo XVII a oggi, a cura di Elio Rabbione, in programma sino al 25 luglio. Questo appuntamento – organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola, per la riapertura della sede espositiva, con la collaborazione dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, è stato pensato considerando quanto ci circonda, all’ambiente, al paesaggio declinato pittoricamente nelle varie epoche e nelle varie tecniche, nelle intenzioni degli artisti più differenti, ritrovati ieri e oggi in Italia e altrove. Volendo sin dal titolo assorbire l’angolo di un giardino, i cieli e le nubi rigonfie, i corsi d’acqua e un mulino sulla riva, il verde degli alberi che vanno a formare imponenti macchie e le distese dei prati che si perdono contro l’azzurro, gli sguardi a perdita d’occhio che possono interessare non soltanto le cime di una montagna ma pure il traffico congestionato di una città, abbiamo preso a prestito il titolo green dalla narrativa hemingwayana, riponendo oggi, attraverso una visione di oltre cento opere, in quei punti di sospensione che precedono e che seguono quel tanto di sogno che sempre accompagna le belle immagini. Un viaggio che certamente non ha le pretese di colmare ogni vuoto, di poter gettare lo sguardo completo su quanto in quattro secoli di storia la pittura abbia detto sull’argomento, come si sia mossa, tra i nomi importanti e non, nel riportare allo spettatore dei nostri giorni quel gran teatro che è la natura che ci circonda. Un viaggio che ha potuto espandersi grazie all’apporto dei collezionisti e delle Gallerie torinesi che hanno generosamente fornito le tele. Un rapporto di fiducia che ha coinvolto, in ultimo, per la prima volta, anche un piccolo quanto suggestivo museo della Valsusa. Ad aprire il corpus delle sedici opere che offrono una visione sui secoli XVII e XVIII può essere il barcone di gentiluomini (di Jacques d’Artois) che attraversa un corso d’acqua per lasciarsi alle spalle massicci e chiomati tronchi d’alberi e per entrare in un bosco altrettanto ricco, mentre una luce o un raggio di sole (nascosto) colpisce quei tronchi e quell’acqua totalmente tranquilla. E poi i pastori di Nicholas Berchem, ambientati in una campagna romana abitata da rupi e rovine; o l’attenzione (affettuosa) dedicata agli animali da Paul Potter e da Michiel Carree, da Philipp Ross divenuto cittadino romano e dal nostro Michelangelo Cerquozzi che, pur occupando il primo piano con l’arrivo di Erminia tra i pastori, ha modo di “perdere” la sua tela in un suggestivo scorcio lontano di paesaggio. Con uno sguardo all’Ottocento, cogliamo il tempietto classico di Pietro Bagetti e le vedute di campagna di Lorenzo Delleani, la tristezza sperduta nel mare di Enrico Reycend e le ampie distese, trionfanti, celebrate da Enrico Ghisolfi, da Giuseppe Camino, da Carlo Follini in un geniale gioco di luci crepuscolari. Del Novecento (con trentasette opere in mostra) apprezziamo la pacatezza e l’intimità del villaggio bretone di Henry Cahours, quello più gioioso e assolato di Pierre Lesage come il piccolo porto inondato di luce e di riflessi dovuto alla poesia di Emmanuel Laurent; se buttiamo un occhio tra gli immensi spazi russi incontriamo le piccole barche di Dmitrij Kosmin sovrastate da un cielo innaturale, le case di San Pietroburgo di Boris Lavrenko, che allineano movimento e ricercato cromatismo, i tratti irruenti e corposi per il bosco di Maya Kopitzeva. Tra i paesaggi italiani parlano tra gli altri la bellezza dei colori trasmessi dalle opere di Giuseppe Augusto Levis, il lago di Avigliana di Cesare Maggi quasi al riparo degli alberi, l’Inverno di Francesco Menzio dai vasti biancori, il personaggio solitario di Gianni Sesia della Merla immerso nei terreni grumosi del deserto, Luigi Spazzapan che ci dà la sua idea di paesaggio, i favolistici gruppi di case di Nella Marchesini, tra il classicheggiante e l’impressionista, sino ad arrivare al “soffocamento” del paesaggio nel Tappeto-natura di Piero Gilardi. Gli artisti dei nostri giorni, per concludere. Classicheggianti i paesaggi di Giancarlo Gasparin, di un affascinante nervosismo quelli di Luisella Rolle, pazienti, emozionalmente d’antan le distese di alberi e di poggi di Xavier de Maistre, gli antichi spazi siciliani di Pippo Leocata, le irruzioni del quotidiano tra le montagne di Luciano Spessot, i realistici scorci cittadini di Sandro Lobalzo, di recente scomparso, come Giacomo Gullo; e ancora, tra gli altri, la morbidezza impressionista di Bruno Molinaro, le stilizzazioni di Antonio Presti, le infinite colline dovute al lavoro di Franco Negro e di Adelma Mapelli. Infine in ultimo, tra i paesaggi di oggi, quelli della distruzione prodotta dall’uomo, quelli di Mario Giammarinaro dolorosamente coinvolgenti, amaramente affascinanti nella loro tristezza e nella loro rovina: un mesto risultato, mentre ci si volta indietro a guardare i boschi lussureggianti da cui ha mosso i passi la mostra.
Elio Rabbione
A STUPINIGI RIVIVONO I CICLI PITTORICI CON I CORNI DA CACCIA DELL’UNESCO
Sabato 29 maggio le visite guidate di “Musica da vedere”: i quadri tornano a prendere vita
I cicli pittorici della Palazzina di Caccia di Stupinigi rivivono al suono dei corni d’Orléans dell’Equipaggio della Regia Venaria. E’ un modo inedito di visitare la residenza reale alle porte di Torino quello pensato dall’Accademia di Sant’Uberto e Ordine Mauriziano. Sabato 29 maggio alle 15,45 (e poi in replica sabato 19 giugno alla stessa ora) con “Musica da vedere” si ha l’opportunità di «ascoltare» i quadri che raccontano la caccia: la loro visione è accompagnata dal suono dei corni, arte musicale riconosciuta dall’Unesco nel dicembre scorso. Un modo per conoscere il “paesaggio sonoro” di Stupinigi fino al fine del XVIII. L’idea alla base del progetto è che le residenze vengono, in genere, considerate «libri di pietra» che narrano la propria storia attraverso architetture e arti visive. Sono, tuttavia, anche testimonianza di una vita quotidiana fatta di persone e suoni che animavano anche gli spazi naturali intorno alla Palazzina, il bosco, ma anche le rotte di caccia settecentesche costruite dall’uomo che hanno nella residenza il loro fulcro. L’obiettivo è dunque quello di restituire, attraverso la musica del corno, uno spaccato di vita reale, che oggi esiste soltanto nei quadri. In particolare tornano vivide, quasi reali, agli occhi dei visitatori le immagini del ciclo delle cacce di Vittorio Amedeo Cignaroli della sala degli Scudieri di Stupinigi (1770-1777) a sottolineare la precisa corrispondenza tra la musica e la relativa rappresentazione del dipinto. Il percorso riguarderà tutta la Palazzina ed eccezionalmente anche le antiche scuderie di levante, sinora chiuse al pubblico, dove sono presenti interessanti sinopie che rappresentano i piqueurs dell’Equipaggio con i loro nomi e una scena di grande rilievo musicale a livello internazionale in relazione all’arte dei suonatori di corno da caccia. Le residenze reali nascevano, occorre ricordarlo, per la pratica del principale tra i loisir di corte: la caccia reale al cervo, nella sua duplice funzione di manifesto politico del potere e di preparazione del principe alla più impegnativa arte della guerra. Ed è proprio a partire da questa dovuta contestualizzazione storica, che si comprende la centralità del suono del corno da caccia, lo strumento che serviva a comunicare a tutti gli attori coinvolti nella chasse royale (cani compresi) cosa succedesse nel folto della foresta. Per anni, le musiche dei suonatori di corno hanno scandito giornate e attività andando a tratteggiare un’identità “sonora” forte e definita, sia per la Venaria Reale sia per la Palazzina di Caccia Stupinigi. Un’identità riproposta dall’Equipaggio della Regia Venaria, formazione musicale dell’Accademia di Sant’Uberto, costituita nel 1996. Lo strumento impiegato è la trompe d’Orléans, corno circolare naturale, senza fori, tasti o pistoni, di agevole impiego anche a cavallo, per trasmettere le sequenze dell’azione venatoria nel folto della foresta. Ogni fanfara corrispondeva, infatti, a un preciso segnale (o alle caratteristiche dell’animale cacciato), informazioni che venivano comunicate a tutti i cacciatori a cavallo nel folto della foresta grazie ai corni. Occorre infine ricordare che per realizzare il complesso apparato della vènerie – caccia a cavallo al cervo con cani da seguita – lavoravano quotidianamente un gran numero di persone. Tra i principali ricordiamo i piqueurs, custodi ed esperti nel comunicare con la muta di segugi e con l’equipaggio dei veneurs, i valletti a piedi e a cavallo, il capitano conservatore delle cacce, e sopra tutti, il Grande Cacciatore e Falconiere, “il piccolo grande di corte” che rispondeva direttamente al sovrano.
La prenotazione è obbligatoria allo 011 6200634 entro le ore 17 del giorno precedente. La visita costa 5 euro (più 8 euro di ingresso al Museo). Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei 5 euro (biglietto d’ingresso al museo gratuito), dai 6 ai 18 over 65 anni 5 euro (più 5 euro l’ingresso ridotto).
BORGOMANERO: MOSTRA DI MOLINARI ALLA “MEB”
Sabato 29 maggio ’21 sarà inaugurata, alle ore 17,00, presso la Galleria “MEB Arte Studio” di Borgomanero (via San Giovanni n. 26), con il patrocinio della Città di Borgomanero, la mostra personale di Angelo Molinari, dal titolo “Nel nero, il gesto”, a cura di Marco Emilio Bertona, con un testo di Anselmo Villata. La rassegna caratterizza la riapertura dello spazio espositivo e presenterà una serie di opere selezionate e realizzate dall’artista negli ultimi anni, dove il nero ed il gesto che le caratterizza al suo interno, saranno il filo conduttore che porterà il visitatore alla loro scoperta. Angelo Molinari è nato nel 1956 ad Ameno (provincia di Novara), sulle alture del Cusio, con vista sui lago d’Orta, dove tuttora vive e lavora. Ha però compiuto gli studi artistici presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia e L’Accademia di Belle Arti di Urbino. Fin da studente espone in diverse mostre collettive e personali; tra le più importanti di questo primo periodo espositivo ricordiamo “Patmos” (Sala del Maniscalco, Urbino 1983) e “Il golpe del pianerottolo” (Galleria Moderna, Bologna 1982). All’Accademia incontra il maestro cinese Hsiao Chin che lo avvicina alla pittura orientale. Nel 1986 si reca in Cina e successivamente in Giappone. Ad Urbino segue anche il maestro Elio Marchigiani e Omar Galliani. La sua pittura di grande intensità cromatica e di una vitalità vibrante, che accosta mirabilmente colore e segno, non può non ricordare alcuni grandi maestri informali come Afro, Ruggeri e soprattutto Vedova (come ha rilevato recentemente anche Elisabetta Longari). Egli ha preso in esame vari linguaggi visuali, dalla fotografia alla foto-riproduzione con interventi pittorici, fino alle ultime ricerche astratto-gestuali. Molinari ha esposto le sue opere in numerose mostre, sia personali che collettive, in Italia ed all’estero. Nel 1990 espone alla Galleria “Spriano” di Omegna, storico spazio espositivo del Cusio specializzato nell’arte astratto-concreta, ed è l’inizio di una lunga e proficua collaborazione ed amicizia con il gallerista Silvio Spriano che continua tuttora. La sua versatilità lo porta anche ad una lunga collaborazione con la casa editrice Oca Blu di Omegna e con il fotografo Walter Zerla; con loro cura l’edizione di alcuni volumi d’arte. Molinari inoltre realizza pezzi unici in vetrofusione nello studio Casarini di Savona e nel laboratorio di Paolo Piscia a Feriolo. Dal 2000 decora ceramiche nel laboratorio San Giorgio di Albisola Mare. Ha collaborato con lo Studio Proserco dell’Ingegnere Stefano Pagani per la realizzazione di sculture per esterno. Nel 2004 fonda insieme ad Enrica Borghi e Davide Vanotti l’associazione Asilo Bianco con la quale collabora ancora attivamente per promuovere sul territorio una serie di iniziative culturali ed artistiche; tra le più rilevanti ricordiamo: Studi Aperti e Corto&Fieno. Le ultime ricerche materiche vedono il suo gesto astratto stendersi su strati di fogli di plastica trasparenti, scomponendo le profondità per piani fisicamente distanziati. Tra le sue mostre personali più recenti “In principio era il gesto” (Spazio Hus, Milano 2019) e “Codice cromatico” (Galleria Cristina Moregola, Busto Arsizio 2016). La mostra, che continuerà fino al 17 luglio, avrà i seguenti orari di apertura: sabato 10,00-12,30 / 15,00-19,30, altri giorni ed altri orari su appuntamento (cell. di Marco Emilio Bertona 342/8854339, mebartestudio@gmail.com, www.mebartestudio.it).
Enzo De Paoli
DAL 28 MAGGIO A SALUZZO START ARTE CONTEMPORANEA
Start. storia e arte a Saluzzo
28 maggio – 27 giugno 2021
arte contemporanea, antiquariato e artigianato per ri-partire
inaugurazione venerdì 28 maggio ore 18
Antico Palazzo Comunale – Salita al Castello – Saluzzo
È stata presentata in conferenza stampa al Teatro Magda Olivero di Saluzzo la quinta edizione di START, dopo un anno, inevitabilmente difficile, nel quale la manifestazione ha dovuto spostarsi in autunno e adattarsi alle restrizioni dell’emergenza sanitaria, la Città con l’organizzazione della Fondazione Amleto Bertoni e la direzione artistica di STI – Soluzioni Turistiche Integrate e la consulenza di Stefano Raimondi direttore artistico di ArtVerona, nel rispetto delle normative di contenimento del COVID19 e nella speranza di poter ospitare in presenza il proprio pubblico, ha deciso si ripartire facendo delle difficoltà il punto di forza per una nuova edizione che cresce e si consolida. Arte, artigianato, antiquariato sono le parole chiave con le quali ogni anno la Città di Saluzzo apre all’Italia e al mondo uno scrigno di bellezza e cultura. In soli quattro anni si sono moltiplicate le collaborazioni e si è allargato lo sguardo: dal 28 maggio al 27 giugno 2021 a Saluzzo cultura e creatività di ogni luogo incontrano la tradizione del territorio. Start si propone di confermare il format e presenta una manifestazione poliedrica che conquista gli spazi antichi, invade il Borgo Medievale con le idee innovative degli artigiani che riaprono laboratori chiusi da tempo. Start apre inoltre al più interessante antiquariato italiano e internazionale grazie ad un luogo unico come il Castello della Castiglia, contamina la città con il lavoro del vincitore del Premio Matteo Olivero e trasforma Via Volta, con i suoi Porti Scur, in un’opera d’arte contemporanea site specific. Il tema scelto per quest’anno nasce proprio dalla voglia di ripartire, di premere di nuovo il tasto START e mettere in moto la macchina. “Re-Start” è il claim della quinta edizione perché saranno proprio gli avvenimenti dell’ultimo anno a fare da base per la ripartenza in un programma senza soluzione di continuità, nel quale gli appuntamenti si susseguono proponendo molteplici occasioni di visita nella città che Usa Today considera “un piccolo mondo antico, un luogo da non perdere” e che è stato inserito tra i dieci borghi più belli d’Italia. La 26° Mostra di Arte Contemporanea di Saluzzo, con la curatela di Giuseppe Biasutti, nella bellissima Casa Cavassa (28 maggio – 13 giugno), propone una personale di Andrea Nisbet, artista originario di Torre Pellice che ama focalizzare la sua ricerca artistica per temi, dove ognuno di questi, presenta sempre l’uomo come principale attore. Arte contemporanea è anche 43° edizione del Premio Matteo Olivero, organizzato da The Blank – direzione artistica di Stefano Raimondi. Quest’anno, vista la complessità della sfida e la scelta di cimentarsi con un’opera di arte urbana, il PMO sarà svelato solamente in luglio. A causa della situazione sanitaria mondiale e dei possibili limiti agli spostamenti tra nazioni, il premio si è rivolto ad artisti residenti in Italia, 27 candidati selezionati da importanti advisor. La prestigiosa giuria composta da Ilaria Bonacossa, Alessandro Rabottini, Arturo Demaria e Roberto Giordana ha assegnato all’unanimità il Premio Matteo Olivero 2021 a Roberto Pugliese con il progetto Sinestesia Eco. L’opera, per la cui realizzazione sono stati necessarie le opportune verifiche e autorizzazioni, sarà inaugurata il prossimo 28 luglio. Cuore pulsante di Start l’83° Mostra Nazionale dell’Artigianato (28 maggio – 6 giugno) che traccia un percorso fra tradizione e innovazione proprio in un tempo nel quale il vivere gli spazi, soprattutto quelli privati, è al centro di nuovo sguardi e di rinnovata attenzione. I quarantacinque artigiani in arrivo da tutto il paese sono per eccellenza i custodi del saper fare, utilizzano legno, ferro, tessuti e metalli: a Start una mostra negli splendidi spazi di Casa Cavassa, mentre il Porticato dell’Antico Palazzo Comunale e la salita al Castello saranno luogo di arte e artigianato dove ammirare e fare shopping a km 0 e il pubblico troverà la sede di un palinsesto di eventi da vivere con veri e propri workshop che daranno la possibilità al pubblico di toccare con mano il lavoro in bottega. Come nelle precedenti edizioni la manifestazione si arricchisce con una grandissima sfida: nel contesto della Mostra Collaterale dell’Artigianato si svolgerà un hackathon che vedrà protagonisti studenti universitari provenienti da tutta Italia per quattro giorni di lavoro e confronto. La 44° Mostra Nazionale Antiquariato di Saluzzo si propone – dopo lo stop forzato del 2020 – come una delle più importanti manifestazioni italiane del settore, in particolar modo grazie al trasferimento nella nuova sede al Castello della Castiglia e alla curatela di Franco Brancaccio. Da venerdì 4 a domenica 13 giugno storie di antiquari e oggetti pregiati e antichi, un vero e proprio viaggio tra le scuole della tradizione italiana tra ‘400 e ‘700 grazie alla partecipazione di 22 straordinari espositori. Sarà inoltre presentata al piano terreno del Museo della Castiglia una mostra collaterale che vuole portare il pubblico in un ideale tour attraverso l’Italia e le sue scuole pittoriche regionali. “Le 100 Maddalene dalla collezione Rubiola” è un percorso fra raffigurazioni di Maria di artisti veneziani, lombardi, piemontesi, liguri, emiliani, toscani, romani e napoletani, oltre che da fiamminghi, olandesi, francesi, spagnoli e tedeschi. Re Start stupirà anche nelle “battute finali” grazie a IGAV – ISTITUTO GARUZZO ARTI VISIVE che restituirà a La Castiglia di Saluzzo, già tra “I Luoghi del contemporaneo”, la sua nuova Esposizione e Collezione permanente. Uno sguardo sull’arte contemporanea italiana, dai giovani ai maestri per raccontare con un nuovo allestimento l’impegno profuso negli anni in Italia all’estero dell’Istituto Garuzzo. Tanti anche gli appuntamenti off per rendere ancora più coinvolgente il programma con un calendario eventi che valorizzerà artigiani, commercianti, associazioni, enti e realtà locali. Saluzzo si vestirà a museo diffuso, ricco di arte, artigianato, musica, eventi, in una continua evoluzione e fermento culturale.
Tutte le informazioni, i dettagli sulle modalità di ingresso e il programma si trovano sul sito http://startsaluzzo.it/ e sui profili social con l’hashtag #Start21 su Facebook e Instagram @StartSaluzzo
PIANEZZA. CINQUANT’ANNI D’ARTE DI GUGLIELMO MELTZEID
La pittura dell’artista pianezzese, maestro della luce, in mostra dal 22 maggio al 16 giugno 2021 nella bellissima cornice di Villa Casalegno.
Ha inaugurato sabato 22 maggio alle ore 16 “Cinquant’anni d’arte”, mostra di pittura dedicata all’affascinante carriera artistica di Guglielmo Meltzeid, pittore pianezzese di fama internazionale, colui che “non ha mai iniziato ma sempre solo proseguito nel fare arte”. L’esposizione potrà essere visitata fino a mercoledì 16 giugno 2021 presso Villa Casalegno, sita a Pianezza in Via al Borgo n. 2. L’ingresso è libero nei seguenti orari di visita: sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, gli altri giorni su appuntamento solo per i gruppi scrivendo a cultura@comune.pianezza.to.it. Il Primo Cittadino Antonio Castello e la Giunta hanno scelto di celebrare il cinquantennio artistico allestendo la mostra nel polo culturale e punto informativo turistico della città. Villa Casalegno è un gioiellino del XIX secolo incastonato nel cuore della cittadina torinese. Il percorso espositivo raccoglie 60 opere realizzate in periodi diversi. I soggetti rappresentati sono vari, la mano dell’artista però si coglie facilmente anche da molto lontano. La luce mediterranea che immobilizza gli scenari e la figurazione pop molto singolare trasmettono il suo senso di lettura della realtà che va oltre la quotidianità e si affida a personalissime intuizioni. Nell’introduzione al catalogo della mostra, curata dal giornalista e critico d’arte Angelo Mistrangelo, l’arte di Meltzeid viene definita “documento di una scrittura che s’inserisce nel più ampio panorama dell’arte di scuola americana, nel dialogo tra l’uomo, l’artista e il colore. E nell’estrema semplificazione di un corpo, di un viso, di un ritratto si identifica un linguaggio fiabesco immediato. (…) È la magia dell’immagine che si fa interprete dei sogni, delle illusioni, del ritorno all’infanzia”. Guglielmo Meltzeid nasce a Pianezza, cittadina della cintura torinese, da madre italiana e padre ungherese. Si trasferisce nel quartiere latino di Parigi nel 1969, l’anno seguente vola negli Stati Uniti ed espone a New York, Philadelphia, Washington e Baltimora. Nel 1983 a Roma i delegati UNICEF scelgono una sua tela come simbolo del Congresso. Negli anni successivi si susseguono moltissimi suoi exploit in Italia e all’estero. Nel 2006 un suo dipinto diventa logo dei trofei alle Olimpiadi di Torino. Nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia, dove ritorna nel 2019. Nel 2021 – in contemporanea all’esposizione “Cinquant’anni d’arte” a Villa Casalegno – espone nella Casa della Cultura di San Pietroburgo, città in cui i suoi lavori sono in permanenza dal 2009. Le porte del suo studio – collocato in Via Caduti per la Libertà 26 – sono sempre aperte per invitare cittadini, visitatori, giovani artisti ad entrarvi e condividere insieme il grande valore dell’arte. Un luogo ricco di colori, libri, bozzetti e fotografie che vale la pena visitare.
Cinquant’anni d’arte di Guglielmo Meltzeid16 maggio – 16 giugno 2021Opening: 16 maggio ore 16.00Villa Casalegno, Via al Borgo n. 2 – PianezzaOrari di visita: sabato e domenica (10-12 e 16-19), gli altri giorni su appuntamento solo per i gruppi scrivendo a cultura@comune.pianezza.to.it
UNIONE CULTURALE: LEZIONE ANTONICELLI
Mercoledì 26 maggio riapertura simbolica della sala storica di via Cesare Battisti 4b (Torino) con la lezione recitata per scuole e cittadinanza FRANCO ANTONICELLI – L’inesorabile determinazione a vivere e migliorare il presente di Leonardo Casalino con Diego Coscia e Marco Gobetti (due repliche a testa, in alternanza). Restano ancora posti per le repliche delle 19,45 e delle 21,15, ingresso a offerta libera. Richiesta la prenotazione via mail (specificando l’ora scelta e indicando un recapito telefonico): unioneculturale@gmail.com
LA LEZIONE RECITATA | La vita di Franco Antonicelli: la giovinezza sotto il regime, la scelta antifascista, la militanza nei movimenti liberali, la presidenza del CLN piemontese, l’attività di intellettuale a tutto tondo (insegnante, giornalista, letterato, organizzatore culturale, fondatore nel Dopoguerra, tra le altre istituzioni, dell’Unione culturale, dell’Istituto storico della Resistenza in Piemonte, dell’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, del Centro studi Piero Gobetti), sino all’impegno politico e parlamentare nel gruppo della Sinistra indipendente. Una biografia esemplare, ispirata ai valori della Resistenza, della democrazia e del rispetto dei principi costituzionali, ripercorrendo la quale è possibile affrontare le principali tappe della storia del Novecento italiano.
Info e dettagli: 339/7347993
www.lezionirecitate.wordpress.com
www.compagniamarcogobetti.com
CASTELLO DI MIRADOLO: OLTRE IL GIARDINO. L’ABBECEDARIO DI PAOLO PEJRONE
Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo (To)
15 maggio 2021 – 15 maggio 2022
La Fondazione Cosso propone una grande mostra dedicata ai progetti e al pensiero dell’architetto Paolo Pejrone, laureato in Architettura con Carlo Mollino, collaboratore di Russel Page e Roberto Burle Marx e autore di alcuni dei più importanti e significativi giardini del mondo. L’idea nasce da un anno di incontri, interviste e riflessioni con l’architetto Paolo Pejrone che il 7 giugno 2021 compirà 80 anni e che, in oltre 50 anni di carriera, ha progettato più di 800 giardini. La mostra, a cura di Paola Eynard e Roberto Galimberti, si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un cammino ideale, in rigoroso dis – ordine alfabetico, di pensieri, riferimenti, dubbi e speranze, per imparare a leggere non soltanto il giardino ma i grandi temi che, nella contemporaneità, rappresentano la sfida che stiamo vivendo nel rapporto tra uomo e ambiente. La A di anarchia e di alberi, la T di tempo, la P di pazienza, la S di sogno, la C di calma – in giardino serve averla, la O di orto – la passione di una vita, sono soltanto alcuni esempi. Elementi cruciali del progetto sono la stagionalità dell’esposizione e il percorso della mostra, che non soltanto si sviluppa nelle quindici sale storiche del Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo (luogo che ha ospitato, in oltre dieci anni di attività, importanti mostre su Beato Angelico, Tiepolo, Caravaggio, Tiziano, Lorenzo Lotto, Fausto Melotti, l’Informale), ma si diffonde anche nei sei ettari del parco all’inglese che circonda l’antica dimora, in cui è possibile incontrare alcune specie botaniche provenienti da tutto il mondo e cinque alberi monumentali. La mostra dura un anno e conduce il visitatore in un viaggio “oltre il giardino”, attraverso il pensiero, la filosofia, il “mondo” personale e segreto, di Paolo Pejrone: le parole costruiscono un dialogo immaginario con importanti opere d’arte, da Richard Long a Andy Warhol e Joseph Beuys, da Fortunato Depero a Filippo De Pisis, da Jessie Boswell a Giulio Paolini, da Piero Gilardi a Paolo Paschetto, autore dell’emblema della Repubblica italiana, e con oggetti, fotografie, acquerelli, progetti, memorabilia, video installazioni che cambieranno nel tempo. Appositamente per una delle sale del Castello, l’artista internazionale Giorgio Griffa ha ideato e realizzato un’opera sul tema della frammentarietà del mondo che ci circonda. La mostra, come il giardino, crescerà, muterà, si evolverà attraversando le quattro stagioni, in un ideale contrappunto di pensieri e riferimenti. L’esposizione è completata da un’installazione sonora appositamente dedicata, a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée.
L’ORTO DEL CASTELLO
Questo progetto, inoltre, permette al pubblico di scoprire l’Orto del Castello: l’idea di far rinascere l’orto al Castello di Miradolo è un desiderio da anni che ha preso vita grazie alla capacità visionaria dell’Architetto e delle numerose persone che ne hanno permesso il ripristino, in occasione della mostra. Si avvia così a rinascere anche l’anima rustica del Castello, contrappunto di quella nobile, che diventa visitabile per la prima volta con la stalla, il fienile, il forno, il pollaio e il lavatoio.
DA UN METRO IN GIÙ
Nelle sale e, per la prima volta, anche nel Parco, parallelamente alla mostra, si sviluppa come di consueto il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico, per i visitatori di tutte le età, in oltre 40 giochi, per esplorare i processi nascosti dietro un giardino e per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare la realtà che ci circonda.
OLTRE LA MOSTRA
Oltre la mostra, la Fondazione Cosso ha creato una visita guidata in cuffia nel Parco storico del Castello di Miradolo: quattro itinerari di passeggiata, uno per ogni stagione, quattro racconti diversi, alla scoperta non solo delle bellezze del parco ma del mutare della natura.
Per 12 mesi, attività didattiche per scuole e famiglie e incontri letterari e divulgativi approfondiranno i temi del paesaggio, dell’ambiente, della biodiversità, in continuità con il lavoro svolto dalla Fondazione Cosso in questi anni per sensibilizzare e costruire un nuovo e profondo rapporto con il paesaggio che ci circonda.
Le ricerche iconografiche sono a cura di Enrica Melossi.
Giorni e orari di apertura: venerdì, sabato, domenica e lunedì, ore 10/19.30 (ultimo ingresso 17.30)
Ingresso solo su prenotazione: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
Aperto ogni giorno, su prenotazione, per gruppi e scuole.
Tariffe ingresso mostra + parco + audio guida doppia (mostra e parco)
Intero 15 €
Ridotto gruppi, over 65, studenti fino a 26 anni, convenzioni: 12 €
Ridotto 6-14 anni: 7 € comprensivo di kit didattico
Ridotto 3-6 anni: 2 € comprensivo di kit didattico
Gratuiti 0-3 anni, Abbonati Musei, Torino + Piemonte card, Passaparto culturale
Tariffa family, 2 adulti + 2 bambini sopra i 6 anni: 35€
Ingresso solo parco: 5 €
Gratuito fino a 6 anni, Abbonati Musei.
RIVAROLO CANAVESE. RIPHOTO#2. FESTIVAL DI FOTOGRAFIA
2 giugno – 20 giugno 2021
Rivarolo Canavese (TO)
Da mercoledì 2 giugno a domenica 20 giugno nella città di Rivarolo Canavese (Torino) tornerà con la sua seconda edizione l’evento RIPHOTO, frutto della ormai consolidata collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune e l’associazione culturale Areacreativa42 presieduta da Karin Reisovà. RIPHOTO, iniziativa concepita inizialmente come rassegna di fotografia articolata su più sedi nel territorio cittadino, di cui la principale era la storica Villa Vallero, indosserà quest’anno, anche in ragione delle disposizioni anti-Covid, i panni del festival all’aperto, comprendente mostre e attività e finalizzato, nelle intenzioni degli organizzatori, a realizzare un “momento di incontro tra territorio e cultura artistica” contribuendo a promuovere, attraverso una proposta di contenuti di alto livello, la vitalità culturale del Canavese. Il festival, particolarmente aperto nei confronti dei giovani artisti, presenterà in dieci aree significative della città di Rivarolo una selezione di lavori a tema libero, capaci di rappresentare sia l’individualità dei singoli autori partecipanti, sia una panoramica del linguaggio fotografico nelle sue declinazioni contemporanee, in continuità con la prima edizione e con la volontà di dare spazio anche ad artisti che interpretano il mezzo fotografico in modo atipico e sperimentale. Curato da una squadra di giovani collaboratori, soci attivi di Areacreativa42, RIPHOTO#2 si prefigge l’obiettivo di valorizzare la fotografia come linguaggio espressivo che, più di altri, sta contribuendo a plasmare la società del nuovo millennio. L’edizione 2021 di RIPHOTO, in ottemperanza alle disposizioni anti-Covid, si svolgerà all’aperto, con tour guidati della città, nei weekend di apertura, a gruppi di dodici persone (modificabili in base a eventuali nuove normative in materia Covid-19), in partenza dalla sede dell’ufficio turistico (piazza Litisetto), individuato come punto di riferimento per le prenotazioni e informazioni sullo svolgimento del festival (aperto sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18). I fotografi partecipanti a RIPHOTO#2, che verrà inaugurato mercoledì 2 giugno alle ore 17 con i saluti dell’Amministrazione Comunale, saranno: Luca Abbadati, Francesco Andreoli, Luce Berta, Giacomo Carmagnola, Tomaso Clavarino, Klim Kutsevskyy, il duo LaterArte (composto da Mauro Serra e Lucia del Pasqua), Sandra Lazzarini, Francesco Saverio Tani e Alma Vassallo. Accanto all’attività espositiva e in linea con l’edizione 2020, il festival sarà completato e arricchito da eventi collaterali come workshop, RIPHOTO KIDS ( laboratori per bambini e ragazzi organizzati in collaborazione con Pro Loco), e RIPHOTO OFF, la sezione dell’evento pensata per accogliere le proposte indipendenti degli esercizi commerciali della città, impegnati a mettere a disposizione le loro vetrine per piccole esposizioni fotografiche dedicate ad amatori e professionisti.
RIPHOTO#2 è organizzato dall’associazione culturale Areacreativa42 con il contributo del Comune di Rivarolo Canavese e di Ascom, la collaborazione degli Assessorati alla cultura e al commercio della Città di Rivarolo Canavese, dell’Ufficio Turistico, e con il patrocinio di Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino.
CONCERT ART ON-LINE. IL SOGNO PRERAFFAELLITA E LA RIVOLUZIONE DEI MACCHIAIOLI
L’Associazione Culturale Scealta-Si presenta l’ultimo Concert Art on-line, prima di rivederci presto dal vivo per un’esperienza sensoriale fra le Arti direttamente nei grandi Musei e nei luoghi d’arte.
“L’ARTE DEL SOGNO. UN VIAGGIO TRA ARTE, MUSICA E LETTERATURA –
Il Sogno Preraffaellita e la Rivoluzione dei Macchiaioli” DOMENICA 30 MAGGIO h.18:00
In diretta su piattaforma Zoom (o successivamente tramite link da vedere su pc o cellulare)
La storica dell’arte Barbara Stabielli, l’arpista Katia Zunino e l’attrice Diana Dell’Erba, ci accompagneranno in un’immersiva esperienza online, alla ricerca delle sottili Corrispondenze fra le Arti, per conoscere le incredibili vicende di donne e uomini straordinari, che perseguirono i propri sogni, realizzando quella che alcuni chiamano “la propria leggenda personale”.Sarà come trovarsi dentro ai quadri, sfogliando insieme libri e scritti dei grandi artisti, ascoltando melodie coinvolgenti e assaporando l’unione delle forme artistiche. Tutto per restituire anche online i nostri eventi dal vivo, coinvolgendo i Sensi, in un’Esperienza capace di toccare le Corde dell’Anima!Le sublimi opere di Dante Gabriel Rossetti, Millet e Waterhouse, sulle onde di una rivoluzione artistica e sociale partita da un gruppo di giovani scapigliati sognatori, allievi della Royal Academy di Londra. Ma… che cosa succedeva in Italia all’incirca negli stessi anni o poco dopo? L’evento potrà essere un momento di spunto per le visite future, come quella di Domenica 20 Giugno al Forte di Bard per la mostra “I Macchiaioli. Una rivoluzione en plein air”!!!
CONTRIBUTO Concert art On-line: 12€
SOLO SU PRENOTAZIONE: scealta.info@gmail.com
TELL_US, TURISMO SOSTENIBILE CULTURA DELLA CERAMICA
DOMENICA 30 MAGGIO H. 15
@ECOVILLAGGIO TORRI SUPERIORE
via Torri Superiore, 5, 18039 – Ventimiglia IM
Presentazione delle opere permanenti realizzate da Marguerite Kahrl ed Emanuele Marullo durante la prima edizione della residenza d’artista del progetto TELL_US. L’evento si svolgerà alla presenza degli artisti.
TELL_US (in italiano RACCONTA _ CI; TELLUS/TELLURIS dal latino TERRA) è un progetto di promozione del turismo sostenibile e di valorizzazione della cultura della ceramica artistica e artigianale. A partire da una riflessione sulla ceramica, la sua storia e il rapporto con i luoghi in cui nasce e si sviluppa, il progetto TELL_US crea connessioni tra arte e discipline socio-antropologiche in un percorso di sensibilizzazione interessante e articolato. Così, l’arte contemporanea diventa strumento di indagine del territorio e delle sue forme culturali, sociali e artigiane, attraverso un approccio trans-disciplinare che stimola una maggiore consapevolezza nei singoli e nella collettività. In particolare la proposta progettuale intende valorizzare il patrimonio architettonico dell’Ecovillaggio Torri Superiore, antico borgo medievale dell’entroterra ligure situato a pochi chilometri da Ventimiglia, attraverso la riqualificazione del laboratorio di ceramica e la programmazione di residenze per artisti-ceramisti. Infatti, in seguito all’open call lanciata lo scorso autunno, tra le 40 candidature pervenute, sono stati selezionati due artisti-ceramisti, Marguerite Kahrl (Beverly, Massachussets,1966) e Emanuele Marullo (Catania, 1989), che, ospitati a Torri Superiore (IM) a marzo 2021, hanno lavorato direttamente sul territorio ligure interagendo con la comunità locale. Marguerite ed Emanuele hanno realizzato due installazioni permanenti concepite per essere collocate all’aperto, negli spazi pubblici dell’ecovillaggio, con l’intento di valorizzare le risorse del luogo ed attivare un dialogo proficuo tra la cultura della ceramica, la storia e gli elementi architettonici del borgo medievale. Marguerite ha creato un sistema modulare di nidi d’uccello in ceramica di forme e colori differenti, combinando tecniche di modellazione dell’argilla a mano libera e al tornio e utilizzando l’antica tecnica dell’ingobbio, innestandoli poi nel contesto abitativo. Emanuele, invece, ha dato vita ad un “agglomerato polimaterico”, una sorta di capanna-rifugio fatto di memorie e frammenti di oggetti recuperati nell’ecovillaggio. Nel complesso TELL_US si propone come dispositivo di conoscenza vivo, volto a sperimentare nuove pratiche di valorizzazione territoriale, nate dall’incontro tra arte, artigianato ed esperienza sociale, per uno sviluppo culturale più consapevole.
LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO ALBERTO NURISSO ALL’ACCADEMIA ALBERTINA
La mostra della seconda edizione del Premio Alberto Nurisso, a cadenza biennale, si apre venerdì 28 maggio, alle 17, con la premiazione delle opere finaliste presso la Rotonda di Talucchi all’interno dell’Accademia Albertina di Belle Arti, in via Accademia Albertina 6. Il premio è stato istituito e sostenuto dalla famiglia Nurisso, in stretta collaborazione con l’Accademia, per ricordare Alberto Nurisso (1979-2014), giovane artista diplomatosi nel 2008, con il massimo dei voti, prematuramente scomparso. Riservato ai soli studenti dell’Albertina è giunto alla fase finale con l’esposizione di dieci opere sino al 28 giugno. Tra queste sarà designato il vincitore assoluto da una giuria composta da Paola Stroppiana, curatrice della manifestazione, dal gallerista Marco Albertaro, dalla Presidente e dal Direttore dell’Accademia, rispettivamente Paola Gribaudo e Edoardo Di Mauro. Il Premio consiste in un premio in denaro per il vincitore, messo a disposizione dalla famiglia di Alberto, e la possibilità di una mostra personale presso la Galleria Dr. Fake Cabinet di Torino. Dopo la prima edizione vinta a pari merito da Mirko Andreoli e Daniel Carletto (in arte Charlie), questo secondo appuntamento è caratterizzato dai lavori realizzati dallo studente cinese Chutian Feng, con la tela “Controvento”, dai tratti che trovano riscontro nella filmografia orientale, mentre il biellese Eric Pasino presenta il sensibile dipinto, olio su ferro arrugginito e smaltato, intitolato “Al di là delle finestre II”. Il discorso si snoda, ancora, attraverso la riflessione sociale e politica di Valeria Vivona, autrice di “Ciò che vogliono farci credere”, il ruolo dell’uomo in rapporto al tempo e al divino espresso dall’iraniano Vahid Rastgou con l’opera filosofica “Fallen Sun” e, in particolare, con l’illustrazione digitale “Unknown Forward” creata da Linda Pilotti. Un percorso, quindi, che, di volta in volta, propone i molteplici aspetti della tecnica impiegata e della creatività degli allievi dell’Albertina, con l’articolata scultura installativa “Polivisione” di Vittoria Filippi, per poi approdare alla stampa digitale su alluminio “Miraggio” di Claudia Vetrano. Accanto si nota l’opera “Leggerezza impressa”, cera su tessuto, di Brenno Franceschi che si è ispirato alle lezioni americane di Italo Calvino, la raffinata grafite su carta “Memorie future” di Giulia Bertolo, con al centro un’anziana figura, e, infine, il fauno-artista, incarnazione del veggente Rimbaud, protagonista della china su carta “Le Voyant” di Pecus in Fabula (alias Gerard Guzzo). Per assistere in presenza alla premiazione, la prenotazione dei posti è obbligatoria scrivendo una mail a comunicazione@ albertina.academy o telefonando al numero 011/0897370. Si può anche seguire la cerimonia in diretta streaming sulla pagina Facebook Eventi Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. La mostra è aperta al pubblico il sabato e domenica su prenotazione: comunicazione@albertina.academy oppure allo 011/0897370.
Angelo Mistrangelo
ACQUI. MOSTRA “EX LIBRIS PERSONALI DI ADRIANO BENZI ROSALBA DOLERMO GIORGIO FRIGO”
a cura di Adriano Benzi, Rosalba Dolermo e Giorgio Frigo
omaggio a Michel Fingesten
Acqui Terme
Palazzo Robellini – Piazza Levi
dal 16 al 30 Maggio 2021
La mostra “EX LIBRIS PERSONALI di Adriano Benzi Rosalba Dolermo Giorgio Frigo” consiste in una rassegna di oltre 200 opere commissionate appositamente (Calcografie e Xilografie) ai maggiori Artisti nazionali e internazionali che hanno esposto in numerosissime mostre personali in Italia e all’estero, molti dei quali ancora operanti. Questa mostra, permette di ripercorrere le tappe fondamentali dell’Ex Libris, con i suoi cambiamenti sia da parte degli artisti stessi sia da parte dei committenti. A conferma di ciò, saranno esposti circa 30 Ex Libris dell’artista Michel Fingesten (Butzkowitz,18 aprile 1884 – Cerisano, 8 ottobre 1943). A corredo dell’esposizione ci sarà un catalogo con tutte le immagini ripartite in gruppi omogenei e scritti di approfondimenti sulle tecniche di esecuzione
Acqui Terme dal 16 Maggio al 30 Maggio 2021
con il seguente orario dal Martedì al Venerdì 16 – 19
Sabato e Domenica 10 – 12,30 16 – 19
Lunedì chiuso – Ingresso gratuito – Catalogo in mostra
info: rosalba.dolermo@alice.it – benzi.adriano@mclink.it – giorgio.frigo@tin.it – info@vecchiantico.com
cultura@comuneacqui.com – 0144 770272
http://www.mostre-vecchiantico.com – 330 470060
con il patrocinio di Città di Acqui Terme,
Cento Amici del Libro, Rotary Club Acqui Terme
MOSTRA DI TIZIANA INVERSI AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI
Inaugurerà presso la Giardiniera Reale, sede del Circolo degli Artisti, sabato 29 maggio alle ore 18:00 la mostra personale di Tiziana Inversi, dal titolo “Tra sogno e realtà”. La mostra rimarrà aperta sino al 12 giugno tutti i giorni con orario15:30/19:30. Accesso consentito solo con mascherine e in numero limitato secondo le vigenti norme anti covid. L’inaugurazione sarà preceduta alle ore 17 dalla presentazione del libro “Traccia rossa” di Fabio M. Bodi. La Pittrice partecipa da tempo a mostre collettive Nazionali ed Internazionali. Con alcune delle sue opere si è imposta all’attenzione della critica, da cui è stata meritatamente gratificata, in ricorrenza di rassegne dalla consolidata notorietà, come l’annuale Concorso Artistico il “CENTENARIO”, dove ha ottenuto progressivi qualificanti riconoscimenti, fino al conseguimento del 1°premio nell’Edizione del 2016 e del Premio “Edgar Degas” nel 2017. Dal 2015 è Socia della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e dal 2017 del Circolo degli Artisti di Torino con partecipazione alle Mostre Collettive. Dal 2016 è socia dell’Associazione Culturale Artistica “Magica Torino” con partecipazione alle Mostre. Parte del suo lavoro lo si può trovare sul sito internet http:// tizianainversi.altervista.org
ENRICO T. DE PARIS. >VEDERE L’INVISIBILE<
Opening giovedi 27 Maggio 2021, h15,00 – 21.00
Durata mostra: 27 Maggio – 27 Giugno 2021
La mostra >vedere l’invisibile< presenta una selezione di opere luminose realizzate dal 2011 al 2021, che l’artista Enrico T. De Paris ha dedicato al tema della trasformazione del pianeta operata dall’uomo, grazie alle biotecnologie e all’elettronica, ai condizionamenti comunitari, alle migrazioni sociali e in generale alla ricerca scientifica. Vengono esposte opere della serie Laboratory (2011) – Genesis (2021) e due manifesti originati dalla serie di disegni ROBh.o.t. posizionati sul prospetto della galleria (2020): un sistema fisiologico dove gli elementi non definiscono ma inducono a collegare così un pezzo con un altro. Ecco il miracolo… non si è più smarriti ma parte integrante di una storia ricca di intuizioni e combinazioni. L’uso di diversi linguaggi, dall’installazione alle opere digitali, alla pittura sono per l’artista funzionali a raccontare il mondo ri-costruito dall’uomo e la necessità di un approccio non lineare alla comprensione del fitto sistema di simboli che caratterizza la contemporaneità, un colorato e gioioso linguaggio che sorprende per vitalità, ironia ed analisi. Lo sforzo sperimentale della ricerca di De Paris, unito alle differenti tecniche espressive ed alla molteplicità di materiali usati, esaltano la sua poetica: “Nella mia ricerca si possono individuare alcuni temi costanti – dice l’artista – quali l’interesse ad altre discipline come la biologia, poesia, sociologia, storia, geopolitica, design; questa è la mia visione del mondo che ci circonda e che verrà, tutto sta diventando così poco probabile, imprevedibile ed invisibile”. Ed aggiunge: “L’artista deve esaltare nella sua immaginazione i contenuti della vita contemporanea, intervenendo nell’espansione dell’universo per rovesciare idee immense, fantastiche, lanciando segnali illuminanti.”
Dr Fake Cabinet
via San Francesco da Paola 12, 10123 Torino
info: +39 338 1672986 +39 3208240004
dr.fake.cabinet@gmail.com
Dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19,30
ASTI, MOSTRA PER I 60 ANNI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Amnesty International 1961-2021. 60 anni dalla parte dei Diritti Umani
Quando, 60 anni fa, l’avvocato inglese Peter Benenson ebbe l’idea di lanciare un “Appello per l’amnistia” per chiedere la scarcerazione dei prigionieri di coscienza nel mondo, non sapeva di aver dato vita a quella che diventerà una rete di persone, in ogni parte del pianeta, accomunate dall’impegno per la garanzia ed il rispetto dei diritti umani. Amnesty International conta oggi oltre 7 milioni di soci e sostenitori in oltre 150 paesi nel mondo di cui circa 80.000 in Italia. Nella sua storia l’organizzazione ha svolto campagne per liberare i prigionieri di coscienza, abolire la pena di morte, porre fine alla tortura e alla violenza contro le donne, contrastare impunità e discriminazione, garantire il diritto all’alloggio, alla salute e all’istruzione, riaffermare i diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Ha, inoltre, ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1977 per l’attività di “difesa della dignità umana contro la tortura, la violenza e la degradazione” e per aver “contribuito a rafforzare la libertà, la giustizia e conseguentemente anche la pace nel mondo”. In occasione della ricorrenza dei 60 anni, la struttura astigiana di Amnesty International ha organizzato: “60 anni dalla parte dei diritti”, Venerdì 28/05/2021, in corso Alfieri 267, ad Asti, dalle ore 17.00 alle 19.00la storia di Amnesty International raccontata attraverso l’esposizione delle riproduzioni di alcuni poster delle sue campagne. Sarà anche presente un banchetto con materiali informativi sulle diverse campagne ed appelli, sulle attività e sui materiali disponibili per l’educazione ai diritti umani e per scoprire nuovi modi di attivarsi in maniera concreta per la promozione e la difesa dei diritti umani insieme agli attivisti di Amnesty International sul territorio. L’iniziativa si svolgerà nel rispetto della normativa sanitaria Covid-19.
TEATRO PAESANA, MOSTRA “TOROROT VISIONI ONIRICHE SULLA FIGURA ARCHITETTONICA” DI GIOACCHINO ALVENTE
Giovedì 27 maggio alle ore 18.30 Ermanno Tedeschi, curatore e critico d’arte, presenterà la mostra “TOROROT Visioni oniriche sulla figura architettonica” di Gioacchino Alvente a Torino al Teatro Paesana di via Bligny, 2 dal 27 maggio al 20 giugno 2021. “La mostra nasce come omaggio alla figura di Gioacchino Alvente, noto architetto e raffinato disegnatore – racconta il curatore Ermanno Tedeschi – Il suo sogno e il suo massimo desiderio sono sempre stati quelli di unire la figura dell’artista a quella dell’architetto. Gioacchino è un sognatore, un poeta con una visione speciale e molto aperta, dotato di una straordinaria sensibilità che lo porta a esaminare ogni cosa con attenzione e curiosità”. Aggiunge poi “Gioacchino Alvente ha intrapreso un suo personalissimo tributo alla città di Torino, dove ha deciso di studiare e trascorrere la propria vita, e ha iniziato a rappresentare tori in mille modi, citando artisti, come Picasso e Modigliani, o presentando una sua personalissima visione onirica. Spesso anche questi tori si nascondono tra elementi architettonici come, per esempio, scale che non si sa dove vadano a finire, ma che creano un equilibrio perfetto della composizione con un gioco unico di colori”. Alvente è stato allievo dell’architetto Aimaro Isola, che così lo ricorda: “Castello del Valentino. Gli studenti del laboratorio di progettazione hanno gli occhi fissi sui fogli ancora bianchi. Lui si alza, si stira, si stacca dal tavolo, gira gli occhi intorno, si affaccia dai grandi finestroni. Pensa. Tornato al banco riempie veloce grandissimi fogli. Matite, penne, colori. Mi avvicino, mi siedo, parliamo, discutiamo. Intanto sul tavolo si materializzano splendidi, coraggiosi, segni policromi. Forse già allora, da quella aula, attraverso la finestra, decollava Alvente”.
La mostra vuole essere un omaggio al toro, simbolo della città di Torino.