Asti- Terminato Passepartout, God save Passepartout, il vero Festival rock

Nicola Gratteri

Si è conclusa domenica sera con uno degli ospiti più attesi, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, la diciottesima edizione di Passepartout Festival. 

La manifestazione 2021 è stata quella del ritorno del pubblico, dopo quella completamente in streaming dello scorso anno, anche se la presenza è stata contingentata e gli spettatori dovevano prenotare per tempo il loro posto nel cortile della Biblioteca Astense o nella sala del Palco 19. Ma questo non ha scoraggiato nessuno. Gli incontri sono andati tutti esauriti e anzi si sono create liste d’attesa. Per chi non è riuscito a rientrare neppure in queste ultime, il Festival ha trasmesso gli incontri via streaming ed ha creato un canale youtube, che durante questa edizione ha superato un milione e mezzo di visualizzazioni.

Un successo su tutta la linea. Ma qual è il segreto di Passepartout? Che cosa porta tante persone a confrontarsi con sempre più crescente interesse con una rassegna che corre sul filo della storia con incursioni nei campi della letteratura, della filosofia, dell’economia?

Sicuramente la scelta di analizzare l’attualità partendo da un tema storico. L’analisi della realtà andando alle radici del passato per esplorare e suggerire il futuro, senza pregiudizi e lasciando aperta la porta delle possibilità, delle suggestioni e, perché no, delle utopie è la vera forza “rock” di questo Festival. Uno spazio dove, a mente aperta, si spazia tra Dante e la sua Commedia, tra Gramsci e la lingua dell’arte, tra gli estremismi del XX secolo e il futuro che attende l’Europa, tra giustizia e geopolitica. Uno spazio libero dove si ascolta e dove è lecito domandare, dove si scopre il genio, l’intelletto, la creatività ma anche il bluff di alcuni personaggi che non sanno conquistare la platea. Anche questo fa parte del gioco, ma gli incontri non sono mai banali: Carlo Cottarelli, Alessandro Barbero, Gianni Oliva, Tomaso Montanari, Franco Cardini, Azzurra Meringolo, Claudio Marazzini, Fabrizio Barca, Massimo Franco, Carlo Nordio, Nicola Gratteri tra quelli che hanno prestato il loro sapere al pubblico di Passepartout 2021.

Tomaso Montanari

Passepartout è un festival rock perché non è maleducato, perché durante le conferenze non c’è chiacchiericcio e il pubblico è sempre attento, perché il piacere della scoperta, per dirlo con lo slogan di una nota trasmissione, è sempre acceso. Ed è un festival rock perché trasgredisce al comandamento dei tempi moderni: blandire e compiacere il pubblico a tutti i costi. Passepartout propone, non corre dietro alle mode, alle polemiche sterili dell’ultima ora. Ed è questa la vera trasgressione perseguita con il rigore di un’organizzazione collaudata insediatasi nella Biblioteca Astense e da un comitato scientifico, guidato da Alberto Sinigaglia, tenace nelle scelte, testardo nell’inseguire quella che non bisogna aver paura, pur nell’inflazione troppo spesso praticata del termine, la vera eccellenza.

Peccato che le istituzioni cittadine ci credano poco in questa perla preziosa. La polemica finale sull’assenza dei rappresentanti dell’amministrazione comunale all’incontro conclusivo con il procuratore Gratteri, racconta in un solo fotogramma l’incapacità della città di dar seguito con i fatti ai proclami entusiastici della passerella di presentazione. Fino a quando dovremo sentire Alberto Sinigaglia chiedere a gran voce la creazione di un sistema cittadino che “abbracci” il Festival e lo faccia veramente suo? Quel che è certo è che fino a quando quest’invito non verrà raccolto, Asti perde l’occasione di varcare le antiche mura e diventare una realtà attrattiva per la sua offerta culturale che non è da costruire perché esiste già.

Passepartout è terminato. God save Passepartout!

 

Carmela Pagnotta